The Last Duel

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo abbiamo ripreso a parlare della Disney e siamo arrivati al suo 17° classico ossia La carica dei cento e uno. Un film d’animazione in cui cambiavano alcune cose, come il fatto che la sceneggiatura fosse stata scritta per la prima volta da un solo sceneggiatore, e l’uso della tecnica xerografica, un tecnica che eliminava il lungo processo di inchiostrazione, facendo risparmiare molto tempo agli animatori. Alla fine fu un film che riscosse un buon successo e che ancora oggi riesce a divertire e intrattenere grazie a dei personaggi, anche secondari, molto carismatici e simpatici e dei cattivi divenuti iconici, come appunto Crudelia de Mon, personaggio che rimane impresso a tutti sia per il design che per la personalità (uno dei migliori villain della Disney, a mio avviso). Un ottimo film d’intrattenimento che vi consiglio di recuperare.
Questa volta torniamo in tempi più recenti e discutiamo di una pellicola che purtroppo non ha ricevuto le attenzioni che meritava. Il 2021 è stato certamente un altro anno difficile per colpa della pandemia e, nonostante fossimo più preparati, abbiamo avuto vari scogli da superare. Il teatro e il cinema (e anche i musei) sicuramente sono quelli che hanno pagato le conseguenze maggiori, ma fortunatamente le sale hanno riaperto e certi film hanno avuto degli ottimi guadagni. Ma ci sono stati anche tantissimi flop e molti di questi sono stati immeritati. Tra le altre cose quello che mi preoccupa è che i successi del 2021 siano stati film appartenenti a saghe che da tantissimo tempo macinano soldi e che da tempo hanno monopolizzato l’attenzione del pubblico, come le pellicole Marvel o Fast & Furious oppure 007 (anche se di quest’ultimo sono felice e inoltre non fa parte dei primi due casi). Tutte le pellicole originali hanno invece floppato o guadagnato il minimo indispensabile. L’unico che è riuscito a compiere un mezzo miracolo è stato Dune, ma questa è un’altra storia. Quindi vorrei dedicare un po’ di spazio a un’opera che considero meritevole.
Ecco a voi The Last Duel, pellicola storica e drammatica del 2021 scritta da Matt Damon, Ben Affleck e Nicole Holofcener, diretta da Ridley Scott e basata sul romanzo storico L’ultimo duello. La storia di un vero crimine, uno scandalo e una prova per combattimento nella Francia medievale di Eric Jager.

Trama:
Siamo nella Francia del XIV° secolo, durante la guerra dei cent’anni. Jean de Carrouges (Matt Damon) è un cavaliere che combatte per la vittoria della sua nazione contro gli inglesi ed è un grande amico dello scudiero Jacques Le Gris (Adam Driver). Le Gris però riesce a guadagnare un certo successo tra la corte francese, grazie alle sue doti, e i due si allontanano. La loro amicizia, per vari motivi, inizia a incrinarsi e con il tempo diventano dei rivali pieni di disprezzo l’uno per l’altro. Un giorno Marguerite de Carrouges (Jodie Comer) rivela a suo marito Jean una notizia sconcertante: mentre lui era fuori, Le Gris è arrivato al castello e l’ha violentata. Ovviamente Le Gris nega tutto e la sua parola di uomo è abbastanza per dargli ragione. C’è però un altro modo per provare quello che Marguerite ha detto: il Duello di Dio. Jean sfida Le Gris a un duello mortale e chi vincerà sarà, per volere di Dio, nella parte del giusto e avrà ragione. Se però Jean dovesse perdere, Marguerite verrà considerata una bugiarda e dovrà pagarne le conseguenze.

Mentre stavo scrivendo la recensione, mi sono reso conto di una cosa preoccupante: non ho mai parlato di Ridley Scott nel blog. Una lacuna particolarmente enorme. Questo è dovuto anche al fatto che vorrei parlare della filmografia del regista in ordine cronologico e tra i suoi primi lavoro ci sono film considerati dei veri e propri capolavori oltre che le mie pellicole preferite in assoluto. Quindi ho una certa ansia nel parlare di tali opere. Volevo però parlare di questo film perché aveva floppato in maniera terrificante e non se lo meritava assolutamente.

Prima di parlare di ciò che veramente rende quest’opera stupenda, vorrei discutere del lato tecnico, sicuramente di grande qualità. Fin dalle prime inquadrature possiamo vedere un’incredibile cura in ogni dettaglio. Gli abiti sono molto diversificati tra i vari ceti sociali e per quanto riguarda quello dei nobili hanno ricreato un tipo di vestiario veramente complesso e ricco di piccoli particolari. Anche le armature dei soldati si diversificano molto tra i soldati comuni e gli scudieri e i cavalieri, quest’ultimi con protezioni molto più spesse e complesse.
Anche le ambientazioni sono mozzafiato, d’altronde le riprese sono avvenute in zone della Francia con monumenti medievali e davanti a quei luoghi non si può far altro che rimanerne affascinati. Come non citare poi la bellissima colonna sonora composta da Henry Gregson-Williams. Sono musiche drammatiche ma mai smielate o troppo esagerate che riescono a tirar fuori momenti epici che colpiscono parecchio ed è una colonna sonora mai invasiva che riascolterei volentieri più e più volte.

Nonostante sia un film che parla molto dei personaggi, delle loro relazioni e di molte tematiche interessanti che vedremo più avanti, ci sono delle sequenze d’azione fatte con grande cura. Tralasciando il combattimento che ci sarà tra Jean e Le Gris, vedremo anche battaglie legate agli scontri contro gli inglesi e saranno principalmente poste durante la parte dedicata a Jean, visto che lui si troverà spesso sul campo di battaglia. Scott nelle sue pellicole è sempre stato bravo nel creare combattimenti stupendi e in questo caso non fa eccezione. Ciò che salta subito all’occhio sono le scene cruente, dove verrà versato diverso sangue, e i colpi inflitti ai nemici (o al protagonista) si sentiranno in tutta la loro brutalità e forza.
Tecnicamente è un film eccelso ma ora vorrei passare a uno degli elementi migliori in assoluto: la narrazione.

Il film infatti ci viene presentato diviso in tre parti, con tre punti di vista differenti: Jean, Le Gris, Marguerite. Vedremo la storia sotto il punto di vista di ognuno dei tre, ma solo uno sarà la verità. Questa narrazione è molto interessante e alcuni hanno giustamente collegato questa pellicola a Rashomon di Akira Kurosawa, dove l’idea di base era proprio quella, con i vari personaggi che ci mostrano la loro verità, nonostante solo uno di loro racconti la cose così come stanno. Il paragone che è stato fatto è molto azzeccato, però posso dire che Scott, nel riproporre quest’idea, è stato molto umile anche nel modo in cui l’ha messa in scena, senza darsi tante arie.

In ogni caso il film ci proporrà tre verità in questa storia. Nella prima parte, quella dedicata a Jean, vedremo il personaggio di Matt Damon descritto come un uomo burbero e con poca cultura, ma leale al re e alla Francia, un uomo che non si sottrae ai propri doveri ed è pronto a combattere per la patria. Praticamente il classico cavaliere di molte storie che ha subito delle ingiustizie da parte del suo migliore amico. Quando poi passiamo al punto di vista di Le Gris, le cose cambiano parecchio. Qui vediamo degli aspetti inediti come il fatto di essere diventato il protetto del conte Pierre d’Alençon (Ben Affleck) grazie alle sue abilità e cultura e, questo è importante, avremo una visione del tutto diversa di Jean. Qui Jean viene mostrato come un personaggio irascibile, ignorante, sempre pronto a puntare il dito contro Le Gris e a volte si dimostra ridicolo con le sue pretese e i suoi dialoghi. Una visione in contrasto con quella che abbiamo osservato nella prima parte. Qui vedremo la storia che ci è stata narrata dal suo punto di vista fino a quando non incontrerà Marguerite e, sempre dal suo punto di vista, sembrerebbe esserci qualcosa tra i due.

Poi arriviamo alla terza e ultima parte, quella dedicata a Marguerite stessa. La sua sarà la verità assoluta, non una verità soggettiva come in precedenza. Qui vediamo tutto quello che le succede, come il fatto che a Jean non importi tanto di lei quanto della dote e dell’onore e come Le Gris sia diventato ossessionato da lei. Qui scopriamo anche quanto Jean e Le Gris si assomiglino. Sono due vanagloriosi, due uomini che si credono gli eroi della loro storia, che credono tutto giri intorno a loro e inoltre non si rendono conto di essere nel torto. Quel che abbiamo visto in precedenza è la loro visione della storia, sappiamo che non sono le visioni corrette, ma per loro è quella la verità. Le loro verità, ma non LA verità.

Con Marguerite invece veniamo a sapere tutto quanto e una delle prime cose con cui andiamo a sbattere è l’enorme maschilismo che stava alla base di quella società. La vediamo con Jean, che la considera solo perché deve sfornare un erede maschile, con Le Gris, che la vede come una donna da conquistare e non si accorge che lei non lo vuole, ma anche insieme a tante altre persone. I dialoghi scientifici (scientifici tra molte file di virgolette) che fanno sulle donne sono terrificanti e tutti vanno a minare la figura femminile. Ciò che mi inquieta molto è che qualcuno ancora oggi creda a certi discorsi.
Vediamo tutto ciò che subisce Marguerite, ma anche il coraggio che ha trovato nell’accusa Le Gris e tutto ciò che ne conseguirà. Il suo personaggio è molto bello, così come quello degli altri e tutti ci rimangono impressi non solo per l’ottima sceneggiatura ma anche per l’incredibile prova attoriale degli interpreti, un’altra caratteristica eccezionale della pellicola.

Per concludere, The Last Duel è un’opera meravigliosa ed eccezionale, un’opera molto intelligente che non parla di relativismo ma come le persone possano crearsi una loro verità, allontanandosi dall’unica verità, in questo caso quella di Marguerite. Inoltre parla anche di una storia tremendamente attuale, una storia con una donna coraggiosa in un mondo maschilista che l’ha considerata come un oggetto e che le ha reso la vita difficile. Una pellicola stupenda che consiglio a tutti di recuperare.

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

61 pensieri riguardo “The Last Duel

    1. Come ho detto in passato, maestro è una parola molto grossa, soprattutto per qualcuno come me. Questo film è cupo, certamente, ma è davvero molto bello nel modo in cui viene messo in scena e nel modo in cui si affronta una tematica sociale di tale importanza, in maniera serie, empatica e mostrandola in un contesto storico maschilista. Un’opera stupenda, mi dispiace solo che abbia floppato.

        1. Ti ringrazio dal profondo del cuore. Sono solo un appassionato che vuole condividere la propria passione. cercando di essere serio e scoprendo ancora varie pellicola di un mondo così vasto e che non finirò mai di scoprire. Grazie ancora!

            1. Penso che ci sia sempre bisogno di parlare di certe argomenti con il dovuto rispetto, mettendo in campo le proprie idee ma senza offendere o credersi gli unici conoscitori della verità. Ti ringrazio ancora, non credo però di meritarmi tutti questi complimenti.

    1. Grazie mille per i complimenti. Scott è un regista incredibile, come regista se l’è sempre cavata alla perfezione e questa pellicola meritava molto più successo a mio avviso. Spero che ti piaccia!

  1. I liked it, but less than you. It was a bit too long for me. But it’s a good movie indeed, and Scott is still, at 84 years old, a great filmmaker technically speaking – the last fight is a masterpiece.
    Miller, Scorsese, Scott… The grandfathers can still make great movies, so dynamic!

    1. It doesn’t matter the age but the mentality you have. These great authors were modern when they started and have continued to be modern even today. This is why they are incredible.

  2. Very nice review for a fabulous movie. I need to see it once more.
    Scott is so inspired with such a great script (thanx to Affleck and Damon), and the narrative way to come close to the truth is a great idea. Close but certainly not the truth beacause there’s something odd in the eye of Marguerite when she looks at the child. Truth is suspended to the judgment of the audience.

  3. Vabbè che Scott i flop non lo intimoriscono, anche Blade Runner andò male eppure stiamo ancora qui a parlarne. Invece i film Marvel spesso ce li dimentichiamo appena visti.

    1. Dei film Marvel ricordo solo poche opere. Uno dei miei preferiti è I Guardiani della Galassia di James Gunn, a mio avviso il miglior cinecomic di questi ultimi anni. L’anno scorso è stato un anno terrificante in fatto di cinecomic. L’unico che mi è piaciuto è stato The Suicide Squad, sempre diretto da James Gunn. Più che altro mi dispiace molto per questi flop perché in questo modo si continua a dare soldi a film Marvel e simili e non si tenta più nuove strade.

      1. Guarda sono dello stesso identico parere. The Suicide Squad mi è piaciuto tantissimo, mentre di passabile della Marvel forse c’è solo Soldato d’Inverno.
        I Guardiani della Galassia hanno una sceneggiatura che è favolosa e ben ritmata. Non mi piacciono tanto le scene di azione molto stile Marvel, però è oggettivamente il miglior film MCU assieme al secondo.
        Nell’ultimo anno non ho odiato Spider Man- No Way Home, ma da qui a dire che è un bel film ce ne passa di acqua sotto i ponti. Spider-Man Un Nuovo Universo invece era un grande film, non vedo l’ora esca il sequel. Però per me l’ideale di cinefumetto è quello di animazione.

        1. Soldato d’Inverno era un ottimo film, poi i registi si sono persi per strada. Spider-Man No Way Home… io l’ho detestato e lo dico da fan dell’Uomo Ragno. Un Nuovo Universo è una perla dell’animazione che ho amato tantissimo e che era molto coraggioso.

          1. Co No Way Home ero partita con delle aspettative talmente basse…che non l’ho odiato…il discorso politico che c’era dietro ci stava anche , contro il giustizialismo e la giustizia vista come una forma di vendetta. Detto questo registi come i fratelli Russo sono registi che sanno anche girare, ma fanno praticamente i compiti. Se gli capita una buona sceneggiatura sono salvi. Ma se devono girare Endgame affondano. Ridley Scott è un autore. Magari non azzecca il film a volte, tipo quando ha girato Exodus, ma la sua impronta la lascia eccome.

            1. Su questo punto hai ragione. Scott come regista in realtà non ha mai sbagliato, riesce sempre ha creare delle messe in scene magnifiche ogni volta. Certo poi alcuni film non sono un granché, ma come regista riesce sempre a dare qualcosa.

              1. Dal punto di vista tecnico è l’unico che può rivaleggiare con Spielberg, si perde di tanto in tanto con le sceneggiature. Tutti i Soldi del Mondo mi ricordo aveva dei grossi problemi di sceneggiatura.

    1. No, no, fidati di me, questo film è incredibile sotto ogni punto di vista. Una storia narrata in maniera intelligente e scritta benissimo, una delle opere più belle del regista di questi ultimi anni.

    1. Mi fa molto piacere. Le Crociate è una pellicola di Scott che adoro e che trovo molto sottovalutata. Inoltre adoro guardarmi la versione estesa, quella che voleva lui, perché a mio avviso dona più profondità all’opera.

      1. Anche secondo me è molto sottovalutata, anche dalla critica, ma forse perché al cinema arrivò la versione tagliata che, effettivamente, in alcuni punti è sconclusionata. Ma i personaggi sono così forti e la parte tecnica così curata che se ne capisce la grandezza anche così.

        1. Verissimo. Anche guardando il film nella sua versione cinematografica rimane impressionante nella messa in scena e nei personaggi. Io consiglio sempre di vedere quella estesa che appunto valorizza di più un film incredibile.

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