Sorcerer – Il salario della paura

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo siamo tornati a parlare di animazione e lo abbiamo fatto sempre tornando dalla DreamWorks con un loro film che, almeno sulla carta, aveva delle idee e del potenziale enormi che però non sono state sviluppate appieno, Mr. Peabody e Sherman. Peabody è un cane parlante molto intelligente che nella sua vita ha conseguito enormi risultati e adesso ha deciso di adottare Sherman, un bambino vivace, che vuole crescere con amore e con cui vive numerose avventure con il Torni Indietro, una macchina del tempo, viaggiando tra le varie epoche. Un giorno Sherman morde per auto-difesa una sua compagna, Penny, e la cosa non piace all’addetta del servizio protezione bambini che non accetta che un cane abbia adottato un bambino e vuole portarglielo via. Peabody quindi invita Penny e i genitori di lei a casa per risolvere il tutto, ma le cose prendono una piega diversa quando Sherman e Penny usano il Torni Indietro. A livello tecnico il film è buono, con una regia abbastanza convincente e un character design davvero carino che riprende bene quello del cartone degli anni ’60. I personaggi sono molto simpatici e la storia è carina, ma il difetto che ha questo film è che effettivamente aveva tante idee e un potenziale da sfruttare con i viaggi del tempo, ma non lo fa quasi mai, come se avesse paura di rischiare un po’ e di mostrare un po’ di follia. Nonostante tutto è un film simpatico che consiglio.
Come di consueto torniamo a parlare di film in live-action e, dopo molto tempo, ritorniamo a discutere di un grande regista che ha fatto la storia e che ci ha regalato delle opere magnifiche, alcune delle quali un po’ sottovalutate.
Ecco a voi Sorcerer – Il salario della paura (Sorcerer), pellicola thriller del 1977 scritta da Walon Green e diretta da William Friedkin.

Trama:
Il film parla di quattro personaggi: Nilo (Francisco Rabal), un sicario messicano, Kassem (Amidou), un terrorista palestinese, Victor Manzon (Bruno Cremer), un truffatore che ha rubato soldi dalla società del suocero e Jackie Scanlon (Roy Scheider), un criminale che fa l’autista nelle rapine. Per un motivo e un altro tutti loro sono costretti a scappare dalle loro rispettive patrie e a rifugiarsi a Porvenir, un villaggio dell’America Centrale dove vivono in condizioni miserabili come operai di una compagnia petrolifera. Tutti loro vorrebbero fuggire ma guadagnano troppo poco e i costi per andarsene sono proibitivi. In questo Paese c’è molta instabilità politica e un giorno i ribelli fanno esplodere un pozzo di petrolio che continua a bruciare. Per spegnerlo devono utilizzare la dinamite ma quella a disposizione del villaggio è stata trascurata e ora è talmente instabile che potrebbe esplodere se messa in un elicottero. Quindi la compagnia petrolifera promettere una lauta ricompensa a chi attraverserà la giungla e le montagne, guidando due camion, e portando la dinamite fino al pozzo. I quattro accettano e per loro inizierà un viaggio infernale.

Qui stiamo parlando di uno dei film più sottovalutati della carriera di Friedkin, almeno quando uscì. In quel periodo infatti non solo fu un disastro al botteghino ma venne pesantemente distrutto dalla critica, nonostante Friedkin lo considerasse l’opera migliore che potesse fare. E fortunatamente, con il passare degli anni, venne riscoperta e apprezzata da molti. Quindi iniziamo subito con la recensione.

Sorcerer-Il-salario-della-paura-film-movie-1977-drama-drammatico-thriller-Roy-Scheider-Amidou-Ramon-Bieri-Bruno-Cremer-Karl-John

Il film è basato sul romanzo di Georges Arnaud, Le salaire de la peur, e da molti è considerato un remake del film di Henri-Georges Clouzot, Vite Vendute, tratto sempre dall’opera di Arnaud, anche se Friedkin non l’ha mai pensato come un remake, dato che prendeva solo alcuni elementi base e cambiando il contesto e i personaggi. Inizialmente nei suoi piani gli attori dovevano essere altri, anzi aveva scritto quei personaggi pensando a degli attori specifici: Steve McQueen, Marcello Mastroianni e Lino Ventura. I primi due, nonostante apprezzassero profondamente la sceneggiatura (McQueen arrivò a dire che era una delle sceneggiature più belle che avesse mai letto), non riuscirono a prendere parte alle riprese per vari motivi, mentre Lino Ventura rifiutò quando il ruolo di McQueen venne dato a Roy Scheider. Il film ebbe molte location, come si può vedere a inizio film, ma quelle più importanti e numerose furono ovviamente quelle dell’America Centrale, in questo specifico caso la Repubblica Domenicana, dove molte sequenze complesse e rischiose vennero girate in quei posti, risultando anche molto rischioso, ma arrivando a dare all’insieme un grande realismo, soprattutto la famosa scena del ponte di legno. Tra l’altro c’è un aneddoto abbastanza divertente e riguardo. Infatti nel luogo in cui avvennero le riprese di tal scena, le persone che abitavano lì vicino se ne andarono via perché sapevano che Friedkin era il regista dell’Esorcista e loro erano molto religiosi. Mi ha sempre fatto sorridere questa cosa.

Parlando invece del lato tecnico, questo film è semplicemente grandioso e ha una regia magnifica sotto ogni punto di vista. In questo caso il regista riesce a destreggiarsi perfettamente in ogni situazione, creando una bellissima messa in scena basata, nei momenti tranquilli in cui conosciamo i personaggi e le loro vicende, da inquadrature fisse ben realizzate e da ottimi primi piani ma anche con dei movimenti di macchina lenti e precisi che mostrano l’intera sequenza con grande chiarezza e facendoci comprendere perfettamente cosa sta accadendo senza che gli attori parlino o spieghino, un elemento veramente positivo. Quindi in questi punti avremo una regia molto precisa e quadrata che però cambierà quasi con naturalezza quando ci saranno momenti d’azione e carichi di tensione. Qui i movimenti della camera saranno più veloci e diretti, la telecamera tremerà e in generale si creerà una sensazione di agitazione e velocità, riuscendo al contempo a farci comprendere che cosa sta accadendo su schermo anche in questo caso. Quello in cui però il film eccelle e che ancora mi stupisce è la capacità di costruire la tensione, specialmente nella seconda parte in cui si muoveranno per questi luoghi difficili con i camion.

Qui la tensione viene creata dal fatto che devono trasportare un carico molto pericoloso e se fanno movimenti troppo bruschi rischiano di saltare in aria. Nonostante non siano presenti musiche a supportare la tensione quest’ultima è forte dall’inizio alla fine per via delle situazioni in cui si ritroveranno i personaggi ma soprattutto per via della regia che sa benissimo come gestire le inquadrature, che cosa mostrare e il modo in cui mostrarcele, unito anche a un ottimo montaggio che rende queste lunghe sequenze cariche di tensione e ansia, facendoci avvertire ogni volta il pericolo. Un esempio è quando all’inizio devono attraversare una struttura in legno cedevole, ma penso proprio che la sequenze iconica per eccellenza in grado di dimostrare ciò è sempre quella del ponte di legno. Una sequenza molto lunga che tiene fino alla fine con il fiato sospeso, con il fiume in piena, la fitta pioggia, il ponte semi-distrutto che inizia a cedere e soprattutto i camion che si piegano pericolosamente di lato rischiando ogni volta di ribaltarsi. Friedkin stesso disse che quella fu una delle sequenze più difficili che girò in tutta la sua vita e a rivederlo oggi fa veramente impressione, anche perché risulta in tutto e per tutto reale. Il lato tecnico è straordinario e fatto con grande cura, un esempio magnifico di come si debba costruire la tensione, ma anche la sceneggiatura ha molto da dire e si dimostra intelligente.

Una cosa che Friedkin voleva fin dall’inizio era rappresentare dei personaggi che fossero antipatici. Non voleva degli eroi ma neanche dei cattivi al 100% e quindi abbiamo sempre l’impressione di avere a che fare con degli anti-eroi, colpevoli di aver commesso vari crimini e molto egoisti. Nonostante ciò il film non risulta affatto pesante da vedere e in generale i personaggi risultano scritti molto bene con i loro enormi difetti e con le loro difficoltà iniziali nel lavoro di squadra. Tra l’altro ciò che ho trovato interessante è quanto tempo il film si prenda per presentarci i quattro. Infatti la parte inerente ai camion e al trasporto della dinamite arriverà quasi a metà film e nella prima parte il regista si concentrerà nel mostrare che cosa hanno fatto per ritrovarsi a fuggire a Porvenir e in seguito tutte le situazioni lì presenti. Il film si prenderà i suoi tempi e lo farà molto bene. permettendoci di conoscerli a fondo e vedere come, per superare quella situazione, impareranno a collaborare.

Nonostante ciò non c’è alcuna redenzione per loro, anzi il film fa in modo che il pubblico non provi pietà per loro, riuscendo nell’intento ma facendo rimanere comunque i personaggi e la storia profondamente interessanti. C’è un altro elemento davvero ottimo a cui Friedkin era molto legato e ne voleva discutere con attenzione in quest’opera: il destino. In questo caso il destino inteso come quella forza a cui non possiamo opporci, qualcosa che si metterà in mezzo, non importa che cosa facciamo, e che non possiamo in alcun modo controllare. In un certo modo è la stessa tematica trattata da Kubrick nel suo bellissimo Rapina a mano armata e anche in questo caso il tutto è stato affrontato benissimo, senza l’ausilio di spiegazioni, ma solo attraverso una storia molto lineare e semplice ma allo stesso tempo ricca e articolata. Infatti i nostri personaggi inizialmente sembrano persone padrone del loro destino, persone che sanno quello che fanno ma andando avanti diventeranno sempre più schiavi degli eventi e di quello che gli si parerà davanti, trovandosi ad avere numerose difficoltà senza una via d’uscita. Qui ci troviamo di fronte a un film veramente incredibile che può anche non piacere, ma indubbiamente è qualcosa di unico e straordinario e sono felice che nel corso degli anni sia stato riscoperto.

Per concludere, Sorcerer – Il salario della paura è un film tecnicamente incredibile, con una regia capace di gestire perfettamente i vari momenti, facendoci comprendere appieno ciò che sta succedendo attraverso le immagini e costruendo una tensione stupenda che lascerà lo spettatore con il fiato sospeso. I personaggi sono costruiti benissimo e sono ricchi di sfumature mentre la storia è lineare ma allo stesso tempo molto articolata e capace di parlare di tematiche molto intelligenti e profonde. Lo consiglio assolutamente!

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

21 pensieri riguardo “Sorcerer – Il salario della paura

  1. Lo vidi molti anni fa e ricordo che mi piacque. Non ho però memoria dei particolari, e come attore ricordo solo Roy Scheider, ma mi sembra che la tua recensione gli renda giustizia.

    1. Grazie mille! Io ricordo bene le scene con il camion nella foresta e quanto mi mettessero tensione. A mio avviso è un film che non è invecchiato per niente e che anzi è da prendere come esempio.

  2. Lo ricordo come un’immagine sudata e flebile, un film visto anni fa, di cui ho la colonna sonora su CD dei dei Tangerine Dream, che personalmente trovo definitiva

    Questo film, ricordo, è per me il trionfo del fisico sul virtuale. Ora con gli effetti speciali puoi fare qualunque cosa, ed è tutto incredibile.

    Belli i personaggi, perché non sono degli eroi anzi. Non sono nemmeno poi cattivi a tutto tondo, si trovano lì, nella stessa barca, o camion.

    1. Quel film riesce a tenere in tensione anche perché vedi che lì in mezzo è tutto reale, è vero, e questo aiuta molto per la tensione, oltre ovviamente a una regia incredibile. I personaggi sono antieroi, sono persone che sono finite in quella situazione per diverse ragioni e vogliono solo andarsene e non sono brave persone nonostante a un certo punto provi paura per la loro situazione.

    1. Sai, ora come ora ho paura di chiederti a quale filmaccio italiano ti riferisca, ma la curiosità è tanta e quindi adesso voglio sapere. In ogni caso è un film stupendo e spero veramente che possa sorprenderti o interessarti.

  3. Yes it’s a masterpiece. A little bit different from the original movie (especially the characters). Both films are masterpieces. I saw the recent French remake on Netlifx, it’s awful.

    1. I watched the original one recently and I agree with you. It’s incredible even if in the end both of them are really different. And it’s a pleasure to watch both. I didn’t know there was a Netflix remake. But honestly lately awful rhymes a lot with Netflix.

  4. An excellent article that allowed me to relive the best sequences of this brilliant film. “Sorcerer” is a bit like Friedkin’s “Apocalypse Now” or “Aguirre.” He awakens other demons, drawing inspiration from the novel by Georges Arnaud (whose life could also be the subject of a film) and his idol, Clouzot. Your article made me want to hit the extreme roads again with Roy Scheider and Bruno Crémer.

    1. I’m so glad to hear that! I was amazed when I finally watched this movie the last year and I’m still surprised that it still not had a discovery. This movie truly deserve much more, it’s incredible and for sure one of the best Friedkin movies ever.

        1. Oh, il remake di Netflix. Ormai molte cose che Netflix tocca si trasformano in cenere. L’avevo scoperto proprio ieri che c’era questo remake. Dovrò vederlo, anche se ho molta paura.

    1. Ah, capisco che intendi dire. Sì, ammetto che sembra una di quelle battute becere con personaggi di diverse etnie. Però ti assicuro che il film è meraviglioso in tutto e per tutto e ti consiglio la sua visione!

Scrivi una risposta a loscalzo1979 Cancella risposta