Benvenuti o bentornati sul nostro blog. In questi ultimi articoli abbiamo deciso di concentrarci molto sulla casa Disney perché volevo chiudere definitivamente l’Epoca di Guerra, un periodo molto particolare per la casa di Topolino in cui, a causa della guerra, mancavano gli animatori e i fondi e Walt Disney dovette rimboccarsi le maniche e cercare di salvare numerose idee e materiali già animati. Fu così che nacquero numerosi film a episodi che iniziarono con Saludos Amigos nel 1943 e proseguirono fino al 1949 con Le avventure di Ichabod e Mr Toad. Un periodo di crisi particolare per la Disney in cui va lodata la perseveranza dello studio e di Walt stesso nel voler continuare a creare lungometraggi e salvare diversi progetti che dovettero accantonare per un po’ di tempo. Molte animazione vennero riprese, ma dovettero essere rimaneggiate e in molti punti vennero anche tagliate per rendere l’opera adatta a questi film. Però fu anche un periodo in cui si sperimentò con l’animazione, cercando di creare nuovi stili e design e in molti di questi film si può notare questo sforzo. Se dovessi scegliere qual è stato il mio preferito, probabilmente risponderei Musica Maestro, ma è una mia personalissima opinione perché ci sono stati altri film antologici oggettivamente migliori.
Dopo questo periodo dedicato alla Disney, è arrivato il momento di tornare a parlare di una delle mie più grandi passioni: l’horror. Ormai sta diventando una routine parlare di horror e poi di animazione o viceversa. In ogni caso questa volta parleremo di un horror/gotico e in particolar modo di un vero e proprio classico. Diverso tempo fa avevo discusso de I vivi e i morti, pellicola tratta da un racconto di Edgar Allan Poe e diretto dal leggendario Roger Corman. Un ottimo film a mio avviso, con una bella fotografia e una messa in scena ben gestita. Un’opera che consiglio caldamente ma che non fu l’unico lavoro di Corman legato a Poe. Infatti proprio l’anno seguente uscì il secondo film del regista tratto da uno di questi racconti.
Ecco a voi Il pozzo e il pendolo (The Pit and the Pendulum), pellicola horror gotica del 1961 scritta da Richard Matheson, diretta da Roger Corman e basata sull’omonimo racconto di Edgar Allan Poe.
Trama:
Siamo nel 1500 e il nobile Francis Bernard (John Kerr) arriva al castello Medina. Lui ha intrapreso questo lungo viaggio perché ha ricevuto notizie che sua sorella Elizabeth (Barbara Steele) è morta in circostanze poco chiare e lui vorrebbe capire meglio cosa è successo. Viene accolto in casa dal maggiordomo Massimiliano (Patrick Westwood) e da Catrina Medina (Luana Anders). Dopo un po’ di riluttanza, i due lo portano a conoscere il marito di Elizabeth, Nicholas Medina (Vincent Price). Nicholas si dimostra un uomo molto provato e spaventato e risponde che Elizabeth è morta per una malattia del sangue. Francis non accetta questa risposta perché la trova molto vaga e vuole chiarimenti da parte del dottore di Nicholas, Charles Leon (Anthony Carbone). Lui gli spiega che Elizabeth è morta per un attacco cardiaco quando vide una stanza del castello. La stanza in questione è una vecchia camera delle torture. Questo luogo veniva utilizzato un tempo dal padre di Nicholas, Sebastiano, un uomo dell’Inquisizione che godeva nel torturare gli altri e che traumatizzò il figlio a vita. Nonostante ciò ci sono ancora molti dubbi che attanagliano Francis e molti oscuri misteri che non sono stati rivelati. Inoltre Nicholas, ormai debole e sempre più impaurito, vive costantemente nella paura di aver sotterrato viva la moglie, anche se il dottore dice il contrario. Questo sarà solo l’inizio di un incubo che colpirà pesantemente Nicholas.
Come avevo detto diverso tempo fa, I vivi e i morti fu un film abbastanza importante per Corman ma soprattutto per la casa di distribuzione, l’American International Pictures. Questo perché Corman riuscì a convincere questa casa, che fino ad allora aveva sempre prodotto film a bassissimo budget e in bianco e nero, a fargli girare una pellicola con un costo più elevato (ma comunque basso) e a colori. Fu una specie di scommessa, una scommessa che Corman vinse, visto che I vivi e i morti ebbe un certo successo al botteghino. Con il successo ottenuto, la casa decise di continuare su questa strada e si iniziò al secondo film tratto da Poe. Così tornò Corman alla regia, tornò Vincent Price, ma soprattutto tornò lo sceneggiatore Matheson, che fu molto importante per tutti questi film.
Una cosa che salta subito all’occhio sono le varie somiglianze con I vivi e i morti. Ci sono molti elementi in comune: il castello isolato dal mondo, il protagonista che arriva lì per cercare una persona cara, la fredda accoglienza, l’ambientazione, Vincent Price che interpreta il ruolo di un folle, il terrore di seppellire viva una persona. Tutti elementi che abbiamo già trovato ne I vivi e i morti, eppure il film non sembra in alcun modo una copia del primo, tutto questo pare più che altro uno stile ben preciso ma soprattutto un miglioramento di quanto visto in precedenza.
Ovviamente il film ha poco a che fare con il racconto originale, si sono prese molte libertà e hanno inventato una storia da zero. L’unica cosa rimasta del racconto è l’infernale pendolo che troveremo alla fine della pellicola. A livello di sceneggiatura riesce a catturare l’attenzione dello spettatore, anche meglio de I vivi e i morti, per via dei vari misteri che circondano il castello e Nicholas Medina.
Si toccheranno varie tematiche care a Poe, come le sue paure e i suoi incubi e il tutto non solo ci verrà mostrato molto bene con le immagini ma anche attraverso il personaggio di Price, un uomo molto interessante ma che ha subito molti traumi e adesso è pieno di insicurezze e timori e non si fida nemmeno di se stesso.
Nel film sono presenti anche molti personaggi varieggiati e ben definiti, portati in scena da ottimi attori. Tra tutti risalta Vincent Price che nel suo doppio ruolo (infatti non solo interpreterà Nicholas, ma anche Sebastiano) riesce a essere credibile sia come vittima che come carnefice. E, anche se appare per poco tempo, anche l’interpretazione della Steele sarà ottima e riuscirà a rimanere impressa a tutti.
Penso però che gli elementi più interessanti di questo film siano due: la regia e la fotografia. Infatti anche attraverso questi elementi assisteremo a una crescita e un miglioramento. In I vivi e i morti avevo parlato bene della fotografia e di come metteva in risalto determinati colori in scene chiavi. Qui questa cosa viene portata all’estremo, risultando interessante e ben gestita. Ciò lo si può notare soprattutto durante i flashback narrati da Nicholas. Queste parti sono monocromatiche ossia hanno un unico colore, in questo caso il blu. Una scelta interessante che ben si abbina alla storia e all’ambientazione, ma non si fermerà qui. Infatti, quando assisteremo a un evento violento e traumatico, il colore che riempirà tutta la scena sarà il rosso e in altri casi appariranno altri colori. Oltre a ciò queste scene verranno riprese con un’inquadratura sbilenca e allungata e il montaggio diventerà più veloce e dinamico, a sottolineare ancor di più le forti emozioni che ci vengono messe in mostra.
Anche la regia di Corman darà prova di essere migliorata. Lo stile è quello de I vivi e i morti, ma ci sono certe scene che rimangono maggiormente impresse. E tra tutte la scena con il pendolo verrà sicuramente ricordata da tutti. La lama che scende lentamente, il rumore dei meccanismi, la velocità della lama e i vari cambi di scena con il montaggio alternato. Tutti elementi che aiutano a rendere questa scena stupenda.
Anche questo film fu un successo al botteghino e venne lodato dalla critica e grazie a ciò Corman continuò a dirigere altri film sui racconti di Poe.
Per concludere possiamo dire che Il pozzo e il pendolo è stato un bellissimo film gotico dove Corman non si è fermato allo stile de I vivi e i morti ma ha deciso di andare oltre e osare ancor di più, riuscendo a portare agli estremi vari elementi, rendendoli unici e affascinanti e narrando una storia molto diversa dal racconto originale ma in linea con l’atmosfera e le tematiche di Poe. Assolutamente consigliato.
Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!
[The Butcher]
Filmone! L’ho recuperato qualche anno fa ed è assolutamente godibilissimo, Vincent Price e Barbara Steele sono una certezza.
Sono due attori che ho sempre apprezzato e che riescono a dominare la scena con la loro presenza. Questo è un film da rivedere più volte.
Verissimo! Comunque visto che i film di Price me li tengo generalmente per le grandi occasioni, per questa settimana di Halloween ho in programma La Maschera della Morte Rossa :D
Insieme a questo film, penso che sia uno dei migliori farti da Corman! Non vedo l’ora di scriverci una recensione! Ne vale assolutamente la pena.
Ottimo! Ne parlano sempre molto bene un po’ tutti.
Sì, in molti lo ricordano con grande rispetto. E sinceramente li capisco alla perfezione: è veramente ottimo.
Ne ho sentito parlare ma non l’ho mai visto. Potrei farci un pensierino.
Certamente! Potrebbe essere un’ottima esperienza e scoprire una serie di film che io trovo davvero divertenti e affascinanti tuttora.
un piccolo capolavoro
Ben detto!
Corman è stato un grandissimo!
Come regista è stato veramente geniale. Con i pochi soldi che aveva è riuscito comunque a creare dei film intelligenti. E anche come produttore ha fatto un lavoro egregio, scoprendo perfino dei registi grandiosi.
[…] diretto dal grande Michele Soavi ovvero Deliria (lo so che in realtà l’ultimo articolo era Il pozzo e il pendolo, ma sono successe un po’ di cose e l’ordine degli articoli si è sfaldato. Chiedo […]
Oltre ad adorare Poe, adoro Vincent Price…poi in queste interpretazioni è davvero davvero tanta roba.
Consiglierei anche Il crollo della casa Usher…e anche Liguria.
Tutte opere che conosco a cui hanno fatto delle trasposizioni interessanti! I vivi e i morti è la trasposizione cinematografica degli Usher (tra l’altro è un racconto a cui Corman teneva tantissimo visto che si innamorò di Poe grazie a quel racconto). Prima o poi riprenderò la sfilza di recensioni dedicata a queste opere.
Bene, leggerò con piacere
Grazie mille!
[…] arriviamo al terzo capitolo del ciclo di Poe diretto Corman. I primi due film, I vivi e i morti e Il pozzo e il pendolo, furono due grandi successi e questo convinse Corman a continuare su questa strada. Con tale […]
[…] Anche in questo caso la pellicola ebbe un buon successo come accadde per I vivi e i morti e Il pozzo e il pendolo. Ovviamente Corman e l’American International Pictures decisero di continuare ancora con la […]
[…] La maschera della morte rossa, è uno dei migliori film del ciclo di Poe fatto da Corman insieme a Il pozzo e il pendolo. Una pellicola costata pochissimo ma piena di inventiva e con una tecnica registica impressionante […]
[…] maschera della morte rossa. Senza ombra di dubbio uno dei migliori film di questo ciclo insieme a Il pozzo e il pendolo. Una pellicola ambientata quasi completamente in questo castello fatiscente e ricchissimo, ma che […]