Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo abbiamo ripreso a parlare della Disney, continuando a parlare dei suoi classici animati e arrivando a parlare di uno dei suoi lavori migliori, Mulan. Gli Unni hanno superato la Grande Muraglia e l’imperatore della Cina ha ordinato la mobilizzazione dell’esercito e di chiamare almeno un uomo di ogni famiglia pronto a combattere. Una di queste persone chiamate a lottare è il padre di Mulan, un uomo anziano che soffre per le vecchie ferite. Mulan, per impedire che il padre vada incontro a morte certa, prende il suo posto travestendosi da uomo. Gli antenati della famiglia si risvegliano per decidere chi dovrà riportare indietro la ragazza e alla va Mushu, un piccolo drago che vuole ottenere rispetto tra gli antenati e per questo vuole far diventare Mulan un eroe. Questo film è tecnicamente eccellente, con dei disegni che riprendono l’arte cinese con tratti semplici e delicati e l’uso di acquarelli. La regia crea dei momenti meravigliosi e maturi e le musiche sono divertenti e usati nei momenti giusti. Ciò che riesce a convincere maggiormente però la protagonista, una ragazza comune, una nessuno, che però grazie al duro impegno e alla sua intelligenza riesce a superare le avversità e a fare la differenza in situazioni critiche e pericolose. Un classico animato ancora moderno che affronta tematiche femministe con maturità e serietà e che consiglio a tutti di recuperare.
Questa volta continuiamo il nostro percorso con i classici animati Disney e arriviamo all’ultimo film del Rinascimento Disney. Questo periodo è durato 10 anni ed è iniziato con La sirenetta e in questo breve lasso di tempo ha dimostrato quanto potesse essere forte e ricco di inventiva, e in generale mi riferisco all’animazione occidentale che da un po’ di tempo era in crisi. E con questo film raggiungiamo enormi verte artistiche.
Ecco a voi Tarzan, pellicola animata del 1999 scritta da Tab Murphy, Bob Tzudiker e Noni White e diretta da Kevin Lima e Chris Buck. Ecco anche l’articolo scritto da Chest of Tales (QUI).
Trama:
Siamo nel 1800 e una coppia inglese, insieme al loro neonato, riescono a fuggire dalla loro nave in fiamme e sbarcano in una giungla africana. Qui i due iniziano a costruire la loro casa su un albero per poter vivere in tranquillità, ma un leopardo chiamato Sabor li trova e uccide i genitori, ma non il neonato che era stato nascosto. Nello stesso momento Kala (Glenn Close), una gorilla femmina che ha perso da poco il suo cucciolo sempre per colpa di Sabor, sente i pianti del bambino e lo salva dalla furia del leopardo. Kala si affeziona subito al piccolo umano e decide di adottarlo come figlio. La decisione però non è ben vista da Kerchak (Lance Henriksen), capo branco del gruppo e compagno di Kale, ma decide di accogliere il neonato solo per amore di Kala. Il neonato viene chiamato Tarzan (Alex D. Linz) e crescendo tenta di stare al passo con gli altri, ma trova enormi fatiche. Però non si arrende, vuole diventare migliore e farsi accettare da Kerchak e, con l’aiuto della madre e dei suoi amici Terk (Rosie O’Donnell) e Tantor (Wayne Knight) diventerà un adulto (Tony Goldwyn) pieno di iniziativa e in grado di tenere testa agli altri. Il suo mondo però cambierà quando un giorno incontrerà persone simili a lui ossia altri umani.
Siamo arrivati al 37° classico Disney e all’ultimo film Disney del Rinascimento. Come avevo già detto, questo periodo è stato importante a livello commerciale ma soprattutto artistico perché in ogni film usciti in questi dieci anni riuscivano sempre a creare qualcosa di differente in ogni opera, provando nuovi stili e spingendosi sempre più in là con le tecniche d’animazioni. Un momento fiorente che ho sempre apprezzato molto e con Tarzan si chiude in maniera eccellente. Iniziano subito con la produzione.
Già in passato l’opera di Edgar Rice Burroughs venne trasposta al cinema, ma questa fu la prima volta che venne fatta come lungometraggio animato e a vederne il potenziale fu l’allora presidente della Walt Disney Feature Animation, Thomas Schumacher. Nell 1994 Jeffrey Katzenberg decise di chiamare Kevin Lima (che aveva quasi finito In viaggio con pippo, un film animato per la televisione che vorrei recensire un giorno) e sapere se era interessato. All’inizio Lima era un po’ titubante visto che si parlava di un’opera imponente che doveva essere realizzata da animatori con poca esperienza, ma venne ricontattato in seguito nel 1995 da Michael Eisner (Katzenberg se ne era già andato e un giorno mi piacerebbe parlarne, probabilmente quando discuterò della DreamWorks) e alla fine accettò e iniziò un lungo studio dell’opera di Burroughs.
Il regista aveva numerose idee a riguardo e furono proprio queste a convincere l’amico Chris Buck a unirsi alla regia. A livello di scrittura cambiarono alcune cose, soprattutto per via del terzo e ultimo atto, che si allontanava molto dal libro ma per una regione semplice: non era adatto per le tematiche che la Disney voleva portare avanti, ma su questo ci torneremo alla fine. Quindi cambiarono alcuni personaggi chiave come Kerchak e soprattutto aggiunsero un villain come Clayton (Brian Blessed), fondamentale per il terzo atto e, come vedremo in seguito, un’ottima nemesi per i vari personaggi. Però adesso concentriamoci sul lato tecnico.
Lo stile di questo film è ottimo, riuscendo a caratterizzare nel design tutti i personaggi e un ottimo lavoro è stato fatto con i gorilla. Sono stati capaci di renderli tutti diversi, riuscendo comunque a mantenere un’anatomia del corpo molto realistico nei movimenti ma con volti differenti e ben definiti come ad esempio Kerchak, un volto serio e cupo e in certe occasioni capace di sembrare molto minaccioso oppure Kale, con un volto più dolce e calmo (oltre che con un colore differente). Tra le altre cose adoro anche come hanno caratterizzato Terk, con quella specie di ciuffo ribelle che la lega perfettamente al suo comportamento. Quello che però stupisce è Tarzan, probabilmente uno dei lavori migliori e più complessi a livello anatomico. I suoi movimenti erano molto importanti visto le acrobazie e le azioni che compie sugli alberi e sulle liane, oltre al fatto che indossava pochi vestiti, e quindi c’è stato un profondo studio legato al movimento dei muscoli, al peso e alla forza usata nelle gambe e nelle braccia, riuscendo a far percepire al pubblico il peso di tali azioni. Anche la posizione delle mani è stata curata parecchio, visto che si muove come un gorilla e quindi sono riusciti a unire i movimenti di quest’ultimo con quelli di una persona e il risultato finale è un design magnifico e delle animazioni di alto livello.
Grazie a questo arriviamo a ciò che lascia veramente sbalorditi, le animazioni. Per parlare di ciò bisogna anche parlare dei magnifici e ampi fondali. Quest’ultimi sono stati realizzati in 3D però facendo in modo che assomigliasse a un disegno 2D tradizionale (la stessa tecnologia verrà usata per Atlantis e Il pianeta del tesoro). Ciò ha permesso alla regia di avere dei movimenti molto più liberi e ampi, arrivando perfino a fare dei piani sequenza folli senza alcun taglio in cui vediamo il protagonista surfare sui rami degli alberi. E non scherzo, Tarzan si muove in maniera talmente fluida in questo ambiente che sembra quasi surfare o pattinare, dando l’impressione che ormai sia in perfetta armonia con la giungla. Apprezzo molto anche le musiche composte e cantate da Phil Collins. Penso sia importante sottolineare che qui, al contrario dei precedenti film Disney, non sono i personaggi a cantare ma una voce esterna, una decisione presa soprattutto dal Lima che, a detta sua, trovava ridicolo vedere un uomo in perizoma cantare (e in parte gli do ragione). E ora passiamo ai personaggi e alle tematiche.
Come da tradizione Disney, ci sono numerosi personaggi e tutti quanti ben caratterizzati. Adoro i gorilla così diversi come Kerchak, sempre sull’attenti, preoccupato per il suo branco ma incapace di accettare Tarzan come uno di loro, Kale che si dimostra comprensive, dolce e molto saggia oppure Terk che, con il suo carattere esuberante, furbo e caotico, si dimostra divertente e simpatica. Inoltre adoro Jane Porter (Minnie Driver) un personaggio magnifico. Una donna molto goffa ma che dimostra una profonda conoscenza della flora e della fauna locale e di tante altre cose, una persona capace di sorprendersi del mondo che lo circonda, di comprenderne la bellezza, una persona affamata di conoscenza ma rispettosa degli altri, un’idealista che vuole solo studiare i gorilla e che farò conoscere il mondo a Tarzan. E Clayton è un villain perfetto per questa storia. Un cacciatore che si è proposto a Jane e suo padre come guida e guardia del corpo, ma che vuole in realtà i gorilla per rivenderne la pelliccia. Lui non rimane affascinato da quello che vede, certo anche Clayton si sorprende di Tarzan ma subito cerca di sfruttarlo per il suo scopo, possiamo definirlo un personaggio voglioso di arricchirsi, avido, pronto a commettere atrocità per ciò, una persona senza ideali che punta solo al guadagno. E ammetto che la sua morte è una delle più cupe della Disney.
Tarzan invece è un personaggio alla ricerca di sé stesso. Fin da piccolo si rende conto di essere diverso, di non assomigliare a nessuno dei gorilla, non sa dell’esistenza degli umani e per questo vuole fare del suo meglio per essere allo stesso livello degli altri, anzi perfino migliore. Poi tutto cambierà quando incontrerà Jane e gli altri umani, si porrà numerose domande e mentre nel primo atto compirà un percorso di crescita per essere una scimmia, nel secondo atto inizierà un viaggio di ricerca delle proprie origini. Con lui affrontiamo delle tematiche molto importanti. La prima è sicuramente l’ambientalismo, la protezione e il rispetto della natura e degli animali, ma c’è anche l’accettazione del diverso, in questo caso legato al fatto che Tarzan non riesce a farsi riconoscere da Kerchak e qui Kala sarà importante per dimostrare quanto certe differenze non importanza per amare un altro. E infine la tematica della famiglia, ma qui su un’ottica differente perché vediamo una madre adottare un bambino, non è una famiglia basata sul sangue, ma una famiglia nata dall’amore e, seppur Kala e Tarzan siano completamente diversi, si vogliono sinceramente bene e si capiscono alla perfezione e Tarzan, quando scoprirà di essere un uomo e chi erano i propri genitori, continuerà a considerare Kala come sua madre in tutto e per tutto. E qui la scena con le mani, fatta sia con Kala che con Jane, sarà utile per capire meglio sé stesso ma sarà anche una delle scene più belle del film, piena di significati ed emotività.
Per concludere, Tarzan è un film animato eccellente, un lavoro tecnico magnifico dove la Disney ha provato a fare un passo avanti con l’animazione, riuscendo in pieno e rendendo quest’opera moderna ancora oggi. E inoltre riesce a mostrare personaggi stupendi e delle tematiche molto mature e dolci. Un film eccellente che consiglio a tutti di vedere.
Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!
[The Butcher]
E’ uno splendido film animato, sicuramente, a mio giudizio, fra i migliori di questo periodo Disney.
La colonna sonora poi è azzeccata (ed è anche credo l’unica occasione in cui Phil Collins abbia cantato in italiano in tutta la sua carriera)
Phil Collins fece un lavoro eccellente e cantò benissimo in italiano. Se non sbaglio decise anche di cantare in altre lingue.
E comunque è un film veramente straordinario.
esatto,ha fatto anche le versione francese, tedesca e spagnola
Film stupendo! Per me gli anni ’90 (pur con i suoi alti e bassi) sono stati una bella annata per l’animazione Disney.
Qui oltre alla resa grafica (con ibrido 3D) c’è pure una storia ben scritta e una colonna sonora BELLISSIMA! Phil Collins che canta pure in italiano e una manciata di altre lingue.
Bellissimo!
Di questo periodo è sicuro uno dei più belli in assoluto e anche uno dei più maturi. Phil Collins è stato straordinario e le sue musiche le ricorderemo per sempre con affetto.
Nonostante sia uno dei migliori film del periodo, non solo Disney, è inspiegabilmente uno dei meno ricordati, o comunque non quanto gli altri. Forse perché non c’è nessun personaggio che ruba la scena, ma si può quasi definire un film dove tutti si completano a vicenda. Chissà.
Diciamo che è un film pieni di personaggi memorabili e ben scritti. In altre pellicole c’erano personaggi straordinari che però oscuravano tutti gli altri, come ad esempio il Genio, mentre qui c’è un ottimo equilibrio. Io lo ricordo con grande affetto e ancora oggi lo riguardo con ammirazione per il lato tecnico curato e la storia scritta bene.
Bella recensione! Conosco a grandi linee la storia di Tarzan, ma non ho mai visto nulla a riguardo. Coglierò volentieri occasione per colmare questa lacuna. 🙂
Sono sicuro che questo film saprà colpirti. È divertente, tecnicamente eccellente e con dei personaggi e delle tematiche ottime. Uno dei migliori della Disney.
Come al solito è davvero impossibile non farti i complimenti per la recensione 👏👏👏 Per quanto tiguarda il film animato concordo con te è bellissimo e dolcissimo con la giusta consapevolezza 😊
Grazie mille per I complimenti. E il film vale assolutamente la pena per la sua bellezza e maturità.
Bellissima recensione! Ho sempre trovato Tarzan un film inspiegabilmente sottovalutato, mi sembra che la sua risonanza nell’immaginario collettivo sia trascurabile, a fronte di un film tecnicamente ed emozionalmente eccezionale.
Su questo hai ragione. Effettivamente ho notato che in generale viene ricordato soprattutto dagli amanti dell’animazione mentre nella cultura generale non ha avuto lo stesso impatto di altre produzioni Disney, nonostante fosse stato un successo sia di pubblico che di critica.
Bella recensione per un bellissimo film di animazione, buona serata.
Grazie mille! Buona serata anche a te!
Un film ancora oggi bellissimo, commovente e divertente come un vero classico Disney, con splendide canzoni, battute memorabili e un cattivo degno di questo nome. Bell’articolo, come sempre, grazie!
Grazie mille per i complimenti! E si, questo è un classico strepitoso, sicuramente uno dei migliori di quel periodo e in generale uno dei più belli della Disney sotto ogni punto di vista.
non uno dei mattoni della mia infanzia, ma sicuramente uno dei classici che ho visto più spesso 💙
Questo è uno dei classici migliori in assoluto sotto ogni punto di vista. Ancora oggi riesce a stupire sia a livello tecnico sia per la scrittura matura. Davvero ottimo!
[…] uno dei periodi migliori per la casa di produzione, recensendo il loro 37° film animato, Tarzan. Una coppia inglese naufraga sulle coste africane con il loro neonato e qui decidono di costruire […]