Space Vampires

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo siamo tornati a parlare di horror e l’abbiamo fatto con un film che fece molto parlare di sé ai tempi e che ebbe un’influenza enorme quando uscì elle sale ossia The Blair Witch Project – Il mistero della strega di Blair. Il film si apre spiegandoci che quello che stiamo vedendo è il filmato di tre universitari scomparsi l’anno precedente nei boschi. Il video inizia con i tre ragazzi che vogliono fare un progetto universitario, creando un documentario sulla strega di Blair. Quando arrivano nella cittadina iniziano a intervistare gli abitanti, scoprendo eventi interessanti, e poi decidono di esplorare la foresta in cerca di luoghi del mito. Qui però inizieranno ad accadere eventi strani e inquietanti che diventeranno sempre peggio. Questo film ebbe una campagna pubblicitaria incredibile che ebbe un successo enorme, ma lo stesso film alla fine riuscì a convincere. Un mockumentary fatto molto bene che nella prima parte sembra veramente un documentario sul paranormale per trasformarsi poi nell’esperienza di tre ragazzi davanti a un’entità che li perseguiterà fino alla fine e il tutto mostrato in maniera verosimile e realista, facendo percepire la tensione e lo smarrimento dei personaggi. Un film che vi consiglio assolutamente!
Con questo articolo ho deciso di portare un horror fantascientifico, una tipologia di film che adoro profondamente, e inoltre tornerò a parlare di un regista che ha fatto la storia e di cui ho discusso con due dei suoi lavori più famosi e belli (e un altro non tanto bello).
Ecco a voi Space Vampires (Lifeforce), pellicola horror fantascientifica del 1985 scritta da Don Jakoby e Don O’Bannon, diretta da Tobe Hooper e tratta dal romanzo I vampiri dello spazio di Colin Wilson.

Trama:
L’astronave angloamericana Churchill arriva vicino alla Cometa di Halley, scoprendo qualcosa di inaspettato: nella coda della cometa si nasconde un’immensa astronave aliena. L’equipaggio entra al suo interno e qui vi trovano degli enormi pipistrelli che sembrano essiccati e tre umanoidi conservati dentro delle bare di cristallo. Portano con sé un esemplare dei pipistrelli e i tre umanoidi, ma subito dopo la base perde contatto con l’astronave. Viene inviata una squadra di soccorso per recuperare la Churchill e qui scoprono che l’intero equipaggio è morto. Vengono recuperate i corpi dei tre umanoidi ma uno dei tre, una donna che hanno chiamato Space Girl (Mathilda May), si risveglia e inizia ad assorbire la forza vitale dalle proprie vittime. Quest’ultime tornano in vita come se fossero zombi rinsecchiti, in cerca anche loro di energia vitale. Bisogna fermare la Space Girl prima che diffonda questo male e l’unico che può dare veramente una mano è il colonello Tom Canseln (Steve Railsback), l’unico sopravvissuto del Churchill, salvatosi perché si era lanciato con una capsula di salvataggio nello spazio.

Di Tobe Hooper ne avevo parlato in passato con quel capolavoro di Non aprite quella porta, con quell’altro capolavoro di Poltergeist, che amo alla follia, e con Il Custode, un film oggettivamente brutto che però a me, per qualche strana ragione, piace. Ormai era passato fin troppo tempo dall’ultima volta in cui avevo parlato di una sua pellicola e ho deciso di rimediare con quest’opera che non avevo mai visto prima. E, onestamente parlando, come ho fatto a vivere fino adesso senza aver visto questa follia?

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Vorrei un attimo iniziare dalla sua produzione. Dopo il successo di Poltergeist, Tobe Hooper firmò un contratto con la Cannon Films in cui avrebbe dovuto dirigere per loro tre pellicole e Space Vampires era la prima di queste. La Cannon era una casa di produzione che faceva B-movie a basso budget ma per Space Vampires riuscì a trovare una somma da capogiro per quei tempi, ben 25 milioni di dollari (praticamente aveva due volte il budget di Poltergeist). Infatti questo fu il film in cui Hooper ricevette più soldi per creare la sua storia (cosa che in seguito purtroppo non accadrà più). D tutta questa faccenda però mi fa ridere il motivo per cui hanno scelto di usare il titolo Lifeforce in inglese invece che il titolo originale del libro, appunto Space Vampires (questa è una di quelle rare volte che il cambio del titolo in italiano è ben accetto). Il motivo è semplice: la Cannon non voleva che questo film venisse associato ai loro soliti B-movie, per questo hanno scelto un nome che fosse più accattivante e serio. La cosa che mi diverte è che Space Vampires è un film che trasuda B-movie da tutti i pori. L’unica differenza è l’alto budget.

La regia di Hooper è veramente ispirata e lo dimostra per tutta la durata del film, riuscendo a creare immagini indimenticabili e intere sequenze davvero complesse ma allo stesso tempo divertenti e particolari. Quelle che mi rimangono impresse sono soprattutto quelle iniziali in cui la Churchill entra in contatto con l’astronave aliena (che, se vi interessa, si ispira nel design a un carciofo. Non sto scherzando e la cosa mi fa tanto ridere). Questa sequenza iniziale è fatta benissimo, con gli astronauti che scoprono gli umanoidi. Le ambientazioni sono ispirate e in parte mi hanno ricordato i disegni di H.R. Giger e le ambientazioni delle pellicole fantascientifiche anni ’50. Inoltre questa parte è invecchiata molto bene, con effetti speciali che riescono a essere ancora convincenti e di alta fattura, dimostrando che quei 25 milioni di dollari sono stati spesi benissimo (e lo vediamo anche in altri momenti del film). E gli effetti speciali sono appunto tra gli elementi migliori del film, in particolar modo quelli artigianali, come ad esempio gli zombi disseccati creati con diversi animatronics oppure i modelli della città di Londra usati nel finale che vengono fatti saltare in aria. D’altronde agli effetti speciali c’era John Graysmark che aveva dimostrato in passato di essere un effettista capace e abile.

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Quello che però lascia il pubblico sorpreso, quello che caratterizza e dà personalità all’opera, è come riesce a unire tantissimi generi ed elementi di diverse epoche cinematografiche. Abbiamo la fantascienza anni ’50, abbiamo l’horror anni ’70, l’horror con gli zombi, il gotico inglese, l’horror erotico. Tutto questo unito insieme, ma non in maniera raffazzonata ma con grande naturalezza. Una vera e propria follia, ma una follia bellissima soprattutto per l’evoluzione che ha la storia. Passiamo da una sezione puramente fantascientifica a una in cui una vampira piena la volontà delle persone e ne succhia la forza vitale e le sue vittime si trasformano in una specie di zombi. E ovviamente non finirà qui, più si andrà avanti e più troveremo diverse sorprese, piccole e grandi, che riusciranno sempre a stupire e a non annoiare mai lo spettatore.

Anche a livello estetico ritroviamo alcune sequenze che ricordano il gotico, con colori accesi come il rosso e il blu che entreranno in contrasto tra di loro, creando anche degli ottimi giochi di luce, e inoltre sarà presente l’elemento erotico, probabilmente ripreso dalla Hammer di inizi anni ’70 e di film come Vampiri Amanti. Praticamente vediamo la Space Girl nuda per almeno il 95% della pellicola, ma non sarà mai volgare, anzi mostrerà tutta la sua enorme bellezza e il suo fascino.
Sicuramente per quanto riguarda i personaggi sarà interessante il rapporto che ci sarà tra il colonello Carlsen e la Space Girl, il primo ammaliato dalla vampira a cui tenterà di resistere per poter fermare l’apocalisse. Anche il resto del cast si dimostra ottimo, con interpretazioni convincenti e personaggi che, seppur semplici, risultano credibili (tra l’altro nel film è presente anche Patrick Stewart).

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Per concludere, Space Vampires è una meravigliosa follia che unisce diversi elementi e generi provenienti da diversi decenni che riescono a incontrarsi perfettamente tra di loro e a regalarci un film che, seppure imperfetta, si dimostra veramente originale e unica nel suo genere. Un film incredibile che oggi nessuno farebbe mai, una bellissima follia che consiglio a tutti di recuperare.

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

14 pensieri riguardo “Space Vampires

    1. Sì, è un’opera che rappresenta appieno gli anni ’80 ma che allo stesso tempo riesci a porsi in maniera del tutto differente rispetto alle opere di quel periodo. Penso che sia molto difficile trovare un’opera così particolare che riesce a unire così tanti elementi in maniera ottima. È un film particolare ma fatto con grande abilità e passione.

  1. é un film invecchiato abbastanza bene, non ebbe molto successo al cinema (solo 11 milioni a fronte dei 25 spesi) e la critica in generale lo odiò.
    Ma credo sia stato pian piano rivalutato, negli anni

    1. Sì, purtroppo fu un flop tremendo e onestamente mi dispiace tantissimo perché era veramente incredibile. Non è perfetto, ha I suoi difetti, ma da nessuna parte troveremo mai un’opera così originale e capace di unire così tanti generi insieme. Meritava certamente di più.

  2. Ma dai, pensa che ho programmato un articolo dedicato proprio a questo film per la settimana prossima!
    La mia opinione è moooolto meno positiva della tua: più o meno abbiamo riconosciuto le stesse cose, ma a me non è piaciuto per niente! L’ho trovato noioso da morire, un sacco confusionario e senza alcuna coesione interna. E’ stato davvero una brutta sorpresa, per me, proprio perché, come te, anche io ammiro tantissimo Non aprite quella porta e Poltergeist e non mi aspettavo un film del genere.

    1. Allora sarò davvero curioso di leggere la tua recensione. Mi piace moto sentire opinioni contrarie le mie e diciamo che in questo commento ti sei spiegato molto bene. Non lo trovo perfetto, ha i suoi difetti ma è un’opera davvero unica e capace di sorprendere per la sua follia, almeno dal mio punto di vista. Quindi aspetto la tua opinione!

  3. I watched it for the first time earlier this year and wasn’t that taken with it. I’m going to have to re-watch this film but pay more attention to the mixing of genres that you point out and also look at the details of the physical effects. Slow down and appreciate things.

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