Petite Maman

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo abbiamo deciso di cambiare argomento e di passare al mondo dei fumetti recensendo, dopo tantissimo tempo, un comic sui supereroi ossia Superman: Su nel cielo. In questa storia Superman scopre che una bambina orfana è stata rapita da degli alieni e, dopo una lunga riflessione, decide di abbandonare la Terra per cercarla, intraprendendo un viaggio che lo porterà ai confini dello spazio per la salvezza di una singola vita. La storia è molto semplice e la tematica del viaggio è sempre affascinante, soprattutto quando ciò comporta anche una ricerca di sé stessi. In quest’opera Superman verrà messo di fronte a numerose difficoltà, difficoltà che in più punti lo metteranno a dura prova e non saranno poche le occasioni in cui lo vedremo malridotto e sul punto di fallire. Un’opera in cui il nostro protagonista rifletterà su chi è e quanto le sue azioni abbiano ispirato gli altri e viceversa. Una storia che esplora fino in fondo l’importanza di Superman nel mondo fumettistico, ma mostra anche la sua umanità, i suoi valori e soprattutto crea un’opera molto dolce in cui viene dimostrato l’amore di Superman per gli altri. Un fumetto stupendo che vi consiglio assolutamente di recuperare.
Dopo questa piccola parentesi fumettistica, torniamo di nuovo nel mondo del cinema e questa volta ci spostiamo in Francia. Ho sempre apprezzato il cinema francese, la sua peculiarità e per certi versi la sua follia, ma in generale ho sempre apprezzato il modo con cui quella nazione ha sempre valorizzato non solo il cinema ma l’arte in generale, cosa che dovremo imparare molto qui in Italia. In ogni caso la pellicola che ho deciso di recensire oggi mi ha molto colpito per la sua trama ma soprattutto perché è stata creata da un’artista che nel corso degli anni ho imparato ad apprezzare parecchio per il modo in cui mostra una grande sensibilità verso certi argomenti.
Ecco a voi Petite Maman, pellicola drammatica del 2021 scritta e diretta da Céline Sciamma.

Trama:
Nelly (Jeséphine Sanz) è una bambina di otto anni che ha perso da poco la nonna. Insieme ai suoi genitori, Nelli torna nella casa della nonna per svuotarla. Sua madre Marion (Nina Meurisse) è molto scossa da quell’evento ed è molto depressa per la perdita. Un giorno decide di andarsene via prima, lasciando Nelly e il marito in quella casa a occuparsi degli oggetti da recuperare. Nelly di tanto in tanto va a giocare nella foresta vicino alla casa e in una di quelle escursioni trova una bambina della sua stessa età e scopre che si chiama Marion (Gabrielle Sanz). Lei sta costruendo una capanna nel bosco e Nelly decide di aiutarla. Non le ci vorrà molto per capire che in realtà quella bambina è sua madre da piccola.

Céline Sciamma è una regista e sceneggiatrice che i ha sempre sorpreso con le sue opere e il modo in cui riusciva ad affrontare certe tematiche con grande maturità, riuscendo ad approfondirle benissimo senza mai essere didascalica. Mi ha sorpreso con Tomboy e mi ha totalmente convinto con Ritratto della giovane in fiamme (che un giorno recensirò sicuramente). Quindi un’artista che mi ha ispirato e che seguo con grande interesse. Inoltre ha anche scritto la sceneggiatura del bellissimo La mia vita da zucchina, film animato straordinario di cui abbiamo già parlato in passato.

La pellicola, fin dai suoi primi minuti, fa capire allo spettatore il modo in cui verrà narrata la storia. Dalle prime immagini, quando Nelly saluta le signore anziane dell’ospedale per poi arrivare a una stanza vuota dove la madre sta togliendo degli oggetti. Solo tramite questi semplici momenti riusciamo a capire la situazione. Ovviamente i personaggi spiegheranno alcune cose, ma saranno i momenti di silenzio a parlare di più. E’ un film fatto di silenzi, dove la storia si prenderà i suoi tempi. Il ritmo è lento e calmo e funziona perfettamente per una pellicola simile, dandoci il tempo di conoscere meglio i personaggi, le situazioni in cui si trovano e l’atmosfera che si respira.

La regia principalmente si basa su inquadrature fisse, inquadrature che riescono a darci una visuale dell’ambiente in cui si trovano i personaggi e mostra una costruzione della scena ben studiata, con il mobilio e il suo colore, ma anche con la luce che entra dalle finestre. I colori sono luminosi e accesi, ma per tutto il tempo si respirerà un’aria malinconica, proprio attraverso questo tipo di fotografia. Ovviamente non ci saranno solo inquadrature fisse, ci saranno scene molto più costruire attraverso il montaggio e di tanto in tanto ci saranno delle carrellate che accompagneranno le due protagoniste. A livello tecnico è veramente ottimo e riesce decisamente a convincere.

Anche a livello di sceneggiatura ci sono delle grandi sorprese. Penso sia doveroso parlare del contesto fantasy. Infatti a un certo punto Nelly si ritroverà nel passato, quando sua madre aveva la sua età, e Nelly non sarà l’unica a fare questo viaggio temporale, anche Marion potrà andare nel futuro della figlia. Il tutto avviene in un momento ben specifico, ossia quando la madre nel futuro se ne va via e nel passato la piccola Marion dovrà andare tra pochi giorni in ospedale per un’importante operazione. Non ci verrà spiegato perché ciò avviene, non ha importanza, non è quello il fulcro della storia, bensì il rapporto tra le due bambine.

La Sciamma riesce a descrivere con grande cura e dolcezza il rapporto tra Nelly e Marion, fin da quando Nelly decide di aiutare la ragazzina a costruire la capanna, senza sapere chi sia. Scopre fin da subito che Marion è la madre e decide di non rivelarle niente, continuando a giocare con lei, a divertirsi e a vivere momenti semplici e quotidiani davvero molto belli. Però a un certo punto le rivelerà la sua identità, le mostrerà anche la prova. Ed è qui che viene mostrato il modo in cui i bambini vedono il mondo, nel quale accettano con molta più semplicità momenti così particolari e unici. Il loro rapporto non si incrina anzi, si avvicineranno ancora di più e condivideranno entrambe le loro opinioni e preoccupazioni riguardo alla loro situazione e riguardo alla loro famiglia. Entrambe si dimostrano molto intelligenti, ma anche molto riflessive e comprensive, si sostengono e creano un rapporto molto forte e unico, un rapporto davvero sincero.

Grazie a ciò il film riesce a parlare bene di tantissime tematiche che si dipanano per l’intera storia. Infatti riesce a discutere in maniera sensibile e matura della famiglia e delle sue difficoltà, parlerà del rapporto madre e figlia ma anche di argomenti molto complessi come la tristezza, la perdita e la riconciliazione, e lo farà attraverso una storia semplice ma molto profonda e umana.

Per concludere, Petite Maman è un film meraviglioso e incredibile. Una pellicola diretta molto bene che riesce a sorprendere per il modo in cui narra questa storia, usando il punto di vista di due bambine e riuscendo a narrare di tantissime tematiche complesse con grande semplicità e naturalezza ma dando grande profondità ai vari argomenti. Una pellicola dolcissima e molto bella che consiglio assolutamente di recuperare. Ci tengo anche a sottolineare la bellezza di La Musique du Futur di Para One, perfetta per questa storia.

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

13 pensieri riguardo “Petite Maman

    1. Anch’io ero dello stesso pensiero quando ho visto il film. In ogni caso è una visione che consiglio caldamente perché è un film semplice, ma che riesce a parlare di numerosi argomenti delicati e che, soprattutto, sa scaldare il cuore.

  1. You’ve lightened in me the flame to see what it looks like. I’ve seen the old Sciamma like “Tomboy”, “la naissance des pieuvres” (my favorite) and “bande de filles”. This one has a very intriguing pitch and I would like to know more about it.

    1. Sono contento di averti incuriosito ma ancor di più sono contento di sapere che tu abbia visto quel gioiello di Tomboy. Purtroppo non lo conoscono in tanti eppure è un’opera stupenda e dolce. Mi fa molto piacere!

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