Christine – La macchina infernale

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo abbiamo messo brevemente da parte l’horror per parlare di un blockbuster molto particolare e che da piccolo vedevo spesso, Waterworld. La scioglimento dei ghiacciai ha causato l’innalzamento del livello del mare, sommergendo tutte le terre del mondo. Passano alcuni secoli e le persone si sono abituate a vivere in mezzo ai mari, costruendosi delle cittadelle galleggianti e spostandosi con vari imbarcazioni per mercanteggiare. In queste acque si muove il mutante, un uomo con i piedi palmati e le branchie dietro le orecchie. Un giorno si ferma in una città-atollo per scambiare merci, ma gli abitanti scoprono la sua natura e decidono di ucciderlo. Poco dopo però la cittadella viene attaccata da dei piarti chiamati Smokers, che stanno cercando qualcosa di importante. Il mutante viene liberato da una donna con una bambina piccola. Lei lo libera ma in cambio vuole che lui le porti con sé. Infatti gli Smokers cercano la bambina perché dietro la schiena ha un tatuaggio che potrebbe indicare la rotta verso l’unica terra non sommersa. Questa pellicola ebbe un sacco di problemi di produzione. Litigi tra Costner e il regista, riscritture della sceneggiatura e soprattutto costi che aumentarono vertiginosamente. Infatti ripresero tutto nell’Oceano Pacifico, con un tempo terrificante che in più occasioni distrusse i set. Il problema principale dell’opera riguarda la sceneggiatura, soprattutto riguardo al tatuaggio, una forzatura tremenda per iniziare la storia. Però riesce a parlare molto bene della tematica ambientalista e soprattutto riesce a lasciare stupiti per gli incredibili set e per le complesse e differenti scene d’azione, che mostra una grande cura per la messa in scena e riesce a creare un ottimo ritmo. Waterworld è una pellicola ricca di difetti, ma davvero molto valida e che sa come sorprendere. La consiglio vivamente.
E ancora una volta si torna a parlare di horror. Non posso stare lontano da questo genere e adoro parlarne spesso. In questo caso voglio discutere di un’opera diretta da uno dei miei registi preferiti di sempre, un autore di cui ho sempre parlato molto nel blog e che ha fatto la storia.
Ecco a voi Christine – La macchina infernale (Christine), pellicola horror del 1983 scritta da Bill Phillips, diretta da John Carpenter e tratta dall’omonimo romanzo di Stephen King.

Trama:
Il film inizia nel 1957 a Detroit, in una catena di montaggio della Playmouth dove vediamo la nascita di una Fury rossa. Fin da subito capitano incidenti con questa macchina, con un’operaio a cui vengono schiacciate le dita delle mani e un altro trovato morto dentro il veicolo. Ci spostiamo poi nella California del 1978 in cui conosciamo il goffo Arnie Cunningham (Keith Gordon) e il suo migliore amico, Dennis Guilder (John Stockwell). Arnie lavora nell’officina della scuola e qui viene aggredito da dei bulli comandati da Buddy Repperton (William Ostrander). Grazie all’intervento di Dennis i bulli vengono sospesi ma quest’ultimi giurano vendetta sui due. Mentre tornano a casa, Arnie nota una vecchia Playmouth Fury del ’57 messa in vendita da uno strano signore. Dennis sconsiglia l’acquisto, ma Arnie ne rimane incantato e contro il volere di Dennis e dei genitori la compra. Arnie in seguito passerà molto tempo a ripararla e dopo poco sarà chiaro che è ossessionato dalla macchina chiamata Christine.

Parlare di Carpenter per me è sempre un grande piacere. I suoi film sanno sorprendere e anche quelli meno riusciti hanno comunque qualcosa da dire. L’ultima volta ci eravamo lasciati con Distretto 13 – Le brigate della morte mentre questa volta parleremo di un film fatto su commissione e, cosa più importante, di un film tratta da un’opera di Stephen King. E su quest’ultimo punto sappiamo bene che c’è sempre un misto di curiosità ma soprattutto di timore, viste alcune trasposizione. Però qui abbiamo Carpenter, non uno qualunque.

Il produttore del film era Richard Kobitz, divenuto famoso per aver prodotto la miniserie televisiva Le notti di Salem di Tobe Hopper (che vi consiglio di recuperare perché è una trasposizione eccellente che sa ancora spaventare). Grazie a ciò conobbe molto bene King e quest’ultimo gli inviò due sue opere che poteva trasporre, Cujo e, appunto, Christine. Scelse l’ultima e fin da subito optò per Carpenter. Fu anche fortunato perché Carpenter era interessato ad altri progetti (tra cui Firestarter, sempre tratto da King) ma venne tutto posticipato e poté così dirigere quest’opera, di cui aveva certamente bisogno visto il flop de La Cosa (un giorno lo recensirò, lo giuro).

La regia di Carpenter si fa vedere fin da subito con le riprese della catena di montaggio. Qui riesce a mostrare perfettamente il luogo, attraverso movimenti di macchina lenti ma fluidi, che regalano un ottimo ritmo alla sequenza d’apertura, dove vediamo il veicolo che fin dalla nascita mostra la sua malvagità. Poi ci spostiamo verso la fine degli anni ’70 e Carpenter si concentra sulla narrazione e nel mostrare i vari personaggi. Se infatti vi aspettate che Christine inizi subito a seminare il panico, sappiate che non è così. Qui Carpenter fa una cosa che ho sempre amato ovvero, come ho detto in precedenza, prendersi del tempo per mostrare allo spettatore la storia e i personaggi. Infatti in questa prima parte ci si concentrerà molto di più sui protagonisti, i loro rapporti, la forte amicizia tra Arnie e Dennis e soprattutto come il personaggio di Arnie regredirà. Questo è certamente un elemento molto interessante anche perché è proprio alla base della storia.

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Inizialmente Arnie è un ragazzo molto timido e goffo ancora molto succube dei genitori, ma che tentava lentamente di staccarsi da loro e soprattutto un buon amico per Dennis. Poi vede Christine e tutto cambia. Ne rimane subito stregato e la compra subito, nonostante sia una scelta pessima. All’inizio però sembra quasi un gesto per ribellarsi a dei genitori troppo oppressivi che hanno sempre pianificato la sua vita. Questo sembrerebbe il motivo per cui diventa così ossessionato, ma capiamo in fretta che è la macchina ad avere un’influenza su di lui. Lo vediamo sempre più occupato con Christine, ignorando a volte Dennis e soprattutto comportandosi sempre peggio con i genitori. Anche il suo carattere cambia, diventa più sicuro di sé, più arrogante e sempre più isolato. La sua ossessione per la macchina cresce sempre di più, ma almeno all’inizio prova ancora a stare con Dennis e soprattutto con la sua ragazza, Leigh Cabot (Alexandra Paul). Il punto è che non vuole abbandonare Christine, vuole che i suoi amici accettino la macchina. E così diventerà sempre più schiavo di quel veicolo, sviluppando un rapporto morboso e inquietante. Questo è certamente uno degli elementi migliori del film, sia per l’ottima prova attoriale sia per il modo in cui il tutto si svolge grazie alla regia di Carpenter.

I personaggi sono tutti ben caratterizzati ma uno di quelli a colpire di più, oltre ad Arnie, è sicuramente Christine. Così come in Duel e La Macchina Nera, hanno caratterizzato molto il veicolo, rendendolo di fatto un personaggio vero e proprio. Christine si dimostra un essere sadico, che prova enorme gelosia verso chiunque allontani Arnie da lei e soprattutto è molto vendicativa. Come se non bastasse ha il potere di auto-ripararsi se viene distrutta (e qui gli effetti artigianali sono stati davvero ottimi). E Christine si metterà in azione soprattutto nella seconda parte della storia. Qui la vediamo inseguire e uccidere chiunque consideri una minaccia e lo farà in diversi modi, non solo investendoli. Le scene in cui appare nel buio, in agguato, pronta ad aggredire le sue vittime, sanno creare un’ottima atmosfera e sono fatti benissimo attraverso una regia e una musica, anche quest’ultima composta da Carpenter insieme ad Alan Howart, che enfatizzano la tensione e in certi casi l’impossibilità di sfuggire a una creatura simile. Anche qui ci saranno molte sorprese, soprattutto nello scontro finale. Certamente Christine, con il suo design e la sua caratterizzazione, si dimostra un personaggio molto affascinante.

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Per concludere, Christine – La macchina infernale, è un film horror capace di intrattenere e interessare, ma in special modo è una bella trasposizione di un libro di Stephen King. La storia viene narrata molto bene e tutti i personaggi si dimostrano scritti con cura, specialmente Arnie con la sua ossessione e Christine, che riesce a essere uno dei più interessanti. E con questo siamo riusciti a parlare dei film più importanti riguardanti le pellicole con veicoli indemoniati insieme a Duel e La Macchina Nera. Vi consiglio di vederlo e lo stesso vale per gli altri due.

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

24 pensieri riguardo “Christine – La macchina infernale

  1. Yes, it’s a very good movie! I saw it many times (the first time when I was a teenager, that “living car” impressed me so much), it’s a movie that ages well.

  2. Per quanto Christine sia un ottimo romanzo, il miglior libro di Stephen King ruota attorno ad un’altra macchina infernale: alludo ovviamente allo splendido e inarrivabile Buick 8.
    Lo stesso vale per il film: per quanto Christine sia un ottimo film, Carpenter ha dato il suo meglio nell’altro suo film che hai menzionato, ovvero Distretto 13 – Le brigate della morte.
    Detto questo, anche se Christine non è il picco della carriera né del suo papà letterario né del suo regista cinematografico, resta comunque una grande storia, basata un’idea davvero fenomenale: nessuno stupore che il libro abbia avuto un successo strepitoso e che il cinema se ne sia appropriato istantaneamente, affidando il compito di tradurlo in immagini a un regista che sapeva perfettamente come si costruisce la suspense. Se poi ci aggiungiamo che per il ruolo femminile hanno scelto un’attrice di rara bellezza, capisci bene che chi ha curato questo film ha azzeccato proprio tutto! :)

    1. Buick 8 è un signor libro che funziona proprio grazie a degli ottimi personaggi e alle loro storie. Distretto 13 invece è un film che amo profondamente e spero che questo si sia visto bene nella recensione che feci tempo fa. In ogni caso Christine non è un capolavoro, questo è vero, ma è un film che regge bene gli anni che ha, è invecchiato benissimo e riesce a interessare lo spettatore dall’inizio alla fine.

      1. Il primo film che ho visto nel 2023 è un altro film che è invecchiato benissimo e che riesce a interessare lo spettatore dall’inizio alla fine: Control (quello con Ray Liotta e Willem Dafoe). Se non l’hai visto, te lo consiglio caldamente: su ebay si trova facilmente il dvd. Grazie per la risposta! :)

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