Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo abbiamo discusso di una pellicola horror russa molto interessante ossia Baba Yaga: Terror of the Dark Forest. Questo non era un film perfetto, aveva qualche difetto come ad esempio la prova attoriale degli adulti o alcuni momenti che potevano essere mostrati con più calma, ma era comunque un film bello e interessante, che riesce a dare fascino a Baba Yaga, una strega del folclore slavo che mangia i bambini, e a raccontare una storia semplice ma ben gestita grazie alla caratterizzazione dei personaggi, a degli attori giovani veramente in gamba, ambientazioni e fotografia ben curate e una bella messa in scena. Ha i suoi difetti, così come The Bride (il film precedente diretto dallo stesso regista), ma è comunque ottimo come horror d’intrattenimento e sarà capace di tenervi in tensione in molti punti ed è per questo che vi consiglio di recuperarlo.
Con questo nuovo articolo invece ci spostiamo dall’horror per parlare di qualche be thriller-noir. Il noir mi piace veramente tanto come genere cinematografico soprattutto per la sua messa in scena. Questo genere è stato praticamente un’evoluzione dell’espressionismo. L’espressionismo è un tipo di cinema in cui si mette in scena un tipo di fotografia caratterizzata da dei giochi di luce e ombra, dove entrambi gli elementi sono in grande contrasto tra di loro e riescono a perciò a realizzare delle immagini affascinanti, riuscendo a mettere in primo piano i personaggi o una parte specifica di loro (come ad esempio gli occhi). In realtà ci sono molti altri elementi unici che caratterizzano l’espressionismo, ma volevo concentrarmi sulla fotografia perché è proprio quell’elemento che verrà ripreso molto dal noir. Questo è dovuto al fatto che agli inizi degli anni ’30 molti di questi registi, tra cui il leggendario Fritz Lang, emigrarono negli Stati Uniti per sfuggire al nazismo che stava diventando sempre più forte (ricordiamoci che l’espressionismo ha avuto origine in Germania). In America questi registi portarono le loro tecniche e conoscenze ed è così che nacque il noir, ma adesso sto un po’ divagando. Certo, adoro raccontare la nascita di questo genere cinematografico per via della sua particolare storia e anche perché ci ha regalato delle perle incredibili. Quello di cui parleremo oggi è un film stranamente poco conosciuto, diretto da uno dei miei registi preferiti in assoluto, capace di raccontare storie molto affascinanti.
Ecco a voi Strangers on a Train (conosciuto inizialmente in italiano con il titolo di L’altro uomo e poi rinominato Delitto per delitto – L’altro uomo), pellicola thriller-noir del 1951, scritta da Raymond Chandler e Czenzi Ormonde, diretta da Alfred Hitchcock e basata sull’omonimo romanzo di Patricia Highsmith.
Trama:
Il film inizia in treno dove il giovane tennista Guy Haines (Farley Granger) incontra per caso il ricco e viziato Bruno Anthony (Robert Walker). Quest’ultimo conosce Guy per via delle sue ottime partite di tennis e inizia a parlarci. Bruno, attraverso le interviste e le notizie di gossip, dimostra di conoscere molto bene la situazione personale del tennista. Lui vorrebbe divorziare dalla moglie Miriam (Laura Elliott) che lo ha tradito e mentre aspetta che sia tutto in regola per la separazione, frequenta Ann Morton (Ruth Roman), la figlia di un senatore (Leo G. Carroll), con cui vorrebbe risposarsi. In questo caso Bruno avanza una proposta particolare: uno scambio di omicidi. Lui si offre di uccidergli la moglie e in cambio Guy dovrà uccidere suo padre. Guy prende quest’affermazione come un delirio dell’uomo e se ne va. Intanto il tennista scopre che la moglie non ha alcuna intenzione di divorziare da lui visto i soldi che guadagna con lo sport. Bruno si informa su com’è andata tra i due e, visto che Guy continua ancora a rigettarlo, decide di passare all’azione. Lui insegue Miriam per tutto il Luna Park e, quando la donna rimane finalmente da sola, lui l’uccide strangolandola. Poi va da Guy con gli occhiali rotti di Miriam e gli dice che ora tocca a lui rispettare la parte dell’accordo. Guy ovviamente rifiuta, ma non può accusare Bruno perché altrimenti verrebbe accusato di essere il mandante di quell’omicidio. Guy si sente intrappolato e non sa come uscire da questa situazione.
Era da molto, troppo tempo che non parlavo di Hitchcock e sinceramente questa cosa mi dispiace. Lui è stato uno dei più grandi registi di sempre e ogni sua pellicola riusciva a essere interessante e piena di scene originali. Quindi mi sembra giusto tornare a parlare di un regista di questo calibro e con un film stranamente poco conosciuto ma altrettanto affascinante.
Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Patricia Highsmith, che a quei tempi era ancora una scrittrice sconosciuta ma che poi divenne molto famosa per i suoi romanzi noir, soprattutto quelli incentrati sulla figura di Tom Ripley, e il suo primo romanzo, appunto Strangers on a train, verrà adattato diverse volte. La sceneggiatura del film venne affidata inizialmente a Raymond Chandler ma Hitchcock e Chandler non andarono per niente d’accordo e per concludere il lavoro venne chiamato Czenzi Ormonde, aiutato anche da Barbara Keon e Alma Hitchcock.
Su questo film ci sarebbe da dire molto e ho intenzione di iniziare proprio con la sceneggiatura. L’idea di base, lo scambio di omicidi, è un’idea veramente interessante, in quanto ciò potrebbe mettere in difficoltà la polizia è proprio il movente. Guy e Bruno non si conoscono per niente e non hanno alcun motivo per commettere quei crimini nei confronti di quelle determinate persone. Un piano interessante e malato. Guy infatti rifiuta subito anzi, crede che tutto quello che dice Bruno siano solo sciocchezze e non gli dà alcun peso. Ed è qui che conosciamo molto bene il personaggio di Bruno, il personaggio più caratterizzato e interessante della pellicola.
Lui non è una persona normale, questo lo capiamo fin da subito, ma più andiamo avanti e più capiamo quanto folle e malato sia. Lui ha ideato questo piano per far fuori il padre che odia con tutto se stesso. Lo odia perché il padre vorrebbe che lui iniziasse a lavorare e a fare qualcosa di suo. Una motivazione abbastanza sciocca, soprattutto se pensiamo che la sua famiglia è ricchissima e che Bruno non avrebbe alcun problema a trovarsi un lavoro. Ma lui non vuole, vuole continuare a vivere la sua vita dissoluta come ha sempre fatto, per questo mette in atto il piano. Solo che Guy rifiuta e quindi è lui che cercherà di costringerlo a compiere l’atto, incastrandolo in una situazione da incubo. Bruno diventerà sempre più ossessionato dall’idea di questo omicidio e inizierà perfino a entrare nella vita di Guy, conoscendo tutte le persone a cui è legato. A un certo punto il padre sembrerà passare completamente in secondo piano. Lui vuole solo che la sua idea venga messa a punto. La sua instabilità mentale si paleserà sempre di più fino al finale.
Ed è qui che invece vorrei discutere del lato tecnico del film e in particolare della fotografia e della regia. Nel primo caso avremo un tipo di fotografia espressionista con dei tagli di luce molto forti e la cosa interessante è che questo tipo di illuminazione sarà soprattutto presente con Bruno. Bruno in certe occasioni verrà mostrato sempre nell’ombra, quasi a sottolineare la sua natura oscura e malsana, in certi casi sembrerà perfino una specie di boogeyman. Ed è qui che Hitchcock farà del suo meglio con la messa in scena e la regia.
Una delle cose che rimarrà più impresse a tutti saranno due scene particolari: l’omicidio di Miriam e lo scontro sulla giostra. Nel primo caso Bruno strangolerà Miriam con le sue stesse mani e tutta l’azione verrà seguita attraverso la lente degli occhiali della donna. Durante lo scontro gli occhiali cadranno a terra e noi vedremo tutto da quel punto di vista. Una scena davvero molto impressionante. Della scena della giostra non voglio parlare troppo perché è presente nel finale, ma in quel momento si raggiungerà un grande livello di tensione per molti motivi.
Inoltre ci saranno momenti molto affascinanti come ad esempio dei campi lunghi dove sarà presente Bruno, vestito con completi scuri, che darà una sensazione di angoscia, un’ombra scura che segue sempre il protagonista. Ci sono molte scene davvero stupende in questo film come la fiamma dell’accendino che si riflette sugli occhiali di Barbara (Patricia Hitchcock) oppure la partita di tennis piena di tensione in cui il ritmo frenetico del match va a contrastare con la staticità e la lentezza con cui Bruno va in un determinato luogo.
Per concludere, Strangers on a Train è un thriller-noir veramente intelligente sia nella storia che nella sua messa in scena. Un film degno di Hitchcock con un’idea di base davvero ottime e ben sviluppata e una regia incredibile, con vari momenti originali e stupendi, capaci di tenere in tensione lo spettatore ma senza scordarsi di far ridere il pubblico con la sua solita ironia. Inoltre gli attori sono tutti in gamba e quello che rimane più impresso di tutti è sicuramente Robert Walker con il suo Bruno Anthony.
Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!
[The Butcher]
Molto bella la recensione, un film davvero interessante soprattutto per la genialità di alcune riprese nonostante sia datato, ma d’altronde Hitchcock è stato davvero un genio ;) Buon fine settimana.
Ancora oggi le sue opere rimangono moderne proprio grazie alla sua messa in scena. Buon fine settimana a te!
Un film incredibile, con delle soluzioni visive assolutamente geniali! Bella recensione, come sempre del resto. 🙂
Grazie mille! Hitchcock sapeva creare delle sequenze e delle scene veramente originali e meravigliose. Apprezzo questo film e sono felice che altri lo conoscano.
What a great director ! And you choose a masterpiece. It’s been long time I’ve seen this one, with a memorable Robert Walker in his (almost) last part. I read that Leo McCarey who directed “My son John” with Walker had to use some rush of “Stranger on a Train” to finish his film, because he died in the middle of filming. I’ve never seen this film but I’m curious.
Yeah, it’s true what you read about Walker and My son John. By the way i really love this movie. I think it’s not so famous as others Hichcock movies, but for me is memorable and i love it.
Bella recensione, capace di rendere omaggio a un mostro sacro del cinema come Hitchcock. Buon weekend!
Grazie mille! Questo film dimostra ancora una volta la genialità di Hitchcock e come riusciva a creare la tensione attraverso le immagini. Buon weekend anche a te!
bella recensione, ovviamente mi manca
mi piace leggere i tecnicismi delle inquadrature; ma io, essendo ignorante non sono sicuro della differenza tra campo lungo e figura intera e quindi preferisco dire panoramiche xD
Ahahahahaah
In ogni caso ti consiglio di recuperarlo. È un film capace di intrattenere dall’inizio alla fine e ha dei personaggi davvero ottimi.
Solamente Hitchcock poteva riuscire a farmi seguire con interesse (anzi, con vera angoscia) una partita di tennis! Bellissimo film, ma come dici tu ogni film del Maestro del Brivido vale sempre la visione e offre una lezione di cinema. Poi io amo moltissimo Farley Granger come attore. Bell’articolo!
Esatto! Riusciva a creare una tensione incredibile con una partita di tennis e facendo montaggio alternato con una scena statica ma allo stesso tempo tesa. Un lavoro ottimo!
Nice blog!
Do visit to my blog and follow it if you like.
[…] scorso articolo siamo tornati a parlare dopo tanto tempo di Alfred Hitchcock e lo abbiamo fatto con Strangers on a train. Un thriller-noir molto ispirato e intelligente, con un’idea di base originale: lo scambio di […]
RIP Pat Hitchcock
I heard of it. It was a really sad news for me. RIP
She was great in everything she did with her father, including Strangers on a Train. I was lucky enough to see her speak after a showing of SoaT back in the late 80s.
Yes, she was a really great actress. It is a great loss and i’m happy you had the chance to see her.