Ed eccoci tornati con una nuova recensione. Nello scorso articolo abbiamo parlato di Argento, del suo primissimo film (QUI se vi interessa) e di come sia stato un regista molto importante non solo per il cinema italiano ma anche per il cinema in generale. Visto che ho parlato di una persona molto importante per il mondo dell’horror, ho deciso di discutere di un altro artista che ha dato un grande contributo a questo genere e che ha ispirato molte persone per la sua bravura come regista. Ovviamente mi riferisco al grande John Carpenter. John Carpenter è letteralmente uno dei miei registi preferiti in assoluto, una persona che ha dimostrato un grande talento e che ha influenzato tantissime persone e artisti nel corso della sua carriera. Nonostante la sua grande importanza e tutte le pellicole incredibili che ha diretto, noto con certo dispiacere che certe volte viene considerato molto poco a livello artistico soprattutto negli USA. E poi sono più di dieci anni che non dirige più un film e voglio veramente vedere un’altra pellicola diretta da lui. Tralasciando tutto ciò, ho deciso di parlare di un suo film anche perché sul blog non ne parlo quasi mai (l’ultima volta è stato con Il signore del male, un film straordinario che consiglio a tutti di recuperare). In quest’occasione ho deciso di parlare di un’opera diventata un cult per gli amanti dell’horror, una pellicola capace di dimostrare come il talento e l’ingegno possano riuscire a creare un film strepitoso anche con un budget misero.
Ecco a voi The Fog (Fog in italiano), pellicola horror del 1980, scirtta da Carpenter e Debra Hill e diretta da John Carpenter.
Trama:
Il film si apre con Mr Machen (John Houseman) che narra una storia di paura ai dei ragazzini prima della mezzanotte. SI narra che cento anni fa una nave chiamata Elizabeth Dane stava navigando vicino alle coste di San Antonio Bay, l’isola dove si svolge il film, e che quel giorno c’era una nebbia fitta che impediva all’equipaggio di vedere la rotta. A un certo punto vedono la luce del faro dell’isola attraverso la nebbia e si dirigono verso il fascio di luce, ma la nave purtroppo si schiante contro gli scogli e l’equipaggio morì affogato. Si racconta che da quel giorno, il 21 aprile, le persone che annegarono cercheranno di far ritorno sulla terraferma. Scossa la mezzanotte e arriva così il 21 aprile 1980, cent’anni precisi da quell’incidente e dalla fondazione di Antonio Bay. In quel momento in città iniziano ad accadere dei fenomeni inspiegabili: oggetti che si muovono o si rompono da soli, fenomeni di elettromagnetismo e altre stranezze ancora. Il culmine però arriva quando una nebbia arriva fuori dal nulla e si dirige verso un peschereccio al largo con a bordo tre uomini. Quando la nebbia circonda completamente la nave, delle strane figure coperte di bende e nascoste nell’ombra iniziano a massacrare l’equipaggio. La nebbia poi sparisce e con essa anche quegli esseri. Tutto sembra tornato alla normalità e Antonio Bay si prepara a festeggiare i suoi cent’anni, ma la nebbia tornerà anche quella sera. Nel frattempo il prete dell’isola, Padre Malone (Hal Holbrook) scopre nella sua chiesa un diario che nasconde al suo interno una verità raccapricciante.
Ammetto di aver conosciuto questo film per via dell’omonimo remake del 2005. Remake che in realtà mi ha quasi fatto allontanare dal’opera di Carpenter, visto che ricordo chiaramente l’enorme senso di noia che circondava quella pellicola. Se dovessi riassumere quel film, penso che la parola giusta sarebbe soporifero, e un horror che annoia è qualcosa di veramente terrificante. Poco tempo dopo mi decisi di vedere il film di Carpenter e quella invece fu veramente un’esperienza a dir poco bella. Iniziamo però con ordine.
Partiamo subito dicendo che il film non ha un unico protagonista, infatti è una pellicola corale. Ci sono veramente tanti personaggi caratterizzati bene e degli intrecci interessanti che arricchiscono la storia. Tra i personaggi principali troviamo Stevie Wayne (Adrienne Barbeau), la voce della radio di Antonio Bay, Nick Castle (Tom Atkins) ed Elizabeth Solley (Jamie Lee Curtis) una coppia che si è appena incontrata e che sembra andare molto d’accordo, Katy Williams (Janet Leigh), la donna che supervisiona i festeggiamenti per il centenario e la sua assistente Sandy Fadel (Nancy Kyes). E ultimo ma non ultimo Padre Malone. Un’enorme quantità di personaggi che fanno parte di questa storia e che trovo affascinanti per molti motivi. Uno di questi riguarda che il fatto che sono persone comuni, non è gente particolare e con dei segreti profondi, ma comuni abitanti di una cittadina americana. Ed è questo particolare che rende la situazione ancor più terrificante e assurda, persone normali che devono vedersela con un evento che non riescono a spiegarsi e che sembra inarrestabile e inevitabile. Mi piace molto vedere come nella parte iniziale ci si concentri molto su di loro e sulla loro vita e come pian piano, attraverso gli eventi sovrannaturali che circondano l’isola, le loro storie pian piano si incrociano. Inoltre è stato molto bello vedere Jamie Lee Curtis recitare insieme a sua madre, Janet Leigh, e voglio anche farvi notare il cameo di John Carpenter a inizio film nel ruolo dell’assistente di Padre Malone.
Dal punto di vista dei personaggi il film è ottimo, riesce a farti provare interesse per loro e a farti preoccupare per il loro destino. Una cosa però che ho adorato è il modo in cui Carpenter ha rappresentato tutta la vicenda. Gli attacchi di questi esseri che vengono dalla nebbia avvengono in due momenti precisi della pellicola, all’inizio e alla fine e difficilmente si faranno dimenticare. Ciò che riesce a fare bene Carpenter è prima di tutto incuriosire e poi creare una tensione sottile ma tangibile. Per quanto riguarda il primo elemento il regista riesce fin da subito ad affascinare lo spettatore attraverso la misteriosa storia narrata da Mr Mache e subito dopo con gli eventi paranormali a cui non riusciamo a trovare risposta e che presagiscono l’arrivo della nebbia. Dopo il primo attacco di questi esseri si arriverà a una calma apparente dove i personaggi principali cercheranno di far chiarezza su quello che è successo. Li vedremo indagare sulla scomparsa del peschereccio, su alcuni strani avvenimenti che ancora avvengono nell’isola e infine la verità riguardo la fondazione di Antonio Bay. Penso che in realtà tutti sappiano la verità di questa storia, visto che la spoilerano subito in ogni sito di cinema e perfino nel retro del DVD/ Blu-ray, ma comunque cercherò di essere un minimo vago a riguardo (nonostante si possa intuire tutto). Grazie a ciò capiamo qual’è il vero obiettivo di questi esseri e comprendiamo bene che non si fermeranno mai fino a quando non l’avranno raggiunto. In questa parte centrale del film si arriva a una falsa calma. Sottolineo la parola falsa perché, nonostante la situazione sia quasi normale, Carpenter riesce a costruire un’ottima tensione e ci fa comprendere bene come questa sia la calma prima della tempesta e come sappiamo che quello che avverrà alla fine del film sarà inevitabile.
Il film è costato veramente poco, un milione di dollari, e infatti è stata una produzione indipendente con un budget veramente risicato, eppure il film non dà per niente quest’impressione. Penso che ciò sia anche dovuto ai bellissimi scenari inquadrati da Carpenter che mostrano la bellezza dell’sila e la grande vastità del mare che la circonda. Inoltre Carpenter ha realizzato molto bene l’avanata della nebbia che all’occhio dello spettatore, oltre ad essere anormale, sembra immensa, soprattutto quando avvolge la cittadina (e rende abbastanza bene anche oggi). Insomma Carpenter è riuscito a dare l’impressione che il suo non fosse per niente un film ha basso budget attraverso alcuni trucchi intelligenti e a una messa in scena curata. Adoro anche il fatto che gli esseri della nebbia non vengano mai fatti vedere per bene. Vediamo le loro ombre, vediamo anche che sono vestite di stracci e di bende, ma non riusciamo mai a vederli nella loro interezza, rendendoli in questo modo delle vere creature dell’oltretomba.
E come non citare la bellissima colonna sonora, sempre composta da Carpenter, che riesce a creare la giusta tensione e sottolinea perfettamente quella sensazione di attesa (e poi mi è sempre piaciuto l’uso che fa del sintetizzatore nelle sue pellicole).
Qui finisce la recensione di The Fog, un horror a basso budget che mostra come l’ingegno e la bravura possano creare un’opera intelligente con pochi mezzi e superare tutti i problemi derivati da ciò. Inoltre apprezzo il fascino e il mistero che riesce a trasmettere per la nebbia, per questi esseri misteriosi e per tutti gli strani eventi che accadono. Una pellicola molto bella che in molti dovrebbero riscoprire e conoscere per capire ancor meglio il cinema di Carpenter. Se avete un po’ di tempo guardatelo, non ve ne pentirete assolutamente.
Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!
[The Butcher]
Ogni volta mi ti perdo questo blog! Me lo devo scolpire sul muro qui davanti! :D
Tranquillo, non preoccuparti. Anch’io dovrei stare attento ai blog che seguo. Comunque è sempre un piacere leggerti!
^_^
[…] quel tipo di tensione causata dall’attesa. In questo caso possiamo anche dire che Halloween e The Fog sempre dello stesso Carpenter abiano molto in comune. Anche se hanno una trama molto diversa, […]
[…] Nessuno si aspettava il successo di Halloween e soprattutto nessuno si aspettava quel tipo di successo. Inizialmente le cose non stavano andando bene per il film sia a livello di critica che di pubblico e Carpenter aveva già iniziato a lavorare al suo prossimo progetto. Subito dopo però Halloween venne rivalutato e la gente iniziò a fiondarsi in sala a vedere quello che sarebbe diventato uno degli horror più importanti della storia. Il successo al botteghino fu assurdo, 47 milioni di dollari solo negli USA che ia tempi era una cifra enorme, soprattutto se consideriamo che a incassare tutti quei soldi è stato un film indipendente che era costato quasi nulla, 300 mila dollari. E infatti Halloween è uno dei film indipendenti che ha incassato di più nella storia del cinema. Nessuno avrebbe immaginato una cosa simile e in questo caso molte case di produzione e molti produttori si interessarono ad Halloween. Ovviamente decidero di girarci un seguito e di continuare con la storia di Myers. Tornarono qui alla produzione sia Irwin Yablans che Moustapha Akkad e inoltre si aggregò Dino De Laurentiis con la sua casa di produzione. C’era solo un problema: Carpenter e Hill non erano più interessanti. Carpenter non voleva restare ancorato a quel progetto, aveva pensato ad Halloween come a un unico film e non aveva in mente nulla per un possibile seguito. Per questo inizialmente se ne tirò fuori. Soltanto che volevano a tutti i costi Carpenter e Hill non solo come scrittori ma anche come porduttori a tal punto che si arrivò pure a minacciare per vie legali di impedire a Carpenter di girare The Fog. […]
[…] da John Carpenter che da Alan Howarth che si rifanno alle colonna sonore di Halloween, ma anche di The Fog e 1997: Fuga da New York (e quindi c’è la forte presenza del sintetizzatore). Della colonna […]
[…] la madre di Jamie Lee Curtis (l’altra volta in cui avevano recitato insieme era stato in The Fog), che inizia un discorso dicendo così: “Se posso darle un consiglio materno…” e […]
[…] di uno dei miei registi preferiti in assoluto. L’ultima volta che ne ho parlato è stato con The Fog e da allora è passato molto tempo. E ho deciso di farlo con Essi vivono, forse uno tra i suoi film […]
Hello!
There is something in the fog, that’s true 😉. There is fear, revenge, anger, wraiths, hooks and reapers… There is a very good horror movie made by a master of oh horror.
RIP Hal Holbrook who’s gone few weeks ago.
Very nice review.
The Fog still remains one of my favorite Carpenter’s films, a very intelligent film, with an incredible atmosphere and ever-increasing tension. I am very sorry for the disappearance of Hal Holbrook, his Father Malone will remain with me forever.
Sure he had many stories to tell.
“Almost midnight. Enough time for one more story…” ⚓
😉