Soldi Sporchi (A simple plan)

Ormai penso che in molti saranno d’accordi nel dire che Sam Raimi è uno dei registi migliori in circolazione e anche uno che ha lasciato la sua impronta nella storia del cinema. Principalmente è ricordato per aver diretto i tre film su “La Casa” e altri solo per la trilogia su Spider-man, ma oggi non voglio parlare ne dell’uno ne dell’altro.
Questa volta voglio parlarvi di uno dei suoi lavori meno famosi ma che riesce comunque a essere un prodotto di enorme qualità e che dimostra il talento di questo regista.
Il film in questione è Soldi Sporchi (A simple plan), thriller del 1998 basato sul libro Un piano semplice di Scott B. Smith, che qui oltre ad essere il soggetto è anche lo sceneggiatore.

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Trama:
Mentre Hank Mitchell accompagna al cimitero suo fratello Jacob e l’amico di quest’ultimo, Lou, per visitare la tomba del padre, i tre si imbattono in un aereo che si è schiantato nei boschi. Dentro l’aereo il gruppo trova una borsa contenente più di 4 milioni di dollari. Javob e Lou vorrebbero prendersi i soldi e usarli per i loro scopi, ma Hank non vuole avendo anche paura che quei soldi possano appartenere a qualcuno di losco che, molto probabilmente, li sta cercando.
Si decide così di tenere nascosto il malloppo a casa di Hank per un po’ di tempo per vedere se qualcuno li stia effettivamente cercando.
Un piano semplice, ma purtroppo le cose non andranno come previsto.

Tra le cose che più mi hanno affascinato di questa pellicola sono sicuramente la regia di Raimi e certe scene che mi sono rimaste incredibilmente imprese e per ultimo i personaggi e la loro evoluzione/involuzione.

Partiamo con la regia. Raimi sa come colpire lo spettatore e sa come tenerci sulle spine. Una delle scene che più mi hanno colpito del film è sicuramente quando i tre arrivano per la prima volta davanti all’aereo. L’aereo era ormai lì da un po’, coperto completamente dalla neve e l’unico segno di vita presente intorno quel luogo è un branco di corvi appollaiato sugli alberi. Ogni volta che uno di loro tornerà in quel luogo i corvi saranno lì presenti come se aspettassero il loro banchetto, come se sapessero che quello è un luogo di morte.
Loro sono sempre a osservare, anche quando i nostri protagonisti prendono i soldi e se ne vanno, come se quella scelta avesse decretato il loro destino.

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La tensione è un elemento che la farà da padrone e ci terrà incollati allo schermo più volte. Ma non sarà una tensione che si baserà solamente su situazioni che potrebbero compromettere i personaggi principali, ma anche attraverso i dialoghi che avranno tra di loro o con persone esterne. Potrebbero essere scoperti in ogni momento e per loro sarebbe la fine.
Proveremo i loro stessi dubbi e le loro paure, specialmente quelle di Hank e Jacob che dovranno coprirsi entrambi le spalle. La situazione però degenera sempre di più portandoli a compiere azioni che non avrebbero mai dovuto fare e rendendo il tutto ancor più complesso.

I personaggi sono un altro punto forza di Soldi Sporchi grazie anche a una sceneggiatura scritta egregiamente. Ci sono soprattutto tre di essi che mi hanno colpito: Hank, Jacob e Sarah, la moglie di Hank.
Hank sarà uno di quelli che cambierà di più. Lui inizialmente non approverà la decisione di Jacob e Lou di prendere i soldi perché è qualcosa che va contro la legge, ma anche lui alla fine non potrà far altro che cedere al fascino dei soldi. Sarà anche colui che farà decisioni molto drastiche ma non voglio dilungarmi troppo su questo punto.
Jacob invece è colui con cui empatizzeremo di più. Inizialmente ci sembrerà solo uno sciocco che non sa gestire la sua vita, ma poi più in là si aprirà con il fratello rivelandogli i suoi sogni e cosa vorrebbe farci con quei soldi (tra l’altro Jacob è interpretato da un grandissimo Billy Bob Thornton).
La sorpresa più grande per me è stata Sarah, interpretata da Bridget Fonda. All’inizio sembrava la classica moglie americana che sta sempre a casa tutta sorridente e si preoccupa del marito facendo moralismi a tutto andare. Ma quello che si vede all’inizio è solo la facciata di chi è veramente. Quando il marito gli mostra tutti i soldi cambia completamente e rivela chi è veramente.
Inizierà a incoraggiare il marito a tenersi i soldi e a tradire suo fratello. Si dimostrerà una persona molto intelligente e furba. Una persona fredda e calcolatrice che penserà al proprio tornaconto infischiandosene degli altri.
Questi sono quei personaggi che a me hanno sempre affascinato e che catturano il mio interesse.

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Tra l’altro il finale è perfettamente in linea col film e riesce a rendere questo lavoro una perla del cinema da non perdere. Oltremodo la colonna sonora è curata da Danny Elfman (famoso anche per la lunghissima collaborazione con Burton che dura fin dai tempi di Pee-wee’s Big Adventure), che riesce a rendere l’atmosfera fredda e inquietante.

Soldi Sporchi è un film che consiglio di vedere soprattutto a chi cerca sceneggiature scritte in modo intelligente e a chi vuole vedere un po’ di vero cinema.

Alla prossima!

[The Butcher]

12 pensieri riguardo “Soldi Sporchi (A simple plan)

  1. Sei davvero una mosca bianca, Butcher, nel panorama sempre più appiattito del web sull’uso facile del gioco di parole e del sensazionalismo, in contraltare squallido alla tecnica del copia&incolla, con cui la maggioranza dei recensori è portato a scrivere, vista anche l’assenza di indipendenza.

    Il nostro stile di scrittura è molto diverso, almeno io credo, ma su una cosa siamo incredibilmente simili: non sono i like o le adesioni in massa al nostro blog di ipotetici follwer che c’interessano, quanto davvero solo la condivisione di un pensiero critico su qualcosa che abbiamo apprezzato: questo ci porta non di rado a parlare di film decisamente non di moda e nemmeno catalizzatori di chissà quale consenso o addirittura sconosciuti ed è così rassicurante sapere che sulle pagine tue e di Shiki è possibile ancora trovare questi germogli di critica estetica di ottima fattura.

    La tua recenesione potrebbe tranquillamente riassumersi nella frase in sè esaustiva “[…] Soldi Sporchi è un film che consiglio di vedere soprattutto a chi cerca sceneggiature scritte in modo intelligente e a chi vuole vedere un po’ di vero cinema […]”, ma la vera volontà di condividere è nella tua ostinatezza a fare sempre un lavoro pulito e solido, con le tue premesse, il tuo accenno di trama e le tue puntuali spiegazioni di apprezzamento o disappunto, con cui ti metti ogni volta a nudo o persino facile bersaglio per chi non la pensa come te.

    In una parola, ti ammiro.

    P.S. Raimi ha per me avuto un’inizio di carriera esplosivo, con una potenza creativa che trasudava voglia di cinema da ogni poro, per poi cominciare un certo declinio artistico proprio con il periodo successivo a questo grande “A Simple Plan“: nelle pellicole successive, il successo trionfale della trilogia di Spider-Man ed il conseguente aumento di budget a disposizione ha fatto venire leggermente meno quell’urgenza di ricerca di soluzioni narrative alternative, adagiandosi sulla serenità di una messa in scena più tradizionale; il suo genio registico (come giustamente scrivi) è indubbio, ma per me con gli anni ‘2000 si perde un po’ quella “memorabilità” delle sue pellicole, che rischiano spesso di smarrisrsi in un mare di cloni…

    1. Grazie mille per il tuo commento! Per quanto riguarda lo stile di scrittura posso dire che sono diversi (il tuo lo trovo molto affascinante perché riesci a descrivere pellicole che ti sono piaciute con grande professionalità ma senza mai dimenticarti delle emozioni che quei film ti hanno trasmesso). E sono d’accordo con te per quanto riguarda Raimi, dopo il 2000 il suo stile si è un po’ adagiato anche se poi ha dimostrato creatività con Drag Me to Hell. Poi con Il grande e potente Oz ha fatto pure i suoi sbagli anche se li do in parte la colpa anche alla Disney.

      1. Grazie a te, Butcher!
        Concordo con te, inoltre, sul fatto che Raimi, anche nel suo secondo periodo, come dire, più “mainstream”, non è mai venuto meno la sua verde creativa, ma l’ha solo un po’ narcotizzata…
        Lo sai che per me il suo capolavoro assoluto è Darkman?
        Un film a mi avviso assolutamente geniale, seminale è straordinariamente efficace malgrado il bassissimo budget

        1. Anch’io lo considero una delle sue opere migliori. Potrei farci un articolo a riguardo, ci sarebbero tante cose di cui parlare. Ma forse più in là anche perché adesso sto lavorando a un piccolo progetto che mi interessava.
          P.S. Non mi sono dimenticato del lavoro su Metropolis. Quando troverò un po’ di coraggio ne parlerò.

  2. Whaoo… scrivere dettando il testo al proprio smartphone fa aumentare gli errori di scrittura in modo esponenziale… scusa la porcheria del commento sopra… verde invece di verve, davvero… sob!

      1. Si, davvero… sono la massima espressione del cannibalismo tecnologico… se pensi al fatto che la loro uscita sul mercato ha praticamente divorato il distrutto il lettore MP3, la macchina fotografica digitale tascabile e moltissimi navigatori portatili da automobile… ed il bello è che gli smartphone sono praticamente prodotti dalle stesse aziende che prima producevano gli altri 3 articoli… sono cose che fanno riflettere… o forse no…

  3. Io ancora non mi capacito di come questo film lo conoscano in pochi. Secondo me è un capolavoro assoluto, sicuramente tra i migliori film degli anni Novanta! Concordo con te su tutto! :–)

    1. Anch’io rimango basito. Se si nomina Raimi di solito le persone pensano alla trilogia di Spiderman, altri alla trilogia de La casa. Ma nessuno parla di quest’opera, uno dei lavori più belli e interessanti che abbia visto. Merita molto più amore!

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