Dragon Trainer

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo siamo passati ai film live-action e per la precisione abbiamo parlato di un’opera fantascientifica abbastanza recente che incarnava perfettamente lo spirito dei film di genere, dei B-movie. Il film in questione è 65 – Fuga dalla Terra. Mils è un pilota di astronavi che vive sul pianeta Somaris e un giorno accetta l’incarico di trasportare dei passeggeri, un incarico che durerà due anni e lo terrà lontano da casa. Ha deciso di accettare questa missione in modo da avere i soldi per curare sua figlia, gravemente malata. Durante il viaggio però l’astronave viene colpita da una grande quantità di asteroidi e lui precipita su un pianeta sconosciuto. Tutti i passeggeri muoiono ma una ragazzina di nome Koa riesce a sopravvivere e adesso Mils, insieme a lei, dovrà raggiungere la capsula di salvataggio caduta dall’altra parte. Dovrà fare in fretta perché lui è caduto sulla Terra, 65 milioni anni prima, quando i dinosauri governavano incontrastati. Un buon B-movie che riesce a ovviare i limiti del budget attraverso vari stratagemmi tra oscurità, fuori campo e altre buone idee e costruendo una buona tensione e rendendo gli ambienti ottimi e facendo immergere lo spettatore nella sua atmosfera. Inoltre sa convincere grazie ai protagonisti e al rapporto padre-figlia che nascerà, con i due che comunicheranno solo a gesti e con le espressioni, visto che entrambi parlano lingue diverse che non capiscono. Lo consiglio!
Questa volta torniamo nel mondo dell’animazione e, dopo Disney e Pixar, torniamo dalla DreamWorks e possiamo dire che questa volta prenderemo in esame una delle loro opere animate più belle e commuoventi.
Ecco a voi Dragon Trainer (How to Train Your Dragon), pellicola animata del 2010 scritta da Chris Sanders, Dean DeBlois e Will Davis e diretta da Chris Sanders e Dean DeBlois.

Trama:
L’isola di Berk è un luogo abitato dai vichinghi con un clima molto rigido e un piccolo problema legato a certe creature: i draghi. Infatti il villaggio è infestato dai draghi che molto volte attaccano per rubare il bestiame e ogni volta i vichinghi cercano di ucciderli, perché nella loro cultura ucciderne uno è simbolo di enorme valore. Ed è quello che vuole fare il giovane Hiccup (Jay Baruchel), figlio del Capo villaggio Stoick l’Immenso (Gerard Butler). Molti del villaggio però vorrebbero che lui stesse alla larga perché è molto gracile, non sa combattere e ogni volta che prova ad affrontare i draghi combina dei guai. Per dimostrare il suo valore, Hiccup costruisce una ballista e riesce a centrare una Furia Buia, uno dei draghi più pericolosi in circolazione, una creatura che nessuno ha mai visto per la sua incredibile velocità. Al villaggio nessuno gli crede e quando parte alla ricerca del drago, lo trova intrappolato ma non lo uccide, anzi prova pietà per lui e lo libera, ma la Furia Buia non riesce a volare a causa della coda menomata. Hiccup inizia così a conoscere meglio il drago, che chiama Sdentato, e a capire quanto tutto quello che lui e gli altri vichinghi sapevano sui draghi fosse sbagliato e decide di costruire un macchinario per aiutare Sdentato a volare. Intanto Stoick decide di mettere fine una volta per tutte alla guerra con i draghi, cercando di trovare il loro nido e distruggerlo.

Questa non è la prima volta che parlo di questo film. Anni fa infatti ci feci una recensione che, nonostante non mi dispiace, trovo incompleta sotto molti punti di vista così, com’è successo per Momo alla conquista del tempo, ho deciso di riscriverla anche perché questo film merita una recensione decente. E poi ci sono anche altre recensioni che vorrei riscrivere su pellicole incredibili, ma per il momento concentriamoci su questa perla.

Iniziamo parlando del lato tecnico, un aspetto che ai tempi sorprese parecchio e che a diversi anni di distanza è invecchiato molto bene e riesce ancora a stupire. Sicuramente uno dei punti di forza è il character design, partendo dagli umani che riescono a essere interessanti e ben distinguibili oltre che ricchi di dettagli. Hiccup ad esempio nella sua semplicità funziona alla grande, con questi tratti rotondeggianti e dolci da ragazzino e soprattutto i piccoli dettagli come i primi pelli di una futura barba, le lentiggini e soprattutto una piccola cicatrice sul mento. Gli adulti invece avranno tratti più duri, non solo legati alla loro età ma anche al loro esseri guerrieri sempre pronti all’azione e Stoick a riguardo è un ottimo esempio, l’esatto opposto di Hiccup, un uomo che ha lottato per tutta la vita, con uno sguardo severo e pieno di profonde rughe. Anche in questo caso i dettagli sono ottimi, in particolar modo per i capelli e le barbe, entrambe molto folte e dall’aspetto crespo e ruvido. Tra gli altri dettagli degni di nota abbiamo un vestiario ottimo dove a risaltare sono soprattutto le pellicce. Gli umani funzionano benissimo, ma credo proprio che tutti noi siamo rimasti incantati principalmente dai draghi.

Fin dall’inizio rimaniamo sorpresi dal loro design proprio per la volontà di creare qualcosa di innovativo per loro, allontanandosi dalla classica figura e cercando di rifarsi ai libri dell’autrice. Quindi in alcuni casi avremo dei design quasi comici con draghi dalle proporzioni esagerate, come ad esempio i Gronkio, con la testa enorme e il corpo piccolo ma protetto da una pelle dura e bitorzoluta, oppure l’Orripilante Bizoppo che ha due testa da cui una emette gas e dall’altra scintille e, oltre ad avere i crani molto piccoli, hanno degli occhi molto grandi. Tutti i vari tipi di draghi qui presenti sono curati e ben studiati, ma ovviamente quello che rimane nella mente di tutti è proprio Sdentato, con questo corpo nero e lucido, le enormi ali, la testa schiacciata e dei tratti che gli conferiscono quasi un aspetto felino (infatti ha dei comportamenti tipici dei gatti ma anche dei cani). Tra l’altro ho sempre apprezzato come le sue squame fossero in rilievo e soprattutto come le luci si riflettessero su di esse, creando dei bei giochi di luce.

Oltre ai personaggi anche le ambientazioni sanno essere stupende, in particolar modo quelle naturali a cui hanno voluto dare un aspetto realistico, ma anche Berk stessa risulta ottima così come gli interni. E qui anche l’illuminazione riesce a dare quel senso di realismo e a creare delle scene magnifiche che vengono valorizzate dalla regia. I due registi, che avevano già lavorato per Lilo & Stitch, si dimostrano capaci di donare a quest’opera un ritmo ottimo e anche il giusto spazio a momenti leggeri e spensierati ad altri più drammatici con il giusto tempismo. Oltre a ciò hanno dimostrato grandi capacità anche nelle scene d’azione e in particolar modo nelle sequenze di volo. In questi momenti vediamo Hiccup e Sdentato volare insieme per vaste ambientazione, provare insieme vari movimenti per coordinarsi e fare anche folli acrobazie e in tutto questo si riesce a percepire la bellezza del momento, l’adrenalina ma anche un bellissimo senso di libertà. Delle scene che non si limitano solo a mostrare un lato tecnico incredibile ma a rafforzare la relazione tra Hiccup e Sdentato. Il lato tecnico è ottimo e la sceneggiatura non è da meno.

La storia è tratta dal libro di Cressida CowellLe eroiche disavventure di Topicco Terribilis Totanus III (sì, il titolo italiano non è certamente dei migliori) di cui la DreamWorks acquistò i diritti intorno al 2004 e fu la produttrice Bonnie Arnold a consigliare allo studio di realizzare un’opera animata. Durante le prime fasi di produzione la storia era molto fedele al libro, ma le cose cambiarono radicalmente quando alla regia vennero scelti Sanders e DeBlois. Infatti per loro il libro era orientato a un pubblico molto piccolo mentre i due volevano qualcosa di più maturo e diretto a tutti quanti ed è così che nacque la storia che conosciamo oggi.

Il film parla per l’appunto di questa lunga guerra tra vichinghi e draghi che dura da lunghissime generazioni, una guerra che si è protratta a lungo e ha visto vittime da ambo i lati, ma soprattutto ha visto la nascita di un profondo odio e delle convinzioni errate basate su questo sentimento. Infatti i vichinghi considerano i draghi come bestie violente da abbattere e uccidere e questa forte convinzione la possiamo notare in tantissimi momenti e non solo dal modo in cui ne parlano. Due sequenze emblematiche sono quelle legate al libro dei draghi scritto dai vichinghi e soprattutto all’addestramento a cui Hiccup e gli altri ragazzi si sottopongono, in cui devono capire come muoversi per sopravvivere e uccidere i draghi. In tutto ciò non si nota alcuna volontà da parte dei vichinghi di approfondire queste creature, pensano che siano dei mostri da uccidere e rimangono ancorati a questi pensieri, in special modo gli adulti. E in questo caso anche la difficile relazione padre-figlio tra Hiccup e Stoick sottolinea questo aspetto. Tra loro due c’è un problema di comunicazione, sono molto diversi e se all’inizio Hiccup voleva fare di tutto per essere come gli altri e suo padre, quando decide di risparmiare la vita a Sdentato comprende che non sarà mai come loro e cerca di spiegare le sue ragioni, senza che però il padre lo ascolti.

E qui viene mostrato molto bene come gli adulti siano cocciutamente fermi a delle opinioni che fanno parte di loro da tutta la vita e non vedano che in realtà si stanno sbagliando. Infatti i primi ad accettare la verità sui draghi saranno proprio i ragazzini, prima proprio con Hiccup e in seguito Astrid (America Ferrera), quando vedono con i propri occhi che i draghi possono essere amici. E quest’amicizia nasce proprio perché imparano a superare i pregiudizi e approfondire le loro conoscenza, un legame che Hiccup instaura con Sdentato proprio nel momento in cui lo risparmia, in cui vede nei suoi occhi la paura così come la prova Hiccup. Questo film riesce a dare degli insegnamenti veramente profondi che con il passare del tempo non invecchieranno mai, ma continueranno a essere moderni e Hiccup e Sdentato ne sono l’esempio lampante, soprattutto per quanto stretto e dolce sarà il loro legame, nato con un gesto semplice in una delle scene più iconiche del film (che tra l’altro quel momento di esitazione che ha Sdentato era un errore d’animazione ma è stato tenuto proprio perché dava al tutto maggior forza) e raggiunge il suo apice nel finale quando loro due arrivano a completarsi (e se avete visto il film avete capito cosa intendo).

Per concludere, Dragon Trainer è un film animato impressionante che mostra un lato tecnico incredibile con ambientazioni realistiche, scene di volo dirette benissimo e un character design convincente e molto originale. La storia è molto profonda, una storia che insegna a superare l’odio e i pregiudizi e lo fa con l’amicizia tra un ragazzino e un drago molto dolce. Lo consiglio assolutamente!

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

34 pensieri riguardo “Dragon Trainer

    1. Per me è anche più di un bel film, è un vero gioiello dell’animazione e i suoi seguiti sono decisamente molto validi anche se purtroppo non raggiungono lo stesso livello di questo primo capitolo.

  1. La prima volta che vidi questo film, non mi convinse per niente. Lo trovai troppo disneyano, in un’epoca in cui, se guardavi DreamWorks, sapevi già che avresti trovato uno stile “antidisneyano” (un po’ come ai tempo della vecchia Warner). Quindi c’era anche un pochino di delusione. Non mi piacque nemmeno il cliché, usato e riusato, del padre che letteralmente non ascolta mai il figlio. Mi sembra un espediente piuttosto datato. Comunque iniziai a rivalutare il film dopo la visione del sequel (che mi è piaciuto maggiormente). Bellissime le ambientazioni e la fotografia. Ed il fatto di non volere conoscere i draghi, considerandoli solo un nemico da abbattere, crea quasi una metafora per il razzismo. Resta un buon film. Preferisco il secondo. Il terzo, penso di non averlo capito, ma mi ha dato delle sensazioni davvero negative e non mi è piaciuto affatto.

    1. Io invece lo adoro particolarmente proprio per il modo in cui si parla di razzismo, per la volontà di questo popolo di non voler conoscere i draghi, di considerarli solo esseri diversi che devono essere abbattuti. Ci sono elementi ovviamente visti e rivisti numerose volte, come appunto il rapporto padre-figlio che però in questo caso è scritto bene, non è qualcosa di odioso come capita in tantissimi film americani con questa tematica, c’è un’attenzione al conflitto qui, in particolar modo un conflitto derivante due mondi completamente diversi che non riescono a incontrarsi. Il secondo è un seguito stupendo ma a mio avviso non arriva ai livelli di questo capitolo per una questione di ritmo, non tanto di storia. Anche perché nel secondo capitolo sono state fatte delle scelte coraggiose che ho veramente apprezzato, ma ne parleremo quando uscirà la recensione del secondo capitolo (e mi sa che ci vorrà un po’, visti i miei tempi di pubblicazione). Il terzo invece è dal mio punto di vista il capitolo più debole. Mi è piaciuto, ma non si avvicina per niente al primo e al secondo.

      1. È un po’ analogo agli Incredibili, dove ho apprezzato il primo, solo dopo aver visto il secondo. Però gli Incredibili non mi avevano preso perché l’avevo trovato poco avvincente, ma sono stata felice di rivalutarlo. Così come Dragon Trainer. Per il terzo capitolo, dovrei rivederlo, ma ricordo di aver fatto una fatica immane a finirlo, proprio perché mi dava sensazioni piuttosto negative.

        1. Sai cosa mi sorprese la prima volta de Gli Incredibili? Mi sarei aspettato molta più azione visto che parlava di supereroi e invece mi sono ritrovato una storia molto matura e drammatica che metteva in evidenza critiche sociali intelligenti e coraggiose. Lo stesso vale per Dragon Trainer. Il terzo capitolo l’ho visto diverse volte. Bello, ma poco avvincente e incisivo. Dei tre capitoli è certamente il meno maturo ed è strano, visto che tecnicamente lì sono adulti.

          1. Probabilmente non avevo capito gli Incredibili la prima volta. Comunque, anche se ora lo apprezzo, penso di preferire ancora il sequel. Per Dragon Trainer (a proposito, non ho mai capito la “traduzione” di questo titolo), dovrei ridare una chance al terzo capitolo, ma ho paura che potrebbe causarmi frustrazione, in quanto ho paura che confermi la mia incapacità di comprenderlo. Infatti non ci ho capito niente, anche se mi ha dato cattivissime sensazioni.

            1. Onestamente devo ammettere che il titolo in italiano questa volta era “migliore”. Più che migliore era un titolo più accessibile rispetto al lungo How to train your Dragon. Diciamo che hanno riassunto il tutto molto bene. Per quanto riguarda il terzo capitolo non ti devi preoccupare. Non devi vederlo per forza adesso, guardalo solo quanto te la senti. E alla fine non è un film complesso, è solo un film che aveva bisogno di una costruzione migliore (e di un’introduzione migliore dei nuovi personaggi).

  2. Purtroppo non l’ho mai guardato con attenzione. Ne ricordo le bellissime ambientazioni e poco altro. Devo dargli un’altra possibilità, però: perché, come gli autori, io sto conducendo una battaglia a favore dei draghi! Anzi, mi sento, come dice il Libro di Giobbe ripreso nel capolavoro di Alan Moore “Watchman”, “fratello dei draghi e compagno dei gufi”.

    1. È un film che in realtà è più profondo di quanto si possa immaginare. Ovviamente cerca anche di intrattenere lo spettatore, ma lo fa narrando una storia che supera la diffidenza e gli stereotipi e invita lo spettatore a guardare il mondo con occhi nuovi e aperti. Non posso far altro che apprezzarlo per la sua intelligenza ed empatia.

  3. Lulu: “I feel like our Dada would enjoy a career as a dragon trainer, but Mama would probably be better at it …”Oona: “Mama often says that Oona looks like that Toothless dragon, especially when she folds her ears back in annoyance.”Charlee: “Which is often!”

  4. Amo follemente dragon trainer. L’ho rivisto di recente trasmesso in TV, tutti e 3 i film. Stupendi . Una storia di crescita, di salvezza, di eroismo. Un finale commovente e azzeccato. Credo che sia l’unico che amo così. Nonostante me ne piacciano altri, questo per me è un’opera fantastica

    1. Sono assolutamente d’accordo. Ha una forza sia visiva che narrativa impressionante e riesce a parlare di tematiche mature con grande abilità. La trilogia, ma in particolar modo il primo capitolo, è da amare.

  5. quante lacrime sto film, ogni tanto mi riguardo sia la lotta finale, sia quando il padre scopre che sdentato ha salvato suo figlio 💙

    invece penso malissimo del live action, già il trailer mostrava la scena iconica dell’incontro in modo malissimo: voleva riprendere le inquadrature dell’originale ma con altre inquadrature aggiuntive inutili; per me sarà un flop clamoroso

    1. La parte finale è veramente commuovente e mostra una forza immensa. Questo è un film stupendo che verrà ricordato negli anni a venire proprio per la sua bellezza ed empatia. Anch’io comunque non ripongo speranze nel live action, anzi ormai sono stufo marcio di questa cosa e mi spezza il cuore vedere che la Dreamworks vuole seguire le orme della Disney.

      1. esatto
        poi fa ridere che, come la disney, vuuoi fare un step by step e poi vuoi rimodernizzare la rappresentazione?
        vuol dire che un personaggio magro o grasso (senza parlare di etnie) si comporterà allo stesso modo nelle stesse situazioni?

        1. Il problema è questo ed è un problema che ho notato con la Disney: o tendono a copiare tutto per filo per segno, senza mettere niente di interessante o nuovo (anzi copiando le inquadrature originali con meno sforzo artistico) oppure quando cambiano le cose lo fanno mooooolto male, perfino nelle cose piccole (un esempio che ho sempre portato è con il live-action di Aladin quando hanno deciso di fare Jasmine una persona con una cultura profonda ma che, come nell’originale, quando va al mercato prende la mela senza sapere che bisogna pagarla. Voglio dire, una persona che studia dovrebbe sapere queste cose. Almeno nell’originale Jasmine era intrappolata in una prigione d’oro).

          1. io di aladdin cito sempre come esempio negativo perfetto la canzone solista nuova della principessa: canta di libertà ed emancipazione, per poi scoprire che è tutto nella sua testa mentre si fa imprigionare senza dire ‘na sillaba; che stronzata.

    2. Tra le altre cose vogliono perfino copiare le scene del film animato una a una, come hanno detto nelle interviste. E a questo punto mi domando, se devi copiare tutto il film, che senso ha dare questo remake live action? In generale l’idea dei remake live action è solo una mossa commerciale basata sull’effetto nostalgia che è stata un pò la rovina dei blockbusters recenti. Io spero che decidano di cambiare strada.

    1. I don’t have any faith in the live-action remake. Honestly I always hated the idea of re-doing a remake live-action of these little masterpiece of animation. First of all because they showed that those movie were made only for profit, without any little effort to make it interesting or artistic. Secondo, everytime they tried to modify something, they were able to make it worse. Third, and this point is very important in my opinion, they’re doing commerical of these live-action rekame like they’re the upgrade of the animated ones, like if animation is something inferior and only for kids. I really recomend you to watch the original movie because it’s a very impressive and beautiful experience.

      1. I do understand your points. A part of me has made peace with Hollywood’s focus on profit. I expect everything to be remade at some point. That way, if and when it happens, I won’t be as close to incensed as I’ve been in the past.

        I must add that even though live-action remakes are largely a money grab, for me Cinderella has never resonated with me the way it did when the live -action version was released in 2015. Now, it’s likely my favourite Disney Princess story; that version of it in particular. Of course it matters who the cast and director are. Kenneth Branagh hit it out the park with it, for me. From trailer to the rolling credits at the end, dare I say.😁

        1. I know that Hollywood wants to do profit and it’s normal, that’s nothing wrong with it. What I don’t like is they want to have profit without doing something interesting, something that will last in time, without telling you something. It’s just an incredible void.

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