Le crociate – Kingdom of Heaven

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso capitolo siamo tornati a parlare di horror, di un fanta-horror per la precisione ossia Sea Fever. La storia di una studentessa universitaria che, trovandosi su un peschereccio per fare le sue ricerche, si imbatte insieme all’equipaggio con uno strano organismo bioluminescente che blocca la nave. La creatura non sembra aggressiva e dopo un po’ li lascia andare. soltanto che quell’essere ha lasciato sulla nave qualcosa, un parassita capace di contagiare le persone e ucciderle. L’equipaggio dovrò trovare un modo per salvarsi. Una pellicola che sembra prendere spunto da Alien per poi trasformarsi ne La Cosa di Carpenter. La storia non aggiunge nulla di nuovo, ma la regista riesce comunque a interessare lo spettatore, creando un’ottima atmosfera da paranoia, girando alcune scene davvero ottime e scrivendo personaggi umani e a cui ci si affeziona. Un film che parla di responsabilità e che riesce a sorprendere in più punti. Da recuperare.
Ammetto che inizialmente avevo intenzione di portare un altro articolo sul blog ossia High Life di Claire Denis. Un film di fantascienza incredibile, una di quelle pellicole sci-fi che riescono a parlare di vita ed esistenza a 360° e in maniera intelligente. L’unico motivo per cui non lo recensisco è perché non mi sento pronto per parlare di un’opera simile, temo di non renderle giustizia. Quindi ho cercato di ripiegare su qualcos’altro e guarda caso mi sono ritrovato a vedere per l’ennesima volta un lavoro di Ridley Scott. L’ultima volta fu con The Last Duel, un film storico e anche questa volta parleremo di un’opera storica.
Ecco a voi Le crociate – Kingdom of Heaven (Kingdom of Heaven), pellicola storica, epica, di guerra e drammatica del 2005 scritta da William Monahan e diretta da Ridley Scott.

Trama:
Siamo in Francia nel 1184. Baliano (Orlando Bloom) è un maniscalco in lutto per la morte della moglie e ingiustamente imprigionato dal prete del villaggio. In quei giorni giunge nel villaggio Goffredo di Ibelin (Liam Neeson), il quale rivela a Baliano di essere suo padre e lo invita a venire con lui a Gerusalemme, per ricominciare una nuova vita. In un primo momento rifiuta, ma poi decide di seguirlo dopo aver ucciso il prete, il quale aveva decapitato il corpo senza vita della moglie e rubato la collana. Baliano e Goffredo vengono però raggiunti da alcuni soldati francesi e quest’ultimo viene ferito da loro. Dopo essere arrivati a Messina, Goffredo, prima di morire, dona i suoi possedimenti a Baliano, facendogli giurare di servire il Re di Gerusalemme e soprattutto di proteggere i più deboli. Dopo varie peripezie, Baliano giunge a Gerusalemme e prende il controllo delle sue terre, facendole prosperare e venendo ben accolto dagli altri. C’è però aria di guerra, una guerra che gli stessi crociati vogliono e, sebbene Re Baldovino IV (Edward Norton) tenti a tutti i costi di intrattenere rapporti di pace con Saladino (Ghassan Massoud), sembra proprio che alcuni dei suoi uomini vogliano solo sguainare le spade.

Adoro quando Scott dirige film di fantascienza, riesce veramente a portare sullo schermo qualcosa di artisticamente notevole, ma lo adoro anche quando mette in scena un film storico. Questo qui è sicuramente uno dei miei preferiti e l’ho sempre apprezzato, nonostante alla sua uscita venne molto criticato, critiche che a mio avviso sono esagerate. Inoltre la pellicola nella sua versione cinematografica venne parecchio tagliata, perdendo scene davvero ottime. Quindi parlerò brevemente anche di questi momenti nella recensione.

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Direi di iniziare parlando del lato tecnico.
La regia di Scott, come al solito, è di grandissima qualità. Come regista è sempre stato molto bravo, in tutte le sue pellicole, anche quelle non riuscite dove mostrava un’ottima regia. Qui lui riesce a colpire fin da subito, mostrandoci il villaggio di Baliano, un luogo freddo e vuoto, che descrive perfettamente lo stato d’animo del protagonista dopo la morte della moglie. Scott in questo caso sa prendersi i suoi tempi, mostrandoci la situazione locale o, attraverso le sole immagini far capire lo stato d’animo di un singolo personaggio o di più persone. Si prende i suoi tempi per creare la giusta atmosfera e mostrare le meravigliose location dove è stato ambientato il film. E come al solito Scott si dimostra molto bravo con le scene d’azione. I combattimenti tra soldati sono coreografati molto bene, si sente la forza dei colpi e delle spade che si incrociano e inoltre apprezzo l’ottimo montaggio fatto nelle grandi battaglie, così come le ampie inquadrature, e anche l’uso di una camera  a mano che simula il tremolio e la confusione nella foga della battaglia. E apprezzo che abbiano saputo descrivere la violenza e la drammaticità degli scontri tra polvere e sangue.

Quello che mi ha stupito sono le ambientazioni, la ricostruzione impressionante che viene fatta di Gerusalemme, i set sono eccezionali così come i luoghi reali (le riprese sono state fatte in Spagna e Marocco), valorizzando ancor di più la storia. La fotografia inoltre cattura la bellezza di questi luoghi, con dei campi lunghi che ne mostrano la grandezza e un gioco di luci e ombre che ricordano alcune opere di Akira Kurosawa. Anche la colonna sonora è eccellente, anzi penso che sia proprio maestosa e capace di rendere questo film sia epico che riflessivo. Tecnicamente è ottimo in ogni suo aspetto, anche negli effetti speciali e soprattutto nei costumi molto curati. Quello che però mi interessa di più sono la sceneggiatura, i personaggi e le tematiche.

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Così come era successo per Il Gladiatore, anche qui Scott decide di romanzare gli eventi narrati (cosa che ha sempre detto e fatto) in modo da lanciare un bel messaggio e fare un parallelismo con i tempi odierni, ma ci torneremo alla fine. I personaggi descritti in quest’opera sono tutti ben pensati, scritti e soprattutto molto umani nel loro modo di comportarsi e negli sbagli che commettono.
Il personaggio di Baliano inizia come un uomo distrutto e senza più uno scopo nella vita, un personaggio finito. L’incontro con suo padre però cambierà le cose, avrà una nuova prospettiva, un’ultima speranza: Gerusalemme. Qui lui potrebbe ricominciare da capo. In questo punto Baliano decide di abbracciare appieno le parole del giuramento fatto da Goffredo: dire il vero, proteggere i più deboli e cercare di essere una persona migliore. Cercherà di incarnare tutti quei valori di un Cavaliere, per essere un esempio anche per gli altri.

Il suo è un ottimo personaggio e lo sono anche tutti gli altri, come ad esempio Baldovino, un re distrutto dalla lebbra ma con una grande volontà e determinazione per mantenere la pace. Un altro personaggio veramente affascinante è Sibilla di Gerusalemme (Eva Green), sorella di Baldovino, una donna intelligente e carismatica con cui Baliano avrà una relazione. Purtroppo nella versione cinematografica alcune delle sue parti erano state tagliate, specialmente quelle con il figlio Baldovino V. A mio avviso era un vero peccato perché tolgono delle interazioni molto belle, un momento drammatico davvero pesante e anche delle interessanti questioni politiche (e poi nella versione cinematografica questo bambino appare e poi non lo vediamo più, lasciandoci con numerose domande). Anche Saladino è un personaggio che rimane impresso, descritto come un ottimo stratega, capace di unificare il suo popolo ma rispettoso delle altre culture e dello stesso Baldovino.

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I personaggi sono eccellenti e mi piace soprattutto il profondo messaggio che Scott vuole trasmettere mettendo in scena questo preciso momento storico. Gerusalemme viene qui mostrata come una città in cui varie etnie e religioni diverse possano convivere in armonia. Una sorta di utopia che ancora oggi non riusciamo a ottenere e che il Re tenta in tutti i modi di mantenere attraverso la pace con Saladino. Il problema riguarda alcuni crociati che invece vogliono attaccare coloro che considerano “infedeli” e iniziare una guerra in nome di Dio. Scott muove una forte critica nei confronti della religione e in particolar modo degli estremisti religiosi, convinti di fare il voler del Signore attraverso la guerra e la morte, nonostante la loro stessa religione dica di amare il prossimo. Si fa un discorso interessante sulla fede e la religione e su come la prima non sia per forza legata alla seconda e possa anche riferirsi a dei valori, un’idea o anche delle persone. Quello che fa Scott è parlare, attraverso Le crociate, dei problemi odierni che attanagliano il nostro mondo, la paura del diverso, l’uso della religione come mezzo di controllo, l’odio che distrugge ogni cosa. Questo film è molto intelligente e il messaggio che trasmette è molto forte.

Per concludere, Le coricate è un film maestoso, diretto in maniera eccelsa e con un lato tecnico stupendo. Oltre ciò è una pellicola ricco di personaggi ben scritti e con una tematica tremendamente attuale che dovrebbe far riflettere tutti quanti. Io consiglio sempre di vedere la director’s cut perché quei pezzi mancanti rendono quest’opera, già eccellente nella versione cinematografica, ancora più grandiosa.

Kingdom of Heaven

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

35 pensieri riguardo “Le crociate – Kingdom of Heaven

    1. Nessun problema, ma comunque ti consiglio di vederlo. Penso che comunque possa rivelarsi una visione affascinante per il tipo di messaggio che vuole trasmettere che, a mio avviso, è tremendamente moderno e potrà durare nel tempo.

  1. Sono pienamente d’accordo, il director’s cut è un altro film proprio, un film favoloso. Sono contenta che ne abbia parlato perché secondo me è sottovalutato.

    1. Sì, purtroppo è stato fin troppo sottovalutato. Di solito tendono sempre a fare il confronto con Il Gladiatore, visto che si parla sempre di film storico. Scott in questi caso ha sempre voluto creare storie originali e con Le Crociate ha fatto un lavoro decisamente eccellente sia per qualità tecnica che per il profondo messaggio che lanciava. Un film che spero venga riscoperto perché merita tantissimo.

        1. Il Gladiatore lo apprezzavo molto da piccolo ma crescendo ho iniziato a vederne i problemi anche a livello di sceneggiatura. Rimane un buon film, ma alla fine è solo questo: un buon film che racconta una storia lineare. Qui invece c’era un messaggio molto coraggioso.

          1. Si un film d’avventura molto romanzato. Da classicista ti dico mi fa un po’ mettere le mani nei capelli, vabbé che neanche Le Crociate è così tanto accurato storicamente ma ha un’altra profondità.

            1. Ti capisco assolutamente! Io sono un amante della storia e certe cose ne Il Gladiatore erano terrificanti. Però Scott ha sempre detto di voler fare storie romanzate in questi casi quindi certe cose possono anche essere perdonate. Certe.
              Le Crociate ha un’enorme sensibilità. E continuo ancora a rimanerne incantato dal coraggio per il messaggio e infatti ai tempi subì tantissime critiche a riguardo, più che altro perché venne frainteso.

                1. La produzione fece un enorme male al film senza alcun dubbio, ma anche la critica dimostrò un’enorme ingenuità davanti a quest’opera visto che uscì in un periodo in cui i rapporti in medio-oriente erano terrificanti. Fu un insieme di cose, ma sono contento di trovare tante persone che apprezzano la pellicola e che hanno capito il messaggio positivo che lanciava.

                    1. Assolutamente, infatti furono in molti ad attaccare il film proprio per la situazione geopolitica del tempo. Cosa che mi fa alquanto riflettere su come alcune persone siano molto aggressive e poco aperte.

                    2. Vero. Però bisogna essere oggettivi su qualsiasi cosa e farsi un’esame di coscienza. In parte gli Stati Uniti l’hanno fatto dopo tutto quello che è successo. In parte. Però mi dispiace che a fare le spese delle tensioni e della paranoia di quei tempi sia stata questa pellicola.

  2. non lo conoscevo
    sono rimasto di stucco nel vedere Orlando nella produzione, non credevo facesse roba storica
    invece scott non mi piace molto come regista ma è sempre bravo a ricostruire le ambientazioni

  3. Accidenti volevo scriverlo io un articolo su questo film! Mi hai anticipato! Ma va bene, non avrei saputo farlo così bene :-).

    Aggiungo un paio di appunti: la bravura di Scott come regista si vede benissimo nelle scene d’azione, dove capisci sempre cosa sta succedendo e chi sta facendo cosa. Poi, come sempre, è spettacolare il suo modo di giocare con le luci e con le ombre, che qui risalta in maniera particolare perché c’è, come hai sottolineato, il villaggio di Baliano, la luce di Gerusalemme, le numerose scene ambientate di notte… Inoltre, il testo della sceneggiatura è davvero scritto bene, i dialoghi sono potenti e restano impressi; inoltre si percepisce in maniera fortissima l’evoluzione di Baliano, che decide di riprendere in mano la sua vita e “si perdona” per non aver saputo salvare la moglie salvando un’intera città. E vogliamo parlare delle singole battute? So a memoria ampi stralci di questo film, ed alcune battute secondo me sono davvero taglienti: da “chi sei tu per opporti alla volontà di un re?” a “Niente. Tutto!”; l’apice secondo me è Saladino che dice: “Ovvero, prima che Allah disponesse del mio arrivo?”.

    1. Ti ringrazio per i complimenti e anche per l’analisi che hai fatto su certi momenti che ho trovato davvero molto interessante. A mio avviso anche tu potresti fare un articolo a riguardo, sono sicuro che riusciresti a dire altre cose visto la tua bravura nell’analisi. Già solo con questo commento lo hai dimostrato e sarei assolutamente curioso di leggere questo tuo articolo.

  4. Not seen for a very long time I have to put it back in my DVD player. Director’s cut of course! What you describe reminds me how epic and political is that Crusade. I remember also the dead project of a Crusade movie by Paul Verhoeven with the support of Arnold Schwarzenegger. The Scott points directly to “the kingdom of heaven” and that’s a good thing.

    1. It was a truly courageous high-budget film that wanted to send a very important and above all modern message. This film remains one of my absolute favorites and I’m glad to see so many people enjoying it so much.

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