Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Negli ultimi due articoli siamo tornati a parlare della Disney, discutendo di Dumbo e Bambi. Il primo era un film costato poco rispetto agli altri, che doveva far respirare la Disney dopo i fallimenti precedenti e ci riuscì, portando sullo schermo una storia molto dolce e commuovente. Poi è arrivato il turno di Bambi, un film con un produzione veramente travagliata e complessa ma che, nonostante tutte le difficoltà incontrate, è riuscito a vedere la luce. Un film incredibile che molti tendono a volte ad associare a momenti tranquilli e gioiosi o soprattutto ai ricordi della morte della madre. Un film in realtà più complesso di come si possa immaginare, un film di crescita con momenti di meraviglia e stupore, ma anche con dei momenti pieni di tristezza e difficoltà. Una pellicola sottovalutata all’inizio ma che è stata riscoperta e rivalutata in seguito, con delle animazioni curate in maniera impressionante, con gli animali che compiono movimenti incredibilmente realistici. Una vera e propria perla.
E dopo aver parlato momentaneamente della Disney, si torna a parlare del mio genere preferito: l’horror. Quest’alternanza tra cartoni Disney e horror mi sta piacendo tantissimo, non so neanche io il perché. La scorsa volta avevamo di horror con Deliria, un horror italiano con un’idea di base davvero molto interessante che viene portata avanti con grande cura grazie a una regia molto curata e a una messa in scena ottima, fatta di momenti davvero folli. Un ottimo film senza ombra di dubbio. Con quest’articolo però ho intenzione di parlare di un altro tipo di horror. Questa volta vorrei parlare di un horror legato al folclore di un certo Paese. Sono sempre rimasto affascinato dal folclore, quello italiano poi è veramente ricco, anche se poco conosciuto (ne avevo parlato QUI) e questo mio interesse si è ampliato sempre di più e mi sto informando parecchio su ogni tipo di leggenda e tradizioni antiche e rurali. Sono particolarmente affascinato dal Medio Oriente e dal folclore slavo. n quest’ultimo caso sono sempre rimasto colpito da una figura abbastanza famosa, che mi ha inquietato parecchio per molti motivi: Baba Yaga, la strega. Quindi iniziamo la recensione dedicata a questo film.
Ecco a voi Baba Yaga: Terror of the Dark Forest (conosciuto in italiano con il titolo di Baba Yaga – Incubo nella foresta oscura, mentre in lingua originale Yaga. Koshmar tyomnogo lesa; Яга. Кошмар тёмного леса), film horror del 2020 scritto da Svyatoslav Podgaevsky, Ivan Kapitonov, Natalya Dubovaya e diretto da Svyatoslav Podgaevsky.
Trama:
Il film inizia introducendo il mito di Baba Yaga, una strega che con l’aiuto dei suoi corvi servitori portava i bambini che si erano nella foresta verso la sua dimora e li divorava. Un giorno però un bambino dal cuore puro è riuscito a sconfiggerla, ma lei non è morta del tutto e sta cercando qualcuno che possa riportarla nel mondo degli uomini. Dopo l’introduzione conosciamo il protagonista, Egor (Oleg Chugunov), un ragazzino che sta vivendo una situazione famigliare molto complessa. Sua madre è morta e suo padre Alexey (Aleksey Rozin), si è risposato con Yuliya (Maryana Spivak), da cui hanno avuto una bambina. Egor non è riuscito ad accettare Yuliya e non sopporta che il padre faccia di tutto per dimenticare la defunta moglie, come se non fosse mai esistita. In compenso però si è affezionata alla piccola bambina. Un giorno arriva nella loro casa una tata (Svetlana Ustinova), che dovrebbe occuparsi della neonata, ma Egor nota subito qualcosa di molto strano in lei, qualcosa che i suoi genitori non riescono a vedere. Un giorno la sorellina sparisce ed Egor, sconvolto, rivela la notizia ai genitori, ma la loro relazione lo spaventa ancor di più: non ricordano l’esistenza della neonata e inoltre tutti gli oggetti legati a lei sono completamente scomparsi. Egor decide così di indagare su cosa sta succedendo e, grazie all’aiuto dell’amica Dasha (Glafira Golubeva) e di Anton (Artyom Zhigulin), parte alla ricerca della sorella e viene a scoprire dell’esistenza della strega Baba Yaga, che continua a rapire i bambini tramite i suoi servi e che ancora sta cercando qualcuno in grado di riportarla nel mondo degli umani.
Negli ultimi anni ho visto con molto piacere un forte ritorno sul grande schermo della strega. La cosa mi rende davvero felice perché questa figura è capace di poter parlare di tantissime cose e soprattutto si basa sul folclore di certe zone e cambiano in parecchi elementi. Qui in Italia ad esempio abbiamo un numero enorme di streghe che si differenziano di regione in regione (so che esiste un film sulle Janere, ma non l’ho ancora visto).
Tornando a parlare del film, ci sono tre caratteristiche che risaltano all’occhio fin dall’inizio: l’ambientazione, la fotografia e la regia.
In un horror questi elementi sono fondamentali e devono essere curati per creare la giusta atmosfera e in questo film fortunatamente tutto ciò viene reso molto bene. L’introduzione che spiega la storia di Baba Yaga è molto bella e sembra uscito proprio da un libro di fiabe, ma quando la storia passa ai giorni d’oggi ci ritroviamo catapultati nel sogno di Egor, un sogno che sembra veramente qualcosa di onirico, con queste strade deserte, il buio impenetrabile che si staglia da dietro i palazzi e la situazione quasi assurda. Già da qui capiamo bene che il film si dimostrerà interessante.
Subito dopo viene presentato il quartiere in cui vive il protagonista, uno strano quartiere moderno fatto in maniera precisa e ripetitiva con tre palazzi che non fanno che ripetersi, così come le forme geometriche che formano i piccoli giardini. Quest’ambientazione è molto particolare, ma non sarà l’unica. Infatti ci sarà anche la foresta, un mondo completamente a parte rispetto al luogo moderno in cui abita Egor, un luogo dove la natura regna sovrana e che verrà inquadrata e ripresa molto bene, dandogli un aspetto molto antico e mistico.
Le ambientazioni sono ottime così come lo sono le atmosfere. In questo film il regista riesce a creare delle atmosfere surreali, oniriche, capaci di colpire lo spettatore. Gli esempi perfetti sono quando c’è la tata a casa come con la scena del gomitolo rosso (questo colore verrà messo in risalto per tutta la pellicola) oppure con la telecamera che tiene d’occhio la neonata. Questo tipo di atmosfera e fotografia raggiungerà il suo picco in special modo nella seconda parte, dove questi elementi saranno fondamentali. Avremo costantemente la sensazione di non essere nel mondo vero e di camminare in un sogno o in un incubo.
La regia è molto buona, capace di creare delle belle scene horror. In questo caso il regista riuscirà sia a costruire delle sequenze di tensione molto ben fatte, ma utilizzerà anche gli jumpscares. Non sono un grande fan di quest’ultimo metodo, ma non lo disprezzo. Per me i jumpscares devono essere utilizzati con parsimonia, non ogni cinque minuti e soprattutto devono essere legati alla storia, non devono essere causati da ogni minima cosa. Fortunatamente Baba Yaga non cade in questo sciocco errore, anche se devo ammettere che per ovvi motivi funziona di gran lunga la costruzione della tensione rispetto ai jumpscares.
A livello tecnico il film è fatto molto bene, ma com’è per quanto riguarda la sceneggiatura? La sceneggiatura è molto semplice e lineare, ma questo non è affatto un difetto. La storia è un viaggio alla ricerca della sorellina scomparsa, che porterà i protagonisti ad affrontare la strega. Una trama molto semplice che ha degli elementi interessanti legati ai personaggi. Egor non è un personaggio banale e i suoi problemi famigliari vengono affrontati con una certa maturità. Lo stesso vale con i co-protagonisti, Dasha e Anton. L’asocialità di Dasha viene spiegata con grande cura e si dimostra un personaggio forte mentre sono rimasto sorpreso da Anton, un bullo che se la prende con tutti ma che nasconde anche lui dei problemi e che si ritroverà senza volerlo ad aiutare il protagonista, seguendolo e facendo un percorso di crescita niente male. Anche alcuni personaggi secondari mi hanno sorpreso positivamente soprattutto Yuliya, un personaggio molto più interessante di quanto credessi all’inizio. Forse si poteva qualche approfondimento in più su altri personaggi, ma sono rimasto soddisfatto delle varie caratterizzazioni.
Per quanto riguarda gli attori purtroppo bisogna dire che alcuni di loro recitano abbastanza male e questo riguarda esclusivamente gli attori adulti, ma soprattutto l’attore che interpreta il padre di Egor, Alexey, che per tutto il tempo mi è sempre sembrato un bambolotto e falliva anche nelle parti in cui doveva spaventare. Però sono rimasto positivamente colpito dagli attori ragazzi che invece sono stati tutti grandiosi e molto naturali nel loro modo di interagire. Di solito è difficile trovare attori di quell’età bravi, ma in questo caso si sono dimostrati tutti all’altezza perfino i bambini.
Per concludere, Baba Yaga: Terror of the Dark Forest è un horror che riesce a intrattenere molto bene lo spettatore. Un film curato molto bene nel lato tecnico, specialmente nella fotografia e nelle ambientazioni, che in certi punti dimostra qualche imperfezione soprattutto a livello narrativo, ma che riesce a portare avanti una storia semplice e ben scritta, con dei personaggi caratterizzati e dei momenti davvero belli. Un film consigliato.
Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!
[The Butcher]
Molto interessante, grazie Butcher!
Grazie a te!
Thanks a lot! Interesting.
Thanks for sharing your ideas
The Fab Four of Cley
:-) :-) :-) :-)
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