Come promesso, torniamo a parlare della saga di Terminator e questa volta lo facciamo con il secondo capitolo, un cult per molti e una pellicola che, come il primo, ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del cinema.
Ecco a voi Terminator 2 – Il giorno del giudizio (Terminator 2: Judgment Day), film di fantascienza del 1991 diretto, scritto e prodotto da James Cameron.
Trama:
Siamo nel 1995 e Sarah Connor è rinchiusa in un manicomio militare perché tempo fa tentò di far esplodere una fabbrica di computer e armamenti militari destinati al futuro sistema informatico Skynet. Suo figlio John è affidato a due tutor che non ascolta mai e ha una vita completamente sbandata.
Arrivano dal futuro due Terminator: il primo è il T-800, il Terminator che cercò di uccidere Sarah nel 1984, il secondo invece è il modello T-1000, un nuovo prototipo composto di metallo liquido capace di assumere le sembianze di qualsiasi persona od oggetto con la sua stessa massa. Questa volta però il T-800 ha il compito di proteggere John. Infatti il cyborg è stato mandato nel passato da John stesso.
Il primo Terminator fu un grande successo e riuscì a portare al cinema una storia inedita e originale che appassionò moltissime persone. Col passare del tempo il suo successo continuava ad aumentare, specialmente quando venne trasmesso in televisione. Gli appassionati crebbero e in molti chiesero un sequel a Cameron.
Cameron alla fine mantenne la promessa ma ci vollero ben sette anni di attesa prima che il secondo capitolo uscisse nelle sale. Infatti il regista fu occupato a dirigere altre pellicole stupende come Aliens – Scontro Finale e The Abyss.
Come ho fatto per la recensione di Terminator, anche qui vorrei iniziare parlando degli effetti speciali. Nell’articolo precedente lo feci per lodare l’ingegnosità e la fantasia di persone che, seppur con dei fondi risicati, riescono a superare certi ostacoli con la loro bravura. In questo caso invece perché Terminator 2 ha scritto un capitolo molto importante per gli efetti digitali e la loro evoluzione.
Iniziamo anche questa volta col parlare della guerra del futuro, che ci viene mostrata a inizio film. Nel primo capitolo il tutto venne realizzato con miniature e modellini mentre qui utilizzarono un vero e proprio set e vennero usati ottimi effetti speciali inseme a degli stuntman ben preparati. E qui ritroviamo anche gli endoscheletri metallici che partecipano alla battaglia ma, invece di essere realizzati in stop-motion come nel primo film, qui sono fatti con l’animatronics. E il risultato è veramente lodevole. Per questa sequenza fu ottimo l’impegno della Fantasy II capitanata da Gene Warren. Per gli endoscheletri invece furono necessari gli sforzi del truccatore ed effettista Stan Winston e del disegnatore di stop-motion Peter Kleinow che ricrearono lo stesso design presente nel capitolo precedente ma migliorato e più all’avanguardia. L’animatronics verrà utilizzata anche in altre parti della pellicola specialmente con il T-800 (ad esempio quando resiste alla raffica di proiettili dell SWAT o nello scontro finale con il T-1000).
Una scena che però mi ha sempre colpito, non solo per la sua incredibile messa in scena ma anche per il suo impatto emotivo, è l’incubo di Sarah. Sarah sa cosa succederà nel futuro e questa cosa le fa fare questi incubi terrificanti. Nel sogno lei vede un parco giochi dove i bambini e i genitori passano una giornata tranquilla. Lei cerca di avvertirli del pericolo ma non esce alcun suono dalle sue labbra e all’improvviso si vede una luce abbagliante, la città viene spazzata via e le persone disintegrate dall’esplosione nucleare. La 4-Ward Productions si occupò di questa sequenza e riuscì a ricreare una Los Angeles in miniatura incredibilmente dettagliata e realistica che poi distrussero completamente. Inoltre vennero realizzate diverse copie di Linda Hamilton anch’esse distrutte. Come ho detto in precedenza, nonostante l’incredibile livello tecnico, ha me a sempre lasciato impresso le emozioni che ti trasmette questa scena. Vediamo l’orrore causato dall’esplosione atomica e vediamo famiglie e bambini morire nel terrore e nel dolore. E’ una scena terrificante che riesce a mettere enormemente a disagio lo spettatore.
Ora però parliamo della più grande sfida di tutto il film ovvero la realizzazione di T-1000. Per riuscire a dar vita a questo mostro, si arrivò a una stretta collaborazione tra la società di Winston e la Industrial Light & Magic di Dennis Murren.
La cosa complessa del T-1000 è che poteva cambiare forma in qualsiasi persona e modificare le parti del suo corpo in armi. Un lavoro del genere era troppo sia per l’animatronics sia per il trucco (con la stop-motion non avrebbe reso bene). Per questo usarano il digitale.
Il digitale è una tecnologia che girava da un po’ di anni ma che non era mai stata ampiamente utlizzata, visti i suoi limiti. Era una tecnologia nuova e poco testata e per questo rischiosa. Cameron è sempre stato un fan degli effetti speciali e in ogni film non solo cercava di stare a passo con la tecnologia ma anche di creare qualcosa di nuovo e di rischiare con l’utilizzo di nuovi strumenti. Con il digitale aveva già fatto un tentativo con il bellissimo The Abyss (che vi consiglio di vedere) con il tentacolo d’acqua che imita le espressioni delle persone. Questa fu una scena tremendamente complessa da girare per via dei problemi legati al digitale (consistenza, luci, ecc…) ma alla fine riuscirono a realizzarla in modo stupendo. Il punto è che, se in The Abyss non fossero riusciti a realizzarla, potevano sempre cambiare impostazione visto che quella era l’unica scena con quella tecnologia ma con Terminator 2, dove il T-1000 compare spesso, poteva essere un problema enorme.
Intanto la Industrial Light & Magic utilizzò un laser per processo di scansione per catturare i movimenti di Robert Patrick (l’attore del T-1000) in modo da ricrearlo al meglio sul computer. In molte scene con il T-1000 gli sfondi venivano filmati prima della vera scena. Dovevano immaginare come sarebbe stata la scena e costruire un set di sfondo per quel particolare effetto speciale. Giravano in anticipo e decidevano luci e angolazioni molto prima (uno dei problemi di alcuni film che tentarono di imitare Terminator 2 fu proprio quello delle luci). Comunque in certi punti ci sarà anche il trucco ad aiutare il digitale specialmente in certe scene dove il T-1000 viene fatto esplodere o tagliuzzato.
Il digitale in questo film (e anche in The Abyss) è stato importantissimo. Ha fatto fare un passo avanti alla tecnologia dando nuovi mezzi per mettere in scena cose irrealizzabili con i vecchi metodi. Probabilmente, se non ci fosse stato Terminator 2, non avremmo avuto Jurassic Park (Jurassic Park poteva poggiarsi su qualcosa mentre Terminator no).
Anche in questa pellicola Cameron si dimostra un grande regista e sa bene come sfruttare i tempi. Nonostante duri più di due ore, la pellicola scorre velocemente come nel primo capitolo e anche qui Cameron sa quando dedicare spazio alle scene d’azione e quando dedicarle ai personaggi, E, come il primo Terminator, riesce ad aggiungere un pizzico di horror (penso che in molti abbiamo fatto molti incubi per colpa del T-1000, soprattutto nel finale).
Un’altra cosa che Cameron ha sempre saputo fare è caratterizzare bene i suoi personaggi. Mi piace come il T-800 (sempre Arnold Schwarzenegger), stando a lungo contatto con gli umani, riesca a comprendere e imparare il loro comportamento e a capirli veramente (e la scena finale con lui è rimasta nel cuore di tutti).
John Connor, qui interpretato molto bene da Edward Furlong, è un ragazzo che vive una vita fatta di piccoli furti, che non da retta a nessuno e che, in un certo senso, è deluso da ciò che le ha fatto credere sua madre, su chi sarà in futuro. Da quando è stata chiusa in manicomio, John pensa che tutto quello che gli è stato detto fosse solo una colossale bugia, almeno fino a quando non incontra i due Terminator. Da qui inizia una crescita del personeggio, lo vedremo prendere posizione e soprattutto insegnerà sia al T-800 sia a Sarah l’importanza della vita (tematica centrale in entrambe le pellicole di Cameron).
Tra i vari personaggi anche qui sono rimasto molto colpito da Sarah Connor. Sapendo quello che succederà con Skynet e i Terminator, è diventata ossessionata dal futuro e in tutti questi anni non ha fatto altro che prepararsi a quel destino, addestrandosi e cercando armi. Ha anche tentato a modo suo di fermare la realizzazione di Skynet, fallendo. Alla fine ci ritroviamo davanti a una Sarah Connor molto agguerita e decisa che però, per paura del futuro, rischia di dimenticarsi dell’amore per suo figlio e rischia di far del male a se stessa e agli altri. Adoro molto quando Sarah scopre chi è la persona che più di tutti è responsabile per la creazione di Skynet e decide di ucciderlo. In questa parte della pellicola Sarah sembra quasi una Terminator con lo scopo di uccidere una persona per cambiare il destino.
Sarah è sicuramente il personaggio caratterizzato meglio di tutti, ma c’è un’altra persona che ho sempre apprezzato in questa pellicola: Miles Dyson (interpretato da Joe Morton), ovvero il creatore di Skynet. Lui non è un personaggio cattivo che ha fabbricato quella tecnologia per distruggere, anzi lui è una persona dedita al suo lavoro che stava cercando di migliorare la vita delle persona proprio attaverso la tecnologia e non aveva alcuna intenzione di creare armi devastanti. E in questa pellicola assume quasi il ruolo che aveva Sarah nel film precedente, una persona normale che rischia di essere ucciso perché le sue azioni avranno grandi ripercussioni nel futuro. E’ un personaggio interessante che mi ha sempre affascinato.
I complimenti vanno anche a tutte le persone che hanno lavorato al trucco, Infatti, rispetto al primo film il trucco è molto migliorato soprattutto quello del T-800 quando, gradualmente, si rompe e qui è stato ottimo il contributo di Jeff Dawn. Quasi tutta la troupe del primo film torna nel seguito e anche Brad Fiedel torna alla colonna sonora con le musiche che ormai tutti noi conosciamo e a cui siamo affezzionati.
Terminator 2 – Il giorno del giudizio è un film fatto con lo stesso impegno e passione del primo ma con un budget più elevato (il primo era costato meno di 7 milioni mentre questo 100 milioni). Un film d’intrattenimento che ha lasciato il segno nella storia del cinema e che è riuscito a parlare di tematiche importanti come la vita umana e di come ognuno di noi valga, non importa chi tu sia.
Spero vivamente che la recensione vi sia piaciuta.
Hasta la vista, baby!
[The Butcher]
[…] Degli effetti speciali posso dire con certezza che ancora oggi reggono benissimo e sono impressionanti. Tra le altre cose le Wachowski attraverso Matrix hanno creato l’effetto denominato bullet time. In che cosa consiste? Molto semplicemente la scena si svolge al rallentatore mentre la telecamera si muove attraverso la scena a velocità normale. Per creare questo effetto si sono ispirati a una vecchia tecnica fotografica in cui delle fotocamere venivano posizionate attorno a un oggetto e attivate contemporaneamente. Le fotocamere catturano un fermo immagine e si crea così una sorta di movimento virtuale della telecamera, dando l’illusione che la scena si muova intorno a un oggetto fermo. Nel bullet time la cosa è simile, ma le scene sono in movimento e al rallentatore. Invece di far partire le telecamere contemporaneamente, le fanno partire qualche secondo l’una dopo l’altra, in modo che la telecamera riescano a riprendere l’azione mentre procede, creando un effetto rallenty. Una tecnologia veramente interessante e usata nel miglior modo possibile, così come gli altri effetti digitali, tra cui il morphing, utilizzata nei momenti giusti e studiati per fare in modo che ombre, luci e riflessi fossero in sintonia con l’ambiente (un’eredità di James Cameron dopo The Abyss e Terminator 2). […]
[…] apocrifo del capolavoro di Cameron. La cosa divertente è che quella pellicola uscì prima del vero Terminator 2 e plagiava la trama di Aliens, sempre di Cameron. Già da questa premessa potete capire dove stiamo […]