La casa in fondo al lago

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo abbiamo deciso di spostarci negli Stati Uniti per parlare di un film che attendevo da molto tempo ma che purtroppo, a causa del Covid, è uscito da noi in home video ossia Antebellum. La storia narra di Eden, una schiava di colore, durante la Guerre di Secessione, costretta a lavorare in una piantagione di cotone e a subire le angherie dei confederati. Un giorno tenta di fuggire ma lei e gli altri vengono catturati e puniti severamente. Le continua a subire ingiustizie fino a quando non viene risvegliata dallo squillo di un telefonino e si trova nei giorni nostri. Lei non si chiama Eden ma Veronica ed è una donna di successo con una bella famiglia che combatte contro le discriminazioni. Quindi quello che ha visto è stato solo un sogno o è accaduto veramente? Che cosa si nasconde dietro tutto ciò?
Questo film è stato pubblicizzato come un horror sovrannaturale, ma in realtà è un thriller con elementi horror. La regia è veramente ottime e i due registi, qui al loro primo lungometraggio, decidono di dare mostra delle loro capacità e realizzano un prodotto molto elegante, con una messa in scena molto curata, senza però dimenticarsi di mostrare una violenza crudele e spietata. La pellicola sarà interessante anche ambientata ai giorni nostri, dove la protagonista subirà delle micro-aggressioni, un tipo di discriminazione sottile e subdola. Un’opera intelligente che parla di razzismo, discriminazione e odio e dove questi concetti resistono ancora oggi. Un film da vedere.
Oggi si ritorno in Europa e per la precisione in Francia. Non la smetterò mai di ripetere che quel Paese ci tiene tantissimo all’arte e al cinema e ogni volta cercano sempre di dare qualcosa di nuovo a livello tecnico e/o di storia. Certo, a volte falliscono, ma almeno li vedo spesso tentare nuove strade e mai rimanere fermi. Ci sono certi prodotti francesi che meritano di essere visionati e questo è uno di quelli.
Ecco a voi La casa in fondo al lago (The Deep House), pellicola horror del 2021 scritta da Alexandre Bustillo, Julien Maury, Julien David e Rachel Parker e diretta da Alexandre Bustillo e Julien Maury.

Trama:
Ben (James Jagger) e Tina (Camille Rowe) sono una coppia di New York che pubblicano video in cui i due visitano e riprendono luoghi abbandonati e presumibilmente infestati. Durante uno dei loro viaggi finiscono nel sud-est della Francia per cercare un sanatorio in fondo a un lago artificiale, ma scoprono che il luogo nel tempo è diventata una meta turistica di grande successo. I due sembrano convincersi a passare la giornata come semplici turisti, almeno fino a quando non incontrano Pierre (Eric Savin), un abitante del luogo, che mostra ai due una zona isolata del lago nella foresta di Chanteloup, sommersa artificialmente anni prima e dove sul fondo si trova una casa in perfette condizioni. Ben convince Tina a immergersi e trovano subito l’abitazione. Il luogo effettivamente è in condizioni più che ottime e iniziano a visitarlo e a riprendere ma, dopo un po’ di tempo, si renderanno conto che quel luogo ha qualcosa che non va, qualcosa di macabro. Infatti quella casa è infestata dai loro vecchi proprietari, la famiglia Montégnac.

Una cosa che adoro tantissimo sono le pellicola ambientate negli abissi. Questa è una passione che ho maturato nel corso degli anni. Inizialmente non ne ero molto interessato, ma ho cambiato idea grazie a The Abyss di James Cameron (e infatti non vedo l’ora di vedere il secondo capitolo del suo Avatar). Quindi, appena vedo un’opera con queste caratteristiche, mi fiondo subito a vederlo. Questa pellicola però non aveva solo tale elemento a incuriosirmi, ma anche il contesto in cui veniva utilizzato.

l film inizia mostrando che tipo di lavoro fanno i due, quando visitano un edificio abbandonato. Oltre a conoscere di cosa si occupano, il film ci dà anche un assaggio di quel che vedremo a livello registico. Vedremo infatti molte riprese fatte con telecamere a mano, con la GoPro e perfino con un drone. Però ci sarà anche un tipo di regia classico che si unirà a questo stile da mockumentary (falso documentario), creando qualcosa di diverso e interessante. Da qui in poi inizieremo a conoscere meglio i due, la loro personalità e il loro rapporto. Ben è un sognatore che vorrebbe guadagnare con i video su YouTube, sempre pronto all’avventura ed è un tipo molto ironico e con la battuta pronta, forse anche troppo. Tina invece è quella con i piedi per terra, spaventata da certe situazioni e più seria. I due si vogliono molto bene, lo si vede fin da subito, anche se a volte Ben scherza un po’ troppo con lei.

Nella prima parte la storia è ambientata sulla terraferma e anche qui la regia è molto buona, mostrandoci bellissimi scorci della foresta e anche momenti con i due protagonisti. Una parte tranquilla, ma il vero interesse arriverà quando si immergeranno. Il motivo è semplice: più della metà del film sarà ambientata sott’acqua e dentro quella casa sommersa. Prima di parlare del lato tecnico, ci terrei molto a sottolineare un’altra grande qualità della pellicola, ossia unire più sottogeneri dell’horror in maniera così interessante. Prima di tutto è un film su una casa infestata, il classico film in cui i protagonisti vengono perseguitati dagli spiriti dei vecchi proprietari e di base è questa tutta la storia dell’opera.

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Una storia già vista numerose volte, ma in un contesto originale. Perché questa è anche una pellicola degli abissi ed è anche una pellicola su una famiglia di pazzi scatenati che non si sono fatti fermare neanche dalla morte. L’ambientazione è semplice ed è proprio il lato tecnico a lasciare stupiti in quest’opera. Tutto è ambientato in una casa sott’acqua e i due protagonisti si muoveranno dentro di essa. Come all’inizio, useranno varie telecamere a mano, alcune messe sulla loro testa, GoPro e perfino un drone per le immersioni. Fare tutto ciò, un mockumentary sott’acqua è un’impresa ardua. In una situazione normale le difficoltà maggiori si trovano nella fotografia e nell’illuminazione e anche nella comprensione delle scene, soprattutto quando i protagonisti vengono attaccati o appaiono delle entità.

Sott’acqua tutti questi problemi vengono amplificati, c’è una maggiore oscurità, la visuale è meno chiara ed è difficile muoversi con destrezza, eppure i registi riescono nell’impresa di rendere tutto comprensibile e ben fatto. Riusciamo a capire le scene e riusciamo ad ammirare l’ambientazione intorno, ma senza perdere l’effetto di falso documentario. Inoltre ha un altro punto a suo favore: la tensione. Quando entreremo nella casa, la tensione inizierà a crescere, ma con molta calma, in maniera lenta e ben strutturata. Tra le altre cose sarà un tipo di tensione continua, non spezzettata. Questo tipo di suspense andrà avanti per diverso tempo, non avrà una fine classica con l’apparizione dei fantasmi, accompagnerà lo spettatore per un bel po’ e verso la fine esploderà, riuscendo anche a spaventare. Non è facile ottenere un effetto simile e tutto ciò è dovuto all’ambientazione, a certi piccoli elementi inquietanti e all’aumento graduale di stranezze nella casa.
Certamente non è una pellicola perfetta, magari sarebbe stato meglio vedere qualcosa in più per quanto riguarda la storia e soprattutto i personaggi. Sappiamo delle cose di loro, ma avrei voluto più approfondimenti. Tra le altre cose in certi momenti Ben risulta antipatico per la sua ironia e solo Tina suscita empatia nello spettatore.

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Per concludere, La casa in fondo al lago è un ottimo horror, con una storia classica e semplice ma inserita in un ambiente particolare ossia gli abissi. Una pellicola con un lato tecnico incredibilmente curato e di alt qualità, che sfrutta in maniera intelligente il mockumentary e tutte le sue apparecchiature, evitando allo spettatore confusione e nausea, come succede in prodotti simili che ho visto in passato. Un film molto breve ma che sarà capace di stupirvi e tenervi in tensione.

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

14 pensieri riguardo “La casa in fondo al lago

            1. Sì sui personaggi era anche una critica che avevo fatto io. Quello che trovo grandioso era la messa in scena e il fatto di ambientare tutto sott’acqua, mostrando un regia e un lato tecnico grandioso. La storia è semplice ma riesce a essere interessante proprio per il modo in cui viene mostrata.

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