Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo siamo tornati a parlare di horror e lo abbiamo fatto con Letto Numero 6. Un film horror molto interessante con una storia di fantasmi molto semplice e già vista, ma che riesce a colpire lo spettatore per come è raccontata. La pellicola dimostra fin da subito di avere una regia molto interessante che cerca di curare il più possibile la messa in scena e soprattutto di creare scene inquietanti. La fotografia fa un ottimo lavoro nel creare le giuste atmosfere e la colonna sonora è perfetta per questo genere di film e non è mai invasiva. Ha i suoi difetti, soprattutto per quanto riguarda certe scene un po’ troppo lunghe, ma è un ottimo film che merita di essere scoperto e visto.
Inoltre ci tengo a consigliarvi gli articoli di Shiki, tornata dopo molto a scrivere. Quindi andate a recuperare i suoi articoli sull’Afghanistan (molto importante visto il triste periodo) e sull’ottima mini-serie di Netflix, La Regina degli Scacchi.
Dopo aver parlato di horror… continuiamo con un altro horror ovviamente! Questa volta però ci spostiamo negli Stati Uniti. In questo caso di che cosa parlare? C’erano tante cose di cui volevo palare come ad esempio voler discutere un po’ di più su Tobe Hooper e di certe sue pellicole poco conosciute e sottovalutate. C’era anche John Carpenter nei miei piani. Ammetto che le recensioni fatte sulle opere di Carpenter sono state tra le più divertenti da fare e c’era veramente molto di cui discutere. Poi ho pensato anche di fare finalmente una recensione su una serie televisiva, visto che ne ho fatte veramente pochissime. E parlando di serie tv horror… mi era venuto in mente I racconti della cripta. Dai, quanto era bella quella serie televisiva? Ancora oggi è divertente da guardare e sicuramente meriterebbe un articolo su quello che è stato e che continua a essere. Alla fine però ho deciso di parlare di qualcosa che è legato a questi tre elementi. Già, esiste qualcosa del genere.
Ecco a voi Body Bags, pellicola antologica horror-comica del 1993, scritta da Billy Brown e Dan Angel e diretta da John Carpenter, Tobe Hooper e Larry Sulkis (quest’ultimo non viene accreditato).
Perché mai quest’antologia dedicata al piccolo schermo è collegato ai tre argomenti di prima? Con Carpenter e Hooper perché sono i registi di due episodi (Hooper dirigerà anche l’episodio contenitore che lega tutti gli altri), ma che cosa c’entra I racconti della cripta? Bè, Showtime Networks, la compagnia televisiva, ebbe l’idea di fare Body Bags proprio grazie a I racconti delle cripta. Infatti in origine il progetto doveva essere una serie televisiva con molti episodi. Poi, mentre le riprese erano in corso, la compagnia bloccò tutto, i tre episodi conclusi vennero legati insieme ed è così che nacque Body Bags. Una storia interessante.
Come sono collegati i vari episodi? Gli episodi ci vengono narrati da un’eccentrico e folle medico legale interpretato a un divertentissimo John Carpenter che, mentre controlla con curiosità i corpi dell’obitorio, descriverà quelli con le storie più particolari. Questo è l’episodio-contenitore, la cornice che legherà tutti gli altri e si chiamerà L’obitorio, diretto appunto da Tobe Hooper.
Passiamo adesso agli episodi veri e proprie quindi con il primo: La stazione di rifornimento (The Gas Station) di John Carpenter.
Trama:
Anne (Alex Datcher) è un’impiegata presso una stazione di benzina che deve fare il turno di notte da sola. Lei è in ansia per questo lavoro visto che nell’ultimo periodo un assassino seriale ha fatto diverse vittime in quella zona. Mentre lei conosce bizzarri clienti, la sua ansia cresce, fino a quando l’assassino deciderà di fare la sua mossa.
Questo primo episodio è completamente ambientato in questa stazione di benzina in piena notte e devo ammettere che solo quest’ambientazione aiuta molto nel far crescere la tensione. Questa stazione si trova in un luogo isolato e sperduto e sembra quasi che sullo sfondo non ci sia assolutamente nulla e questo è dovuto principalmente alla profonda oscurità. Infatti la fotografia è davvero ben fatta e quel tipo di buio dà la sensazione che questo posto non sia semplicemente isolato ma che si trovi quasi in una realtà a parte da dove sembra impossibile fuggire. Questo, a mio avviso, è un degli elementi più belli dell’episodio, ma ce ne sono altri molto importanti. La regia di Carpenter è sempre ottima, riesce a far crescere la tensione con calma, senza andare di fretta, per poi esplodere tutto nel finale, senza però accelerare troppo il ritmo.
Come horror funziona davvero bene, ma ha anche degli elementi comici interessanti come appunto certi personaggi bizzarri. Parlando dei personaggi secondari che interagiranno con Anne, ci sono dei simpaticissimi camei tra cui uno di Sam Raimi e uno del grandissimo Wes Craven. Camei davvero simpatici che ho davvero apprezzato. In conclusione il primo episodio è un bel inizio con un finale sanguinolento.
Il secondo episodio si intitola Hair ed è diretto da Larry Sulkis (anche se viene accreditato John Carpenter come regista).
Trama:
Richard Coberts (Stacy Keach) è un uomo di mezz’età che sta perdendo i capelli e questa cosa lo sta facendo soffrire tantissimo. Lui prova ogni metodo per rafforzare i suoi capelli o farli sembrare di più ma senza risultati. Un giorno vede in televisione una pubblicità del dottor Lock (David Warner) che parla di un trattamento di ricrescita miracoloso. Disperato, Richard lo prova e questo trattamento funziona, forse anche troppo bene.
Dei tre episodi questo è sicuramente quello più comico. La parte che fa più ridere in assoluto è la prima, in cui vediamo Richard avere una vera e propria crisi esistenziale per la perdita dei suoi capelli. Le sue reazioni sono esilaranti e i suoi metodi per nascondere la calvizie imminente davvero stupendi. A nulla valgono le rassicurazioni della sua ragazza, Megan (Sheena Easton), a cui non importa se lui perde i capelli, ma Richard è inamovibile.
Quando si arriva alla seconda parte, l’episodio diventa fantascientifico e anche un po’ grottesco. Quella ricrescita funziona fin troppo bene e il protagonista vedrà il suo sogno trasformarsi in un vero incubo. Non voglio dire tanto per non rovinare l’esperienza a nessuno, ma ci sono due elementi che voglio sottolineare: il primo è che si avrà a che fare con una specie di body horror e il secondo che la storia, per la piega che prende, ricorderà molto le prime storie horror-fantascientifiche di Stephen King. Anche questo è un bel episodio.
Arriviamo al terzo e ultimo episodio, L’occhio (The Eye), diretto da Tobe Hooper.
Trama:
Brent Matthews (Mark Hamill) è un giocatore di baseball che nell’ultimo periodo si è fatto molto valere e potrebbe entrare a far parte di qualche grande squadra. Mentre torna a casa dalla moglie, Cathy (Twiggy), ha un’incidente d’auto e perde un occhio. La sua carriera rischia di essere rovinata ma il dottor Bregman (Roger Corman) ha la soluzione: un intervento chirurgico sperimentale. L’intervento funziona ma Brent inizia a vedere cose che non dovrebbero esserci e a comportarsi in maniera strana.
Se Hair era l’episodio più divertente, L’occhio invece è l’episodio più serio dei tre. Nella prima parte si sente la frustrazione e la disperazione del protagonista per la perdita dell’occhio, poiché potrebbe impedirgli di giocare a baseball. Dopo l’intervento sembra che la speranza si tornata a sorridere a Brent, ma poi lui inizierà a vedere cose, come ad esempio cadaveri nel giardino oppure ricordi che non sono suoi. Quando iniziano le visioni, il personaggio di Brent rischia di subire un cambiamento radicale, diventerà a volte aggressivo, violento e viscido, come se non fosse più in lui ma fosse posseduto da qualcun altro. In questa parte abbiamo paura di lui, per via dei suoi cambiamenti improvvisi e violenti e per quello che potrebbe fare a Cathy, ma proveremo anche pietà visto che Brent farà del suo meglio per non essere controllato da quell’altra persona. Un episodio interessante dove sarà presente in maniera maggiore l’elemento macabro.
Per concludere, Body Bags è un film davvero interessante, che riesce a intrattenere, spaventare e divertire, grazie a degli episodi molto diversi tra loro e diretti molto bene. Un film antologico costellato da momenti horror, scene ben gestiti e momenti con un black humor davvero divertente. Consigliato!
Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!
[The Butcher]
I enjoy horror movies and cannot understand how I missed this one! Thanks for this post! I shall look out for this now! :-)
Dont’t worry! This one was made for television and i really hope you will like it!
Thank you! Sometimes, these compendium type movies work well! In fact, one of my favourite movies would barely be called a horror movie today but has several vignettes which are all linked – Dead of Night from the 1940s! ;-)
That movie is simply gorgeous! A true cult of cinema! I love it and should talk about it here on the blog.
Why am I not surprised that you know it haha. I do not think it is as well known as it should be and certainly think it would be worth you reviewing! :-)
You’re absolutely right! That movie deserve a review! One day, one day.
Haha yes, add it to the “to do” list ;-)
Mi fece molto ridere!
I primi due episodi sono molto simpatici, specialmente il secondo. È un film davvero simpatico!
ciao, film interessante da scoprire; ovviamente mi manca
il terzo episodio ovviamente mi ha ricordato il film jhorror the eye
In un certo senso, anche se in questo caso è lo spirito del defunto che cerca di prendere il controllo del protagonista.
mi hai spoilerato :(
In realtà lo si capisce fin dall’inizio, nessuno spoiler =)
I’ve seen the DVD many times but I always let it go away. I regret that now when I see the incredible cast! It anticipates the Masters of Horror in a way. And when you write about it, I badly need to enter this “body bags”!
For me it was a big surprise! Then I’m trying to recover anything Carpenter made so this film was also a must for me.
Divertentissimo Body Bags anche per gli intermezzi di John Carpenter istrionico host di queste strane storie! Ottimi anche i tuoi commenti sui vari episodi, chissà perché Sulkis non prese il credit da regista…
John Carpenter in questo film mi ha fatto veramente ridere. Comunque neanch’io so il motivo per cui Sulkis non sia stato accreditato.
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