Era da un po’ che non scrivevo un articolo.
(Tutti quelli che avete già letto era stati preparati in precedenza in previsione della sessione estiva.)
Già in questo momento sono molto concentrato sullo studio, ma volevo trovare del tempo per parlarvi almeno di questo film.
La pellicola in questione è Drag me to Hell, horror del 2009 diretto e scritto da Sam Raimi (alla sceneggiatura troviamo anche suo fratello, Ivan Raimi).
Trama:
Christine è un’impiegata che lavora in un ufficio prestiti in una banca. Lei è in competizione con un altro collega per ottenere una promozione che darebbe una grande svolta alla sua carriera. L’occasione per dimostrare la sua competenza e inflessibilità arriva quando una zingara, la signora Ganush (Lorna Raver), richiede una nuova proroga sul rimborso prestito per la casa. La zingara la supplica, ma Christine la manda via malamente, umiliandola davanti a tutte le persone dentro la banca. Dopo questo affronto la signora Ganush le strappa un bottone dal cappotto e glielo restituisce con addosso una maledizione. La ragazza per tre giorni verrà perseguitata dalla Lamia e dopo il terzo giorno la porterà con se all’inferno.
La cosa sorprendente di questo film sono tutte le critiche che ho sentito rivolgergli contro. C’era chi diceva che era ridicolo, che non faceva paura e le scene horror erano comiche ecc… E io penso che molte di queste persone abbiano frainteso l’obiettivo del film. Io non mi considero un esperto del cinema. Ho una buona conoscenza della settima arte, ma un critico non lo sono neanche lontanamente, però conosco in buona parte il lavoro del buon Raimi e il suo stile
Diciamo che questo film ricorda molto Evil Dead 2 (che poi mi dovete spiegare perché l’hanno chiamato La Casa 2 visto che la casa non è maledetta, ma è meglio tralasciare) e L’armata delle tenebre. Due tra i lavori migliori di Raimi e dei cult intramontabili che ho visto e ho apprezzato veramente tanto (potrei farci un articolo a riguardo un giorno… chissà). Lavori che riuscivano a unire diversi generi, soprattutto il primo, e a creare una storia raccontata in modo originale.
Non so se mi sono spiegato bene ma Drag me to Hell è basato in quel modo.
Il film riesce a essere sia divertente (perché comunque vuole anche divertire) sia spaventoso o, nella maggior parte dei casi, cerca disgustare il pubblico.
Più volte mi ha strappato più di una risata ma non dimentichiamoci della sua parte horror; all’inizio del lungometraggio vediamo un bambino venir trascinato all’Inferno dalla Lamia. Più che vedere il ragazzo, vediamo la sua ombra con il braccio che si allunga in cerca di soccorso e la sua voce che disperata e spaventata chiede aiuto. Dite quel che vi pare ma questa scena mi ha fatto rabbrividire molto.
Da sottolineare anche l’ottima realizzazione tecnica delle scene horror. Per farvi un esempio, negli horror dell’ultimo periodo vedo continuamente persone spazzate via da forze sovrannaturali manco fossero stati colpiti da un’onda di energia micidiale, qui invece abbiamo un momento in cui la protagonista viene presa, sollevata in aria e sballottata da una parte all’altra della stanza ma vediamo il tutto in due modi: sia come normali spettatori senza però stacchi da un’inquadratura all’altra (quindi la scena è continuata) e anche dal suo punto di vista. In questo caso l’attrice è stata veramente scaraventata da una parte all’altra attraverso l’ausilio di fili (e mi pare che si sia fatta leggermente male). In generale quest’attrice, Alison Lohman, ne ha dovute passare di cotte e di crude in questo film: riempita di vermi, fango e schifezze che non vi sto neanche a dire. Vorrei continuare a elencarvi altre scene girate secondo me veramente bene come ad esempio il combattimento dentro la macchina (che riesce a essere sia violento che divertente allo stesso tempo), ma così non farei altro che togliervi il piacere della scoperta.
E ora parliamo anche di un lato che sottovalutai quando vidi il film qualche anno fa. La prima volta io non avevo notato delle forti critiche che il titolo ti lanciava in faccia. Queste critiche sono rivolte alla società e al denaro.
Nel primo caso possiamo dire che la protagonista ha fatto quel che ha fatto per ottenere il successo. E per riuscire a raggiungere il proprio scopo ha dovuto fare un torto a una persona che aveva bisogno di aiuto. Questo perché circondate da persone meschine pronte a indicarti e deriderti se non riesce a essere qualcuno, come ad esempio la madre di Clay (Justin Long), fidanzato della protagonista, che continuava ad assillare il figlio affinché la smettesse di andare dietro a delle contadinelle per mettersi con una donna di successo (la protagonista viene dalla campagna). Oltretutto non da neanche un’immagine positiva del luogo di lavoro in cui lavora, ovvero la banca. Ricordiamoci che la proroga per la casa poteva darla alla vecchia è questa la cosa importante. Poteva darla.
Come ho detto c’è anche una critica un po’ di velata (ma neanche troppo) sui soldi. Vedremo molte persone cercare di trarre profitto da varie situazione che capiteranno a Christine. Di scene del genere ne troveremo minimo due o tre.
Un lato negativo è presente nella pellicola e sono gli effetti in CGI. Molti effetti speciali saranno fatti senza l’uso del digitale (e saranno fatti bene) ma quando vedremo scene con la computer grafica noteremo quasi subito la finzione. Questa è l’unica pecca presente nel film. Per il resto io consiglierei il film agli amanti dell’horror e a coloro che adorano i lavori di Raimi. Probabilmente non piacerà a tutti per la sua particolarità e posso capire dato che non fa parte dei gusti di alcune persone, ma almeno spero che possiate apprezzarne il lato tecnico e i messaggi lì presenti.
Dopo questo passiamo ai brevissimi e noiosissimi saluti.
Vi auguro una buona giornata!
…salvo rari casi la CGI è usata a sproposito, anche in produzioni molto più tecnologiche!
Viva Sam, comunque, anche in questo caso.
Una cosa che mi dispiace parecchio di Raimi è che, come Burton o Carpenter, è un regista snobbato dalla critica degli ultimi tempi. Su questi tre registi ho letto veramente delle bruttissime critiche.
Beh, dai così brutte no via… Carpenter e Burton in particolare non sono certo stati così massacrati, diciamo che sono di nicchia per certi versi e comunque si prestano anche a film spesso particolari.
Non so ma ultimamente sto sentendo davvero delle critiche insensate specialmente su Burton. Già mi ricordo che con Dark Shadows c’era chi diceva che era ormai un regista finito (che poi quel film è stato sottovalutato moltissimo e pensavo di parlarne in un articolo).
Ma la critica statunitense lo ha lodato! Io penso che possa essere criticato da chi non conosce il tipo di horror che fa Raimi, come hai detto tu molto divertente e disgustoso (anche se poi in sottofondo c’è il tema molto serio dell’avidità del capitalismo)
Infatti mi riferisco a tutti coloro che non conoscono lo stile di Raimi, ma anche da parte della critica ho visto commenti poco maturi.
[…] Sam Raimi. Ho sempre parlato poco di questo grande regista e le uniche volte sono state anni fa con Drag me to hell e Soldi sporchi, due opere notevoli, specialmente la seconda che amo con tutto il cuore. Con questo […]
Another great Raimi film.
Yes, it is. I really like this one.