Upgrade (film)

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo siamo tornati nel mondo del cinema e più precisamente nell’animazione, parlando dopo tantissimo tempo della Disney e i suoi classici, prendendo in esame una pellicola a cui sono molto affezionato, il loro 42° classico, Lilo & Stitch. Il dottor Jumba viene messo in prigione per aver fatto sperimentazioni genetiche illegali e aver creato l’Esperimento 626. Quest’ultimo, considerato pericoloso e violento, viene condannato all’esilio ma riesce a fuggire sul pianeta Terra e più precisamente nelle Hawaii. Intanto Lilo e sua sorella maggiore Nani stanno cercando di dare equilibrio alle loro vite dopo la morte dei loro genitori. Nani però fa fatica a gestire sia il lavoro che la casa e Lilo non ha amici. Lilo rischia di essere portata via dai servizi sociali se la situazione non migliora ed è qui che arriva 626, fingendosi un cane e venendo adottato da loro, prendendo il nome di Stitch. Un film incredibile e anche autoriale dove il regista, Sanders, mette molto di suo, a partire dal tratto morbido e rotondeggiante ma soprattutto tramite l’utilizzo degli acquarelli per gli sfondi, una tecnica che non veniva usata dall’Epoca d’oro della Disney. Inoltre si dimostra molto coraggioso nel parlare di tematiche davvero delicate e mature come ad esempio la famiglia disfunzionale e il trauma della perdita, trattandoli bene attraverso dei personaggi profondi e scritti con cura. Un film che amo e che consiglio assolutamente!
Questa volta non passiamo a un film horror bensì a un thriller fantascientifico che aveva nella mia lista da tanto tempo e che ho recuperato solo recentemente.
Ecco a voi Upgrade, pellicola thriller fantascientifica d’azione del 2018 scritta e diretta da Leigh Whannell.

Trama:
Grey Trace (Logan Marshall-Green) è un meccanico sposato con Asha (Melanie Vallejo), una lavoratrice della compagnia Cobolt, una compagnia all’avanguardia nel campo tecnologico. Grey deve portare una macchina a un suo cliente e decide di andare con sua moglie. Il cliente in questione è Eron (Harrison Gilbertson), un noto inventore e capo della Vessel, la compagnia migliore al mondo in fatto di tecnologia. Ed è qui che Eron presenta alla coppia la sua ultima invenzione, STEM, un’intelligenza artificiale in un chip, capace di superare gli umani in diverse cose. Grey a Asha tornano a casa, ma durante il tragitto la loro macchina viene hackerata e hanno un incidente. Infine arrivano degli uomini che uccidono Asha e feriscono gravemente Grey, rendendolo tetraplegico. Grey è distrutto per tutto quello che è successo, ma arriva Eron a dargli una soluzione: impiantare STEM dentro il suo corpo, in modo che possa tornare a muoversi. L’operazione ha successo ma le cose non si fermano lì. STEM ha la capacità di parlare e, come se non bastasse, può dare a Grey delle capacità fisiche incredibili. Ed è sempre STEM che troverà un indizio su uno dei possibili assassini di Asha. Così Grey inizierà la sua ricerca per vendicarsi, senza immaginare a cosa andrà incontro.

Avevamo già parlato di Whannell in passato. La prima volta con Insidious 3, la sua prima prova da regista, purtroppo uno dei capitoli più deboli della saga di Insidious. In seguito però mi ha stupito molto con L’Uomo Invisibile e la sua reinterpretazione. Upgrade è nel mezzo a livello cronologico e, posso dirlo senza problemi, questa è la sua opera migliore oltre che un’enorme sorpresa. Tra l’altro è un altro progetto della Blumhouse e, dopo quell’obbrobrio di Obbligo o verità, un film simile fa molto bene. Partiamo però con ordine.

Iniziamo dal lato tecnico dove, come accadrà per la sceneggiatura, ci troveremo davanti a piccole e numerose idee davvero interessanti e gestite bene. La regia in questo caso si dimostra ben curata e creativa. Il film riesce fin dai primi minuti a mostrarci un mondo tecnologico interessante, con macchine squadrate e color oro (la scelta di questo colore è dovuta al fatto che in così si potevano nascondere i limiti della CGI) che guidano da sole, macchine automatiche con un grande livello di mobilità e un numero elevato di droni che sorvolano la città e monitorano le persone e le loro attività. In questo caso bisogna ricordarsi che questo è un film indipendente a basso budget eppure riesce a sembrare veramente costoso e questo grazie al modo in cui questi effetti speciali sono stati mostrati e ripresi. Ad esempio abbiamo una o due scene in cui ci viene mostrata la città con alcuni edifici più avanzati e viene sempre fatto da una certa distanza, inserendo il digitale in luoghi esistenti e modificando un minimo alcuni palazzi. Poi abbiamo ovviamente le già citate auto e il motivo per cui sono fatte in quel modo e i droni che ci vengono mostrati per lo più di notte. Tutti questi effetti ci vengono mostrati in maniera intelligente e studiata, in modo da sembrare più curati e soprattutto non usandoli troppo spesso, ma solo in determinati punti per farci entrare meglio in questa specie di futuro prossimo.

Inoltre la regia riesce a gestire benissimo le scene d’azione. Gli inseguimenti e le sparatorie sono gestiti molto bene e risultano dinamici, ma ciò che sorprende più di tutti sono i combattimenti corpo a corpo. STEM darà grandi abilità a Grey ma quest’ultimo, per potersi muovere deve focalizzare i suoi pensieri e l’intelligenza artificiale creerà il movimento. Per questo avrò dei movimenti molto precisi, simili a quelli di un umano ma non del tutto, come se fossero una copia, dando l’impressione che sia un vero e proprio robot, che non fa azioni inutili ma precise e calcolate. Non solo il regista riesce a trasmettere queste sensazione ma durante le scene d’azione userà tecniche particolari, come ad esempio piegare l’inquadratura con un’inclinazione obliqua come se fossero inquadrature olandesi e lo farà spesso, anche in questo caso con grande precisione, senza mai far venire il mal di testa allo spettatore e dando maggiormente la percezione di vedere una macchina combattere. Anche il resto del lato tecnico è ottimo, come ad esempio la fotografia, con neon e con un contrasto forte tra i colori blu e rosso.
In questo campo tutto funziona benissimo ma anche la sceneggiatura si dimostra molto intelligente.

Grey inizialmente non vuole vendicarsi, vuole trovare i colpevoli visto che la polizia brancola nel buio e l’auto di STEM si rivela incredibile, ma è anche qui che iniziano i problemi. Grey ha in parte il controllo su STEM ma quest’ultimo, per poter agire al massimo delle sue possibilità nel combattimento, ha bisogno del permesso di Grey per avere il totale controllo. Quando succederà, vedremo Grey diventare una vera macchina da guerra, con il corpo comandato del tutto dall’intelligenza artificiale mentre la sua coscienza è ancora presente. La prima volta reagisce infatti in maniera sorpresa e ovviamente spaventata. Dando però potere a STEM non avrà controllo delle sue azioni e arriverà a uccidere uno degli assassini. Da qui in avanti non potrà più tornare indietro e continuerà questa sua scia di vendetta. Quello che è interessante è proprio il modo in cui Grey interagisce con STEM. Per lui questa intelligenza artificiale diventerà indispensabile perché gli permetterà di muoversi, di combattere, di trovare indizi e avvicinarsi alla verità. Per lui sarà indispensabile ma diventerà anche una maledizione perché STEM, quando avrà il controllo, farà cose che Grey non oserebbe mai fare, come appunto il primo omicidio e, più passerà il tempo, più STEM inizierà ad avere il potere e Grey dovrà combattere contro il suo stesso corpo e l’intelligenza artificiale.

La cosa interessante e intelligente di questo film è proprio la tematica in cui non si critica la tecnologia ma l’uso che noi ne facciamo. Infatti la critica e l’argomento principale riguarda il fatto che stiamo creando macchine che possono sostituirci e non aiutarci o supportarci e lo fa senza alcuna retorica ma attraverso una storia scritta molto bene. Spesso mi capita di vedere pellicole, e l’ho visto parecchio ad esempio in film italiani, che andavano a criticare la tecnologia in generale e questo l’ho sempre considerato un grave errore anche perché vorrei proprio vedere queste persone senza cellulare, navigatore o altre comodità che usano spesso anche per necessità. Per esempio in ambito ospedaliero la tecnologia ha aiutato parecchio e continua a farlo (ci sono poi migliaia di esempi che posso fare ma così facendo rischierei di andare fuori tema). Per questo il film funziona bene perché evita di cadere nel qualunquismo, una piaga sociale enorme, e cerca di approfondire l’argomento con cura e mostrando cosa potrebbe succedere con un tipo di tecnologia che può prendere il nostro posto. E visto i tempo che corrono, questo film arriva al momenti giusto (proprio come successe per M3GAN, che parlava della stessa tematica in maniera ottima).

Per concludere, Upgrade è un film indipendente veramente solido con una regia curata e interessante e con un uso ponderato degli effetti speciali. La storia è scritta bene e riesce a trattare certe tematiche in maniera pensata e profonda, senza cadere in inutili qualunquismi. Un film stupendo che vi consiglio assolutamente!

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

9 pensieri riguardo “Upgrade (film)

    1. No, anche se potrebbe ricordarlo. In questo caso è un conflitto interno con un’intelligenza che cerca pian piano di prendere il controllo. Una storia di vendetta che rischia di precipitare proprio perché il nostro protagonista da sempre più controllo a questa intelligenza e così perde il controllo delle proprie azioni e di sé stesso. È un film veramente bello che in poco tempo affronta il tutto con grande intelligenza e un’ottima scrittura.

    1. Onestamente neanche io, ma purtroppo quel film ebbe un certo successo e serviva qualcosa per pubblicizzare Upgrade che era qualcosa di semi indipendente. Alla fine qualcosa ha guadagnato (non tantissimo, ma abbastanza) ma soprattutto la critica lo ha adorato.

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