Il Custode

Si continua con le recensioni di film e si continua in special modo a parlare di cinema horror. Questa volta però voglio parlare di una pellicola che veramente in pochi conoscono e che non è stato apprezzata, nonostante l’abbia realizzata una figura che ha contribuito parecchio sia al genere horror che al cinema. I motivi per cui questa pellicola non sia stata gradita li vedremo insieme tra poco ma ci terrei a sottolineare che colui che ha diretto questo lavoro è lo stesso che fece quel capolavoro di Non aprite quella porta. Avete capito benissimo.
Ecco a voi Il Custode (Mortuary), pellicola horror del 2005 scritta e diretta da Tobe Hooper.

Trama:
Leslie Doyle (Denise Crosby) si sta trasferendo insieme alla famiglia, composta dal figlio Jonathan (Dan Byrd) e dalla figlia più piccola Jamie (Stephanie Patton). Leslie ha trovato una grande opportunità di lavoro in una zona rurale della California ovvero l’acquisizione della società di pompe funebri dei Fratelli Fowler. Leslie non vede l’ora di iniziare mentre Jonathan non è tanto felice di questo traferimento improvviso. E, arrivati alla casa dove abiteranno, la situazione non migliora di certo visto che è messa parecchio male ed è accanto al cimitero della cittadina. Dopo un inizio non proprio incoraggiante, la famiglia inizierà ad adattarsi alla nuova vita e Jonathan inizierà a conoscere la gente del luogo, che gli narrerà una storia molto inquietante sui Fowler, sul loro figlio Bobby e su qualcosa di strano che sembra abitare in quella terra da tantissimo tempo. Questo sarà l’inizio dell’incubo.

Con Tobe Hooper siamo passati da Non aprite quella porta, uno dei suoi primi lavori come regista, a questo Il Custode, che invece è uno dei suoi ultimi film e l’ultimo che per il momento è arrivato in Italia (in realtà nel 2013 aveva diretto un horror chiamato Djinn, che nel nostro paese purtroppo non è mai arrivato).
Mi dispiace veramente tanto per la carriera di Hooper perché, guardando in special modo i suoi primi lavori, ha dimostrato sempre un certo talento con la macchina da presa e con la messa in scena. E non bisogna citare solo Non aprite quella porta ma anche perle come ad esempio Quel motel vicino alla palude, Il tunnel dell’orrore, Space Vampires, Non aprite quella porta – Parte 2, per non parlare poi dello stupendo Poltergeist (anche se su quest’ultimo bisognerebbe fare un discorso molto ampio sulla sua produzione). Diciamo che Hooper nella prima parte della sua carriera ha creato pellicole interessanti e cult che sono rimasti nella storia, ma purtroppo negli anni ’90 è iniziata la sua crisi e soprattutto i fallimenti al botteghino (quest’ultima cosa era già avvenuta in precedenza con Space Vampires e Invaders). Diciamo che in quest’ultima parte della sua carriera Hooper non è riuscito a riprendersi e a sfornare lavori interessanti.
Però anche su questi film ci sarebbero dei lati positivi di cui discutere e ho deciso di fare ciò attraverso Il Custode. Vorrei precisare che questa pellicola aveva un budget veramente basso e questo dettaglio lo si nota in particolar modo sugli effetti digitali presenti nella seconda parte, ma ci torneremo tra un po’.

Il Custode inizia in maniera interessante. Non si parte subito con l’orrore e i jumpscares ma comincia facendoci conoscere i personaggi principali e quelli secondari. Sono tutti caratterizzati abbastanza bene: la madre è una persona goffa e distratta che cerca di imparare il nuovo lavoro da imbalsamatrice. Jonathan invece è un ragazzo che si dimostra più responsabile della madre e inoltre non è contento della situazione, nonostante porti pazienza e cerchi di andare avanti. Jamie invece è la classica bambina gioiosa e curiosa. Qui si delineano i rapporti tra i vari personaggi e conosciamo anche i bizzarri abitanti che popolano questa cittadina. Ed è qui che troviamo un particolare molto interessante: questa prima parte fa molto ridere. Però questa reazione è voluta. Ci sono personaggi strambi e divertenti in questa città, altri stupidi e odiosi e molti di loro fanno dialoghi veramente ironici e fuori dal normale. E, lo ripeto, il tutto è voluto.

Nonostante ciò Hooper riesce un po’ a costruire un alone di mistero intorno alla casa, intorno alla storia del cimitero e in particolar modo intorno alla famiglia Fowler, a Bobby e alla presunta morte di quest’ultimo. Questa prima parte inoltre procede con molta calma e senza accellerazioni e ammetto di apprezzare molto questo tipo di pellicole in cui non si parte subito spedito con l’orrore, ma si provi a costruire il tutto per la seconda parte. E’ anche in questo punto che comprendiamo che il film prende grande ispirazione dalle opere di Howard Phillips Lovecraft. Lo capiamo per via della misteriosa entità con cui avranno a che fare e inoltre ci sarà perfino la citazione a una delle frasi più famose dello scrittore:

Non è morto ciò che può attendere in eterno e, col volgere di strani eoni, anche la morte può morire.

Tributo carino anche se, a conti fatti, sembra una frase inserita a forza che non ha nulla a che vedere con Cthulhu. Però almeno ci provano ad avvicinarsi ai lavori lovecraftiani anche se in maniera timida e senza raggiungere i livelli del maestro.
Comunque sia c’è una buona costruzione della suspence, nonostante le grandi dosi di ironia e la seconda parte sembrerebbe portare un climax interessante. Diciamo però che le aspettative non vengono rispettate del tutto.

Con ciò non voglio dire che la prima parte sia orrenda, ma comunque a mio avviso fa alcuni errori. Prima di tutto è molto breve, quando finalmente il pericolo si concretizza e inizia a fare del male ai personaggi siamo oltre alla metà e soprattutto s svolge in maniera troppo veloce. L’azione esplode e ci sono anche delle scene d’azione girate bene, ma tutto inizia ad accellerare in un modo veramente brusco. Ed è un peccato perché in questo modo hanno risolto in maniera sbrigativa alcuni passaggi e alcune spiegazioni che dovevano svolgersi con più calma. Ad esempio il rapporto tra Jamie e Bobby, rapporto che verso la fine avrà grande peso, e in generale sul personaggio di Bobby di cui alla fine conosciamo veramente poco, ma che aveva un grande potenziale almeno sulla carta.
Inoltre, se si guarda con un po’ di attenzione, si possono notare piccoli errori di continuità, come per esempio i personaggi che passando da una stanza all’altra a volte cambiano l’ordine di chi entra per primo da uno stacco all’altro. Piccoli errori che mi fanno molto dispiacere, soprattutto sapendo chi è il regista.

Il difetto più grande di quest’ultima parte però rigurda la CGI. Purtroppo il film è costato molto poco e, nonostante con quei pochi soldi siano riusciti a creare dei tunnel sotterranei niente male, la mancanza di soldi si riflette attraverso gli effetti in digitale. In certi punti non è male, specie quando quella specie di fungo/muffa si espande, ma quando interagisce con i personaggisi vede molto la finzione, per non parlare poi delle scene finali in cui il digitale crolla del tutto e il risultato finale risulta abbastanza scadente.

Da come ne sto parlando, Il Custode sembra un film che non ho apprezzato e invece non è così. Nonostante tutti i suoi difetti e le sue mancanze, è un film che riesce a mostrare dei lati positivi. In primis ha una bella amvientazione, la casa che hanno scelto per le riprese pare veramente marcia e corrotta, gli attori sono bravi, è presente un’ironia davvero divertente e quando deve intrattenere lo fa abbastanza, anche nella seconda parte nonostante sia sbrigativa. E inoltre, anche se non è ai livelli dei suoi primi lavori, Tobe Hooper mette bene in scena lo sporco, il putrido e il caos, rimanendo in un certo senso fedele al suo tipo di cinema.

Il Custode comunque non è un film che consiglio di vedere così a cuor leggero. Io l’ho apprezzato, ma sono sicuro che a tanti altri potrebbe risultare stupido o noioso, cosa che capisco benissimo, quindi, se volete dargli un’occhiata, ricordatevi che andrete a guardare un film di serie C con parecchi problemi e difetti, che però ha qualcosa da raccontare.

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

7 pensieri riguardo “Il Custode

    1. L’horror invece è uno dei miei generi preferiti. Probabilmente è uno dei pochi generi che riesce a sbatterci in faccia i problemi della società senza troppi giri di parole e con una certa freddezza rispetto ad altre pellicole.

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