La freccia azzurra

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Bene, gli articoli continuano ad andare molto bene e sto parlando più o meno di tutto quello che in questo periodo mi ha interessato. Fare gli articoli su Mary Harron per me è stato molto divertente e ho parlato con altrettanto divertimento di altre opere molto diverse le une dalle altre. Per questa ragione con questo articolo passeremo a qualcosa di ancora differente: il mondo dell’animazione. E visto che la scorsa volta abbiamo discusso di Small Soldiers, un film che ha fatto parte della mia infanzia, parlerò di una pellicola di animazione che da piccolo mi colpì parecchio e che mi è rimasta nel cuore. Nella mia infanzia e in quella di molti altri ci sono stati parecchi film d’animazione che ci hanno accompagnato per tantissimo tempo, alcuni che tutt’ora sono grandiosi e di cui capiamo meglio certe tematiche, altri che invece abbiamo riconsiderato con il passare degli anni. Di film d’animazione ce ne sono veramente tanti e prima o poi riuscirò a parlare di tutti quanti (c’è qualche eroe, Chest of Tales, che ad esempio sta parlando di tutti i film animati della Disney. In bocca al lupo amico!). Un giorno farò anch’io una cosa simile, ma per il momento mi limiterò a parlarne in maniera sporadica. Oggi voglio però discutere di qualcosa che sicuramente alcuni di voi ricordano con grande affetto e che ha avuto una grande importanza nel nostro Paese.
Ecco a voi La freccia azzurra, pellicola animata fantasy e d’avventura del 1996 scritta da Enzo D’Alò e Umberto Marino, diretto da Enzo D’Alò e tratto dall’omonimo romanzo di Gianni Rodari.

Trama:
Siamo in Italia e per la precisione nella piccola cittadina di Orbetello. Le persone sono piene di gioia e felicità, infatti dopo aver festeggiato il Natale adesso tocca all’Epifania dove la Befana (Lella Costa), tra la notte del 5 e del 6 gennaio, consegnerà a tutti i bambini vari regali. Genitori e bambini sono davanti alla vetrina della bottega della Befana per vedere i giocattoli e qui vediamo un bambino entrare per consegnare una lettera, Francesco (Alida Milana). Nella lettera il piccolo Francesco chiede alla Befana se può avere La Freccia Azzurra, un trenino molto bello che gli ricorda quando il padre lavorava alla ferrovia prima che morisse. Invece della Befana lui trova il signor Scarafoni (Dario Fo), un uomo che si definisce l’assistente della Befana. Dopo aver cacciato il povero Francesco, scopriamo la verità: Scarafoni ha fatto ammalare la Befana con del veleno e adesso fa finta di prendersi cura di lei e invece continua a somministrare a piccole dosi il veleno alla povera signora. L’obiettivo di quest’uomo meschino è quello di chiedere i soldi a tutti quelli che vogliono i giochi, cosa che la Befana non ha mai fatto, per poi scappare con il bottino il giorno dopo. I giocattoli esposti davanti alla vetrina, sentendo il piano di Scarfoni e non sapendo dove sia finita la Befana, decidono di scappare via e di regalarsi a Francesco che si era dimostrato buono e gentile. E così loro, guidati dal fiuto del cane giocattolo Spicciola (Monica Bertolotti), inizieranno questo viaggio alla ricerca di Francesco, ma Scarafoni non si darà per vinto e cercherà in tutti i modi di riprendersi i giocattoli e imbrogliare gli altri. E così inizia un’avventura che avrà luogo in una notte particolare e magica.

Si torna a parlare di animazione in Italia! E soprattutto si torna a parlare di Enzo D’Alò, un regista e animatore che rispetto tantissimo e che ha fatto parte della nostra infanzia. In molti lo conoscono soprattutto per La gabbianella e il gatto, la sua opera più famosa ma qui sul blog ne abbiamo discusso bene con, a mio avviso, il suo lavoro migliore, Momo alla conquista del tempo. Un film che riguardo molte volte quando sono giù di morale e inoltre una delle mie vecchie recensioni di cui vado molto fiero (una delle poche aggiungerei). E’ passato diverso tempo da quando ho discusso di D’Alò e mi sembrava giusto riproporlo adesso. Un giorno parlerò anche de La Gabbianella e il Gatto, ma per ora voglio concentrarmi su altri suoi lavori e in questo caso ho deciso di parlare del suo primo lungometraggio. La Freccia Azzurra non fu solo il primo lungometraggio di D’Alò ma fu anche il primo film della Lanterna Magica, studio d’animazione italiano nato nel 1983. Inizialmente questo studio faceva cortometraggi animati dedicati ai bambini a scopo didattico. Nel 1992 però decide di dare una svolta a tutto ed è così che inizia la lavorazione del La Freccia Azzurra, una produzione che richiederà ben quattro anni di lavoro. E sono molto felice che questo sforzo abbia dato i suoi frutti.

Penso che non ci sia bisogno di scrivere chi fosse Gianni Rodari, uno scrittore importantissimo per il nostro Paese, noto principalmente per le sue bellissime storie dedicate ai bambini. Un autore storico che apprezzo tantissimo. In questo romanzo si riesce a vedere perfettamente il suo pensiero, le sue idee sul fantastico che riescono a essere dolce e bambinesco ma allo stesso tempo contiene un messaggio maturo e intelligente. In questa trasposizione animata D’Alò riesce perfettamente a trasmettere le stesse emozioni del libro e la dolcezza e naturalezza nel parlare del fantastico, ma partiamo con ordine.

Un elemento che apprezzo tantissimo fi questa pellicola riguarda sicuramente i disegni. Lo stile è molto particolare e ciò che risalta fin da subito è la linea chiara (o ligne claire) ossia un tipo di disegno con dei tratti molto puliti e leggibili, con linee nere e morbide ma soprattutto questo è uno stile che si basa sulla semplicità e che evita di utilizzare troppi dettagli o eccessi. Praticamente questo stile ricorda molto i fumetti franco-belga come ad esempio Le avventure di Tintin. Nei film successi di D’Alò e della Lanterna Magica lo stile cambierà ma in questa storia è assolutamente perfetto visti che sembra fatto apposta per ricordare una favola. Il disegno quindi è ottimo e anche le animazioni sono realizzate molto bene con i personaggi che si muovono con grande energia specialmente nei momenti comici. Inoltre D’Alò non si limita a questo ma fa varie panoramiche della cittadina per poter dare profondità all’ambiente e anche ai personaggi. In questo caso il regista riesce nell’intento quando riprende Scarafoni che vola con la scopa della Befana o il pilota dell’aereo giocattolo quando va in perlustrazione o affronta Scarafoni stesso. E qui possiamo vedere l’impegno e lo sforzo usato per realizzare queste scene che sono fatte davvero bene. Mi piace anche come l’ambientazione notturna e la cittadina innevata riescano a trasmettere il senso di magia e bellezza.

Passiamo ora ai personaggi e alla storia. In questo film ci sono numerosi personaggi specialmente tra i giocattoli e la cosa migliore di tutte è che sono caratterizzati molto bene, nessuno escluso. I giocattoli sono molto varieggiati: Capitan Mezza Barba, un marinaio scorbutico ma con un cuore d’oro, Penna d’Argento, il capo indiano intelligente e saggio che da piccolo adoravo e che adoro tutt’oggi, il Mago, uno dei personaggi che avrà una vera e propria crescita, e bambole Carlotta e Barbara, amiche inseparabili e piene d’energia, e molti altri ancora. Sono tutti diversi gli uni dagli altri non solo per via del loro design ma anche per il loro comportamento e adoro come nonostante il carattere così diverso riescano ad andare tutti d’accordo. Il loro sarà un viaggio per trovare Francesco ma, più andranno avanti e più alcuni di loro decideranno di regalarsi ad altri bambini che hanno bisogno oppure meritevoli. Alla fine questo loro viaggio per trovare Francesco assumerà un significato differente, sarà una specie di ricerca di loro stessi e di un luogo in cui stare.

La parte più ampia sarà ovviamente dedicata ai giocattoli ma anche le persone avranno molto da dire. Tra tutti spiccherà Scarafoni, l’unico vero cambiamento alla storia originale. Scarafoni infatti è un personaggi originale creato appunto per il film, una persona avida e senza scrupoli, disposto a ingannare la Befana e tutta la cittadina per il suo tornaconto. Nonostante tutto risulta essere il personaggio più divertente di tutto il film per via della sua goffaggine e soprattutto delle sue battute. In molte occasioni lui borbotterà a bassa voce, borbottando continuamente, e dicendo cose in linea con il personaggio egoista, goffo e particolare che è. Qui Dario Fo ha fatto un lavoro davvero ottimo con il doppiaggio e riesce a gestire bene la parte di Scarafoni. Francesco e la Befana invece sono i personaggi più positivi e dolci dell’intera storia, almeno per quanto riguarda gli umani. La Befana è dolce e altruista e Francesco di dimostra un bambino onesto e bravo. Due personaggi puri e positivi che sapranno farsi apprezzare molto dal pubblico.

Per il film inoltre sono state utilizzate delle canzoni dell’artista e cantautore Paolo Conte, tra cui canzoni come Il miglior sorriso della mia faccia e Vita da sosia. Queste canzoni, com’era successo per Momo e le musiche di Gianna Nannini, sono molto azzeccate per il tipo di storia che viene raccontata e riescono a unirsi bene a quell’atmosfera magica.

Per concludere La freccia azzurra è un film d’animazione molto bello e interessante che ha dato notorietà sia a Enzo D’Alò che alla Lanterna Magica e che è riuscito a catturare alla perfezione la bellezza della storia di Gianni Rodari attraverso dei disegni affascinanti, delle animazioni curate e dei personaggi che riescono a farsi amare dal pubblico per il loro carattere. Un film dell’infanzia che consiglio a tutti quanti di recuperare.

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

 [The Butcher]

17 pensieri riguardo “La freccia azzurra

    1. Io lo vidi tempo fa in televisione alcune volte e mi ha sempre affascinato. Ora che lo hanno ristampato in DVD (ed è anche disponibile su Rai Play) sono riuscito finalmente a rivederlo. Lo adoro.

  1. Nonostante ami Gianni Rodari, La Freccia Azzurra proprio non mi è piaciuto. Forse mi sono troppo abituata all’animazione Disney, ma ricordo che l’ho davvero detestato. Però è anche passato molto tempo, forse vedendolo adesso avrei un’opinione diversa, dalla tua recensione mi viene voglia di dargli un’altra possibilità :)

  2. L’ho visto qualche tempo fa, sarebbe ora di rivederlo.
    Momo, dato che l’hai citato, invece, ce l’ho nel cuore dato che è stato l’ultimo spettacolo teatrale in cui ho avuto una parte quando i ragazzi del mio paese avevano la possibilità di divertirsi davvero. Buona domenica 😊

      1. Ti ringrazio, vado subito a vederla.
        Si, fare Momo era stato bellissimo. L’avevamo anche portato in giro per la Valle, come una vera tournee teatrale. Quanto mi mancano queste cose!

  3. […] Come ben sapete, Momo è una produzione italiana e quindi fin da subito potete capire che il budget non raggiunge minimamente quello di molte produzioni americane (e non parlo delle grandi case d’animazione). Quindi partiamo già con alcuni limiti ma, come ben sappiamo, noi siamo molto bravi nell’arte dell’arrangiarci ed è una cosa che D’Alò ha fatto fin dai tempi de La Freccia Azzurra. […]

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