Cattive Acque

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Dopo un lungo periodo in cui ho parlato solamente dei classici Disney, sono finalmente tornato a parlare di film in live-action e per la precisione di horror. Con l’ultimo articolo ho deciso di discutere di un horror italiano, il primo film diretto dal grande Michele Soavi ovvero Deliria (lo so che in realtà l’ultimo articolo era Il pozzo e il pendolo, ma sono successe un po’ di cose e l’ordine degli articoli si è sfaldato. Chiedo scusa).  Un horror-slasher davvero molto interessante che riesce sicuramente a colpire per la sua ottima messa in scena e per certe scene difficili da dimenticare. Un ottimo primo film per Michele Soavi che, grazie alla sua bravura, riesce a rendere la pellicola divertente e coraggiosa, nonostante la sceneggiatura non sia eccellente. Se questo film fosse stato diretto da qualcun altro, probabilmente questi errori si sarebbero notati molto di più ma, grazie alla regia di Soavi, non si notano neppure. Un’opera da recuperare assolutamente.
E dopo aver parlato di horror, ho intenzione di passare a un altro genere, ma soprattutto di parlare di un’opera tratta da una storia vera. Questo tipo di opera per me è molto interessante e soprattutto molto importanti perché danno la possibilità di far conoscere al grande pubblico eventi che, in molti casi, passano in sordina perché legati a un certo tipo di luogo o nazione o perché non se ne è parlato abbastanza. Inoltre a mio avviso sono storie molto difficili da raccontare. Il cinema ha un suo modo di raccontare le storie ma a volte può capitare che si decida di romanzare fin troppo questi eventi o di enfatizzarli così tanto da farli risultare pesanti. Quando si narrano queste storie è necessario un certo equilibrio, riuscire a ricostruire bene quegli eventi, cercando di farci provare emozioni sincere , senza dover estremizzare il tutto. Non è per niente un’impresa semplice e a volte si arriva perfino a cambiare certe cose e a rendere i protagonisti, pieni di difetti, perfetti e poco umani (da fan dei Queen, Bohemian Rapsody rimane una ferita aperta). Fortunatamente non è quello che succede qui.
Ecco a voi Cattive Acque (Dark Waters), pellicola thriller del 2019 scritta da Mario Correa e Matthew Michael Carnahan, diretta da Todd Haynes e basata sull’articolo del 2016 del New York Times Magazine, The Lawyer Who Became DuPont’s Worst Nightmare di Nathaniel Rich.

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Trama:

Robert Bilott (Mark Ruffalo) è un avvocato societario di Cincinnati, specializzato nella difesa di aziende chimiche. Un giorno viene contattato dal contadino Wilbur Tennant (Bill Camp), che lo conosce tramite la nonna di lui. Wilbur gli porta varie videocassette in cui ha filmato delle anomalie nelle sue mucche. Tutte loro hanno dei tumori enormi e molto di loro sono nate con delle gravi malformazioni. Lui crede che ciò sia dovuto dalla DuPont, un’azienda chimica che ha comprato il terreno di fronte a quello di Wilbur e sta facendo attività sospette. Seppur riluttante, Robert va a controllare la situazione nella fattoria di Wilbur a Parkersburg, in West Virginia. Qui vede che la situazione è molto grave e che le mucche e altri animali hanno sofferto di strani cambiamenti nel corpo e nel comportamento. Robert intenta una piccola causa nei confronti della DuPont per scoprire che sostanze chimiche buttino in quel sito. Guardando i rapporti dell’EPA (Agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente) non trova nulla e quindi arriva a pensare che quelle sostanze chimiche che stanno buttando possano non essere regolamentate dall’EPA. Quando però cerca dei chiarimenti da parte della DuPont, viene accolto in malo modo e le sue ricerche si fanno sempre più difficili, ma Robert non si arrende e, continuando a scavare, scoprirà una verità terrificante.

Era dai tempi de La stanza delle meraviglie che non parlavo più di Todd Haynes e sono veramente felice di essere tornato a discutere di questo regista attraverso questa pellicola. All’inizio della recensione avevo detto che mi sarei allontanato dall’horror per narrare di un altro genere, ma non è del tutto esatto. Perché quello di cui parla Cattive Acque, un argomento che ormai dovrebbe essere risaputo a livello mondiale, è una storia veramente sconvolgente e terrificante, che è andata avanti per molti anni e che ha causato danni e dolori enormi. Una storia che sfortunatamente in pochi conoscono qui in Italia ma che dovrebbero, visto l’enormità della cosa.

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Questa vicenda dura ormai da più di vent’anni ed è iniziata nel 1998 grazie proprio a Tennant. Che cosa riguarda però il caso DuPont? Prima di tutto lo scarico illegale di sostanze chimiche non regolamentate nella cittadina di Parkersburg, di cui ha appunto inquinato le acque, ma in seguito si è scoperto qualcosa di ancor più agghiacciante e orrendo, scoprendo che non solo la DuPont aveva fatto danni a Parkersburg ma anche a livello mondiale. Loro emettevano nell’acqua questa sostanza chimica non regolamentata, l’acido perfluoroottanoico (PFOA), un acido che si è scoperto essere cancerogeno e che questa azienda decise di utilizzare per creare il teflon, lo stesso materiale con cui si creano le pentole. Esatto, per creare pentole che americani e non solo utilizzano tutti i giorni, hanno usato un acido cancerogeno che il nostro corpo non riesce a espellere e di questo loro ne erano a conoscenza. Una rivelazione sconvolgente che Todd Haynes ricostruisce con grande cura.

Tutto inizia con una piccola causa, quasi una formalità. Neanche Bilott si aspettava di trovare granché e inoltre lui all’inizio era dalla parte della DuPont, essendo un avvocato difensore delle aziende chimiche. Però fin da subito nota elementi strani, mancanze e rapporti non veritieri a quello che ha visto ed è qui decide di andare ancora più a fondo in questa faccenda. Ovviamente la DuPont cercherà di rendergli la vita difficile, dandogli da cercare informazioni in centinaia di scatole piene di documenti di ogni tipo. Un’impresa che farebbe desistere chiunque ma che Bilott decide di portare avanti lo stesso, mettendoci diverso tempo. Qui viene a sapere del PFOA, di cui si informerà, e pian piano inizia a capire tutto. L’indagine che lui compie è diretta benissimo da Haynes che fa percepire allo spettatore il tempo che passa e la fatica nel cercare indizi, un procedimento che richiederà molta pazienza e attenzione. Tutta la prima parte del film si baserà su questa indagine e ricerca e, quando scoprirà la verità, non potrà stare fermo a guardare, ma dovrà agire e si arriverà alla seconda parte.

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Nella seconda metà infatti avremo il processo vero e proprio che lui e altri avvocati intenteranno contro la DuPont, un processo che durerà degli anni e in cui dovranno dimostrare la negligenza dell’azienda e i danni che hanno causato all’ambiente e soprattutto alle persone. Questo punto in particolare sarà davvero ostico perché per dimostrare quell’acido causa malattie, si è dovuto arrivare a raccogliere una quantità di dati immensa che hanno richiesto anni, molti anni di ricerca, confermando la formazione di queste malattie mortali. Ciò che è peggio è che ad alcune di queste persone ciò si formerà nel corso degli anni e probabilmente moriranno. Questo è quello che ha fatto quest’azienda e ne era consapevole. Fortunatamente la DuPont ha pagato per i suoi crimini, ma è stato comunque poco. Ancora oggi deve risarcire moltissime persone ma tutti i milioni che ha speso finora sono piccole briciole per loro. Todd Haynes riesce a mostrare questo orrore e incubo nato dal voler guadagnare sempre di più, infischiandosene delle vite altrui e di come ciò continui tutt’oggi. Inoltre riesce anche a mostrare un personaggio interessante come Bilott che da più di vent’anni continua questa battaglia. Un uomo certamente pieno di difetti ma comunque ligio al dovere, un uomo che ha aperto gli occhi davanti a tutto questo male e che sta realmente cercando di aiutare chi ne ha bisogno, anche rimettendoci la faccia. I complimenti vanno anche a Mark Ruffalo per la sua ottima e convincente interpretazione ma anche per aver voluto fermamente realizzare quest’opera, essendo lui il produttore.

Per concludere possiamo dire che Cattive Acque è un film necessario e fatto bene in ogni suo aspetto. Una storia che viene sviscerata e ricostruita molto bene, senza esagerare all’inverosimile nel lato emotivo, ma regalando emozioni sincere e riuscendo comunque ad avere un’ottima messa in scena e regia che non annoiano mai lo spettatore. Un film da vedere assolutamente.

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Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

11 pensieri riguardo “Cattive Acque

    1. Hai fatto un ottimo esempio con un altro ottimo film. Sono quelle pellicole che si basano su delle inchieste con un certo peso e che hanno smosso delle acque pericolose. In questo caso si parlava di un’azienda veramente molto potente che in tanti temevano per le sue enormi ricchezze.

  1. Filmone noiosetto ma davvero eccellente!
    Haynes impasta benissimo con le immagini, rendendo tutto quasi un incubo del protagonista, super horror, e parla bene dei rischi morali di affidarsi a una azienda privata per ogni cosa: un qualcosa che anche a noi in Italia ci tocca (vedi Ilva o Fiat)…

    1. Tante aziende hanno fatto cose molto discutibili per guadagnare sempre di più e per il loro comportamento ne stanno pagando le conseguenze tantissime persone e perfino l’ambiente. Film del genere sono necessari.

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