Freaks Out

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. La settimana scorsa è stata molto interessante e abbiamo avuto ben due articoli davvero molto belli scritti da Shiki: Rywka Lipszyc e Il bambino di Dio. Il primo parla del diario di una bambina ebrea che viveva nel ghetto di Lodz. Una bambina ebrea che si trovava in una condizione molto disastrata e il suo diario è un’ottima testimonianza sulla vita che conducevano gli ebrei e quanto fosse dura anche solo per avere un pezzo di pane. Il secondo articolo invece è Il bambino di Dio, un manga veramente peculiare sia per il disegno che per la storia. Un manga folle e crudele che riesce a colpire in ogni suo aspetto e a lasciare a bocca aperta. Forse non è adatto a tutti, ma in ogni caso è un’opera veramente impressionante. Vi consiglio di recuperare sia il diario che il manga.
Con questo articolo ho finalmente deciso di tornare a parlare di pellicole uscite recentemente al cinema. L’ultima volta che l’ho fatto è stato con il sorprendente Malignant di James Wan e ammetto che è passato un po’ troppo tempo. Ci sono vari motivi per cui ho scelto di tornare proprio ora a parlare di ciò. Primo, è stato il buon Kasabake a convincermi a parlare di quest’opera e i suoi incoraggiamenti mi hanno dato la spinta giusta. La seconda ragione è che stiamo parlando di un film italiano, ma non di un film italiano qualsiasi.
Una delle frasi che sento ripetere fino alla nausea sul nostro cinema, e da parte degli italiani stessi, è che non è capace di creare opere interessanti o belle. Non c’è niente di più falso e lo dirò fino alla fine. Il cinema italiano è capace di creare opere veramente ottime e molto profonde ma ci sono vari problemi legati alla distribuzione, alla pubblicità ma anche alla cultura generale. Riguardo alle prime due non ci sarebbe molto da dire, non si valorizza abbastanza il nostro cinema nemmeno a livello nazionale e si preferisce dare spazio ad altre pellicole. Il terzo invece è proprio connesso al pensiero sulla qualità del nostro cinema, che viene considerata mediocre a causa di commedie scadenti che per anni hanno invaso le sale e a drammi tremendamente dialogati. Ovviamente manca anche una cultura di base sul cinema in Italia, ma se continuo rischio di fare un altro articolo. Sta di fatto che tutto ciò è sbagliato, ci sono artisti che stanno facendo di tutto per portare qualcosa di innovativo e particolare. Ed è questo di cui parleremo oggi.
Ecco a voi Freaks Out, pellicola fantastica, storica e di guerra del 2021 scritta da Gabriele Mainetti e Nicola Guaglianone e diretto da Gabriele Mainetti.

Trama:
Siamo nella Roma del 1943. Qui Israel (Giorgio Tirabassi) porta avanti il suo circo, stupendo il pubblico grazie ai suoi incredibili artisti: Cencio (Pietro Castellito), un ragazzo albino capace di controllare gli insetti, Mario (Giancarlo Martini), un nano con l’abilità di attrarre qualsiasi oggetto metallico, Fulvio (Claudio Santamaria), un uomo affetto da ipertricosi e quindi ricoperto di pelo da cima a fonda e con una grande forza fisica e infine Matilde (Aurora Giovinazzo), una ragazzina capace di produrre elettricità. Purtroppo la guerra ha spazzato via ogni cosa e Israel decide di andare in America per ricominciare una nuova vita e portare la sua famiglia di circensi con lui. Israel riesce a convincere tutti loro a partire e, presi i loro soldi, va a comprare i documenti per la partenza. Non tornando, Matilde, preoccupata, sprona gli altri a cercarlo ed è qui che avrà inizio la loro avventura, ma dovranno stare attenti ai nazisti e soprattutto a Franz (Franz Rogowski), un nazista proprietario di un grande circo che, grazie all’etere, riesce a vedere nel futuro e crede che quattro individui straordinari saranno la chiave per vincere la guerra.

Di Mainetti ne parlai molto tempo fa con il suo primo lungometraggio, un film che nel nostro Paese è diventato un piccolo cult: Lo chiamavano Jeeg Robot. Ne parlai con una certa ingenuità ai tempi, devo ammetterlo. Ero felice che un’opera fuori dagli schemi avesse raggiunto un certo successo e non mi ero accorto dei difetti che aveva. Nonostante ciò rimane un film molto valido da recuperare. Sono passati diversi anni dal primo lungometraggio (2015) ma alla fine le riprese di Freaks Out iniziarono nell’aprile del 2018 e proseguirono per dodici settimane. Nonostante ciò il compito più arduo di tutti fu sicuramente la post-produzione e in particolar modo gli effetti speciali che hanno dovuto posticipare la data d’uscita dal 2019 al 22 ottobre 2020. Poi è arrivata la pandemia ed è stato ulteriormente posticipato fino ad arrivare al 28 ottobre 2021. Il budget della pellicola è certamente molto più elevato di quello di Lo Chiamavano Jeeg Robot e ammonta a circa 12 milioni di euro. Un budget grande per una nostra produzione, ma sarà stato sfruttato bene?

La pellicola riesce a colpire fin dai primissimi minuti con il personaggi di Israel che presenta il suo circo. Qui ci vengono presentati i quattro personaggi principali e i loro poteri in una sequenza in cui lo stupore, la bellezza, il brivido e la risata di uniscono, creando in maniera perfetta una scena magica dove i sogni sembrano avverarsi. Poi, all’improvviso, c’è l’esplosione di una bomba, violenta e spietata, e la telecamera riprenderà cosa succede fuori dal tendone, con gli aerei nazisti che bombardano ogni cosa, le persone a terra, morte o con gli arti a pezzi, gente che corre per mettersi al sicuro, bambini in lacrime che chiamano i genitori ed edifici distrutti. Il sogno si spezza e la cruda realtà fa il suo ingresso. Oltre a mostrare ottimi effetti visivi, si nota anche una certa crescita a livello registico di Mainetti, con le scene al circo più lente e precise mentre con quelle dopo la bomba utilizzerà inquadrature sbilenche e telecamera a mano. Questa sequenza d’apertura non è solo bella esclusivamente per il lato tecnico ma anche per quello che rappresenta. La bellezza e la fantasia distrutti da una guerra fredda e crudele, l’arrivo brutale di una realtà spietata.
Questa non sarà l’unica volta che Mainetti farà ciò. Ci saranno altri momenti in cui si mostrerà una scena gioiosa e tranquilla per poi riprendere una realtà molto più triste e ingiusta che si svolge di lì a pochi passi e Mainetti lo farà con grande stile e cura.

La regia non sarà l’unica cosa a essere impressionante ma anche l’ambientazione riuscirà a stupire, con un’Italia devastata dalla guerra e dalle esplosioni, passando per una Roma deserta (e per questo molto impressionante) fino ad arrivare al clima antico delle foreste e allo sfarzo del circo di Franz. L’ambientazione varierà di continuo, dando molto differenziazione e vita a questo mondo e mostrando anche un certo contrasto tra le situazioni tragiche che si vivono nelle strade e lo sfarzo in cui si trovano certe persone.
Non solo le ambientazione, ma anche le musiche, composte da Michele Braga (e anche Gabriele Mainetti) saranno molto interessanti e riconoscibili attraverso strumenti e accorgimenti tipici della nostra cultura, ma senza bloccarsi in un contesto culturale troppo chiuso e riguardante solo il nostro mondo, ma riuscendo a varieggiare nei temi musicali.

Sul lato tecnico si può dire che sia stato fatto un lavoro egregio e anche gli effetti speciali sono molto curati. Non solo il digitale è di alta qualità, al di sopra degli standard italiani, ma Mainetti saprà anche come mostrarli al massimo delle proprie capacità con inquadrature ben studiate.
Anche le scene d’azione saranno ottime, passando dai nostri protagonisti che usano le loro abilità per uscire da situazioni difficili agli scontri armati tra nazisti e partigiani, letteralmente degli scontri da film di guerra. E in queste scene non ci andrà giù leggero, il sangue scorrerà, la potenza delle armi da fuoco sarà enfatizzata e vedremo molti arti volare.

Un’altra cosa che mi ha sorpreso sono i personaggi e il modo in cui viene narrata la storia. Israel è un bel personaggio che purtroppo sparisce ed è proprio per questo che inizia il viaggio dei quattro. Tutti loro saranno molto diversificati: Fulvio è la persona più acculturata del gruppo , capace di parlare perfino il francese e il tedesco ma è molto cinico riguardo a questa situazione per via del suo passato e della guerra. Cencio invece è un ragazzo un po’ sfacciato e volgare con la battuta sempre pronta ma capace di gesti gentili e altruistici. Mario invece è il più sempliciotto del quartetto ma anche quello più dolce ed è molto affezionato a tutti i membri del gruppo. Matilde invece sarà molto insicura e spaventata dal proprio potere. Chiunque la tocchi finisce folgorato e rischia di fare una brutta fine, inoltre se lei non sta attenta rischia di perdere il controllo. Tra tutti loro sarà proprio Matilde a risaltare di più, nonostante sia un film corale, e sarà anche lei ad avere una crescita più interessante e meglio caratterizzata.

Perfino i personaggi secondari saranno ottimi e ben costruiti e si farà molta fatica a dimenticarsi di loro, come ad esempio Il Gobbo (Max Mazzotta), altri membri dei partigiani o del circo di Franz e perfino i personaggi di contorno avranno un certo impatto. E come dimenticarsi del cattivo, Franz. Il suo è un personaggio alquanto interessante, un uomo con sei dita e ossessionato dalle persone speciali e con la capacità di vedere nel futuro grazie all’etere. È un uomo crudele e spietato pronto a qualsiasi cosa pur di trovare i quattro delle sue visioni. Nonostante la sua spietatezza, in certi punti si dimostrerà goffo e ridicolo e in altri farà quasi pena. In un certo modo Franz è una vittima della follia nazista. Crede fermamente nella figura di Hitler e vuole contribuire in tutti i modi alla guerra, ma non può perché non ne è considerato degno per via della sua malformazione. Attraverso di lui capiamo ancor di più quanto folle e crudele sia stato il nazismo e gli effetti che ha avuto su di lui, definito un peso perché diverso. Franz è stata una vera sorpresa.

Per concludere, cosa posso dire di più su Freaks Out? Che è un blockbuster italiano davvero impressionante e molto interessante. L’unica cosa che mi preoccupava all’inizio era che, essendo appunto un film ad alto budget, avrebbero cercato di “normalizzare” certe cose e di non rischiare troppo. Invece Mainetti ha rischiato, ha rischiato facendo una storia atipica con quattro personaggi straordinari, diversi, personaggi umani in cerca di altrettanta umanità che si ritroveranno ad affrontare persone e pensieri che vogliono annientare completamente questa diversità e libertà. Anche il modo in cui lo fa è rischioso, senza cercare di nascondere nulla. Il coraggio dimostrato in un’opera simile va assolutamente lodato e, anche se Freaks Out non è perfetto, è una delle pellicole più oneste e belle che abbia visto in questo periodo. Quindi il mio consiglio è di andare a vederlo, andare in sala per scoprire che nel nostro Paese ci sono persone capaci di creare qualcosa di unico e incredibile e queste persone e questo tipo di cinema vanno supportate con ogni mezzo.

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

57 pensieri riguardo “Freaks Out

  1. Mi piace che entrambi abbiamo apprezzato che Mainetti abbia rischiato. Per quanto riguarda Lo Chiamavano Jeeg Robot, è vero aveva dei difetti, però era al contempo un’opera di genere originale e pop, che infatti il pubblico ha amato. E un ‘opera prima.
    Questo regista ha un talento mostruoso, mi pare di aver letto che inizierà a breve le riprese del suo prossimo film. Secondo me se sceglie di utilizzare una trama semplice e lasciarsi guidare dall’istinto, ci darà ancora una volta qualcosa di sorprendente.

    1. I buchi di trama ci stanno pure, se un regista riesce a nasconderli bene attraverso la sua regia. Mainetti lo ha fatto benissimo (per fare un esempio, anche le vecchie pellicole di Argento avevano buchi di trama, ma non venivano notati per via dell’incredibile lato tecnico). Spero vivamente di vedere altre sue opere, perché è un regista che ha tanto da offrire.

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