Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo abbiamo ripreso il ciclo cinematografico di Poe, creato da Roger Corman, discutendo de I racconti del Terrore. Una pellicola antologica composta da tre episodi che si differenzia dai capitoli precedenti. Nonostante il primo e terzo segmento abbiano molti elementi in comune con le prime tre pellicole, nel secondo episodio c’è un netto cambio di rotta nell’ambientazione ma soprattutto nei toni. Infatti sarà presente l’elemento comico e nella prima parte si riderà anche grazie all’ottimo lavoro di Peter Lorre e Vincent Price. Ma nella seconda parte si trasformerà in un horror con sequenze molto folli e oniriche. Certamente un film da recuperare.
Un articolo che vi consiglio assolutamente di recuperare è quello su La stella di Andra e Tati, pubblicato da Shiki e che parla della storia di Andra e Tatiana Bucci, due bambine italiane ebree sopravvissute al campo di sterminio di Aushwitz Bikernau. Un articolo importantissimo che parla sia del corto animato che del libro dedicato a queste due persone, due opere molto belle e fondamentali che dovette assolutamente vedere e leggere.
E adesso passiamo a qualcosa di cui non vedevo l’ora di parlare, senza però allontanarci dal genere horror. Questa volta facciamo un salto temporale di quasi vent’anni rispetto a I racconti del Terrore. L’horror aveva subito nel tempo diversi cambiamenti e stava continuando a evolversi e a cambiare grazie anche a dei registi che hanno letteralmente sconvolto il panorama cinematografico come George Romero, Tobe Hooper, Wes Craven e John Carpenter. Agli inizi degli anni ’80 ci fu un altro regista, molto giovane ma pieno d’inventiva, che riuscì a far parlare di sé: Sam Raimi. Ho sempre parlato poco di questo grande regista e le uniche volte sono state anni fa con Drag me to hell e Soldi sporchi, due opere notevoli, specialmente la seconda che amo con tutto il cuore. Con questo articolo non solo ho intenzione di parlare del primo film realizzato da Raimi, ma voglio anche discutere di una trilogia che ho sempre amato e che continua a essere apprezzata da molti e decisamente innovativa anche oggi. Questo era uno dei tanti progetti che volevo portare sul blog e finalmente ho trovato il coraggio di farlo.
Ecco a voi La Casa (The Evil Dead in originale), pellicola horror del 1981 scritta e diretta da Sam Raimi.
Trama:
Un gruppo di cinque ragazzi, composto da Ash Williams (Bruce Campbell), Scott (Richard Demanicor), Cheryl (Ellen Sandweiss), Linda (Betsy Baker) e Shelly (Theresa Tilly), si sta dirigendo verso uno chalet di montagna per trascorrere un fine settimana insieme e divertirsi. Nello chalet iniziano subito ad accadere degli eventi sovrannaturali e a un certo punto Ash e Scott trovano in cantina un vecchio registratore a nastro, un libro dall’aspetto sinistro e un pugnale particolare. I due sono curiosi e decidono di ascoltare la registrazione. Sul nastro è incisa la voce di un archeologo che dice di aver fatto una scoperta importante nelle rovine del castello di Kandar: un vecchio tomo, chiamato Necronomicon ex-mortis, un libro oscuro in grado di richiamare gli spiriti dei morti e anche i demoni. La voce pronuncia l’antica formula e Ash e Scott ascoltano interessati. Questo però provoca il risveglio di una creatura diabolica, una presenza malefica che si aggira in quei boschi, il Demone Kandariano. Da quel momento in poi i ragazzi saranno costretti ad affrontare degli esseri sovrannaturali e dovranno sopravvivere fino alla fine.
In questo caso ho deciso di utilizzare il titolo originale rispetto a quello dato in italiano anche perché il cambio di titolo non ha mai avuto senso, dato che non c’è nessuna casa ma un piccolo chalet. Tralasciando questi dettagli, stiamo parlando di un horror molto importante in special modo per lo splatter, un sottogenere dell’horror. Quando uscì in America causò una divisione tra i critici: c’era chi lo apprezzava per la sua originalità nella messa in scena ma c’era anche chi lo aveva criticato per la sua violenza e alla fine divenne un discreto successo. Con il tempo però divenne un vero e proprio cult e molti critici lo rivalutarono. Ed è grazie a ciò se La casa 2 e L’armata delle tenebre videro la luce, ma questa è un’altra storia. Come nacque l’idea di The Evil Dead?
Sei si parla di Sam Raimi, specialmente nel contesto di The Evil Dead, non si può non parlare anche di Bruce Campbell. Infatti Raimi e Campbell sono sempre stati grandi amici fin dall’infanzia, sono cresciuti insieme e insieme hanno iniziato a girare i loro progetti a bassissimo budget con una Super 8. Inizialmente giravano commedie ma, dopo aver diretto una scena di tensione nel corto It’s Murder! decisero di intraprendere la strada dell’horror. Ed è così che nacque Within the Woods, un cortometraggio di un quarto d’ora che può essere definito a tutti gli effetti un prototipo di The Evil Dead, un progetto costato 1600 dollari che doveva anche attrare dei possibili finanziatori. Sia Raimi sia Campbell dovettero chiedere soldi ai loro parenti e a molte altre persone che potevano essere interessante. Alla fine riuscì a mettere insieme una buona somma di denaro (375 mila dollari) e chiamò il progetto Book of the Dead (l’omaggio a Lovecraft è evidente). Alcuni attori vennero scelti attraverso un avviso sul giornale mentre Ellen Sandweiss decise di ritornare a recitare con Raimi (aveva avuto una parte insieme a Campbell in Within the Woods).
Il problema però era questo: lui aveva da poco compiuto 20 anni e, insieme alla sua crew, non aveva la minima preparazione sulla preproduzione e quest’esperienza fu una sorta di “commedia degli errori”: location scomode, trucco difficile da utilizzare, effetti speciali creati sul momento. Fu un bel casino ma in tutto ciò si vede anche l’ingegno di Raimi. Una cosa che ho sempre apprezzato di questo primo capitolo, e che migliorerà molto nei seguiti, è l’angolo olandese ossia quando la macchina da presa si inclina lateralmente, dando un’immagine storta. Questo tipo di inquadrature dava un effetto di straniamento e aumentava molto la tensione che si respirava in quei momenti. Raimi riuscì a creare perfettamente delle scene terrificanti per il modo in cui sono state dirette e per la sensazione di claustrofobia che si provava, essendo costretti a rimanere dentro quelle quattro mura. Una delle invenzioni più famose di Raimi fu certamente quella con cui “mostra” il Male. Non avendo una Steadicam e non avendo i soldi per potersene procurare una, si inventò la “shaky-cam“, termine che fu coniato proprio con The Evil Dead, dove il regista montò una telecamera su un pezzo di legno con due operatori di camera che correvano nella foresta muovendo l’attrezzatura e cercando di non cadere. Si è creato così questo tipo di piano sequenza tremolante che dovrebbe rappresentare il Male ed è una tecnica che trovo stupenda e intelligente ancora oggi. Vediamo tutto dal punto di vista del Male ma non lo vediamo mai veramente, è un’entità che vive in quella foresta, che fa parte di quel luogo e ciò non fa altro che aumentare il terrore che si prova nei confronti di quell’essere. Anche il modo con cui si avvicina allo chalet e ai personaggi è inquietante. Quel movimento veloce e tremolante ci dà l’idea di una creatura famelica e furiosa, qualcosa di bestiale e antico.
Inoltre anche la tensione e lo stress che si creerà tra i vari personaggi aiuterà molto lo spettatore a immedesimarsi nella situazione. Nonostante fossero tutti giovani e inesperti, se la sono cavata benissimo e si sono dimostrati anche abbastanza realistici nelle loro reazioni. Già da qui possiamo vedere il personaggio di Ash Williams ma non è ancora l’Ash che tutti noi conosciamo e con quel design iconico, in questo primo capitolo è semplicemente un ragazzo qualunque che si ritrova ad affrontare qualcosa che va oltre le sue conoscenze.
Penso che gli elementi che sono riusciti a trasmettere quel senso di malessere e sofferenza negli attori siano state anche le pessime condizioni in cui si sono trovati a recitare. Visto che nessuno aveva esperienza, molte cose furono preparate male e quindi non si pensò al clima rigido dell’area, alla lontananza dal centro abitato e altre cose di certa utilità per la troupe. Quindi tutti gli attori ne uscirono malati e feriti. Anche gli effetti speciali vennero improvvisati sul momento ma nonostante ciò riescono a essere molto buoni e soprattutto a incutere un certo disgusto e repulsione. Per certe cose mi ha quasi fatto provare le stesse sensazioni di Non aprite quella porta. Non riesce ad arrivare a quei livelli, ma la sensazione è simile.
Per concludere, The Evil Dead è un film horror veramente importante, un cult incredibile fatto con pochi soldi e poca organizzazione, ma anche tanti impegno e ingegno, un’opera che con il tempo ha fatto molto parlare di sé e che ha aiutato Raimi a farsi conoscere e apprezzare. Ovviamente continueremo a parlare di Evil Dead con i suoi due seguiti.
Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!
[The Butcher]
Ciao! Ho recuperato la trilogia de “La Casa” in questi giorni e ho immaginato che qui potevano esserci delle recensioni… E vedo che sono state appena pubblicate! Mi era stato consigliato L’armata delle tenebre, ma dovevo ovviamente vedere prima La Casa 1 e La Casa 2. Trovo questi film spettacolari e sono proprio pellicole di questo a farmi riconsiderare tutto il genere horror, che nelle produzioni recenti quasi sempre mi annoia e invece, quando pesco nel “vintage”, mi piace tantissimo.
La Casa è un insieme di immagini interessantissime, dalle quali si può imparare molto. Mi fa sorridere. Mi incuriosisce come siano state realizzate le scene finali: stop motion? plastilina?
Mi chiedo inoltre come mai ne stiano parlando tutti ora (come dicevo, mi era stato consigliato). Forse un recente passaggio in tv?
È sempre un piacere passare di qui e trovare spunti per film di qualità. A presto! :)
La casa e i suoi seguiti sono stati un fulmine a ciel sereno, tutti loro sono riusciti a lasciare il segno e a entrare di diritto nella storia per la loro follia e il loro coraggio nel rappresentare questo tipo di storia. Capisco cosa dici quando parli di horror moderno noioso, ma sappi che anche oggi riescono a creare delle produzioni alquanto interessanti. Se cerchi soprattutto nel cinema indipendente troverai delle perle davvero affascinanti. Non saprei perché ne parlano tutti ultimamente, forse per lo stesso motivo che hai sottolineato tu. In ogni caso sono contento che questa trilogia ti sia piaciuta!
Conosci il gioco “The Dark Book” (App gratis per Android)? E’ in parte ispirato a questo film!
Essendo un fan de La Casa ne avevo sentito parlare ma non ci ho mai giocato per un semplice motivo: il mio cellulare è molto vecchio e non riesce a supportare neanche i giochi più leggeri. Però mi piacerebbe provare.
[…] Recensione del film su My mad dreams […]
Mi è piaciuta sì la tua recensione, un giusto omaggio ad un film cultissimo che non si può non adorare (credo e spero)!
Non sapevo del termine shaky cam nato con The Evil Dead! :–)
Grazie mille per il commento. Io adoro informarmi sui film e ogni volta scopro delle cose sorprendenti. È una parte lunga ma che mi diverte parecchio.
Anche io faccio lo stesso, anche per provare a dare un po’ di valore aggiunto ai miei pensieri. :–)
Ed è una cosa giustissima a mio avviso. =)