Il gobbo di Notre Dame

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo abbiamo deciso di cambiare argomento e, invece di parlare di cinema, ci siamo spostati nel mondo della letteratura, andando a discutere di un grande classico, un romanzo storico veramente importante e che io amo particolarmente, Notre-Dame de Paris di Victor Hugo. La storia è ambientata nella Parigi del 1482 e inizia per la precisione durante la Festa dei folli, una manifestazione popolare che culmina con l’incoronazione del Papa dei folli, in una gara e chi fa la smorfia più grottesca. Proprio allora compare Quasimodo, il campanaro gobbo e deforme della cattedrale e tutti lo eleggono Papa. La cerimonia però finisce quando arriva l’arcidiacono Claude Frollo che lo porta via con sé. In quel momento la zingara Esmeralda sta ballando, affascinando tutti quanti. Le storie di questi tre personaggi si incroceranno, con Quasimodo che proverà un amore puro per Esmeralda mentre Frollo un’ossessiona malata che lo porteranno a fare scelte crudeli. Io adoro quest’opera e ne sono sempre rimasto affascinato. L’autore mostra una grande abilità nella ricostruzione storica ma anche un grande amore verso l’architettura gotica a cui dedicherà qualche capitolo. Però è una storia che sa sorprende anche per lo stile di scrittura che sa essere molto ironico, andando a colpire in maniera tagliente certi elementi, ma ha anche un’ironia agrodolce per la drammaticità di certe situazione e per come si evolverà la storia. E tutti i personaggi sono indimenticabili, unici e ben caratterizzati, in particolar modo i tre personaggi principali. Una storia senza tempo che sa colpire e affascinare ancora oggi e che vi consiglio con grande affetto.
Con l’articolo di oggi torniamo a parlare di cinema e, dopo molto tempo, torniamo anche a parlare della Disney. Questo lungo viaggio si sta protraendo, colpa anche del mio essere poco costante, ma in questo caso specifico il classico animato che voglio recensire è in linea con l’ultimo articolo. Inoltre questo per me sarà un articolo importante visto che parlerò del mio film animato Disney preferito.
Ecco a voi Il gobbo di Notre Dame (The Hunchback of Notre Dame), pellicola animata del 1996 scritta da Tab Murphy, Irene Mecchi, Bob Tzudiker, Noni White e Jonathan Roberts e diretta da Gary Trousdale e Kirk Wise.

Trama:
La storia si apre nella Parigi del 1482 con lo zingaro Clopin Trouillefou (Paul Kandel) che narra a dei bambini la storia del campanaro di Notre-Dame. Anni fa un gruppo di zingari entrò a Parigi, ma vennero scoperti dal giudice Claude Frollo (Tony Jay) che li arresta tutti. Una donna del gruppo però riesce a fuggire tenendo stretto a sé un fagotto. Il giudice la insegue e la uccide davanti alla cattedrale di Notre-Dame. Solo allora si rende conto che ciò che portava la zingara era in realtà un neonato e quando lo vede ne rimane inorridito per la sua deformità. Decide così di ucciderlo buttandolo in un pozzo, ma viene fermato in tempo dall’arcidiacono (David Odgen Stiers) che convince il giudice a risparmiare la vita del bambino, facendo leva anche sul terrore che Frollo ha provato osservando le statue di Notre-Dame che lo guardavano, come se lo accusassero. Frollo è costretto ad accudire il bambino che chiama con disprezzo Quasimodo. Passati vent’anni Quasimodo (Tom Hulce) è ormai un uomo ma non ha mai avuto la possibilità di uscire fuori dalla cattedrale per ordine di Frollo. Vorrebbe almeno tentare per la Festa dei folli. Nonostante non voglia disobbedire al suo padrone, decide comunque di andare, un gesto che cambierà la sua vita, specialmente quando incontrerà Esmeralda (Demi Moore).

Sì, questo è il mio film animato Disney preferito in assoluto. Probabilmente forse non lo è per molti, ma oggettivamente parlando è una delle opere migliori della Disney. Non vedevo l’ora di parlarne, ho atteso tanto questo momento e spero di riuscire a dare giustizia a quest’opera. In ogni caso, se avete letto il libro, saprete che trasporre un’opera simile non è per niente semplice, considerando che ha dei momenti crudeli e spietati. Ovviamente la Disney ha cambiato tante cose, ma nonostante ciò è riuscita a regalarci probabilmente il suo film animato più cupo. E ovviamente partiamo con la produzione.

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L’idea di realizzare un film su Notre-Dame venne in mente al responsabile dello sviluppo David Stainton nel 1993, per la precisione quando lesse il fumetto della Classics Illustrated dell’opera di Victor Hugo. Da come si può capire dal nome, questi fumetti adattavano i grandi classici della letteratura e ammetto che l’idea mi piace anche molto, così facendo potevano introdurre le persone, soprattutto i giovani, in questo mondo e incuriosirli (un po’ come gli adattamenti dei classici di Topolino qui da noi). Stainton propose il progetto a Jeffrey Katzenberg e quest’ultimo ne rimase molto convinto e decise di richiamare i registi Gary Trousdale e Kirk Wise. I due si erano presi una pausa dalla regia dopo l’enorme lavoro fatto con La bella e la bestia e in quel momento stavano lavorando a un altro progetto legato alla mito greco di Orfeo ed Euridice chiamato A Song of the Sea e, visto che amo la mitologia greca, mi sono sempre chiesto come sarebbe stato questo progetto se l’avessero continuato. Infatti dovettero fermare ogni cosa e andare a lavorare a Il gobbo di Notre Dame.

Quando la produzione iniziò, ci si concentrò parecchio sulla scrittura e come impostare certi avvenimenti. Tra le altre cose ciò che cambiarono per primo fu Frollo. Nel libo infatti era lui l’arcidiacono mentre qui è un giudice. Un cambiamento fatto per non incorrere nell’ira delle istituzioni religiose, anche perché diedero dei problemi alla Disney anche in passato (tipo con Fantasia, dove minacciarono di boicottare il film se mostravano l’evoluzione umana). Nonostante tutto ammetto che da piccolo ho sempre pensato a Frollo più come a un prete che a un giudice proprio per via del suo design. Ci furono tanti cambiamenti interessanti, come l’età di Esmeralda, infatti qui è una donna adulta che combatte per i diritti del proprio popolo e dei più deboli, mentre nel libro era una ragazzina di 16 anni. Il cambiamento certamente più importante e affascinante riguarda Febo (Kevin Kline), che qui ha una specie di miglioramento. Non perché sia scritto meglio di quello del libro, ma perché qui è un uomo positivo con dei principi e pronto a difendere gli innocenti mentre nell’opera cartacea era un soldato vanaglorioso che voleva spassarsela con Esmeralda sfruttando l’amore di lei per lui. Inoltre i due registi decisero di aggiungere i personaggi dei gargoyle: Hugo (Jason Alexander), Victor (Charles Kimbrough) e Laverne (Mary Wickes). Loro sono gli amici di Quasimodo e l’elemento comico della storia, uno dei pochi. Infatti penso che questo sia la pellicola animata Disney ad avere meno momenti comici e gag finora, lasciando il giusto spazio per atmosfere più mature e cupe. I loro nomi sono anche un piccolo tributo all’autore di Notre-Dame, Victor Hugo, mentre Laverne è un tributo a Laverne Andrews delle Sorelle Andrews. Dei personaggi ne riparleremo in seguito, per ora vorrei concentrarmi sul lato tecnico.

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Fin dall’inizio il film mostra al pubblico di essere un’opera epica, un film enorme e imponente e lo possiamo vedere quando la telecamera nell’apertura si sposta per la città di Parigi, in un piano sequenza in cui vediamo dei negozi fino ad arrivare a Clopin. Una sequenza difficile fatta in 2D e che sa essere impressionante. Nel film comunque non mancano momenti in 3D, un 3D però usato a servizio di quello 2D. Un esempio stupendo è quando Quasimodo canta Via di qua e scivola sugli archi rampanti fuori dalla cattedrale, con la telecamera che gira intorno a lui, dando una grande profondità di campo e rendendo la scena molto bella a livello visivo oltre che emotivo. La stessa cosa dicasi anche verso il finale, in cui tutto ciò aiuterà a rendere la situazione ancor più epica e ricca di tensione.
Le ambientazioni sono meravigliose, tutte quante sono molto grandi e ispirate, ma in particolar modo si rimane incantati dalla bellezza e magnificenza della cattedrale di Notre-Dame, dove c’è stato uno studio molto accurato e profondo della sua architettura gotica.

In generale l’atmosfera che si percepisce chiaramente durante la visione del film è quella di un’opera pienamente gotica. Certamente c’è grande spazio per l’avventura, ci sarà spazio per l’amore (rappresentato con dolcezza) ma, soprattutto, ci sarà spazio per l’orrore. In questa pellicola ci saranno delle scene spaventose che daranno un certo impatto, come quando Frollo insegue e uccide la madre di Quasimodo (e, ricordiamoci, per poco non uccide anche lui) oppure, e questo fa sempre un brutto effetto, quando Quasimodo viene deriso e umiliato durante la Festa dei folli. Queste scene in generale saranno presenti soprattutto con Frollo e nel finale lui saprà essere veramente terrificante. E ora passiamo a uno degli elementi più belli, ossia la musica.

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Penso che queste musiche siano le mie preferite in assoluto ma anche quelle più coraggiose. Per me Le campane di Notre Dame rimarrà la più bella, quella che ogni volta mi fa venire i brividi. Una canzone che inizia con un coro gregoriano per poi arrivare a un ritmo e una musicalità più calma a lenta quando Clopin inizierà a parlare per poi aumentare sempre di più con lo svolgersi del racconto e quando Frollo inseguirà la zingara. La scelta dei canti gregoriani e del testo in latino dona grande ritmo al tutto, ma anche una tonalità drammatica incredibile oltre che di tensione. Lo stesso Alan Menken, il compositore delle musiche, affermò che questa fu la canzone più complessa e soddisfacente che avesse mai fatto. In generale tutte le musiche sono sanno sorprendere e colpire e, dopo le Campane, penso che quella che tutti ricordino maggiormente sia Le fiamme dell’inferno, la canzone di Frollo, una delle più oscure della Disney in cui lui parla del suo desiderio morboso e carnale nei confronti di Esmeralda. Una canzone che parla di lussuria e desiderio e che per poco non venne tagliato per i suoi contenuti. Sono molto felice che sia rimasta e che soprattutto inizia subito dopo Luci del paradiso. Queste due canzoni entrano parecchio in contrasto tra di loro per il loro ritmo, musicalità e per il tema centrale. Luci del paradiso narra dell’amore che Quasimodo prova per Esmeralda, mentre in Le fiamme dell’inferno Frollo esprime tutta la sua lussuria e tutto il folle desiderio di avere Esmeralda. Le due canzoni entrano in contrasto anche per il tipo di colori utilizzato. Nel primo caso c’è un blu che sottolinea la dolcezza del sentimento, mentre nel secondo prevale un rosso accesso che mette in mostra il fuoco che brucia dentro Frollo, quell’insano desiderio che lo pervade. Su questo punto di vista il film sorprende assolutamente. E ora direi di parlare dei personaggi e delle tematiche.

In questa trasposizione il vero protagonista è Quasimodo, anche se il film mantiene la sua struttura corale, tipico della Disney ma anche del libro. Quasimodo è un uomo deforme (ma non sordo in questa trasposizione) che desidera solo poter stare insieme agli altri, camminare con loro, vivere con loro e non prigioniero della cattedrale, ma teme di fare il passo decisivo per via del suo aspetto. Lui è un personaggio molto dolce e gentile, vittima però di Frollo, schiavo di quell’uomo che lo ha lasciato in vita solo per timore del giudizio di Notre-Dame e che viene usato come pedina. Un personaggio che sa farsi amare, un personaggio drammatico ma mai esagerato, che nel film dovrà imparare ad accettare chi è veramente, a capire che non è un mostro e soprattutto staccarsi dal controllo di Frollo.
E qui arriviamo a parlare del villain, Claude Frollo. Per me lui rimarrà in assoluto il miglior villain della Disney. Se Malefica de La bella addormentata nel bosco rappresenta un tipo di male puro e astratto, Frollo rappresenta un male molto più umano e terrestre. Questo Frollo è diverso da quello del libro. In questo caso lui mostra un odio profondo e viscerale verso gli zingari che considera la causa di tutti i mali della città e li vuole proprio sterminare. Nonostante le atrocità che commette, si vede come un uomo giusto e retto che fa soltanto il suo dovere, un uomo molto religioso e credente ma che racchiude in sé quasi tutti i peccati capitali. E questo sarà ancor più evidente quando diventerà ossessionato da Esmeralda e, nonostante non venga mai detto apertamente, lascia a bocca aperta vedere questo personaggio provare un’ossessiva attrazione carnale in un film animato Disney, dimostrando quando furono coraggiosi a quei tempi. In ogni caso Frollo è uno dei personaggi che rimane più impressi e che durante la visione diventerà sempre peggiore, specialmente quando crollerà. Crolla perché si ossessiona di Esmeralda, crolla perché desidera una zingara, che lui considera il male puro e questa cosa lo farà impazzire. Si dimostra però un personaggio profondamente intelligente e manipolatore, soprattutto con Quasimodo. Lo vediamo sempre fare pressione sulla crudeltà delle persone e sull’aspetto di Quasimodo per tenerlo sotto controllo, ma lo controlla anche nelle piccolezze. Per esempio quando Quasimodo deve apparecchiare. A Frollo mette un piatto e un calide d’argento mentre per sé mette degli oggetti fatti di legno e rotti. Questi piccoli dettagli sottolineano anche di più il potere che ha sul povero Quasimodo.

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Il film inoltre affronta delle tematiche molto importanti e lo fa con maturità. Sicuramente la prima tematica che risalta è il razzismo, un razzismo verso un popolo, verso una minoranza a cui viene data la colpa di ogni cosa, un concetto purtroppo molto attuale. E si parla perfino di religione, anche se in maniera molto più leggera, soprattutto l’estremismo di Frollo e, altro elemento che lascia stupiti, si parla di genocidio, perché è questo quello che Frollo vuole fare agli zingari. Sono tematiche molto pesanti e tra queste ce ne saranno altre di grande importanza come l’accettazione di sé stessi e del diverso, attraverso Quasimodo e gli zingari, e soprattutto il non fidarsi delle apparenze ma a conoscere le persone per come sono veramente e non per l’aspetto.

Per concludere, Il gobbo di Notre-Dame è uno dei migliori classici Disney e per me è l’opera migliore dello studio. Un film davvero maturo e cupo, con un lato tecnico magnifico, ambientazioni curate, musiche strepitose che riescono a far venire i brividi ma soprattutto dei personaggi indimenticabili e delle tematiche molto profonde e mature. A mio avviso, non credo che potremo rivedere qualcosa di così coraggioso oggi, ma spero che un giorno la Disney tenti nuovamente un approccio simile. In definitiva, è un film che vi consiglio di cuore.

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Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

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