Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo abbiamo, come al solito, parlato di cinema e in questo caso abbiamo discusso di un film interessante, Overlord. Questa pellicola si è dimostrata un ottimo misto tra film di guerra e di horror B-Movie dove un gruppo di soldati americani devono distruggere un torre d’interferenza nazista in un villaggio francese, solo che scoprono che i nazisti in quel luogo stanno avvenendo degli esperimenti terrificanti per creare un siero in grado di dare enorme forza e resistenza. Un’opera che riesce a sorprendere, nella prima parte si dimostra un vero e proprio film di guerra e, andando avanti nella storia, si inserisce lentamente l’horror fantascientifico fino ad arrivare a una pellicola in cui questi due generi differenti riescono ad amalgamarsi perfettamente. Una bella regia, un ottimo ritmo e delle buone idee rendono questo film, che parla di un argomento già visto, davvero divertente e mai noioso. Da recuperare. Inoltre vorrei anche inviarvi a leggere il secondo capitolo della storia di Shiki: Spiral – Capitolo 2: Adelaide.
Dopo il cinema, vorrei tornare brevemente nel mondo della letteratura. In questo caso vorrei discutere di qualcosa di breve e immediato. Tra le varie opere che ho letto ultimamente, ce n’era una veramente corta ma altrettanto interessante e profonda. L’autrice di questo piccolo libro non è sconosciuta al nostro blog, infatti parliamo di Madeline Miller, di cui abbiamo già scritto con i suoi bellissimi La canzone di Achille e Circe, due opere letterarie che rivisitano in maniera intelligente queste figure leggendarie. Con l’opera in questione la Miller prende nuovamente come base un mito dell’antica Grecia, creando una storia molto breve ma incredibilmente affascinante.
Ecco a voi Galatea di Madeline Miller.
Per riuscire a capire quest’opera è fondamentale che prima parti del mito che, al contrario di Achille e Circe, in pochi probabilmente conoscono. Il mito in questione è quello di Pigmalione, uno scultore che un giorno realizza una statua femminile talmente bella che lui se ne innamora, ritenendola al di sopra di qualsiasi donna esistente. Decide così di recarsi al tempio della dea Afrodite e la pregò di rendere la statua umana. La dea acconsentì, la statua prese vita e i due si sposarono. La statua non aveva un nome e solo nel XVIII° secolo le venne affibbiato il nome di Galatea.
Il mito è una specie di storia d’amore con il lieto fine, eppure la Miller è riuscita a dargli un’interpretazione davvero molto intelligente che stravolge tutto. E se vi dicessi che questa non è una storia d’amore bensì una storia di ossessione, possessione e prigionia?
Fin dall’inizio l’autrice riesce a catturare il lettore, mostrandoci Galatea sotto l’attento controllo di un’infermiera e di un medico che non le permettono di uscire dalla propria stanza ma soprattutto non le permettono neanche di alzarsi dal letto. Poi l’arrivo del marito, che pretende di trovarla sul letto dormiente, immobile, proprio come quando era una statua, come piace a lui. Dall’inizio rimaniamo impressionati dalla scrittura della Miller (anche qui in prima persona) e del contesto che affronterà.
Qui non si parlerà per niente di una storia d’amore ma di ossessione, di una forma di desiderio malata da parte di questo viscido scultore che, tra le altre cose, non verrà mai nominato per nome. Stravolgere in questo modo la storia e parlare proprio di questa tematica attraverso quel determinato mito è stata una scelta azzeccata. Il contesto è perfetto: lo scultore era così ossessionato dalla sua creazione da volerle dare la vita e così è nata Galatea, una donna pensante e con delle emozioni. E sono proprio queste due caratteristiche che non piacciono allo scultore. Vuole che la sua creazione sia viva, ma che sia ubbidiente, che non lo contraddica mai, che faccia tutto quello che vuole, soprattutto soddisfare i suoi desideri carnali. In parole povere lui vuole che Galatea si comporti proprio come una statua, un oggetto da ammirare e usare a piacimento. Per questo la Miller non poteva scegliere un mito migliore per parlare di tali tematiche e ci riesce bene.
Nonostante la brevità, si riesce a percepire fino alla fine un senso di oppressione e soffocamento, con la figura dello scultore che aleggia sempre nell’aria, e questa prigionia forzata della protagonista a cui si aggiungerà sua figlia Pafo, una bambina molto intelligente e capace che non si piega mai allo scultore e non gli ubbidisce mai. Lei dà retta solo a sua madre e anche questo sarà motivo di rancore e odio da parte dello scultore. Quest’ultimo farà di tutto per ridurre Galatea al suo volere, ma anche qui non capirà che lei è una donna intelligente e con una propria volontà e sa cosa deve fare, soprattutto per il bene della figlia. Il resto poi dovrete leggerlo voi.
Prima di chiudere, volevo anche parlare brevemente dei disegni presenti nella bellissima edizione italiana, disegni realizzati da Ambra Garlaschelli, che sono riusciti a catturare alla perfezione le atmosfere della storia con un uso sapiente del bianco e del nero e delle loro sfumature.
Per concludere, Galatea è una reinterpretazione arguta e intelligente (e anche molto emotiva) del mito, una storia di ossessioni e abusi in cui vediamo una donna, un essere umano, trattato come un semplice oggetto di piacere che però riesce a ribellarsi a questa situazione. Una storia che si legge in pochissimo tempo (tipo 20 minuti) ma che sicuramente ci rimarrà impressa.
Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!
[The Butcher]
Ma che la Miller abbia uno stile pazzesco non lo metto in dubbio. Mi chiedo solo cosa sarebbe se si muovesse senza stampella, ossia senza rivisitazione del mito. Chissà, magari in futuro, spero solo non si limiti a ripetere in eterno la stessa formula.
Possiamo solo aspettare e vedere. Per il momento con la rivisitazione dei miti se l’è cavata bene, ma il tuo dubbio è più che legittimo. Ha parlato però di tematiche molto interessanti, magari può basarsi su quello per opere che non vedono una rivisitazione sui miti antichi.
Secondo me visto che questa formuletta vende tanto, non si smuoverà più da lì. Poi magari mi sbaglio eh
Vedremo, vedremo. Per il momento mi ha soddisfatto. Poi chissà.
Sei eccezionale anche nella recensione di libri!!! Questa l’ho apprezzata molto perchè a differenza dei film, questo libro li fonosco e concordo pienamente con te per le belle parole che hai scritto anche sui disegni: davvero notevoli e più che mai descrittivi!!! Buonanotte 😊
Grazie mille per i complimenti. La mia grande passione è il cinema ma cerco sempre di variare (in realtà ho tantissimi interessi).
E’ scritto in maniera eccezionale, ma secondo meerei fin troppo scarno: è un racconto impaginato con eleganza per essere distribuito in volume, ma per me non vale del tutto il prezzo del volume – nonostante le bellissime illustrazioni. Avrei preferito che sviluppasse un po’ di più la storia e i personaggi, o eventualmente lo pubblicasse in una raccolta di storie brevi, perché così da solo ammetto che mi ha lasciato molto insoddisfatto.
Capisco che cosa intendi. Io ne sono rimasto catturato anche per il modo in cui parlava di quella tematica a cui sono molto legato. Certamente sarebbe stato meglio in una raccolta di racconti, ma comunque è riuscito a lasciarmi qualcosa.
[…] di un’opera letteraria scritta da un’autrice che ormai conosciamo molto bene sul blog, Galatea di Madeline Miller. In questa reinterpretazione del mito di Pigmalione non si parla più di una storia d’amore […]
Visto in libreria tra i fumetti, gli darò un’altra occhiata ma mi attiravano più le illustrazioni.
La storia è breve ma molto bella. Forse effettivamente costa un po’ troppo per quello che offre, ma ne vale la pena.
Ho visto un’ispirazione dai disegni di Dino Battaglia…
Più o meno sì. Diciamo che c’è una certa attenzione alle sfumature e al bianco e al nero.
Alla fine la tua recensione è uscita prima che riuscissi a recuperarlo, ma adesso sono ancora più curiosa di leggerlo!
Ne sono rimasto sorpreso anch’io! Sono felice di averti messo curiosità e spero vivamente che quest’opera possa colpirti.