Zootropolis

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo siamo tornati a parlare di film in live-action e per questo ci siamo spostati negli anni ’80, per discutere di un’opera prodotta dal leggendario Roger Corman, un’opera che anche con il suo modesto budget aveva tanti elementi interessanti, Il pianeta del terrore. Il Planet Master invia un equipaggio di soccorso sul pianeta Morganthus per recuperare una squadra lì bloccata. Quando l’equipaggio arriva, scopre che la squadra precedente è stata massacrata e in quel pianeta c’è qualcosa di orribile. Mentre cercano dei possibili superstiti, si imbattono in una struttura piramidale. Entrando, affronteranno i loro peggiori incubi. Nonostante i vari limiti del budget, a livello tecnico convince appieno, le ambientazioni e le atmosfere sono ispirate ad Alien ma riescono comunque a offrire qualcosa di proprio, come la struttura piramidale e alcune stanze evocative. Gli effetti artigianali sono resi e realizzati bene, alcuni di questi sono fatti attraverso idee ottime e la regia riesce quasi sempre a nascondere i limiti della pellicola e a darle ritmo. La storia è molto semplice ma ha degli elementi, all’inizio e alla fine, che aveva un grande potenziale e che sanno affascinare. Non è un film per tutti, ma lo consiglio assolutamente!
Come è nostra abitudine, torniamo a parlare di animazione e, dopo aver discusso per diverso tempo della DreamWorks, cambiamo studio e andiamo dalla Disney per recensire quello che considero a oggi il loro miglior film fatto in animazione 3D.
Ecco a voi Zootropolis (Zootopia), pellicola animata del 2016 scritta da Jared Bush e Phil Johnston e diretta da Byron Howard e Rich Moore.

Trama:
Judy Hopps (Ginnifer Goodwin) è una coniglietta di Bunnyburrow e fin da piccola sogna di diventare una poliziotta nella città di Zootropolis, una metropoli dove prede e predatori vivono in armonia e dove chiunque può essere ciò che desidera. Dopo essersi impegnata molto, Judy diventa una poliziotta, ma viene relegata come ausiliario del traffico dal capitano Bogo (Idris Elba). Nel frattempo la polizia sta indagando su un caso di 14 predatori scomparsi nel nulla e quando una lontra riesce a entrare nell’ufficio di Bogo, supplicandolo di fare il possibile per trovare il marito scomparso, Judy si fa avanti e decide di accettare quel caso specifico. Bogo non ha apprezzato l’insubordinazione di Judy e per questo le da solo 48 ore per risolvere il caso o darà le sue dimissioni. Per riuscire nell’impresa, Judy chiederà l’aiuto della volpe Nick Wilde (Jason Bateman), che in precedenza l’aveva truffata e che aveva visto la lontra in questione prima che sparisse.

Questo film è stata una delle più grandi sorprese per me, per tanti motivi che poi elencherò. Non solo lo considero come il miglior film della Disney fatto in animazione 3D, ma purtroppo lo considero anche l’ultimo, finora, capace di dire e dare veramente tanto, cosa che i film animati successivi dello studio non sono riusciti a fare del tutto.

Quando si parla di queste opere mi diverto sempre a cercare informazioni su come siano nate e come poi si siano evolute. In questo caso il regista Byron Howard aveva scelto sei idee da proporre a John Lasseter e tre di queste coinvolgevano animali come protagonisti e per la precisione: una reinterpretazione dei tre moschettieri, una storia ambientata negli anni ’60 dove un gatto scienziato pazzo trasformava i bambini in animali e infine un carlino cacciatore di taglie che si muoveva nello spazio. Quello che colpì maggiormente Lasseter fu però l’idea di Howard di creare un mondo che fosse costruito apposta per gli animali e dagli animali e non limitarsi a metterli in un mondo simile a quello degli umani. Soprattutto a Lasseter piaceva l’ambientazione anni ’60 e il carlino cacciatore di taglia e unendo le due cose si iniziò a pensare a una storia di spionaggio e con un protagonista animale simile a James Bond. Alla fine questa storia cambiò del tutto proprio nell’ideazione della città degli animali. Ed è qui che decidono di abbandonare l’ambientazione anni ’60 e la storia di spionaggio e creare infine la storia con il dipartimento di polizia, ma con Nick come protagonista e Judy come suo aiutante. Alla fine però invertirono i ruoli e posso dire che fecero la scelta giusta, rendendo il tutto più interessante con Judy protagonista. E adesso passiamo al lato tecnico.

Parlando di questi punto, il film riesce sicuramente a colpire profondamente nei dettagli più piccoli, a partire dalla pelliccia dei vari animali che sia di Judy, di Nick o di tutti gli altri personaggi. Dai tempi di Bolt, in cui utilizzarono programmi specifici per ricreare la pelliccia, la tecnologia della Disney è cresciuta molto e in questo caso ci ritroviamo davanti a una pelliccia realistica e ricca di piccoli dettagli interessanti e raggiungono anche dei bellissimi livelli di qualità quando questa si bagnerà con l’acqua, mantenendo il proprio realismo e donandogli un’ottima luminosità. Un altro punto a favore del film è sicuramente il character design. Tralasciando l’enorme quantità di modelli presenti nell’opera, i personaggi hanno tratti unici che li differenziano parecchio, partendo ovviamente dal vestiario, molto variegato e anch’esso ricco di dettagli, e ovviamente anche i loro tratti, che li rendono unici e li differenziano dagli altri animali della loro specie (un esempio perfetto lo possiamo vedere con Judy e i suoi genitori). Quello in cui il film riesce a sbalordire di più è proprio la città in cui si svolge tutto, il cuore pulsante della storia, Zootropolis.

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Come viene spiegato, ma soprattutto mostrato, la città è divisa in 12 distretti che ricreano perfettamente l’habitat naturale di alcune specie animali e alcuni di questi luoghi li possiamo osservare quando Judy arriva con il treno, passando per il deserto, l’artico, la savana e infine giungendo nel cuore della città. E qui non si può fare a meno di restare stupiti di fronte all’incredibile cura e al lavoro fatto. Infatti la città è costruita proprio per rispondere alle esigenze di tutti gli animali e quindi deve tener conto della loro unicità come, banalmente, la loro grandezza. Ci sono ad esempio diverse entrate per gli animali a seconda della loro stazza e alcune di queste vanno proprio a rispondere a delle esigenze specifiche (mi viene in mente quella breve scena in cui gli ippopotami passano per una via acquatica per arrivare in centro e quando giungono sulla terraferma c’è un dispositivo che asciuga i loro vestiti). Queste particolarità si possono trovare ovunque e in tantissime scene e anche l’architettura e unica, ricordando in piccola parte grandi metropoli americane e non, ma mostrando sempre elementi tipici del mondo animale, come ad esempio grattacieli a forma di palma. E anche con le abitazioni abbiano tanta diversificazione che risponde ai bisogni dei vari abitanti, basti solo pensare a Little Rodentia, il quartiere dei roditori, con costruzioni in miniatura e tubi in cui topi e simili possono muoversi. Il risultato finale è una città ben definita, quasi caotica, ma piena di vita. In tutto ciò la regia fa un lavoro più che ottimo, dando un ritmo stupendo alla storia e destreggiandosi tra i vari momenti comici, d’azione e drammatici e soprattutto mostrando perfettamente questo mondo unico e incredibile, regalandoci delle belle sequenze e scene stupende anche a livello emotivo. Insomma il livello tecnico è eccezionale, ma nonostante ciò è proprio la storia a colpire maggiormente.

Uno dei punti di forza di questo film riguarda i personaggi, in special modo Judy e Nick e il loro rapporto. Judy è una coniglietta con una volontà ferrea, una persona decisa che ha ben chiaro il suo sogno e si impegna dando tutta sé stessa per raggiungere quell’obiettivo. Inoltre lei è un’idealista e molto volte dimostra una grande intelligenza. Nick invece è un personaggio molto cinico che per quasi tutta la sua vita non ha fatto altro che truffare gli altri e riesce ad affascinare per il modo in cui si rivolge agli altri, educato e affabile, e anche per la sua aria tranquilla e rilassata. Nick inoltre, al contrario di Judy, vive da sempre a Zootropolis e sa benissimo che la città non è quel luogo idilliaco che si crede e quello che gli è successo in passato lo dimostra (ma ci torneremo più avanti). Il rapporto tra i due inizialmente è conflittuale e i due indagano insieme al caso perché Judy riesce a incastrarlo e all’inizio sono molto caotici, ma con il tempo tra i due nascerà un profondo rispetto, un rispetto dato dalle loro storie e dalle loro azioni che farà vedere a entrambi un lato inaspettato del proprio partner, creando così una coppia incredibile e dando al film quell’aspetto da buddy movie che amo tanto. Oltre a loro anche i personaggi colpiscono appieno fin da subito, mostrando una forte personalità e arricchendo ulteriormente la storia dei nostri protagonisti e della loro indagine. Inoltre non solo le indagini funzionano bene e riescono a dare un senso di verosimiglianza ma anche la comicità è stupenda. Immagino che tutti ricordino la sequenza con Flash (Raymond S. Persi), il bradipo della motorizzazione. Una scena esilarante che scherza anche sulla lentezza della burocrazia. Scene comiche simili le abbiamo in diversi punti del film e risultano davvero simpatiche ed esilaranti. Quello che però sorprende maggiormente della storia è proprio la tematica principale e il modo maturo con cui viene affrontata. Infatti il film parla di discriminazione e razzismo.

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Questo lo possiamo vedere all’inizio nei confronti di Judy e del suo sogno di diventare poliziotta, un sogno che viene denigrato proprio per il fatto che è una coniglietta. E quando infine riesce nell’impresa, con il sindaco che si complimenta con lei facendo anche propaganda su come il proprio programma d’integrazione funzioni, Judy viene relegata come ausiliare del traffico. E tutto questo è molto più vicino di quanto si pensi alla nostra realtà, ma ovviamente il film non si ferma e approfondisce il tutto. In questo caso le parole di Nick si rivelano veritiere, in quanto Zootropolis non è quel luogo idilliaco che si dice ed esistono delle discrepanze tra preda e predatore ma anche nei confronti di certi animali, specialmente nei confronti delle volpi, considerata inaffidabili e bugiarde. Non solo questo viene mostrato con il comportamento di certi animali nei confronti di Nick, ma lo si mostra con maggior forza quando Nick parla a Judy del suo passato, una sequenza anche abbastanza cattiva e crudele. Certo, non parliamo dei livelli de Il gobbo di Notre Dame, ma è stato un momento davvero coraggioso e maturo da parte della Disney che mostra le motivazioni che spingono Nick a comportarsi in quella maniera. E a un certo punto il razzismo diventerà un argomento evidente per via di quello che succederà e si vedrà le prede aver paura dei predatori (tra l’altro quest’ultimi sono una minoranza) e il tutto esploderà proprio attraverso la paura. Viene mostrato perfettamente come la paura porti all’odio e di come questo si volga nei confronti del “diverso”, riflettendo purtroppo la nostra realtà dove certe persone usano la paura per alimentare discriminazione e razzismo nei confronti del prossimo. E una cosa che ho apprezzato molto è come alla fine questa paura vada a contagiare anche le persone più aperte come ad esempio Judy stessa, che si farà prendere da quell’atmosfera carica di dubbi e tensione. Una cosa di cui poi lei si pentirà profondamente e che la porterà a un’ottima maturazione, oltre che a rafforzare molto il suo rapporto con Nick. Zootropolis parla benissimo di tutto ciò, con una certa maturità, trasmettendo un messaggio positivo e di speranza dove non bisogna smettere di combattere contro l’odio e la discriminazione.

Per concludere, Zootropolis è un film tecnicamente incredibile che mostra un mondo costruito con grande cura e follia, con un character design ottimo e una regia che valorizza il tutto. La storia ha due protagonisti incredibili e sa come intrattenere ma soprattutto sa come mandare un messaggio veramente maturo, parlando di temi come razzismo e discriminazione con intelligenza e dando comunque una speranza per un domani migliore per tutti.

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Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

26 pensieri riguardo “Zootropolis

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