Hellraiser

Bentornati a tutti quanti! La scorsa volta abbiamo parlato di John Carpenter e del suo bellissimo The Fog e inizialmente avevo pensato di fare un bel lavoro approfondito su una delle icone horror create dal maestro: Michael Meyers. E quindi avevo pensato sia di recensire il primo Halloween che tutti i suoi seguiti (o almeno quelli con un minimo di dignità), ma ho deciso di tenermi questa saga per il mese di ottobre. Se tutto va come spero, ottobre sarà il mese dedicato a Michael Meyers. Non vedo l’ora ma sono anche preoccupato per la quantità di lavoro che dovrò affrontare. Visto che non parleremo di Meyers, ho deciso allora di concentrami su un’altra icona horror che negli anni ’80 ha scritto la storia, il personaggio di una saga logeva che, più o meno come è successo per tutti i seguiti dedicati a questi personaggi dell’horror (tranne La bambola assassina), ebbe un inizio incredibile e promettente che poi è andato subito scemando con seguiti a dir poco tremendi. Nonostante ciò questa saga è stata molto importante e ha dato vita a un personaggio storico che, anche se non viene citato spesso come gli altri, ha il suo fascino.
Ecco a voi Hellraiser, pellicola horror del 1987, scritta e diretta da Clive Barker e tratta dal romanzo breve Schiavi dell’inferno, scritto sempre da Barker.

Trama:
Il film inizia con un uomo chiamato Frank (Sean Chapman) che si trova a casa sua ed è impegnato ad aprire una scatola misteriosa. Quando infine riesce ad aprire la scatola, appaiono delle catene che lo trafiggono e lo riducono a pezzi. Subito dopo appaiono delle misteriose figure deformi e con strane ferite che raccolgono la scatola e se ne vanno. Un po’ di tempo dopo Larry (Andrew Robinson), il farello di Frank, e sua moglie Julia (Clare Higgins) si trasferiscono in quella casa. Dovrebbe venire anche loro figlia, Kirsty (Ashley Laurence), ma quest’ultima vorrebbe avere un po’ di indipendenza e trovarsi un luogo in cui stare. Mentre stanno facendo il trasloco, scopriamo che Julia aveva un relazione segreta con Frank e che ne era completamente succube. Subito dopo Larry si ferisce alla mano mentre porta degli oggetti e il sangue che versa cade sul pavimento dove era stato fatto a pezzi Frank. Il sangue permette così a Frank di ritornare in vita, ma in condizioni veramente pietose con un corpo senza pelli e senza muscoli. Julia inizialente è spaventata da quello che vede, ma poi decide di aiutare a riottenere un corpo umano e per farlo c’è bisogno di sangue. Così Julia inizia ad attirare in casa degli uomini con l’inganno che dà da mangiare a Frank. Più mangia e più Frank diventa forte e torna a riottenere un corpo quasi umano, ma lui continua ad avere il terrore degli esseri che lo hanno fatto a pezzi, I Supplizianti (in seguito gli verrà dato il nome di Cenobiti, il loro nome originale), esseri sovranaturali che gli hanno fatto conoscere una dimensione dove ha provato nuovi piaceri carnali e dove il dolore era terrificante. Nel frattempo Kirsty inizia a sospettare che ci sia qualcosa che non va in Julia e inizia a indagare.

E’ doveroso fare un’introduzione sul regista del film, Clive Barker, visto la sua grande importanza. Barker è principalmente uno scrittore, un fumettista, un illustratore e anche un regista. Inizia la sua carriera scrivendo sceneggiature per il teatro, passando poi al mondo della letteratura e ottiene un certo successo con il libro Gioco Dannato (The Damnation Game) nel 1985 e con la serie di Books of Blood, una serie di raccolte scritte dal 1984 al 1985. Tutti libri molto interessanti e belli che vi consiglio di recuperare anche se purtroppo è veramente difficile reperire le opere di Barker in Italia visto che molte ormai sono fuori commercio e altren non sono state neanche tradotte. Invece penso sia abbastanza facile recuperare Schiavi dell’Inferno, lopera che ha dato vita a Hellraiser. In seguito Barker decide di scrivere sceneggiature per il cinema e inizia con due film: Underworld del 1985 e Rawhead Rex nel 1986. Barker però odiò molto il modo in cui le sue scenggiature vennero trasposte e così decise di mettersi dietro la macchina da presa per realizzarle come le voleva lui. Ed è in questo modo che nel 1987 non solo scrive la sceneggiatura per Hellraiser ma ne è anche regista.

Una cosa che mi è sempre dispiaciuta per Barker è stata la sua breve carriera dietro la macchina da presa. Lui diresse tre film: uno è Hellraiser di cui parleremo a breve, il secondo è lo stupendo Cabal (pellicola molto avanti per quei tempi) e infine Il signore delle illusioni. Quest’ultimo, nonostante la mancanza di scene importanti e del budget ormai agli sgoccioli arrivati a fine riprese, è stato un ottimo film. In tutti e tre ha dimostrato una grande bravura e mi sarebbe piaciuto vederlo ancora una volta a dirigere un altra pellicola. Lasciamo da parte questi pensieri e vediamo come invece Barker se l’è cavata con il suo primo film.

Com’era successo per The Fog di Carpenter, anche Barker si ritrovò a lavorare con un budget veramente risicato, a malapena 1 milione di dollari, e in un certo senso si può capire questa cosa pensando al fatto che la location in cui avviene il tutto è er il 90% la casa della famiglia e osservando certi effetti FX che con il tempo sono invecchiati un po’ male. Nonostante le enormi limitazioni imposte dal budget, Barker è comunque riuscito a gestire tutta la situazione ed è perfino riuscito a creare degli effetti artigianali davvero ottimi. In questo film sono molto presenti le tematiche del piacere estremo e del dolore fisico, anzi entrambi gli argomenti vanno a braccetto in questo film e Barker riesce a sottolinearne l’importanza attraverso gli effetti speciali. Oltre ad essere fatti bene, riescono a dare al pubblico quel senso di dolore che dovrebbero effettivamente dare. Ad esempio la scena in cui Larry si ferisce alla mano è una scena molto semplice che però ci fa capire il dolore che prova sia attravero l’ottima performance di Robinson che attraverso la regia di Barker, che si concentra molto sulla ferita e sul sangue che perde. Barker fa in modo che le scene gore riescano a disgustare e a far sentire male il pubblico e ci riesce molto bene. Nonostante non siano molto realistiche, riescono a lasciare il segno e a impressionare il pubblico per la loro brutalità. Inoltre ho adorato Barker è riuscito a curare un dettaglio molto importante, un dettaglio che fa parte dello spirito di questo primo capitolo e che nessun altro seguito (neanche il secondo e il terzo film che sono dei seguiti belli) è riuscito a fare: rappresentare così bene lo sporco e il marcio. Questi elementi fanno parte dell’animo di Hellraiser e riescono a definirlo molto bene. Lo sporco e il marcio lo troviamo quando Larry e Julia arrivano nella casa per la prima volta, dove tutto è abbandonato e il cibo è andato a male. Il luogo dove però il marcio è più intenso è la soffitta dove Frank rinasce, un luogo abbandonato, sporco, pieno di muffa e decadente. Ci sono tanti elementi che fanno notare al pubblico questo marciume quasi a voler descrivere le personalità di Frank e Julia e la loro relazione malata.

Parlando di marcio non si può non parlare della rinascita di Frank e del suo nuovo aspetto. La scena in cui torna in vita, oltre ad essere fatta molto bene, è anhce disgustosa, visto che vediamo la formazione di un corpo umano partendo dalle ossa, dal cervello e infine da qualche muscolo. Inoltre quando Frank inizierà a guadagnare le forze, continuerà sempre a fare impressione visto che assumerà l’aspetto di un uomo completamente spellato. E qui il trucco ammetto che ha fatto un lavoro davvero ottimo.
E con questo arriviamo a parlare dei Cenobiti (Supplizianti in questo capitolo), questi esseri sovrannaturali che cercano i piaceri più nascosti attraverso i mondi. Il loro design è molto particolare, riescono a essere inquietanti, a dare l’impressione di dolore visto alcune delle loro ferite e in certi casi di disgusto: la Donna Cenobita quasi completamente calva e con la gola aperta, il cenobita alto, Chatterer (chiamato così perché sbatte sempre i denti), con la faccia completamente distrutta e ustionata e con dei ferri all’altezza dell mascella che gli scoprono i denti, il cenobita grasso, Butterball, con l’aspetto viscido, senza capelli e orecchie e con gli occhi cuciti che nasconde con degli occhiali. E infine Pinhead, il capo dei Cenobiti interpretato da Doug Bradley, ruolo che l’ha reso famoso al mondo intero. Il suo aspetto è diventato iconico, il viso completamente bianco, ricoperto di tagli precisi e con dei chiodi conficcati in profondità. Un personaggio che riesce ad affascinare solo con la sua presenza e le sue movenze. Apprezzo anche come i Cenobiti non sembrino in alcun modo i cattivi della storia:

Demoni per alcuni, angeli per altri

Questa è la frase con cui Pinhead si presenta a Kirsty la prima volta, come a sottolineare la loro neautralità. Il loro unico fine è quello di esplorare i confini del piacere e del dolore e chiunque apra la scatola verrò con loro. Mi è sempre piaciuta questa loro particolarità.

I veri cattivi di questa storia invece sono proprio Frank e Julia. Frank è un’edonista pure e tutto ciò che vuole è provare piacere e per questo motivo è disposto a fare tutto, ma questa volta si è spinto troppo in là e, adesso che è fuggito dalle grinfie dei Cenobiti, vuole a tutti i costi tornare ad avere un corpo. Per fare ciò, usa Julia e qui dimostra anche delle abilità di manipolatore. Un personaggio subdolo e spietato che fa di tutto per raggiungere il proprio fine e possiamo dire quasi lo stesso di Julia. Lei è succube di Frank e farebbe di tutto per lui e infatti inizia ad attirare uomini in casa per darli a Frank. Inizialmente è terrorizzata da tutta questa faccenda, ma dopo il primo omicidio è come se qualcosa si fosse risvegliato in lei, come se la sua vera natura si fosse destata e desiderasse altro sangue. Due personaggi terrificanti e scritti molto bene.
E ovviamente bisogna citare la vera protagonista della storia, Kirsty, un personaggio che all’inizio della pellicola sembra quasi secondario, ma che con il tempo assumerà sempre maggior rilievo e alla fine si ritroverà ad affrontare qualcosa di orrendo e inimmaginabile.

Qui si conclude la recensione di Hellraiser. Un film horror stupendo, sporco e cattivo che, nonostante tutte le ristrettezze legate al budget, risce comunque a essere una pellicola curata, capace di far provare ribrezzo al pubblico ma anche incuriosire grazie al Cubo di Lemarchand (è questo il vero nome della scatola), ai Cenobiti e a quel regno oscuro e misterioso da cui provengono. Dopo questo primo capitolo recensirò anche il secondo e il terzo capitolo, due seguiti ottimi, e mi fermerò lì anche perché gli altri film di Hellraiser sono tremendi fino ad arrivare alla tragedia vera ovvero Hellraiser: Revelations. Quel film è peggio delle torture che infliggono i Cenobiti (però forse vorrei discutere di Hellraiser- Stirpe Maledetta e Hellraiser: Hellsekeer che, nonostante siano brutti, hanno comunque qualcosa da dire).

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

27 pensieri riguardo “Hellraiser

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