Vampires (1998)

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Dopo aver fatto diversi articoli sull’animazione e la Disney, siamo tornati a parlare di live-action e questa volta l’abbiamo fatto con uno dei registi europei che nell’ultimo periodo si è dimostrato veramente abile. Il film in questione è Inexorable. La storia parla di Marcel, uno scrittore divenuto famoso dopo aver pubblicato il suo primo libro, Inesorabile, un successo di pubblico e critica, e adesso viva in una villa insieme a sua moglie e la figlia. Da diverso tempo però ha un blocco dello scrittore e non riesce a scrivere nulla. Le loro vite cambieranno quando incontreranno Gloria, una ragazza che riesce a conquistare la loro fiducia ma che pian piano inizia a distruggere la famiglia e ad avvicinarsi a Marcel. Un thriller stupendo diretto molto bene e con scene e sequenze piene di inventiva ma mai pompose, capaci di creare la giusta atmosfera e con una fotografia curata che usa forti colori contrastanti e a fare giochi d’ombra evocativi. La storia è semplice e lineare ma mostra una grande complessità nei suoi personaggi e nelle sue tematiche, tematiche come l’eros e l’amore frenetico e ossessivo che porterà tutto inesorabilmente alla distruzione. Un’opera straordinaria che consiglio assolutamente!
Con l’articolo di oggi torniamo a parlare dopo diverso tempo di un regista che ho sempre adorato e che continua a essere un’ispirazione per molti ancora oggi.
Ecco a voi Vampires (John Carpenter’s Vampires), pellicola d’azione, western e horror del 1998 scritta da Don Jakoby, diretta da John Carpenter e basata sull’omonimo romanzo di John Steakley.

Trama:
Jack Crow (James Woods) è un cacciatore di vampiri che, insieme al suo gruppo, da la caccia a questi esseri in Nuovo Messico. Un giorno riescono a trovare un loro covo e fanno fuori tutti i vampiri al suo interno, tranne il “Master”, colui che li comanda, che non trovano da nessuna parte. Il gruppo se ne va a festeggiare la vittoria in un motel lì vicino. Quella stessa notte però il Master che non hanno trovato (Thomas Ian Griffith) li attacca a sorpresa e fa fuori quasi tutto il gruppo e tutte le persone dentro al motel. Gli unici che sopravvivono sono Jack, Anthony (Daniel Baldwin) e Katrina (Sheryl Lee), quest’ultima una prostituta che è stata morsa dal vampiro. Quando una persona viene morsa da un vampiro, ottiene un contatto telepatico che gli permette di vedere ciò che vede il padrone e Jack vuole usare questo elemento per scovare il Master. C’è però un altra cosa che lo preoccupa: il vampiro conosceva il suo nome e questo gli fa pensare che qualcuno l’abbia tradito. E quel vampiro, Valek, oltre a essere più potente degli altri, sembra stia cercando un oggetto molto particolare.

Ogni volta che tratto un film di Carpenter per me è sempre un piacere. L’ultima volta è stato con il sottovalutato Fantasmi da Marte e da allora è passato veramente troppo tempo. Sì, provo a essere costante ma a quanto pare certe volte proprio non ci riesco. In ogni caso direi di iniziare con questa recensione e vedere di che tipo di opera stiamo parlando.

Come avevo scritto all’inizio, il film è tratto dal romanzo di John Steakley di cui la casa di produzione Largo Entertainment comprò i diritti nel 1992. Questa casa di produzione aveva pensato di chiamare Carpenter per dirigere quest’opera ma lui non fu la pria scelta visto che nella loro lista c’erano anche registi come Sam Raimi e Peter Jackson. Alla fine però scelsero Russell Mulcahy, conosciuto soprattutto per aver diretto l’ottimo Highlander (e purtroppo anche il seguito). In questa prima fase il film aveva idee molto diverse da quelle dell’opera che conosciamo. In uno di questi ad esempio il film era ambientato in un futuro fantascientifico dove i vampiri erano comuni e in tutto questo il budget era decisamente elevato (più o meno 50 milioni di dollari). Ci furono però diversi scontri tra Mulcahy e la produzione e alla fine il regista decise di abbandonare il progetto. Fu qui che lo studio contattò Carpenter che, dopo diversi flop e delusioni, stava pensando seriamente di lasciare il mondo del cinema. Qui lesse sia il libro che due sceneggiature e decise di accettare, ma all’ultimo secondo cambiarono il budget del film da 50 milioni a 20 milioni. Quindi Carpenter, cercando di adattarsi al budget decisamente minore, decise di prendere i vari elementi di ciò che aveva letto e modificare lui stesso il tutto, rendendo quest’opera di fatto una sua creatura.

Parlando del lato tecnico, ancora una volta Carpenter non delude mai e riesce a dare il suo tocco a un film che a conti fatti è stato diretto su commissione. In primis Carpenter dà al tutto un’impostazione tipicamente western. Da quando abbiamo parlato di Distretto 13 – Le brigate della morte abbiamo sottolineato come il cinema di Howard Hawks fosse fondamentale per Carpenter e come l’abbia ispirato in diverse sue pellicole. Anche se non ha mai diretto un western puro, questo elemento è stato sempre presente in diversi suoi film come appunto Distretto 13, Fantasmi da Marte e anche nella sua opera più famosa, 1997: Fuga da New York. E con Vampires lo vediamo subito attraverso diversi campi lunghi o attraverso le scene di preparazione prima di uno scontro. Lo vediamo fin dall’inizio quando Jack e il suo gruppo preparano tutta un’attrezzatura particolare per affrontare i vampiri e anche l’inquadratura frontale che fa su Jack, in attesa del momento giusto, mi ha ricordato i vecchi western.

Da qui in poi si dimostra anche abile dal passare all’horror quando entrano nel rifugio dei vampiri, dove la fotografia gioca molto con ombre forti e contrastanti per poi passare all’azione pura. Questo film rappresenta perfettamente il concetto di horror d’azione, lo vediamo quando attaccano appunto questi vampiri attraverso sparatorie, paletti nel cuore e infine una strategia davvero originale per portarli fuori alla luce del sole. Un’altra scene eccellente è sicuramente il momento in cui Valek uccide l’intero gruppo di Jack, una sequenza resa magnifica, dall’ottimo uso dello splatter e dagli ottimi effetti artigianali usati, oltre che da un montaggio curato e un ritmo azzeccato. Questi sono sicuramente le parti migliori ma ci sono anche altri momenti che stupiscono e sono le inquadrature dei paesaggi desertici durante l’alba e il tramonto. Di scene simili che ne sono tante e sono quelle a rendere interessanti la messa in scena con il cielo rosso fuoco e l’intero paesaggio in ombra, una fotografia naturale veramente impressionante. La regia di Carpenter dà una forte identità alla storia e rende questo film davvero divertente da guardare, ma anche la sceneggiatura mostra tutto il suo pensiero.

Lo vediamo ad esempio con il personaggio di Jack che non è per niente un eroe, al massimo di potrebbe definire un antieroe che però ha veramente dei comportamenti che lo rendono più simile a un villain. Lui ha deciso di dare anima e corpo alla giustizia e alla distruzione dei vampiri, ma i suoi modi di fare sono violenti e a volte la sua mancanza di empatia lo rende una vera e propria carogna uscita direttamente da un western e James Woods è rientrato perfettamente nella parte. Inoltre Carpenter dà una sua interpretazione personale al vampiro, lasciandogli alcuni connotati caratteristici come la sete di sangue, la forza e il fatto che brucino al sole, e togliendone altri come la debolezza all’aglio, alle croci o la capacità di trasformarsi in pipistrello, lupi ecc…
Il cambiamento più grande riguarda qualcosa di più profondo. Non hanno quell’aria romantica, seducente e gotica dei classici vampiri, sono più selvaggi, bestie che vivono d’istinto e il cui scopo è solo cacciare gli umani e bere il loro sangue. Un cambiamento in linea sia con il cinema di Carpenter sia con l’ambientazione western dell’opera. Inoltre anche qui, come successe in pellicole come The Fog oppure Il signore del male, c’è una tematica anticlericale che viene affrontata molto bene, mettendo alla luce una certa ipocrisia e certi giochi di potere (e non vado oltre per evitare spoiler).

Per concludere, Vampires è una pellicola che sa intrattenere alla perfezione grazie a una regia che dà al tutto una sua identità unica e riconoscibile, con scene d’azione ottime e inquadrature ambientali stupende. Anche la storia mette in mostra il pensiero di Carpenter, regalandoci effettivamente una storia originale e ricca di sorprese.

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

21 pensieri riguardo “Vampires (1998)

  1. Lulu: “Our Dada says this movie was a lot of fun and that even our Mama liked it, shockingly enough, considering how gory it was! He also says he later read the book it was pretty much completely different from the movie, but also good in its own way …”

  2. I enjoyed reading this article about a film that I had also praised. Carpenter is a master, manages to invite “The Wild Bunch” and “Van Helsing” to the blood feast. Above all, he succeeds achieve a much superior adaptation to the book he is adapting. John Carpenter is great !

  3. Un film che ho adorato, per tutti i motivi che hai spiegato tu. Il personaggio di James Wood risulta splendidamente scritto, con un’interpretazione personale che credo potesse dare solo lui. In pratica è un villain a caccia di altri villain. La fotografia è il punto forte, così come questa rivisitazione del mito del vampiro, confermando alcuni stereotipi e stravolgendone altri. Ancora oggi rimane un film apprezzabile e che è invecchiato bene. Grazie per averne parlato in questa bellissima recensione. Complimenti Amico mio.

    1. Sono felice che tu abbia apprezzato questo film. Lo adoro e ogni volta mi sorprendo di quanto è invecchiato bene e anzi di come sembri più moderno di tanti altri film. Il personaggio di Wood è incredibile, scritto benissimo e interpretato altrettanto bene. Grazie ancora per questo commento, amica mia!

  4. come film di vampiri non mi piace molto, forse perke troppo legato all’azione e al western; però c’è un impatto visivo molto forte

    lo avevo visto su TimVision e c’è pure ora su Prime Video :)

    1. Io l’apprezzo molto per come riesce a unire ogni cosa e anche per come rappresentano i vampiri. È un film molto particolare che riesce ad affascinare per la sua unicità.
      Questo film ce l’ho in DVD e in generale ho quasi tutti i film di Carpenter (penso mi manchi solo Fuga da Los Angeles).

    1. Il Western è sempre stato nelle vene di Carpenter. Non ha mai diretto un Western puro, ma molti dei suoi film hanno questo elemento come anche Distretto 13, Fantasmi da Marte e anche 1997: Fuga da New York. E sa unirlo ad altri generi come pochi.

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