Ico, il castello delle nebbie

Nello scorso articolo abbiamo parlato di Misumisou, un manga horror, con temi come il bullismo e mobbing. Una storia cruda e dallo stile artistico particolare, che riesce nella sua semplicità a esprimere le emozioni dei personaggi.

Vi ho già parlato di Ico, anni fa, qui.
Si tratta di un videogioco del 2001 per playstation 2, creato da Fumito Ueda. E’ un puzzle game, fantasy/avventura, davvero particolare. Il gioco è quasi privo da dialoghi e non ha un HUD. La storia è semplice ma la lore del mondo che circonda il protagonista – un bambino di nome Ico, con un paio di corna sulla testa – è tanta. Il gioco lascia spazio all’interpretazione, in un’esperienza completamente dedicata ai suoni della natura, l’atmosfera e il silenzio.
Al momento esiste una versione playstation 3, una remastered che comprende il gioco e il suo seguito, Shadow of the Colossus, di cui è stato fatto anche un remake nel 2018 per playstation 4, dalla Blue Point Games.

Ma sono qui oggi per parlare del romanzo, tratto dal video gioco: Ico, il castello delle nebbie di Miyuki Miyabe, edito in Italia dalla Kappalab.

Il libro si destreggia tra vari punti di vista. Inizialmente si sofferma sull’uomo che ha cresciuto il giovane Ico, ragazzino di 13 anni destinato a diventare un sacrificio. Il giorno è giunto, le sue corna sono spuntate ed è il momento che venga condotto al Castello delle nebbie. Qui assisteremo ai dubbi e i pensieri dell’uomo che l’ha visto crescere e la sua compagna. Poi abbiamo Ico stesso, rinchiuso in una grotta a modo che non sfugga al suo dovere, anche se lui non ne ha alcune intenzione. Poi c’è anche il suo amico d’infanzia, che desidera andare con lui.
Qui, al contrario del gioco, che ci mostra subito Ico mentre viene portato al castello, per essere poi imprigionato in una sorta di sarcofago, dove è destinato a morire, il libro si dilunga a disegnarmi un background, che ho trovato un po’ ingenuo ma carino come fantasy per ragazzi. Ma ecco, mi aspettavo di più.
Ico viene portato al Castello e lui non oppone resistenza, perché sa che se non va le conseguenze saranno terribili, in quanto il sacerdote gli ha mostrato cosa il potere oscuro celato lì dentro può fare alla gente comune.
Come nel gioco, nel castello Ico sarà in grado di liberarsi dalla sua prigionia e inizierà a vagare, fino a incontrare una ragazzina, forse poco più grande di lui, che sembra eterea ed è rinchiusa in una gabbia appesa al soffitto.
Dopo averla liberata, scoprirà che delle ombre tentano di catturarla e portarla via. Lui la proteggerà e insieme cercheranno una via di fuga dal Castello.
Purtroppo i due non si capiscono, in quanto parlano una lingua differente.
Nel libro i punti di vista continueranno a differenziarsi, passando da Ico alla ragazzina, per delineare il passato di quest’ultima e i suoi pensieri.

Il romanzo in sé è ottimo per i ragazzi e gli amanti del genere, soprattutto per avvicinarli all’opera originale. Io ho fatto l’errore di aspettarmi un libro di lore sul gioco, quando in realtà è una sorta di fanfiction. Prendendolo come tale, un punto di vista del gioco, una costruzione personale dell’autrice intorno a esso, allora non è assolutamente male. La storia è bella e affascinante e i personaggi sono ben riusciti e raccontati. Solo il mondo che li circonda sembra essere poco chiaro e delineato.

Fran Ryougi

7 pensieri riguardo “Ico, il castello delle nebbie

  1. Sul tema del mobbing ti consiglio di vedere una splendida serie tv chiamata “Something in the rain”. Devi affrettarti però, perché il 1 Giugno verrà rimossa dal catalogo Netflix. O l’hai già vista?

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