Fantasia

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo abbiamo ripreso a parlare dei classici animati Disney e lo abbiamo fatto con il loro secondo lungometraggio ossia Pinocchio. Purtroppo il film fu un flop al botteghino, fallimento dovuto allo scoppio della seconda guerra Mondiale, ma un film molto importante. Innanzitutto fu il primo film Disney a vincere sia L’Oscar alla miglior colonna sonora che alla miglior canzone originale ma fu anche un enorme passo avanti per la casa di produzione. A livello tecnico infatti fu impressionante perché animarono tantissimi elementi naturali come pioggia, vento, fulmini, fumo e anche oggetti complessi come automi e orologi, per questo viene considerato come uno dei capolavori tecnici della Disney. Anche a livello narrativo si è notato un certo miglioramento. Ovviamente sono presenti delle gag che occupano un certo spazio, ma a livello narrativo è molto più compatto rispetto a Biancaneve. Un film da riscoprire assolutamente.
Con questo articolo continuiamo a parlare dei film d’animazione Disney e ovviamente lo facciamo con il loro terzo lungometraggio, rimanendo ancorati ancora al 1940. In quell’anno infatti uscirono ben due lungometraggi animati, Pinocchio e la pellicola di cui parleremo oggi. Il 1940 doveva essere un bell’anno per Disney, visto i progetti che aveva portato avanti e l’impegno enorme mostrato in questi lavori. Basta pensare a Pinocchio, dove i miglioramenti rispetto a Biancaneve erano parecchi visibili. Con lo scoppio della guerra però Pinocchio non fu un successo al botteghino anche perché il mercato europeo era completamente chiuso. Ma il film di cui parleremo oggi fallì in maniera più clamorosa rispetto a Pinocchio. Ed effettivamente era un progetto ambizioso al pari di Biancaneve e che in molti credevano avrebbe portato al fallimento della Disney, solo che questa volta ci azzeccarono e la Disney rischiò veramente di chiudere i battenti. Ai tempi questo film venne definito come intellettualoide e divise la critica, ma fortunatamente nel tempo venne rivalutato e tuttora viene considerato come un’opera incredibile.
Ecco a voi Fantasia, pellicola d’animazione musicale del 1940 divisa in sette segmenti (più l’intervallo) e diretto da vari registi. Ecco, come sempre, l’articolo di Chest of Tales (QUI).

Fantasia film 1940 poster

In questo caso è opportuno narrare le origini di questo film, un film che prese vita grazie a Topolino. Infatti da un po’ di tempo la figura di Topolino era in declino e Disney voleva riportarlo in auge e quindi decise di inserirlo nel corto L’apprendista stregone, un cortometraggio davvero ambizioso. Il suo obiettivo era quello di unire l’animazione alla musica classica, una cosa che Disney aveva già fatto in precedenza con le Sinfonie Allegre, ma voleva dargli qualcosa in più, voleva che animazione e musica andassero perfettamente insieme come se fossero un’unica cosa. Cercò quindi di dare prestigio al corto utilizzando un noto direttore d’orchestra ed è qui che Disney si rivolse a Leopold Stokowski, direttore dell’orchestra di Filadelfia. Stokowski era davvero emozionato e decise di condurre il brano gratuitamente (la ballata era scritta da Johann Wolfgang von Goethe e composta sul poema sinfonico di Paul Dukas). In questo caso però si notò fin da subito un dettaglio particolare: per quel singolo corto la Disney aveva già speso già 125 mila dollari, un budget tre o quattro volte superiori a un singolo corto delle Sinfonie Allegre e sicuramente L’apprendista stregone non avrebbe potuto recuperare quel budget da solo. In tutto ciò però Disney vide una possibilità e iniziò così a delinearsi l’idea di un film con diversi segmenti di grande qualità. Ed è così che cominciò la lavorazione di Fantasia, che inizialmente aveva il nome di The Concert Feature. Insieme a Disney e Stokowski si unì anche il compositore e critico musicale Deems Taylor, il cui ruolo consisterà nel presentare ogni segmento, spiegando al pubblico cosa avrebbero visto. Ora bisognava solo scegliere i brani musicali.

Stokowski, Taylor, i capi di vari dipartimenti e gli sceneggiatori Joe Grant e Dick Huemer si occuparono di selezionare le musiche, mentre Disney partecipò poco per la sua scarsa conoscenza musicale. Molti brani vennero presi in considerazione e poi scartati come ad esempio Moto Perpetuo di Niccolò Paganini mentre altre musiche scartate vennero riutilizzate in altri film della Disney come ad esempio Pierino e il lupo di Sergej Prokof’ev (che sentiremo in Musica Maestro). Alla fine i brani per i segmenti vennero scelti ed è qui che Disney fece una scelta coraggiosa ma che fu uno degli altri motivi per cui Fantasia non ebbe successo (il nome del film venne cambiato definitivamente nel 1938), ossia registrare la colonna sonora in Fantasound, un’innovativo sistema stereofonico surrond, il primo nella storia del cinema che fu una rivoluzione ai tempi visto che prevedeva dei processi molto comuni oggi nel comparto audio come ad esempio la registrazione multipla che permette di separare la registrazione di vari suoni per poi crearne uno solo. In questo caso erano presenti ben tre tracce audio che dovevano diffuse attraverso tre altoparlanti. Una tecnica simile costò parecchio e creò purtroppo dei problemi visto che non tutti i cinema potevano disporre di questa tecnologia. Per questo motivo Fantasia venne proiettato in 13 città degli Stati Uniti a partire dal 13 novembre del 1940. Disney si occupò personalmente di installare il Fantasound in questi cinema, cosa che fece aumentare ancora di più i costi del film, causando una perdita alla Disney molto più elevata rispetto a quella subita con Pinocchio. Fortunatamente la pellicola nel corso degli anni venne rivalutata e riscoperta, dando notorietà al film e ai suoi valori artistici. E dopo questo breve riassunto sulla nascita di Fantasia è arrivato il momento di parlare dei vari segmenti della pellicola.

Fantasia film Mickey Mouse Stotowski

Iniziamo con Toccata e Fuga in Re minore di Johann-Sebastian Bach e diretto da Samuel Armostrong.
Questo segmento è forse quello che da piccoli si tende ad apprezzare di meno, nonostante quando ero un bambino ne rimasi comunque impressionato e sorpreso. Il motivo è molto semplice: parliamo di animazione astratta, un tipo di animazione particolare e a mio avviso stupenda, per niente facile da realizzare. Il segmento comincia con l’orchestra che suona, le immagini e i colori che cambiano a seconda del ritmo per poi passare all’animazione astratta in cui varie immagini di archi, dune, stelle si sovrappongono seguendo perfettamente il suono, come se la musica avesse preso vita. A mio avviso uno dei segmenti più particolari e coraggiosi.

Passiamo ora a La danza della Suite dello Schiaccianoci, tratto da Lo schiaccianoci di Pëtr Il’ič Čajkovskij e diretto sempre da Samuel Armostrong.
Questo segmento è diviso in vari balletti con protagonisti vari personaggi fantastici come fate e funghi danzanti oppure da pesci e fiori. Il segmento è diviso in sei sezioni. Non parlerò di tutti quanti ma solo di quelli che mi hanno colpito di più come La danza cinese. In questa parte dei Funghi danzanti, assomiglianti a dei ballerini cinesi, eseguiranno dei movimenti sincronizzati mentre un fungo più piccolo, soprannominato Hop Low, cerca di seguire il ritmo non riuscendo a entrare nel gruppo e mostrando una certa goffezza. Mi è sempre piaciuta questa parte per il semplice motivo che trovavo quei funghi adorabili con quei colori e quelle linee dolci con cui erano stati disegnati.
In questo episodio comunque tutti i balli sono curati e unici, come La danza degli Zufoli con il ballo sull’acqua, La danza araba con i pesci rossi e infine Il Valzer dei fiori, uno dei miei preferiti, dove le fate fanno cadere le foglie per dare il benvenuto all’inverno e dove uno degli elementi che mi ha sempre sorpreso è il modo in cui viene creato il ghiaccio (in quest’ultima parte il design delle fate fu realizzato da Sylvia Holland).

fantasia-1940-walt-disney

E ora passiamo all’episodio più famoso e conosciuto di tutti, l’episodio che ha permesso la nascita di questo film ossia L’apprendista stregone di Paul Dukas e diretto da James Algar. Al contrario dei due episodi precedenti, questo segmento ha una trama seppur molto semplice. Topolino è l’apprendista del potente stregone Yen Sid (sì, il suo nome è Disney al contrario). Un giorno lo stregone va a dormire e lascia il suo cappello magico sulla scrivania. Topolino, stanco di fare lavori faticosi, decide di prendere il cappello e usare la magia per far lavorare qualcun altro, ma le cose gli sfuggiranno di mano.
Questo episodio ha fatto nascere Fantasia e doveva servire per ridare popolarità al personaggio di Topolino. A quei tempi Topolino aveva perso popolarità e personaggi come Paperino e Pippo lo avevano di gran lunga superato. Questo era dovuto anche all’evoluzione di Topolino, all’inizio una persona combina guai e fastidiosa, poi diventato più maturo e tranquillo. Con questo episodio Topolino ebbe un’ulteriore evoluzione soprattutto a livello di design. Infatti lui verrà ridisegnato in particolar modo il volto e gli occhi, a cui vennero aggiunti le pupille, che davano al personaggio più profondità nelle espressioni e che tuttora è il design che tutti conosciamo bene.
Questo corto era davvero divertente e allo stesso modo incredibile per la complessità delle scene e del lavoro fatto con ombre ma soprattutto con l’acqua. La parte con le scope viene ricordata da tutti, scope che devono portare secchi pieni d’acqua e che Topolino non riuscirà più a controllare, finendo con allagare tutto. Il corto ha dei momenti meravigliosi come il sogno di Topolino in cui sembra controllare le stelle e e galassie o anche il finale in cui le scope creano un mulinello d’acqua. Gli effetti dell’acqua vennero creati da Ugo D’Orsi, un animatore italiano che lavorò con Disney fino al 1941, quando poi decise di abbandonare lo studio. Un altro dettaglio che non dobbiamo dimenticare è proprio Yen Sid, che impressionò tutti nonostante rimanga sullo schermo per poco tempo. Questo era dovuto al suo sguardo, capace di incutere timore e anche rispetto. Un personaggio indimenticabile.

E ora passiamo a uno degli episodi che da piccolo amavo di più e che ancora oggi adoro ossia La sagra della Primavera di Igor’ Fëdorovič Stravinskij e diretto da Bill Roberts e Paul Satterfield. Questo segmento è incredibile, parte dalla formazione della terra e dei mari, prosegue con le prime forme di batteri per poi arrivare infine all’epoca dei dinosauri. E io da piccolo amavo alla follia i dinosauri. A dire il vero anche ora, ma non è questo il punto. Inizialmente il progetto doveva essere più lungo e arrivare ai mammiferi, all’uomo e alla scoperta del fuoco. I creazionisti però minacciarono di creare problemi a Disney e quindi lui decise di lasciar perdere (già ai tempi queste persone davano molti fastidi). In ogni caso il modo in cui è rappresentata l’evoluzione è meravigliosa e affascinante e penso che possa essere considerato profondamente educativo.
Quando arriviamo ai dinosauri, il corto ci mostra un’enorme quantità di di creature, tutte animate benissimo e in maniera unica. La parte che però noi tutti ricordiamo è sicuramente lo scontro tra lo Stegosauro e il Tirannosauro. Questa parte è piena di tensione con lo stegosauro che si difende come meglio può e il tirannosauro che impressiona per il suo aspetto e la sua aggressività (per non parlare del cambio d’atmosfera quando arriva lui). Questo scontro fu animato da Wolfgang Reitherman e ammetto che è stato uno dei momenti più belli della pellicola.

Fantasia-film-1940-stegosaurus-tyrannosaurus

Dopo questa parte c’è l’intervallo dove i musicisti se ne vanno letteralmente dal palco. Un’idea veramente divertente e, quando tornano, viene presentata la Colonna Sonora, qui personificata da una linea retta che poi cambierà forma e colori a seconda del suono.

Ora tocca a La Sinfonia Pastorale di Ludwig van Beethoven e diretto da Hamilton Luske, Jim Handley e Ford Beebe. In questo episodio viene mostrata una giornata ai piedi del Monte Olimpo, dove centauri e centaure galoppano insieme (insieme anche a fauni e cavalli alati) e le musiche sono gioiose, almeno fino a quando Zeus non decide di divertirsi un po’ con i fulmini. Una delle cose che sicuramente adoro di questo corto sono i paesaggi, ispirati molto all’Art Nouveau, per via delle linee dinamiche e soprattutto ornamentali. Di questo corto ho sempre adorato la parte di Dionisio e quella in cui Zeus decide di scatenarsi sulle povere creature per divertirsi.
Purtroppo, quando si parla di questa parte, si deve anche parlare di due personaggi che negli anni a venire sono stati tagliati ossia Sunflower e Otika, Perché? Perché rappresentavano degli stereotipi razzisti. Praticamente sono due centaure che, al contrario delle altre, sono piccole, brutte e anche tonte e che guardano con ammirazione la bellezza delle centaure bianche. So bene che il film va contestualizzato e purtroppo negli anni ’40 non si facevano problemi sulle questioni razziali, ma anche per i tempi era una bruttissima dimostrazione di razzismo. Anche in altri film Disney c’era qualche scena razzista, ma mai a questi livelli. A tal proposito non posso far altro che concordare con quello che diceva il critico cinematografico Robert Ebert:
Mentre il film originale dovrebbe, ovviamente, essere conservato per scopi storici, non è necessario che la versione generale perpetui stereotipi razzisti in un film progettato principalmente per i bambini.

Dopo questo episodio passiamo ora alla Danza delle Ore di Amilcare Ponchielli e diretto da T. Hee e Norm Ferguson.
Senza alcun dubbio, questo è uno dei corti più simpatici e divertenti che si può dividere in quattro parti: la danza con gli struzzi, poi con gli ippopotami, gli elefanti e infine con i coccodrilli. L’intero episodio non è altro che una simpatica parodia della danza classica, dove questi animali antropomorfi balano dimostrando grande abilità ma allo stesso tempo una certa goffezza. In questo caso gli animatori fecero un grande lavoro di documentazione per capire meglio come si dovessero muovere i vari personaggi. Inoltre è l’episodio più leggero di tutti, capace di far sorridere e divertire per alcune gag slapstick simpatiche.

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E ora passiamo all’ultimo episodio, uno che da piccolo amavo tantissimo (e amo tuttora) e che è rimasto impresso a molti.
Una Notte sul Monte Calvo e Ave Maria, il primo di Modest Petrovič Musorgskij, mentre il secondo di Franz Schubert, e diretto da Wilfred Jackson.
In questo ultimo capitolo vediamo il demone Chernabog svegliarsi e chiamare a se spiriti e altre creature dell’oscurità fino a quando non arriva l’alba, costringendolo a ritirarsi. E alla fine abbiamo l’Ave Maria con i monaci che camminano in una foresta. Uno dei motivi principali per cui questo corto viene ricordato da molti è la prima parte con gli spirti e le varie creature, ma soprattutto per il demone, Chernabog. La scena in cui quel demone si sveglia è impressionante, la sua stazza è enorme, grande quanto il monte, il suo aspetto è minaccioso e terrificante e solo dai suoi movimenti possiamo percepirne la forza e il potere. Per le pose di Chernabog venne chiamato perfino Bela Lugosi e in seguito lo stesso Wilfred Jackson decise di posare per creare le fattezze e i movimenti del demone. Una prima parte dove vediamo fantasmi ed esseri oscuri dirigersi dal demone, danzando e correndo, creando delle vere e proprie scene da incubo che ancora oggi riescono a impressionare per l’enorme mole di personaggi e dettagli. Tra le altre cose Chernabog è ispirato al Černobog, una misteriosa divinità slava di cui in realtà si sa poco. Una particolarità che si può certamente notare è l’influenza del Faust di Murnau, soprattutto per quanto riguarda l’apparizione del demone che sovrasta l’intera cittadina ai piedi del monte. La scelta finale di inserire L’Ave Maria fu fatta per creare un forte contrasto con questa prima parte, qualcosa capace di rimandare indietro il demone e di riportare la pace e la calma.

Questo in conclusione era Fantasia, un progetto molto ambizioso, folle, visionario, un progetto a cui lavorarono più di mille artisti e che conta ben cinquecento personaggi. Un’opera unica che riesce a dimostrare una grande forza visiva che difficilmente potrà mai essere riproposta oggi e che neanche il seguito, Fantasia 2000, è riuscito a realizzare (ma questa è un’altra storia). L’opera fu un enorme fallimento, nonostante con il tempo sia poi stata apprezzata e amata, che rischiò veramente di causare il fallimento della Disney. Il loro quarto film animato però la salvò dalla rovina, ma anche questa è un’altra storia.

fantasia-film-1940-chernabog

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

48 pensieri riguardo “Fantasia

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