Letto numero 6

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo abbiamo discusso del film a tecnica mista Tom e Jerry, una commedia che aveva personaggi reali e animati e aveva come protagonisti due figure importanti nel mondo dell’animazione, figure che hanno fatto parte della mia infanzia. Purtroppo il film è un fallimento sotto ogni punto di vista. La storia è banale, senza alcun risvolto interessante e vorrebbe mandare dei bei messaggi che però vengono subito dimenticati. I personaggi sono poco caratterizzati e abbastanza piatti, l’umorismo è troppo infantile e le uniche cose belle sono le animazioni e il modo con cui interagiscono con gli oggetti reali. La cosa peggiore però è che il film annoia e questo a mio avviso è il problema maggiore della pellicola. Un vero e proprio disastro.
Dopo aver parlato di un film così deludente, ho deciso di tornare a parlare del mio genere preferito: l’horror. In questo caso ho deciso di parlare di una pellicola italiana. Non parlerò però di qualche vecchia gloria come è successo con Deliria, voglio portare sul blog un horror nostrano recente. Da un po’ di anni ci sono pochi horror nel panorama italiano (e di qualità aggiungerei) ed è una mancanza che ha iniziato a farsi sentire dagli anni ’90. Però nell’ultimo periodo ho visto molte persone e artisti gettarsi nell’horror e cercare di riportare in auge questo genere. Abbiamo già avuto degli ottimi esempi con The End? L’inferno fuori, Il Signor Diavolo, The Nest e perfino l’ottimo remake di Suspiria. Questa cosa mi fa molto piacere perché l’horror è sempre stato un genere in cui siamo stati molto bravi. Quindi sono felice di vedere sempre più artisti creare pellicole dell’orrore e cercherò come meglio posso di farvi conoscere questi film che purtroppo vengono pubblicizzati poco e distribuiti ancor peggio. Con questo film abbiamo alla produzione i Manetti Bros, due fratelli molto interessanti che hanno diretto film particolari e stupendi come Song’e Napule e Ammore e Malavita ma a volte anche qualche film zoppicante (Paura 3D è per il momento il loro più grande fallimento). Sono molto importanti in quanto sono alcuni delle pochissime persone che stanno tentando di riportare i film di genere in Italia. E per questo hanno tutti il mio rispetto. Senza perdere altro tempo iniziamo con la recensione.
Ecco a voi Letto Numero 6 (conosciuto all’estero come Bed Number 6), film horror del 2019, scritto da Michelangelo La Neve e diretto da Milena Cocozza.

Trama:
Il film inizia con una donna che si butta dalla finestra di una clinica pediatrica gestita da dei religiosi. Dopo quest’evento conosciamo la protagonista, la dottoressa Bianca Valentino (Carolina Crescentini). Grazie all’aiuto di suo marito Ettore (Pier Giorgio Bellocchio), lei è finalmente riuscita a trovare lavoro presso una clinica pediatrica gestita dalle suore e da padre Severo (Roberto Citran). Per farsi assumere però Bianca ha dovuto omettere di essere incinta, altrimenti non l’avrebbero mai presa. Il suo compito è quello di fare il medico di guardia notturno e viene così a sapere che nella stanza che le è stata affidata una donna si è suicidata poco tempo fa, la donna di inizio film. La cosa impressiona Bianca che comunque inizia il suo lavoro. Fin da subito iniziano a succedere cose strane lei fa la conoscenza con un bambino (Riccardo Bortoluzzi) che occupa il letto numero 6, un bambino che piange chiedendo dov’è la madre e che ha degli strani tic. Quando Bianca chiede alle suore qual è il nome del bambino che occupa quel letto, loro le rispondono che è sempre stato vuoto e che verrà occupato in seguito da altri bambini. I bambini che però occupano quel posto vivranno esperienze traumatiche e quel bambino misterioso si arrabbierà molto con Bianca, visto che lei gli aveva promesso di trovare con la madre, cosa che ancora non è riuscita a fare.

Questo è un film di cui avevo sentito parlare bene in giro e che era riuscito a incuriosirmi proprio perché era un horror italiano. Una cosa che però mi dispiace è che la pellicola non sia riuscita ad avere la benché minima distribuzione in sala. Poi è arrivata la pandemia e le chance di finire in sala si sono praticamente azzerate. Alla fine è stato trasmesso su Sky, dove ha ricevuto delle critiche positive, e infine è arrivato in home video ho comprato il DVD quasi subito). Mi dispiace molto che pellicole di questo tipo facciano un’enorme fatica a essere distribuite e spero sempre in un cambio di pensiero da parte dei produttori.

Parlando del film, Letto numero 6 riesce subito a colpire lo spettatore con la prima sequenza nei titoli di testa. In questa scena abbiamo un’inquadratura fissa su una pozzanghera che riflette l’immagine dell’edificio, della clinica dove si svolgerà la maggior parte della storia. Con questa inquadratura partono i titoli di testa e rimaniamo affascinati dalla composizione dell’immagine ma soprattutto dalla colonna sonora (e su questo ci torneremo dopo), Infine, attraverso l’immagine riflessa, vediamo la donna buttarsi dall’edificio e schiantarsi a terra, un’immagine impressionante e anche molto gore. E già solo da questo breve momento il film era riuscito a svegliare il mio interesse attraverso una bella fotografia, una bella colonna sonora e una messa in scena interessante.

Dopo questo evento facciamo la conoscenza della protagonista e di molti personaggi che l’accompagneranno per tutto il film, come il marito Ettore, un uomo molto pragmatico e con i piedi per terra, padre Severo, un uomo di chiesa molto compost e intelligente, e Francesco (Andrea Laftanzi), un ragazzo che lavora alla clinica molto ingenuo ma anche molto sensibile. Tutti personaggi secondari che arricchiscono la storia ma che soprattutto saranno molto interessanti e caratterizzati. Tra tutti rimarremmo colpiti da padre Severo, che fin da subito dimostra di sapere qualcosa di oscuro legato alla clinica, qualcosa che non vuole assolutamente rivelare e che riesce a nascondere e a eludere con dei ragionamenti logici e ben fatti.

In tutta questa storia vedremo Bianca avere a che fare con eventi sovrannaturali. L’elemento più inquietante è quel misterioso bambino di cui solo lei sa l’esistenza e che nessun altro vede, ma ovviamente non è l’unica caratteristica spaventosa. Bianca inizierà a fare degli strani incubi e chiunque occuperà il letto numero 6 finirà vittima di incidenti particolari. La situazione si farà sempre più grave per lei, neanche suo marito le crederà e padre Severio, che sa cosa succede, farà di tutto per nascondere la cosa. La storia del film sarà molto semplice ma, come ripeto molto spesso, anche da una trama semplice possono nascere delle opere incredibili, dipende tutto da come viene raccontato. In questo caso la storia riesce a colpire lo spettatore grazie alla regia e a certi elementi tecnici davvero ottimi.

La regista riesce a sfruttare appieno le scenografie presenti e a creare scene molto inquietanti. Prendiamo per esempio la finestra nella stanza in cui rimane Bianca, la finestra dove si è buttata la donna all’inizio. La protagonista rimane inquietata da essa e la regista riesce a farci provare la stessa inquietudine. I vetri della finestra di notte sono completamente scuri, non permettono di vedere niente di fuori e l’unica cosa che viene riflessa è la luce della stanza. Un’inquadratura semplice ma molto efficace. La clinica di notte ha un’aspetto oscuro e soprattutto nel lungo corridoio si possono creare delle ottime scene di tensione che la regista porta a compimento veramente bene. Anche la fotografia è molto curata e riesce a fare un ottimo lavoro nelle scene di notte, creando dei bei tagli di luce che aumentano la tensione nello spettatore e danno la possibilità di aggiungere dettagli inquietanti. E le musiche, Le musiche di Motta (Francesco Motta) sono veramente belle, evocative, in certi punti sembrano quasi una ninna nanna e riescono a migliorare ancor di più l’atmosfera. Ci tengo a sottolineare l’importanza della musica perché nel nostro cinema ultimamente c’è una grave mancanza per quanto riguarda le colonne sonore. In molti film italiani, soprattutto commedie o drammi, si tende a mettere di sottofondo musiche di cantanti conosciuti e in molti casi di canzoni recenti. Facendo così si dà poco spazio a compositori talentuosi e quindi sono felice quando sento colonne sonore originali.
Se dovessi però notare dei difetti, penso proprio che direi certe scene un po’ troppo lunghe. Ad esempio quando Bianca trova la bambina nel corridoio. Lei sente un rumore, accede la luce del cellulare, percorre il corridoio e trova la bambina per terra. Una scena che dura veramente tanto in cui lei percorre il corridoio con molta lentezza e dove il ritmo, che dovrebbe creare tensione, in questo caso fallisce. Quindi questo è l’unico difetto del film, in certi punti forse è troppo lento. 

Per concludere Letto numero 6 è un film horror veramente molto bello e interessante. Una storia di fantasmi molto semplice e già vista ma che riesce a funzionare più che bene grazie al lato tecnico e alla regia. Le scene sono tutte molto curate e interessanti, la fotografia creare giochi d’ombra affascinanti in cui si può nascondere qualsiasi cosa, le musiche sono eccezionali e gli attori sono tutti molto preparati. Non è un film perfetto, ha i suoi difetti, ma nonostante tutto rimane un’ottima pellicola. Ve lo consiglio!

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

17 pensieri riguardo “Letto numero 6

  1. Sono andato a controllare… Ricordavo bene… Michelangelo La Neve è anche un autore di fumetti affermato. Ha scritto per Bonelli. Oltre che una serie che all’epoca adorai: ESP… ;-)

        1. E allora ti risponderò citando una frase di uno dei miei libri preferiti in assoluto:
          “La paura uccide la mente. La paura è la piccola morte che porta con sé l’annullamento totale. Guarderò in faccia la mia paura. Permetterò che mi calpesti e mi attraversi, e quando sarà passata non ci sarà più nulla, soltanto io ci sarò.”

    1. I am not surprised, even here in Italy the film was badly advertised and did not make it to theaters due to the pandemic. However, it is a film that does not add anything new to the genre, but that proves to be really good and knows how to fascinate.

  2. Wow, interessantissimo! Non ne avevo mai sentito nemmeno parlare, lo cercherò sicuramente visto che sono sempre a favore del sostenere gli esperimenti con il cinema di genere nella nostra filmografia.
    Purtroppo la distribuzione è sempre fin troppo miope: pensano che la gente non andrà a vedere i film, per cui non li proiettano o li distribuiscono male con la conseguenza che la gente, effettivamente, non va a vedere i film, e i produttori prendono questo dato come un segnale di disinteresse e smettono di osare e sperimentare. E’ tutto un cane che mi muove la coda, ed è un peccato perché abbiamo già ampiamente dimostrato di saper fare grandi cose anche noi – e i titoli che citi a inizio articolo lo dimostrano.

    1. Purtroppo hai effettivamente ragione. C’è un esempio che posso fare su un film italiani che è uscito adesso, Il Mostro della Cripta. Questo film doveva uscire il 12 agosto e non vedevo l’ora di vederlo visto che il primo film del regista, The End? – L’inferno fuori, mi era piaciuto. Però nel mio cinema non lo davano. Sono rimasto basito. Che cavolo, è un multisala con 12 sale! Poi ho scoperto che, per qualche strano motivo di distribuzione, il film è stato trasmesso limitatamente (55 sale) e che forse nella prossima settimana verrà distribuito nei restanti cinema. Forse. Non mi pare un bel gesto.

  3. Bellissima recensione, non avevo dubbi, mi hai incuriosito su questo film mi metterò alla caccia, per quanto riguarda le distribuzioni è un disastro, faccio il proiezionista in un cinema di Bologna da 26 anni, e questo male ormai ha preso piede specialmente in Italia, ci sono dei titoli che vengono appositamente boicottati solo perchè non fanno parte di quella melensa striscia del politicamente corretto, un cinema italiano con argomenti ripetitivi tutti a fare l’ occhiolino a quello più buono e bravo, proiettando per la maggiore film d’ essai ho notato che questa maniera è diffusissima specie nel cinema Francese, completamente abbandonati a loro stessi i cortometraggi perle dedicate a pochi, per questo ho aperto un blog sui corti, la maggior parte senza distribuzione, ma ….che tristezza, anni fà lavorando per il festival di Venezia avevo intravvisto la nave fantasma avvicinarsi al Lido.

    1. La distribuzione in Italia è peggiorata tantissimo e credo che in molti fan del cinema l’abbiano notato. Tra le altre cose molte volte che esce un film interessante, lo fanno uscire ad agosto, mese in cui quasi nessuno va al cinema. Mi viene in mente ad esempio The Nest – Il Nido e Il signor diavolo, entrambi fatti uscire ad agosto in un periodo pessimo. Due film molto interessanti che non meritavano di uscire in questo modo.

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