Un lupo mannaro americano a Londra

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo abbiamo avuto modo di parlare de I vivi e i morti, pellicola horror-gotica diretta dal leggendario Roger Corman e basata su un racconto di Edgar Alla Poe. Questo fu il primo di otto pellicole dedicate al grande scrittore e fu anche la prima collaborazione tra Corman, lo sceneggiatore Matheson e il grande Vincent Price. Una pellicola che modifica qualcosa della storia e aggiunge informazioni, ma che riesce perfettamente a trasmettere le stesse sensazioni del racconto, soprattutto l’ambiguità che si provava durante la lettura. Un film importante per tanti motivi che aiuterà molto la casa di distribuzione e Corman e diede anche molta più notorietà a Vincent Price. Un film gotico eccellente che consiglio a tutti quanti di recuperare e che apprezzerete tanto per la storia e il lato tecnico. Inoltre la nostra Shiki ci ha regalato un articolo veramente bello e potente su Anne Frank che potete trovare QUI. Vi consiglio di leggerlo perché ne vale assolutamente la pena.
In quest’articolo vorrei tornare ad affrontare un tema nel mondo dell’horror che non affronto da un po’ e di cui dovrei parlare più spesso: i lupi mannari. Io adoro questa figura, sono esseri tragici e condannate, ma soprattutto sono esseri che mettono in mostra la parte oscura e bestiale dell’essere umano. Una creatura molto più profonda e interessante di quanto si possa immaginare. Di loro però ho discusso solamente ne L’uomo lupo e Unico indizio la luna piena. Il primo un caposaldo per quanto riguarda il cinema horror con queste creature (anche se non fu il primo film sui lupi mannari) mentre il secondo era una buona pellicola d’intrattenimento con i suoi difetti, ma capace di affascinare il pubblico in vari modi. Ci sono molti altri film che parlano di lupi mannari e pian piano ho intenzione di parlarne con il dovuto rispetto. In questo caso però ero indeciso tra due pellicole con questa tematica. Non sono due film qualunque, ma delle opere considerate dei capolavori e dei cult dai fan del genere, film che hanno letteralmente fatto la storia del cinema e sono stati entrambi diretti da registi che ho sempre apprezzato. Inizialmente avevo intenzione di recensire L’Ululato di Joe Dante, ma all’ultimo ho deciso di cambiare idea, senza un motivo specifico. Infine la scelta è ricaduta sul secondo titolo, che tra l’altro è uno dei miei film horror preferiti, un film che riesce a stupirmi ogni volta per la sua unicità.
Ecco a voi Un lupo mannaro americano a Londra (An American Werewolf in London), film horror del 1981 scritto e diretto da John Landis.

Trama:
Il film inizia con David Kessler (David Naughton) e Jack Goodman (Griffin Dunne), due studenti statunitensi in viaggio nelle campagne dell’Inghilterra del Nord per godersi tre mesi di vacanze. Arrivati allo sperduto villaggio di East Proctor, due decidono di fermarsi nel pub L’Agnello Macellato e qui vengono accolti con sospetto e diffidenza dai clienti. Dopo aver fatto alcune domande, David e Jack vengono cacciati dalle persone del locale e gli viene consigliato di rimanere sulla strada e di non avventurarsi nella brughiera. Così David e Jack si incamminano alla ricerca di un posto dove passare la notte e, senza rendersene conto, finiscono nella brughiera per il buio e la pioggia. Mentre cercano di trovare la strada principale, sentono il ringhio di un animale e scappano. Jack viene però preso dalla bestia e fatto a pezzi mentre David, che all’inizio l’aveva abbandonato, cerca di seguito di salvarlo, ma finisce anche lui tra le zanne del mostro. Sarà grazie all’intervento delle persone del pub se David riesce a sopravvivere. Dopo quell’evento viene trasferito nell’ospedale di Londra e preso sotto le cure del dottor Hirsch (John Woodvine) e dell’infermiera Alex Price (Jenny Agutter). David continua a ripetere che è stato ferito da una bestia selvaggia mentre la polizia dice che si trattava di un folle. In quel lasso di tempo lui continua a fare incubi in cui è in caccia di prede. Quando sta per lasciare l’ospedale, David riceve la visita del fantasma smembrato di Jack che gli rivela la verità: lui diventerà un lupo mannaro e continuerà a uccidere persone e a dannare le loro anime. L’unico modo per mettere fine a questo incubo è che David si uccida. Ma lui non vuole.

Questa è la prima volta che parlo di John Landis qui sul blog e lo faccio proprio con uno dei suoi film più famosi, belli e anche innovativi, ma ci arriveremo con calma. Landis iniziò la sua carriera con Slok, una commedia horror indipendente costata una miseria e in cui si poteva già vedere il suo enorme senso dell’umorismo. Continuò con Ridere per ridere e si fece conoscere grazie ad Animal House, una commedia rivoluzionaria che prendeva in giro la borghesia americana, di cui ne mostra anche l’ignoranza e la stupidità. Un film che fece la storia, così come fece la storia il suo lavoro successivo, I Blues Brothers, un vero capolavoro che ancora oggi riesce a sorprendermi per tante caratteristiche: la musica, il ritmo perfetto, gli attori, le scene d’azione, le battute, tutto insomma. Un film che è diventato giustamente un cult e di cui dovrei assolutamente parlare nel blog un giorno.

An-American-Werewolf-in-London1

Un lupo mannaro americano a Londra è una pellicola che Landis aveva in mente dai tempi di Slok (parliamo degli inizi degli anni ’70) e con cui aveva già discusso con il truccatore Rick Baker, specialmente per quanto riguarda il trucco del licantropo, ma su questo torneremo alla fine. Per cominciare vorrei basarmi innanzitutto sul ritmo, sulla storia e sui personaggi.

Per quanto riguarda il ritmo, il film non annoia mai. Anche nella prima parte, che praticamente è quella che ho raccontato nella trama, si lascia il tempo alla storia di delinearsi ma soprattutto si dà spazio ai vari personaggi e il tutto con grande interesse e un montaggio ottimo. Fin da subito vedremo il rapporto di amicizia tra David e Jack e capiamo anche che, nonostante la situazione incredibile, David è una persona comune che agisce in maniera molto umana, mostrando al pubblico tutti i suoi difetti (ricordiamoci che appena il lupo mannaro attacca Jack, lui scappa via e solo dopo va al salvataggio dell’amico). Inoltre verranno delineate le personalità dei vari personaggi secondari come gli avventori del pub, il dottor Hirsch e soprattutto Alex, tutti personaggi che avranno un certo peso sulla storia di questa pellicola. Inoltre, dopo un inizio in cui la trama prende vita, si avrà la sensazione di essere in attesa, in attesa per un evento terrificante e irreversibile che pian piano fa salire la tensione nello spettatore. E tutto ciò verrà narrato senza intoppi e senza momenti morti. Nella parte finale arriveremo al climax , il quale però riuscirà a essere equilibrato, senza brusche accelerate e spaventando lo spettatore.

An_American_Werewolf_in_London-Jack-Goodman

Una cosa interessante delle storia riguarda il personaggio principale, David. Per mettere fine a quella scia di sangue e far finalmente riposare in pace i morti che ha ucciso (e quindi anche il suo amico), deve togliersi la vita. Ma non ci riesce e in buona parte non vuole. Inizialmente si può assolutamente capire perché non voglia farlo. Lui vorrebbe continuare a vivere la sua vita come aveva fatto fino a quel momento e a stare con le persone a cui tiene. Ma dopo la prima trasformazione si renderà conto che in questo modo non potrà andare avanti. Lui è un pericolo per tutti e per le persone che ama e potrebbe portare solo altra sofferenza agli altri oltre che a se stesso. Nonostante ciò lui non vorrà suicidarsi, per vigliaccheria, per egoismo, per paura. Un comportamento in realtà molto realistico che rende ancor più umano il personaggio di David. E adesso parliamo del genere del film.

Anche se è un horror, il film tende ad avere molti momenti comici che fanno sinceramente ridere. Basti pensare all’inizio in cui vediamo David e Jack arrivare su un camion pieno di pecore. Già solo questo mette il sorriso. Anche i dialoghi che fanno i due sono davvero simpatici e capaci di far ridere. E questi momenti non saranno presenti solo nella prima parte, saranno anche presenti nella seconda metà del film. Dico solo una cosa: la scena dello zoo. Quella scene è divertentissima. Questi momenti comici riescono a unirsi molto bene all’horror e qui arriviamo alla parte importante.
Il film è molto cattivo e violento. La scena in cui Jack viene fatto a pezzi è impressionante, le urla di Jack, i movimenti brutali del lupo mannaro, il rumore della pelle fatta a pezzi e il sangue, è tutto molto ben fatto. E anche tutte le altre morti avranno questo livello di violenza e cattiveria. A rendere ancor più impattanti queste scene, sarà la regia di Landis, capace di inquadrare la creatura al momento giusto, facendo vedere solo certi dettagli e creando scene d’inseguimento ottime. L’esempio perfetto è l’inseguimento nella metropolitana, quella scena è semplicemente ottima e dimostra la bravura del regista.
In tutto ciò Landis riuscirà anche a sottolineare la tragedia legata al lupo mannaro. Una persona innocente che viene maledetta diventerà una creatura feroce e incontrollabile, costretta a fare del male a chiunque gli capiti davanti. Il lupo mannaro è una figura tragica, costretta a diffondere sofferenza e che potrà mettere fine a tutta questa follia solo con la sua morte. Un concetto che avevamo visto nel bellissimo L’Uomo Lupo e che Landis riprende alla perfezione.

americanwerewolf-trasformation

E ora passiamo a un argomento molto importante per il film: il trucco. Il trucco utilizzato in questo film fu rivoluzionario e per questo motivo venne creata appositamente la categoria Oscar al miglior trucco, creato apposta per l’opera di Landis. A questo proposito la stretta collaborazione tra Landis e il truccatore Rick Baker fu fondamentale. All’inizio ci furono delle indecisioni sul design del licantropo. Baker voleva che il classico mostro bipede come nei vecchi film dell’Universal mentre Landis voleva che fosse una specie di segugio infernale. Alla fine fu Landis ad averla vinta e riuscì a creare un mostro convincente a cui Baker aggiunse un muso esageratamente feroce che rimaneva impresso.
Per quanto riguarda la famosissima scena della trasformazione, possiamo dire che questa fu una vera sfida per Baker, questo perché Landis voleva che la trasformazione si vedesse tutta, senza che venissero messi degli inserti e soprattutto con la presenza di luci forti. Un vero incubo per un truccatore.
Baker iniziò a lavorare e creò delle protesi meccaniche alle mani e ai piedi controllate da un meccanismo che si allungavano e distorcevano. La vera sfida riguardava il volto del licantropo che doveva allungarsi. Per creare un volto che riuscisse a fare ciò, Baker utilizzò dell’elastomero uretano altamente plastificabile, creando un materiale carnoso che si espandeva.
La cosa importante che Landis voleva per la trasformazione era che fosse dolorosa. Si parlava comunque del corpo di un uomo che si modifica, con le ossa che si allungano e così via. E quindi si sente chiaramente le ossa scricchiolare e il protagonista urlare per il dolore e il risultato finale è impressionante tutt’oggi. Quella trasformazione fu importante e divenne il punto di riferimento per ogni film sui lupi mannari (per esempio anche in Unico indizio la luna piena viene usata questa tecnica).

Per concludere possiamo dire che Un lupo mannaro americano a Londra è un caposaldo dei film sui licantropi, una pellicola meravigliosa, scritta benissimo e che riesce ad amalgamare perfettamente commedia, horror e drammaticità, attraverso scene geniali capaci di spaventare, far ridere e anche spiazzare per la propria follia (quando ho visto l’incubo di David sui lupi mannari nazisti, ho capito che mi sarei innamorato di questo film). Una pellicola incredibile che ha fatto fare un balzo interessante al trucco, utilizzando con grande intelligenza e che tuttora riesce a stupire. Un film da vedere assolutamente.

american-werewolf-london-trasformation

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

31 pensieri riguardo “Un lupo mannaro americano a Londra

  1. […] è in assoluto uno dei miei generi preferiti e l’ultima volta che ne ho discusso è stato con Un lupo mannaro americano a Londra, una delle migliori pellicole fatte sui licantropi. E da quella recensione è passato veramente […]

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