Il figlio di Babbo Natale

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo abbiamo deciso di fare una cosa particolare, una cosa che non facevo da anni, parlare di un libro di King e i film tratti dalla sua opere e mettendoli a confronto, e abbiamo deciso di farlo con Firestarter (L’incendiaria in italiano). La storia parla della piccola Charlie e di suo padre Andy, in fuga da un’organizzazione federale chiamata la Bottega. Anni prima Andy, per guadagnare qualche soldo per il college, si era sottoposto a un esperimento psicologico che sembrava innocuo ma che gli ha donato capacità paranormali. Anche sua figlia ha ereditato queste capacità anche se il potere è diverso e pericoloso. E la Bottega vuole prenderla per studiarne le capacità e farci degli esperimenti. Il libro di King è un’opera stupenda che riesce a raccontare dei personaggi ricchi di sfaccettature e molto umani e sa anche tenere in tensione attraverso i diversi punti di vista dei numerosi personaggi e a uno stile narrativo che scorre perfettamente. Il film del 1984 si dimostra una trasposizione fedele nella storia ma che a volte semplifica certe cose e all’inizio ha un ritmo spezzettato ma che riesce comunque a rivelarsi dignitoso e con un cast quasi perfetto. Il remake del 2022 cambia molto la storia, rimanendo però fedele allo spirito del libro ma purtroppo non riesce nell’intento di stupire e interessare, con un ritmo disastroso, una parte centrale in cui tutto si ferma e un finale sbrigativo. Mi sono divertito con questo progetto e spero di ripeterlo.
E oggi mi trovo a parlare di animazione e ho deciso di farlo con un film molto leggero frutto del lavoro della Sony Pictures Animation e della grandiosa Aardman.
Ecco a voi Il figlio di Babbo Natale (Arthur Christmas), pellicola animata del 2011 scritta da Sarah Smith e Peter Baynham e diretta da Sarah Smith.

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Trama:
Arthur (James McAvoy) è il figlio minore di Babbo Natale (Jim Broadbent), ma per via della sua goffaggine viene relegato alle poste mentre suo fratello maggiore Steve (Hugh Laurie) supervisiona la missione, ossia consegnare ai bambini di tutto il mondo oltre 2 miliardi di regali con l’ausilio di milioni di elfi e della tecnologia, grazie anche alla modernissima slitta S-1. Durante una missione c’è un bambino sveglio e tutti rimangono con il fiato sospeso ed è qui che un elfo, per sbaglio, preme un pulsante e un regalo cade. Alla fine la missione si rivela un grande successo ma è qui che l’elfa Bryony Shelfey (Ashley Jensen), si accorge del regalo smarrito e lo mostra alla famiglia Natale. Steve però non si preoccupa perché considera il Natale di quest’anno come il migliore di sempre, annunciando che consegnerà il dono qualche giorno più tardi e Babbo Natale ormai è stanco. Arthur però non vuole che quella bambina, Gwen (Ramona Marquez), venga dimenticata e con l’aiuto di Bryony e di Nonno Natale (Bill Nighy), farà il possibile per consegnare il regalo entro 2 ore, pima che sorga l’alba.

Dopo il lavoro con Firestarter avevo bisogno di qualcosa di tranquillo e quindi ho optato per questa pellicola che sancisce la prima di due collaborazioni tra Sony e Aardman e ovviamente parleremo un giorno del secondo film. Nel frattempo però concentriamoci su quest’opera che, nella sua semplicità, riesce a sorprendere per certe cose davvero interessanti.

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Come al solito si parte dal lato tecnico e più nella precisione dal character design, dove sono felice che la Aardman abbia deciso di non usare i tratti tipici dei suoi storici personaggi con il 3D. Amo lo stile della Aardman che funziona perfettamente con la claymotion ma, come era successo per Giù per il tubo, la trovavo molto in contrasto con il digitale, non riusciva a convincermi affatto. Con questo film invece hanno deciso di cambiare stile, senza mettere alcune caratteristiche tipiche come le mani enormi o i larghi sorrisi a 32 denti, ma dandogli comunque una sua particolarità come ad esempio i grandi nasi rotondi della famiglia Natale e degli elfi, e orecchie ben definite che sporgono e anche la colorazione rossa delle guance. Mi piace molto anche il design degli elfi, con il corpo basso ed esile e la testa grande e rotondeggiante. Questa volta lo stile, nonostante non sia folle o del tutto unico, funziona bene e riesce a sposarsi perfettamente con il digitale.

Il film dimostra di avere un ottimo ritmo e sa anche mettere in mostra delle sequenze molto divertenti in quanto Arthur, Nonno Natale e Bryony vivranno parecchie disavventure per via dei metodi obsoleti di Nonno e per la goffaggine di Arthur. Effettivamente Bryony è l’unica che si dimostra preparata e le sue abilità nell’incartare i regali si rivelerà utile e verrà usata in maniera divertente. In generale si può dire che il lato tecnico funziona bene, non è qualcosa di eccelso o rivoluzionario, ma fa il suo dovere e riesce a convincere. Quello che però mi ha sempre interessato maggiormente del film è la sceneggiatura.

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Quest’opera parte di base da una semplice domanda: come fa Babbo Natale a consegnare tutti i regali a tutti i bambini del mondo in una sola notte? Un quesito che si sono fatti molto spesso nel mondo del cinema e a cui hanno sempre cercato di dare una risposta, per questo il compito del film nel dare qualcosa di originale non era per niente semplice eppure ci sono riusciti e l’hanno fatto anche molto bene. Infatti tutta la consegna regali è impostata come se fosse un’operazione speciale militare in cui milioni di elfi divisi in piccoli gruppi devono entrare nelle case e in diciotto secondi riuscire a schivare genitori svegli, allarmi e cani e consegnare i regali senza farsi scoprire. Il tutto viene monitorato da Steve nella sua S-1, una gigantesca slitta-astronave capace di diventare invisibile e percorrere innumerevoli miglia in pochi secondi, dove altrettanti elfi attraverso apparecchiature moderne controllano i movimenti dentro la casa. L’idea è veramente simpatica così com’è interessante anche il modo con cui la consegna dei regala si è velocizzata così tanto da perdere il suo spirito natalizio. Infatti Steve si concentra sulle statistiche e sui dati e non si dimostra bravo con i bambini, l’attuale Babbo Natale che si diverte a fare questo lavoro ma in realtà non combina niente e lascia tutto il lavoro e le decisioni a Steve, mentre Nonno Natale decide di intraprendere questo viaggio per egoismo, per dimostrare a tutti di essere in gamba e ricordagli che un tempo anche lui è stato un Babbo Natale. Ed è qui che riesce a emergere Arthur. Lui è goffo, imbranato e un ingenuo che spesso viene preso in giro dagli elfi e anche dalla famiglia ma è l’unico che intraprende quel viaggio perché non vuole deludere la bambina. Lui ci tiene veramente allo spirito del Natale e alla gioia dei bambini ed è appunto questo suo comportamento che farà aprire gli occhi alla famiglia.

Per concludere, Il figlio di Babbo Natale non è un film rivoluzionario e non è un capolavoro, ma è una pellicola che riesce sinceramente a divertire anche grazie a delle idee veramente ottime e a dei personaggi molto simpatici con cui possiamo empatizzare. Un film che consiglio assolutamente!

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Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

19 pensieri riguardo “Il figlio di Babbo Natale

  1. L’ho visto l’anno scorso e mi è piaciuto, un’idea di partenza che, pur rimanendo nei canoni natalizi, ha dell’originalità e dei personaggi divertenti. Ancora alcune battute e scene vengono citate a casa mia (“Manca il fiocco!!”), segno che il film è piaciuto a grandi e piccini e che rimane nella memoria abbastanza a lungo.

    1. Mi fa molto piacere! Diciamo che non sono un grande fan dei film natalizi perché molto spesso sono opere che fanno costantemente la morale in modo retorico, ma questo è stato un film interessante e scritto bene e vorrei avere molte più opere natalizie simili a queste.

  2. È sulla mia lista delle cose da vedere praticamente da quando è uscito. Tornerò quando l’avrò visto. Il motivo che di solito non mi fa avvicinare troppo a questo tipo di tematica, è proprio il Natale, dove spesso hanno detto e ridetto tutto. Ma so che potrei sbagliarmi.

    1. Capisco la tua titubanza per quanto riguarda l’argomento, ma dal mio punto di vista dipende sempre dal modo in cui viene trattato. Ad esempio ora ho visto che in televisione (nonostante siamo a novembre) hanno già iniziato a dare diversi film di Natale e molti di questi fanno una morale spicciola e raccontata male. Questo film invece no e inoltre parla anche di altre cose. A mio avviso bisognerebbe fare così i film sul Natale.

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