Halloween II

Benvenuti o bentornati sul nostro blog! Nello scorso articolo abbiamo dato il via alla saga di Halloween, iniziando con il suo primo film, Halloween – La notte delle streghe, una pellicola horror diretta dal grande John Carpenter che riuscì a sorprendere moltissime persone e che soprattutto riuscì a spaventarle. La figura di Michael Myers aveva stupito tutti quanti, un essere quasi sovrannaturale che sembrava la reincarnazione delle nostre paure, la reincarnazzione della paura stessa. Una figura senza personalità, senza sentimenti e senza compassione che uccide le sue vittime senza pietà e che avanza con calma ma inesorabilmente. In molti ai tempi rimasero spaventati e affascinati da quella figura e ammetto che anch’io tutt’ora provo ancora quella paura quasi primordiale riguardando la pellicola di Carpenter. Ci sono stati tanti momenti che sono riusciti a inquietarmi parecchio, partendo dall’inizio quando scopriamo che l’assassino è un bambino di 6 anni fino a quel finale aperto che ti fa sentire insicuro e in pericolo. Halloween e Michael Myers erano troppo allettanti per non farci qualcosa e infatti dopo poco tempo fecero un seguito.
Ecco a voi Halloween II (Il signore della morte – Halloween II), film horror del 1980, scritto da Debra Hill e John Carpenter e diretto da Rick Rosenthal.

Trama:
Il film ricomincia dove si era interrotto il primo capitolo. E’ la notte del 31 ottobre 1978 e il dottor Sam Loomis (Donald Pleasence) spara sei colpi d’arma da fuoco contro Michael Myers, facendolo così cadere dal balcone e salvando la vita di Laurie Strode (Jamie Lee Curtis). Loomis va subito a controllare il corpo di Myers, ma con orrore scopre che The Shape non c’è più e che è fuggito. Qui la trama si divide in due: nella prima vediamo Loomis, completamente stravolto e paranoico, che avverte che Myers è ancora in circolazione, ma i poliziotti non sono disposti a credergli per via dei discorsi che fa riguardo alla natura quasi sovrannaturale dell’assassino e al fatto che nessuno può sopravvivere a sei colpi di pistola. Nel frattempo Laurie viene portata all’ospedale di Haddonfield, Haddonfield Memorial Hospital. Qui i medici e gli infermieri si prendono cura di Laurie e uno di questi, Jimmy Lloyd (Lance Guest), si affezziona molto a lei, nonostante gli venga ripetuto più volte che infermieri e medici non possono avere relazioni con i pazienti. Purtroppo Michael Myers (Dick Warlock) scopre dov’è Laurie e si dirige all’ospedale. Qui The Shape inizierà pian piano a cercare Laurie, prima tagliando le linee telefoniche e impedendo alle macchine di ripartire, e in seguito uccidendo tutti coloro che nell’ospedale gli si metterà contro. Nel frattempo Laurie inizia a ricordare qualcosa, qualcosa legato al suo passato di molto importante.

Nessuno si aspettava il successo di Halloween e soprattutto nessuno si aspettava quel tipo di successo. Inizialmente le cose non stavano andando bene per il film sia a livello di critica che di pubblico e Carpenter aveva già iniziato a lavorare al suo prossimo progetto. Subito dopo però Halloween venne rivalutato e la gente iniziò a fiondarsi in sala a vedere quello che sarebbe diventato uno degli horror più importanti della storia. Il successo al botteghino fu assurdo, 47 milioni di dollari solo negli USA che ia tempi era una cifra enorme, soprattutto se consideriamo che a incassare tutti quei soldi è stato un film indipendente che era costato quasi nulla, 300 mila dollari. E infatti Halloween è uno dei film indipendenti che ha incassato di più nella storia del cinema. Nessuno avrebbe immaginato una cosa simile e in questo caso molte case di produzione e molti produttori si interessarono ad Halloween.
Ovviamente decidero di girarci un seguito e di continuare con la storia di Myers. Tornarono qui alla produzione sia Irwin Yablans che Moustapha Akkad e inoltre si aggregò Dino De Laurentiis con la sua casa di produzione. C’era solo un problema: Carpenter e Hill non erano più interessanti. Carpenter non voleva restare ancorato a quel progetto, aveva pensato ad Halloween come a un unico film e non aveva in mente nulla per un possibile seguito. Per questo inizialmente se ne tirò fuori. Soltanto che volevano a tutti i costi Carpenter e Hill non solo come scrittori ma anche come porduttori a tal punto che si arrivò pure a minacciare per vie legali di impedire a Carpenter di girare The Fog.

Quindi Carpenter e Hill dovettero tornare a lavorare ad Halloween per poter fare The Fog e quindi i due iniziarono a scrivere la storia. L’idea originale che aveva Carpenter per questo seguito era molto diverso da quello presente nella pellicola. Carpenter voleva ambientare il film qualche anno dopo gli eventi quella terribile notte, con Laurie Strode che si era laureata e viveva lontana da Haddonfield in un appartamento e il film doveva essere ambientato dentro a questo palazzo pieno di appartamenti. Onestamente era un’idea interessante e con un’ambientazione perfetta ma la produzione non voleva questo. Voleva che la storia riprendesse proprio dove si era concluso il primo film e quindi che il tutto continuasse a svolgersi la notte del 31 ottobre 1978.
Una cosa che ho sempre apprezzato di Carpenter è la sua schiettezza e la sceneggiatura di questo secondo capitolo non gli è mai piaciuta e diceva che non valeva la pena guardare questo film. Perfino Tommy Lee Wallace, che aveva contribuito tanto nel primo film come montatore e scenografo ed era amico di Carpenter, non apprezzò molto l’idea visto che gli sembrava il contrario di quello che era stato Halloween e rifiutò il posto di regista. Così si decise di affidare la regia a Rick Rosenthal, ai tempi un regista emergente, che in seguito tornerà a dirigere un altro capitolo della saga, ma questa è un’altra storia. Carpenter era molto deluso da questo lavoro, ma onestamente penso che Halloween II sia invece un buon capitolo con qualcosa da dire. Iniziamo ovviamente parlando della regia.

A livello registico il film non brilla tantissimo, almeno non come il primo capitolo. Rosenthal voleva riprendere molte caratteristiche tipiche del primo capitolo in modo che non ci fossero troppe differenze tra i due e quindi riprese degli elementi carpenteriani interessanti quali la soggettiva, la carrellata, i movimenti di macchina fluidi. Soltanto che Rosenthal non è Carpenter e questa cosa la si nota. Non è assolutamente una brutta regia, anzi certe sequenze sono davvero interessanti come ad esempio Myers che si aggira nell’ospedale come un fantasma o alcune sue apparizioni inquietanti, ma per il resto la regia non riesce a essere decisa e impattante quanto quella di Carpenter. Ci sono perfino certe sequenze che a un certo punto sono state girate in seguito da Carpenter come ad esempio la scena in cui Myers scopre dove si trova Laurie. Il fatto che Rosenthal riprenda lo stile di Carpenter non lo considero un vero difetto, ma personalmente avrei preferito che in quel lato si differenziasse un po’ e che il regista trovasse uno stile tutto suo anche se, come poi vedremo, in realtà questo film si differenzia davvero dal primo. Una cosa che invece apprezzo molto è il ritmo. Il film, pur con i suoi difetti, non annoia mai, riesce a tenere una certa tensionee un certo mistero nella prima parte mentre nella seconda invece si arriverà a un ritmo molto più adrenalinico con Michael Myers che insegue Laurie senza sosta e i tentativi di molti nel cercare di fermare l’avanzata di quest’essere.

La componente che differenzia molto questo Halloween dal suo predecessore è l’ampia componente gore e splatter. Ci sono molte scene di uccisioni e alcune di queste sono molto cruente. Mentre nel primo c’era pochissimo sangue e si basava più sulla creazione di un’atmosfera e di una tensione molto curate, qui si punta di più sulla violenza degli omicidi e ammetto che le cose funzionano. A qualcuno potrebbe non piacere e infatti non sono pochi ad aver criticato questa cosa, ma a mio avviso è un elemento ottimo che dà qualcosa di nuovo a questo film e lo differenzia dal precedente. Certi elementi che vengono ripresi invece molto bene sono la fotografia e la colonna sonora. Per la fotografia torna Dean Cundeye riprende quella fotografia di notte con ombre molto accentuate e quella retro-illuminazione blu. Questa volta però il film è ambientato quasi esclusivamente di notte e quindi ci sarà solo quella fotografia espressionista. Per la colonna sonora venne ripresa quella del primo film anche se un po’ modificata dal compositore Alan Howarth (che poi lavorerà anche ad altri capitoli della saga). Possiam infatti notare che qui viene utilizzato un sintetizzatore piuttosto che un pianoforte ma, nonostante sia un po’ differente, la colonna sonora funziona benissimo.

Una cosa che non ho molto apprezzato sono i nuovi personaggi. Alcuni di questi appaiono per poco tempo e capiamo fin da subito che saranno carne da macello, mentre altri saranno più presenti e avranno una personalità più spiccata anche se un po’ stereotipata (e, diciamocelo, alcuni sono un pochino stupidi). Fortunatamente non sono però personaggi che odi e che vorresti vedere morire subito, ma si fa un po’ fatica ad affezzionarsi a essi. Forse il personaggio di Jimmy aveva qualcosa da dire ma nulla di più.
Chi invece emerge ancora una volta sono Laurie e Loomis. Entrambi sono molto fedeli ai personaggi presenti nel primo capitolo. Laurie è una ragazza normale che ha affrontato un orrore improvviso e profondo da cui ne è uscita molto scossa. Purtroppo per lei la notte non è finita, ma nonostante sia a pezzi sia fisicamente che psicologicamente, lei non si arrende. Loomis è sempre lo psichiatra di Michael, colui che lo conosce meglio di chiunque altro e che sa di cosa è capace. Il suo personaggio, nonostante la paura e la paranoia (sentimenti comprensibili visto il contesto), dimostra sempre una certa eleganza e una volontà enorme nel voler fermare The Shape, un dovere che si è imposto e che continuerà a portare avanti fino alla fine.

Tra tutti però ho sempre apprezzato Michael Myers. Primo perché è rimasto anche lui fedele al primo film, un essere vuoto, puro male incarnato che in certi momenti non sembra umano ma qualcosa di sovrannaturale, un essere infermabile e che uccide senz apietà o rimorso. Secondo, hanno ampliato la sua storia senza però traidre il suo personaggio. Ci viene spiegato lo Samhain, la tradizione celtica del vero Halloween che aveva ispirato Carpenter e Hill a scirvere la storia e soprattutto scopriamo il legame che c’è tra Michael e Laurie. Penso che questo non sia affatto uno spoiler, anche chi non ha mai visto Halloween sa che i due sono fratello e sorella e ciò aggiunge un che di affascinante ma soprattutto di terrificante nell’ossessione di Michael per Laurie.

Qui si conclude la recensione di Halloween II. Nonostante non riesca a raggiungere i livelli del primo, riesce comunque a essere un buon film, capace di intrattenere e creare un po’ di tensione attraverso uccisioni violente e inseguimenti ben fatti. Un film che approfondisce molto la storia di Myers, senza stravolgerne il personaggio. Un film che consiglio di vedere.

Ci vediamo con il terzo capitolo.

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

17 pensieri riguardo “Halloween II

      1. Ma no dai! Questo si salva. Ricordiamoci che il vero abisso lo raggiungiamo con il sesto capitolo. Con Resurrection invece raggiungiamo luoghi talmente oscuri da far tremare le divinità lovecraftiane.

  1. Beh, diciamo. Voler seguire le orme di Carpenter, addirittura proprio là dove lui ha smesso di camminare, non è difficile, è impossibile. Ci vuole un padreterno per stare dietro a un padreterno, da Carpenter a Rosenthal è stata una caduta bruttissima. Non è che lo abbia trovato un brutto film, per carità, inutile più che altro. Scrivi che Carpenter lo considera un film che si può anche non vedere e sono d’accordo, non aggiunge assolutamente nulla, se non qualche omicidio in più. C’è troppo di quanto si è già visto, ma sembra una versione anche un po’ cheap, il cambio nella colonna sonora, ad esempio, l’ho accusato tantissimo. E devo dire che la scena del bagno l’ho trovata abbastanza gratuita e pure un po’ ridicola! Ora attendo di vedere e di leggere del III, ho sempre sentito parlare bene di Season of the Witch, diretto dal Tommy Lee Wallace che si è rifiutato di dirigere questo.

    1. Diciamo che io salvo questo film. Nonostante non riesca a raggiungere neanche per sbaglio il capolavoro di Carpenter è comunque un buon slasher che ha i suoi momenti ridicoli e altri invece molto interessanti. Con il terzo capitolo le cose miglioreranno.

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