Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo abbiamo finalmente trattato di un film di Ridley Scott (sì, mi rendo conto che ci ho messo molto tempo) e l’abbiamo fatto con una delle sue ultime opere, The Last Duel. Una pellicola tratta da un evento storico realmente accaduto e che riesce a colpire per vari motivi. Sicuramente il compartimento tecnico è eccellente, con delle musiche meravigliose, ambientazioni affascinanti, fotografia curata e una regia sempre e comunque di altissima qualità. Ciò che riesce però a stupire di più lo spettatore è il modo con cui la storia è narrata, ossia un’unica storia vista dalla prospettiva dei personaggi principali. Il film è diviso in tre parti e ogni parte ha come protagonista uno di questi tre personaggi, ma solo una versione è quella veritiera. Un’idea che prende ispirazione da Rashomon di Kurosawa e che viene sviluppata benissimo grazie a personaggi caratterizzati ottimamente e una tematica, la violenza sulle donne, ancora tristemente attuale. Una pellicola meravigliosa da recuperare a ogni costo.
Dopo aver parlato di Ridley Scott, vorrei tornare dalle Wachowski. Tempo addietro, per festeggiare il primo articolo del 2022 e l’uscita di Matrix Resurrection (un giorno ne parlerò), scrissi la recensione sul primissimo Matrix, un’opera rivoluzionaria che divenne giustamente un cult per le sue idee coraggiose, per il modo con cui parlava di filosofia e criticava la società, per le indimenticabili scene d’azione e gli effetti speciali usati con intelligenza. Una vera perla del cinema che ebbe anche un enorme successo al botteghino. Ovviamente decisero di fare dei sequel su Matrix, visto che alcune questioni erano rimaste irrisolte e così creano ben due seguiti (più un’antologia animata). Sia da critica che da una parte del pubblico vennero accolti con tiepidezza e certe opinioni erano molto discordanti. Come al solito cercherò di essere oggettivo in certi punti e di dare anche il mio giudizio personale. Senza indugio, iniziamo con la recensione.
Ecco a voi Matrix Reloaded (The Matrix Reloaded), pellicola fantascientifica e d’azione del 2003 scritta e diretta da Lana e Lilly Wachowski.
Trama:
Sono passati diversi mesi dagli eventi del primo film e Neo (Keanu Reeves) in questo lasso di tempo è riuscito a liberare moltissime persone dal giogo di Matrix. Da n po’ di tempo però sta avendo degli incubi ricorrenti dove vede Trinity (Carrie-Anne Moss) morire per mano di un Agente. Intanto arrivano delle notizie preoccupanti: sembra che le Macchine abbiano iniziato a perforare la crosta terrestre e fra alcune ore potrebbero sfondare le difese e arrivare direttamente a Zaion, l’ultima roccaforte degli umani. Per questo motivo tutti i capitani delle navi devono raccogliersi nella città per potersi difendere dall’avanzata delle macchine. Morpheus (Laurence Fishburne) però credere ancora che Neo, l’Eletto, possa essere fondamentale per la loro salvezza e vuole cercare di convincere il Consiglio a potersi muovere dentro Matrix nel caso che l’Oracolo (Gloria Foster) li contatti. Alcuni non credono nell’Eletto e pensano che quello sia solo un atto folle. In ogni caso non c’è solo il problema delle Macchine. In Matrix infatti è ritornato Smith (Hugo Weaving), ma questa volta non è un agente del sistema e sembra aver acquisito la capacità di auto duplicarsi prendendo il controllo degli altri, come se fosse un virus informatico.
Nonostante il film fosse stato criticato molto, quando uscì ebbe un’enorme successo al botteghino e attualmente è uno dei capitoli di Matrix che ha guadagnato di più in assoluto. Effettivamente la curiosità per questo seguito era tanta e ha destato l’attenzione di molti. Quando ero piccolo tendevo sempre a rivedere solamente il primo capitolo e solo dopo alcuni anni decisi di vedere i capitoli restanti e anche Animatrix.
Una cosa che possiamo notare subito è un grande aumento del budget. Rispetto al primo ha un budget più che raddoppiato e questo lo possiamo notare in certe scene chiavi. Parliamo per prima infatti del lato tecnico e ovviamente ci concentriamo sulle scene d’azione e sugli effetti speciali. Soprattutto sul primo punto la pellicola ricevette delle critiche positive. Le varie scene (molto più numerose del primo) sono fatte con grande cura e i vari combattimenti coreografati sullo stile del cinema di Hong Kong riescono ancora a divertire e intrattenere. Ci sono però due scene in particolare che hanno destato l’attenzione di tutti: l’inseguimento in autostrada e lo scontro tra Neo e gli Smith (detto anche Burly Brawl).
La prima è una sequenza d’azione molto lunga e complessa. Per realizzarla hanno fatto delle riprese in Oakland nel Webster Tube che connette Oakland con Alameda, ma la maggior parte sono state fatte in una stazione aerea dismessa di Alameda e qui hanno costruito quasi due chilometri di autostrada per la sequenza in questione. Oltre all’immenso sforzo per realizzare qualcosa di simile, ciò che mi ha sempre affascinato è la follia che la caratterizza. Non abbiamo solo inseguimenti tramite moto, auto e camion, ma perfino dei combattimenti sopra gli automezzi nel classico stile di Matrix con un sapiente uso del wire-fu (spiegavo nella recensione del primo cos’era), sparatorie, scontri con la katana e contro due gemelli capaci di passare attraverso qualsiasi cosa come se fossero fantasmi. Un miscuglio di elementi che funzionano perfettamente grazie alla regia delle Wachowski e al montaggio.
Ora parliamo di una scena ancor più famosa e discussa: Neo contro gli Smith. Su questo punto hanno detto diverse cose, ma principalmente hanno posto una critica divenuta famosa: la CGI. Non sono in totale disaccordo con quest’opinione, oggettivamente quel digitale è invecchiato male e inoltre si vede che Neo e gli Smith sono dei modelli renderizzati molto simili a quelli dei videogiochi (ci sarebbe anche da dire che, essendo Matrix una realtà virtuale condivisa, potrebbe anche comportarsi come un videogioco, ma meglio non tergiversare). Su questo sono d’accordo, ma l’attenzione generale si sofferma esclusivamente su quel punto, ignorando tutto il resto.
Ci si dimentica perfino la prima parte dello scontro tra Neo e decine e decine di Smith, il tutto realizzato con gli attori, stuntman con il trucco e un ottimo utilizzo del wire-fu. Una coreografia impressionante soprattutto se consideriamo quando potrebbe essere caotico affrontare così tante persone che attaccano insieme. Eppure sono riuscite a gestire il tutto con maestria, regalandoci un combattimento iconico.
La parte digitale invece sa essere divertente. Non la proteggo a spada tratta, quel digitale non è invecchiato bene, ma sa essere folle e ambizioso. Vediamo Neo affrontare orde di Smith che gli saltano addosso, facendo acrobazie ancora più folli impossibili da fare solo con cavi e stuntman e con la telecamera che non smette di muoversi per un secondo. Potrà avere i suoi difetti, ma concettualmente è qualcosa di ottimo.
Dopo aver parlato del lato tecnico, si parla della storia. Una critica mossa verso la pellicola riguarda il fatto che non c’è più la stessa forza nel trattare gli argomenti filosofici, concentrandosi di più sull’azione. Non è sbagliata come critica, ma anche in questo caso Matrix Reloaded ha discusso di tematiche molto interessanti e questo grazie a personaggi come l’Oracolo e infine l’Architetto (Helmut Bakaitis). Attraverso questi due personaggi e alla storia che il protagonista vivrà, Neo inizierà a subire una crescita. Mentre nel primo film era un uomo qualunque che prendeva consapevolezza del mondo che lo circonda, qui lui prenderà consapevolezza di se stesso, ponendosi molte domande sulla sua missione e sulle sue scelte.
Anche in questo film si darà un grande peso al concetto di scelta e sulla sua ambiguità. Il primo Matrix riusciva a essere ottimo su quest’ultimo punto di vista ossia l’ambiguità di realtà e finzione e questo seguito ha fatto a mio avviso un lavoro egregio con la scelta. Fino a che punto siamo davvero liberi di scegliere? Le nostre scelte sono limitate? Oppure ci sono state poste da qualcun altro?
Si affrontano argomenti simili, capaci di far riflettere e dubitare e questo dubbio lo vediamo sia tramite Neo che Smith. Neo ha trovato la libertà dalla falsa realtà del Matrix e Smith adesso non più legato al sistema e può muoversi liberamente in quel mondo. Eppure entrambi non sono veramente liberi. Neo dovrà compiere delle scelte che non vuole e che non possono essere considerate tali e Smith sarà intrappolato in quel mondo senza avere più uno scopo.
Apro una piccola parentesi: io adoro Smith, è il mio personaggio preferito di Matrix e finora non ne ho parlato perché volevo fare un’analisi completa e sicuramente questa cosa avverrà in Revolutions.
Tornando al concetto di scelta, è molto importante il dialogo tra Neo e l’Architetto, a volte fin troppo sottovalutato, dove si scoprono verità preoccupanti sull’Eletto, su Zaion e sulla scelta. Non sarà impattante come il primo, ma riesce a stupire e riflettere.
Per concludere, Matrix Reloaded non è allo stesso livello del primo capitolo ma non di meno è un film molto valido. Ci sono molte più scene d’azione capaci di divertire tantissimo con la loro follia e fantasia. Nonostante ciò la pellicola è capace di far riflettere e di porre domande e concetti molto intelligenti e affascinanti. Un seguito molto valido a mio avviso.
Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!
[The Butcher]
Un buon seguito del primo
Concordo.