Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo, come di consueto, siamo tornati a parlare di animazione e questa volta l’abbiamo fatto prendendo in esame la Pixar, con uno dei suoi seguiti migliori, il loro undicesimo lungometraggio animato, Toy Story 3 – La grande fuga. Andy ormai è cresciuto, ha 17 anni e tra non molto partirà per il college e da tanto tempo non gioca più con Woody e gli altri giocattoli. Visto che se ne andrà, Andy deve buttare delle cose e metterne altre in soffitta o darle in beneficenza e decide di mettere i suoi vecchi giocattoli in una sacco nero per portarli in seguito nella soffitta, ma la madre crede che sia spazzatura e li butta. Feriti dal gesto, i giocattoli decidono di farsi donare all’asilo Sunnyside per poter giocare con i bambini, nonostante Woody cerchi di spiegargli la situazione. All’asilo vengono accolti dall’orsacchiotto Lotso che comanda il posto, ma si renderanno conto che lui governa gli altri giocattoli con la paura e il pugno di ferro. Un seguito che ebbe numerosi problemi a livello produttivo, ma che alla fine vide la luce e si dimostrò un’opera magnifica, con un lato tecnico veramente ottimo con modelli e animazioni molto curate e ricche di dettagli e una regia che riesce a dare un bellissimo ritmo all’opera. La sceneggiatura è molto matura e riesce a riproporre in maniera fedele le tematiche dei vecchi Toy Story, senza essere ripetitivi, con dei personaggi ottimi e un finale perfetto e commuovente. Un film che consiglio assolutamente!
Torniamo quindi a parlare di live-action e per la precisione di un horror italiano di inizio anni ’90, un’ottimo esempio di un cinema horror che ci aveva caratterizzati in tutto il mondo.
Ecco a voi La setta (The Devil’s Daughter), pellicola horror del 1991 scritta da Michele Soavi, Dario Argento e Giovanni Romoli e diretta da Michele Soavi.

Trama:
Il film inizia negli anni ’70 con la Setta dei senza volto che compiono delitti a scopi satanici, preparandosi al momento propizio in cui arriverà l’Anticristo. Ci spostiamo poi negli anni ’90 in Germania dove un uomo, Moebius Kelly (Herbert Lom), intraprende un lungo viaggio, portando con sé un pacco che custodisce gelosamente. Mentre si trova fuori Francoforte, il vecchio rischia di essere investito da Miriam Kreisl (Kelly Curtis), un’insegnante delle elementari che stava tornando a casa. Visto che Moebius non vuole andare in ospedale, e sentendosi in colpa per il quasi avvenuto incidente, Miriam decide di ospitarlo a casa sua finché non si sarà ripreso, in modo che lui possa continuare il suo viaggio. Moebius però ha raggiunto la sua destinazione, infatti stava cercando lei, mostrando quasi di conoscerla. Quella stessa notte il vecchio apre il pacco e tira fuori un insetto che entra nel naso della ragazza. Come se non bastasse, quella casa sembra nascondere dei segreti e Moebius apre una stanza segreta con al centro un pozzo contenente uno strano liquido blu, che sembra vivo. Per Miriam sarà l’inizio di un lungo incubo.
Era da parecchio tempo che non parlavo di Michele Soavi su questo blog. L’ultima volta è stato con l’ottimo Deliria, il suo esordio alla regia. Soavi è un grande regista che negli anni ’80-’90 è riuscito a portare degli horror veramente affascinanti, apprezzati molto anche all’estero e diventati dei veri e propri cult. Diciamo anche che lui è stato uno degli ultimi artisti di un certo tipo di cinema che negli anni ’90 stava cominciando a sparire e che oggi cerca di riproporsi di tanto in tanto. Ma non perdiamo tempo e cominciamo con la recensione.

In questo caso iniziamo a parlare della sceneggiatura invece che dal lato tecnico. Vedendo il film, sicuramente molti avranno pensato a Rosemary’s Baby e il paragone è più che azzeccato. Questo film è un suo derivato e ha parecchi punti in comune, come appunto questa setta composta da persone con un certo potere sociale e che tengono sott’occhio la nostra protagonista che, e lo capiamo fin da subito, sarà la futura madre dell’Anticristo. Su questi elementi si assomigliano, anche se ci sono altre cose che li differenziano, come il concetto di predestinazione legato alla protagonista. Moebius sembra conoscerla e perfino la casa in cui è andata ad abitare sembra sia stata fatta apposta per lei. Il suo destino sembra segnato dal volere di questa setta fin da quando è nata e fin dall’inizio capiamo che non c’è nulla che possa fare. In questa storia inoltre ci sono delle idee che rendono il tutto affascinante e che la differenzia da Rosemary’s Baby come appunto il modo in cui nasce l’Anticristo.
Però questa sceneggiatura ha anche dei difetti, qualche forzatura che poteva essere gestita meglio, basti solo pensare al fatto che Miriam accoglie in casa sua uno sconosciuto che si comporta in modo strano e inquietante e in certi casi ho trovato qualche scena superflua a livello di storia, nello specifico l’omicidio che avviene a Francoforte prima che inizino le vicende. Una cosa che invece ho apprezzato parecchio è il finale, un momento interessante dove, senza fare spoiler, Miriam si ritroverà per la prima volta nella sua vita veramente libera di poter scegliere. Un momento che ho trovato affascinate e fondamentale per la trama, in cui la decisione della protagonista potrà cambiare tante cose. A livello di sceneggiatura il film non è male, anche se non è particolarmente originale e in qualche punto certe cose non tornano, ma ciò che rende ottima questa pellicola è proprio il lato tecnico e lo stile optato dal regista.

In molti definiscono La setta come uno dei film più personali di Soavi, non inteso a livello di storia e personaggi, ma a livello stilistico, riferendosi alle immagini e alle scene che ha curato, molto vicine alla sua arte. Ciò che affascina fin dalle prime inquadrature è quest’atmosfera surreale che il regista riesce a creare attraverso un uso eccellente della camera, con inquadrature ben studiate e un ottimo impiego della profondità di campo che in certi casi crea una sorta di distaccamento, come se ci fosse qualcosa di strano perfino nelle scene che sembrano normali. Ci sono varie immagini che sanno colpire e accrescere questo senso di surrealismo, come la presenza di questo coniglio bianco a casa di Miriam che sarà protagonista di vari momenti, oppure il fatto che a un certo punto sarà presente una grande quantità di polline nelle ambientazioni esterne. Questo surrealismo sarà anche presente nella fotografia, molto curata anch’essa, e in certi casi con l’uso di colori in forte contrasto tra di loro, come l’amica di Miriam con il vestito rosso fuoco nell’ambientazione notturna dove a farla da padrona è il blu. Anche altre idee visive si rivelano davvero ottime e curiose, come il liquido blu presente nel pozzo che si muove attraverso i tubi dell’acqua e dove il regista riesce a creare dei point of view bellissimi, muovendosi velocemente tra di essi con queste sequenze che possono ricordare il Male de La Casa. Anche l’idea dell’insetto è molto buona e riesce a trasmettere un senso di disgusto, così come è ottima l’idea del telo con il volto di Moebius, una sorta di Sacra Sindone impregnata di puro male. Tutti questi elementi rendono il film unico a livello visivo e riescono a valorizzare questa storia, creando la giusta tensione e incuriosendoci per il destino della protagonista.
Per concludere, La setta è un film horror con una storia già vista, ma capace di aggiungere elementi molto interessanti, anche se certe cose non tornano del tutto. Il lato tecnico riesce però a donare unicità a quest’opera, creando un’atmosfera surreale e ottima, ma soprattutto riesce a tenere in tensione per il destino della protagonista. Lo consiglio assolutamente!

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!
[The Butcher]
La recensione mi è piaciuta, ma preferisco non guardare film terrificanti 🙏
Buon pomeriggio
Mi fa molto piacere che ti sia piaciuta e sì, so bene che questo non è il tipo di film per te.
Ti auguro una buona giornata!
Grazie per la gentile risposta… e felice serata a te 🤗
Grazie mille! Auguro anche a te una buona serata!
Che recensione interessante! La setta è uno di quei film che, pur riprendendo elementi già visti, riesce a distinguersi grazie all’atmosfera e alla cura visiva. Soavi aveva davvero un tocco unico nel creare tensione e inquietudine con le immagini. Mi hai fatto venire voglia di recuperarlo, soprattutto per il lato tecnico che sembra davvero affascinante!
Di Soavi amo profondamente La Chiesa e Dellamorte Dellamore. È un regista magnifico e mi dispiace che oggigiorno non riesca a realizzare qualche opera interessante (anche perché purtroppo non è più possibile realizzare opere così particolari). Grazie mille per il commento, sono felice che la recensione ti sia piaciuta!
Non lo conoscevo, ma leggendo il tuo racconto, che è scritto divinamente, non credo che sia il tipo di film che riuscirei ad apprezzare.
Nessun problema! Mi rendo conto che non è un film per tutti. In ogni caso sono felice che la recensione ti sia piaciuto!
[…] in quegli anni è riuscito a portare delle opere veramente affascinanti. Il film in questione è La setta. Moebius è un uomo anziano che inizia un viaggio portando con sé un misterioso pacco che […]