Questo sembra essere veramente un ottimo periodo per il cinema italiano. Quest’anno in particolare sembra che si stia cercando di fare un passo avanti, di fare qualcosa di nuovo e ciò non può che rendermi felice.
Infatti dopo Lo chiamavano Jeeg Robot (di cui ho già parlato QUI) è arrivato il momento di parlare di un altro film italiano molto interessante.
Per la regia di Matteo Rovere vi presento Veloce come il vento (all’estero conosciuto come Italian Race).
Trama:
Giulia De Martino (Matilda De Angelis) è una giovane pilota che, con l’aiuto del padre, partecipa al campionato italiano GT. Durante una di queste gare però il padre muore d’infarto. Al suo funerale si presenta il fratello maggiore di Giulia, Loris (Stefano Accorsi), un tossicodipendente che non vede da almeno 10 anni. Lui insieme alla compagna decidono di trasferirsi nella casa del defunto padre. Giulia è contraria ma essendo minorenne e per giunta con un fratellino più piccolo da badare, è costretta ad accettarlo. Oltre ciò la ragazza deve riuscire a vincere il campionato perché altrimenti sarà costretta a vendere la casa come risarcimento per i prestiti fatti al padre per la macchina da corsa. La situazione sembra essere disperata, ma forse Loris potrebbe aiutarla a vincere…
Questo è uno di quei film che attendevo di più e posso dirvi con assoluta certezza che non sono rimasto deluso. Non è un capolavoro con la c maiuscola (ma neanche Lo chiamavano Jeeg Robot lo era), ma sicuramente è una pellicola molto coraggiosa e molto bella.
Partiamo innanzitutto con i personaggi che sicuramente saranno rimasti in mente a tutti, ovvero Giulia e Loris.
Giulia ha una personalità molto forte. E’ una ragazza di 17 anni con la passione per le macchine che però si ritrova a dover badare da sola al fratellino e a dover far fronte al terrore di perdere la casa se non vince il campionato.
Una persona molto matura per la sua età che riesce a tirar fuori una forza enorme per andare avanti.
Interessante il fatto che la protagonista sia femminile e molto forte, cosa che raramente mi è capitato di vedere in altre pellicole nostrane.
Loris invece è un personaggio di un’altra pasta. Come avete letto in precedenza, lui è un tossicodipendente che ha lasciato la famiglia dopo aver litigato con il padre. E’ probabilmente colui che è stato caratterizzato meglio nella pellicola. Immediatamente capiamo che tipo di persona è: fin da subito cerca di poter vivere, insieme alla sua ragazza, a casa di Giulia essendo il fratello maggiore, ma non per aiutarla ma solo perché non ha altro posto dove andare. Si dimostra una persona egoista che non riesce a fare a meno della droga e che deciderà di aiutare Giulia perché appunto neanche lui vuole perdere la casa.
Inizialmente appare ai nostri occhi come qualcuno di negativo che però riuscirà col passare del tempo ad avere una crescita ben costruita. Pian piano inizierà ad affezionarsi alla sua famiglia e viceversa e cercherà di aiutare Giulia, a modo suo, allenandola per le gare e dimostrando di essere molto bravo con le macchine.
Loris credo sia il personaggio più bello e interessante dell’intera pellicola e ciò è dovuto sia dall’ottima sceneggiatura (fatta molto bene, che aiuta anche a caratterizzare i personaggi secondari) sia dall’eccellente interpretazione di Stefano Accorsi, molto realistica e che riesce sia a divertire che a farci provare pietà e delle volte un po’ di rabbia.
Anche il loro rapporto viene mostrato bene. La tensione iniziale fra Giulia e Loris, il loro aiutarsi a vicenda per i propri scopi per poi imparare a conoscersi un po’ meglio l’un l’altra e riuscire quasi a sentirsi una vera famiglia nonostante le loro differenze e certi eventi di grande rilevanza…
Ma oltre alla sceneggiatura e ai personaggi, quali sono gli altri punti forti del film? Sicuramente la regia e il montaggio.
Rovere riesce a destreggiarsi bene nella pellicola tra inquadrature e sequenze della vita delle persone, molto sobrie e precise, e dei movimenti di camera molto vivaci durante le corse. Su quest’ultimo argomento dobbiamo dilungarci un pochino perché le corse saranno davvero belle. Il regista userà varie sequenze veloci di interni e esterni durante le corse insieme, di tanto in tanto, ad alcuni rallenty niente male. E facendo così non crea però delle scene d’azione in cui non si capisce niente, no. Le corse e gli inseguimenti (sì, ci saranno anche degli inseguimenti), saranno ben visibili e riusciremo a seguirle bene la dinamicità dell’azione. Dinamicità dovuta anche all’ottimo montaggio fatto durante le sequenze d’azione.
In questo caso il comparto tecnico si è dimostrato molto capace creando un prodotto che non annoia per niente, raccontando una storia diversa dal solito che in parte ricorda trame hollywoodiane ma inserite perfettamente nel nostro tipo di cinema. Ma alla fine queste sono cose poco importanti, l’importante è che questo sia un ottimo film.
Non un capolavoro ma un film veramente ben fatto.
E di questo non posso che essere contento. L’avrò ripetuto cento volte ormai ma film di questo tipo, così come Lo chiamavano Jeeg Robot, non possono far altro che aiutare tantissimo le produzioni cinematografiche italiane. Perché c’è qualcuno che finalmente si è stufato di vedere la solita commedia romantica o il solito cinepanettone, con produttori che hanno deciso di rischiare in altri progetti. E questa forma di rischio può dare un’enorme aiuto anche ai registi emergenti o ad altri attori come lo è stato adesso per Matilda De Angelis, qui nella sua prima apparizione sul grande schermo (se non sbaglio deve aver partecipato a un fiction).
Dopo queste piccole conclusioni vi consiglio vivamente di vedere questo film perché merita tantissimo.
Spero di vedere altre pellicole come questa.
Spero di non avervi rotto troppo le scatole con questa recensione e con il mio entusiasmo, ma non potevo farne a meno.
Alla prossima!
[The Butcher]
Teoricamente quando vedo Stefano Accorsi tra i protagonisti mi si accappona la pelle, ma la curiosità c’è… E speriamo sia all’altezza di Velocità massima
Fidati l’attore in questo film ha fatto un lavoro egregio. La sua interpretazione è stata più che ottima.
Tenkiù.
Ottimerrima recensione! Come ben sai mi sono innamorato anch’io fin da subito di questa pellicola e non posso che condividere il tuo entusiasmo per il coraggio che hanno avuto produttori e regista nel mettere su un progetto così rischioso ma [grazie al loro talento e alla loro voglia di fare] alla fine così ben riuscito! :)
Il film è riuscitissimo e spero che questo sia un ottimo segno di ripresa per il cinema italiano.
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