Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Negli ultimi due articoli abbiamo parlato di un genere cinematografico davvero interessante e molto complesso come la commedia horror. E’ un genere molto complesso che deve equilibrare molto bene la sua parte horror e la sua parte comica e in questo caso abbiamo parlato di due grandi perle che riescono in questa impresa: Gremlins e Sospesi nel tempo. Due film davvero divertenti e realizzati con una messa in scena davvero curata e originale e capace di affascinare sempre, come la prima volta che li vidi. Sono due opere che in molti a mio avviso dovrebbero recuperare, soprattutto Sospesi nel tempo visto che Gremlins fortunatamente è conosciuto da tanti. In questo caso però vorrei lasciare in pace il genere della commedia horror e tornare a parlare di animazione e per la precisione di animazione giapponese. L’ultima volta abbiamo discusso di pellicole simili con Lupin III – Le profezie di Nostradamus, quarto lungometraggio animato dedicato al ladro gentiluomo e uno dei suoi film animati che più guardavo quando ero piccolo. Non è il migliore, questo è sicuro, ma è comunque una pellicola che riesce in pieno a comprendere il carattere di Lupin e riesce a divertire lo spettatore con situazioni folli e piene di idee. In ogni caso con questo articolo ho intenzione di riprendere a parlare proprio di Lupin III. Mi sembra anche giusto visto quanto adoro il suo personaggio e come ancora oggi riesce a non annoiare mai. Su di lui bisognerebbe fare molti articoli che parlino della sua origine, della serie animata, della sua influenza culturale ma sarebbe un lavoro che mi porterebbe via troppo tempo. Però un giorno ho intenzione di fare un progetto simile (uno dei mille che ho in mente in verità). Per il momento però vorrei limitarmi a parlare dei suoi film e in particolare di questa pellicola.
Ecco a voi Lupin III – The First (ルパン三世 THE FIRST, Rupan Sansei Za Fāsuto), film d’animazione comico e d’avventura del 2019 scritto e diretto da Takashi Yamazaki.
Trama:
Il film inizia nella Francia occupata dai nazisti dove il rinomato professor Bresson (Kazuaki Ito; Giacomo Bartoccioli) affida il suo diario e un amuleto a sua figlia, accompagnata dal marito e dalla figlia neonata. Il diario contiene delle informazioni di grande importanza che non devono assolutamente cadere nelle mani dei nazisti e per questo lo ha inserito dentro un grande dispostivi a trappola. I nazisti arrivano a casa del professor Bresson e lo uccidono mentre la sua famiglia fugge in macchina ma vengono trovati e raggiunti dal professor Lambert (Kōtarō Yoshida; Franco Zucca). Durante l’inseguimento avviene un incidente stradale dove sopravvivono solo Lambert e la neonata. Il professore ruba l’amuleto ma non riesce a trovare da nessuna parte il diario e fugge via. Passano degli anni e ci ritroviamo negli anni ’60. Il diario di Bresson è stato ritrovato e si decide di metterlo in mostra in un museo per commemorare l’evento e la memoria del professore. Subito dopo arriva la lettera di sfida di Lupin III (Kan’ichi Kurita; Stefano Onofri) e lo stesso Lupin prova a rubare il diario ma il suo piano viene sventato da una poliziotta. Entra in scena anche l’ispettore Zenigata (Kōichi Yamadera; Rodolfo Bianchi) che mette in fuga Lupin. La poliziotta che ha salvato il diario viene incaricata di metterlo al sicuro ma lei in realtà vuole portare il diario con sé. Lei ha uno scontro con Lupin dove ne esce vincitrice Fujiko Mine (Miyuki Sawashiro; Alessandra Korompay) che ruba il diario e scappa. Lupin viene catturato da Zenigata per poi essere liberato da Daisuke Jigen (Kiyoshi Kobayashi; Alessandro Maria D’Errico) e Goemon Ishikawa (Daisuke Namikawa; Antonio Palumbo). Alla fine Lupin raggiunge la falsa poliziotta e scopre che si chiama Laetitia (Suzu Hirose; Joy Saltarelli) ed è una studentessa di archeologia. Lupin decide di allearsi con lei per ottenere il diario e le mostra un secondo amuleto che lui ha ereditato da suo nonno. Lupin vuole il diario che neanche suo nonno è riuscito a ottenere mentre le motivazioni di Laetitia sono altre e lei non le rivela. I due formeranno un’alleanza e partiranno alla ricerca del diario di Besson.
Questo era un film di cui volevo parlare da tanto tempo e che attendevo parecchio. Questo film doveva uscire nelle sale il 27 febbraio 2020 e non vedevo l’ora di vederlo, sarebbe stato il mio primo film di Lupin al cinema (non ho avuto occasione di vedere Il castello di Cagliostro in sala purtroppo). Come sappiamo però il film è stato rimandato e poi cancellato per colpa del COVID-19 e quindi è uscito mesi dopo in streaming su Prime e poi anche in formato home video. Era un film importante in primis perché è la prima pellicola di Lupin ad essere realizzata in digitale e soprattutto è il primo film senza la presenza di Monkey Punch, il creatore del personaggio, venuto a mancare proprio nel 2019. Infatti il film è dedicato alla sua memoria. Quindi questo Lupin III – The First aveva un certo peso e molti lo attendevano, l’uso della computer grafica è una scelta davvero curiosa e volevo sapere come l’avrebbero utilizzata. E quindi iniziamo con la recensione partendo proprio dalla sua novità: la CGI.
Usare questa tecnologia su un’opera dedicata a Lupin III non è una cosa semplice e il motivo riguarda proprio il design originale dei personaggi. Molti di questi personaggi sono cartooneschi, a volte con proporzioni decisamente irreali e tratti particolari. Basta pensare solo alla testa di Lupin e al tipo di sorriso che fa. In CGI è molto difficile realizzare qualcosa di simile senza creare dei mostri, ci vuole uno studio accurato dei personaggi e si deve pensare in modo serio al loro design. Una soluzione poteva essere quella utilizzata nel bellissimo Capitan Harlock del 2013 ossia cercare di dare tratti molto più realistici. Con Harlock non ci sono stati problemi ma per esempio Yuki e Yattaran hanno dovuto cambiare parecchie cose, in special modo con Yattaran che era sempre disegnato in maniera comica (un giorno parlerò sicuramente di quel lungometraggio). In ogni caso non credo che un design realistico avrebbe giovato a un film animato su Lupin, avrebbe decisamente perso parte della sua anima, per questo hanno deciso di unire i tratti cartooneschi dei personaggi di Monkey Punch insieme al digitale. E il risultato finale è stato decisamente ottimo.
Fare una cosa simile non è un’impresa facile e immagino che dietro ci sia stato un lungo lavoro per ottenere un design fedele all’originale ma che non storpiasse con la CGI. Infatti una grande sfida di questa pellicola riguardava le espressioni facciali dei personaggi, un’impresa davvero ardua. Gli animatori però sono riusciti a fare qualcosa di incredibile ovvero amalgamare lo stile cartoonesco di Lupin con il realismo della CGI. Gli animatori sono riusciti perfino a ricreare movimenti particolari dei personaggi come ad esempio le corse nelle quali i personaggi facevano lunghe falcate con le gambe e, come ho detto in precedenza, le espressioni facciali sono state incredibilmente fedeli alle vecchie opere. I dettagli che però mi hanno sorpreso più di tutti sono stati gli occhi. Gli occhi sono stati resi a meraviglia in questo film e riescono a descrivere tutta l’umanità e le emozioni dei personaggi. Prendiamo come esempio Laetitia. Laetitia ha un amore profondo per l’archeologia e per il lavoro svolto dal professor Bresson e ogni volta che parla di questi argomenti si illuminano gli occhi e vediamo tutta la sua passione. E’ un dettaglio molto bello che ha trasmesso grande calore. Inoltre hanno fatto un lavoro stupendo per quanto riguarda l’illuminazione e i giochi di luce e ombra. Però, nonostante tutto l’impegno, non sono riusciti a ricreare le bellezze dei colori caldi e accesi presenti negli altri film animati di Lupin. In questo caso l’animazione tradizionale si dimostra migliore alla CGI almeno per me. Sarò sempre un estimatore dell’animazione tradizionale specialmente se si tratta di Lupin III, ma bisogna ammettere che il digitale utilizzato qui è stato stupendo e non mi dispiacerebbe vedere un’altra pellicola dedicata al ladro gentiluomo fatta così.
Passiamo adesso alla storia e ai personaggi.
La storia del film è molto semplice e lineare e molto adatta alle avventure di Lupin. Si parte dal semplice furto del diario, un’impresa che si dimostrerà molto ardua visto che quel diario lo vorrà anche un’associazione legata ai nazisti dove saranno presenti il professor Lambert e Gerard (Tatsuya Fujiwara, Lorenzo Scattorin), il cattivo principale della pellicola. Quando poi Lupin scoprirà cosa c’è scritto nel diario di Bresson il film prenderà una svolta interessante che non farà altro che diventare sempre più grande per poi arrivare all’ottimo climax finale. Non è una trama complessa e anche i colpi di scena sono abbastanza prevedibili ma, come ho ripetuto più volte, un film può avere anche una trama banale ma l’importante è la sua messa in scena. E infatti il film scorre benissimo con molte scene d’azione ben gestite e dinamiche, ambientazioni varie e curate, battute simpatiche e soprattutto dei personaggi scritti bene.
E sono anche i personaggi uno dei punti forza della storia. Lupin è il Lupin che tutti conosciamo, scaltro, divertente, con piani folli e geniali e pronto a dare una mano se ce n’è bisogno. Anche i suoi compagni, Jigen. Fujiko, Goemon, avranno la caratterizzazione che conosciamo ma in un certo senso verranno messi per un po’ in secondo piano per poter approfondire il personaggio di Laetitia e il suo rapporto con Lupin. Leatitia è molto interessante e sarà una persona molto attiva che aiuterà parecchio Lupin nel suo viaggio e avrà molto spazio. Lei è una persona che ama l’archeologia e che si appassiona alla storia e alle antiche culture e vorrebbe scoprire molti segreti legati al passato (e visto che condivide la mia stessa passione non posso far altro che rispettarla). E’ un personaggio scritto molto bene e riesce a essere una co-protagonista simpatica a cui il pubblico si affeziona. C’è anche Zenigata che, come al solito, viene utilizzato come spalla comica e un po’ mi dispiace ma fortunatamente, al contrario dei precedenti film su Lupin recensiti sul blog, avrà un ruolo più attivo nella storia e sarà anche utile. Un po’ di giustizia per Zenigata!
Per concludere Lupin III – The First è un film d’animazione che ha utilizzato benissimo la CGI, riuscendo a unire questa tecnologia con lo stile cartoonesco tipico di Lupin III, creando una messa in scena ottima e introducendo nuovi personaggi affascinanti e interessanti. Inoltre ci sono delle citazioni dedicate alla serie originale e al manga che alcuni fan apprezzeranno sicuramente. Un film che vi consiglio di recuperare.
Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!
[The Butcher]
[…] o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo abbiamo fatto una discussione interessante su Lupin III – The First, il primo film di Lupin realizzato in CGI. Un film che ho apprezzato molto, un film con una storia […]
L’ho visto e molto apprezzato! Davvero una interessante recensione 🙂
Grazie mille!
Nice blog