Terminator

Tra un mese o poco più uscirà nelle sale il sesto capitolo della saga di Terminator ovvero Terminator – Destino Oscuro. Nonostante non fossi molto contento di un nuovo film su questa saga (visto quello che hanno combinato dal terzo in poi), alla fine ci sono stati alcuni elementi che hanno destato la mia curiosità: la trama che sarà un seguito di Terminator 2 (e quindi non terrà conto degli altri film), il ritorno di Linda Hamilton eni panni di Sarah Connor e il fatto che sia tornato James Cameron nelle vesti di produttore. Tutto questo mi fa ben sperare.
Ed è anche per questo motivo che ho deciso di recensire tutte le pellicole dedicate a questa macchina mortale (o forse i primi due capitoli diretti da Cameron, devo ancora vedere).

Quindi, senza perdere altro tempo, cominciamo con il primo capitolo del franchise, Terminator (The Terminator), pellicola fantascientifica del 1984 diretta e scritta da James Cameron.

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Trama:
A Los Angels arrivano due persone inviate dal futuro, la prima è un Terminator, un cyborg assassino con sembianze umane il cui unico scopo è quello di uccidere una ragazza chiamata Sarah Connor, mentre l’altro è un soldato chiamato Kyle Reese che invece deve proteggere la donna. Il soldato spiega a Sarah perché il Terminator stia tentando di ucciderla: nel futuro la rete di difesa di intelligenza artificiale chiamata Skynet otterrà una propria coscienza e si ribellerà all’uomo scatenando una guerra nucleare. John Connor, il futuro figlio di Sarah, diventerà il leader della resistenza umana e porterà Skynet verso la sconfitta. Per questo il Terminator vuole uccidere Sarah, per impedire che John Connor nasca.

La cosa che mi ha sempre incuriosito è come a Cameron sia venuta l’ispirazione per questo film. Mentre era a Roma, il regista ebbe diversi incubi causati dalla febbre e in questi vedeva un torso metallico con dei coltelli che si trascinava fuori da un’esplosione. Quando si dice che non tutto il male vien per nuocere. Così scrisse la sceneggiatura della storia e il suo lavoro venne notato da Gale Anne Hurd, un’assistente di Roger Corman, che acquistò i diritti del lavoro di Cameron (per un solo dollaro!) e vole che lo stesso Cameron fosse il regista della pellicola. Dopo aver trovato i fondi (non tanti) Cameron si mise a dirigere il film e questo è l’esempio perfetto di come anche con pochi soldi ma molta fantasia e abilità si possa creare qualcosa di meraviglioso e unico.

Stavolta voglio iniziare a parlare del lato tecnico e in special modo degli effetti speciali. Cameron voleva che fosse Dick Smith (Taxi Driver, Il padrino) a occuparsi degli effetti ma quest’ultimo rifiutò e suggerì il suo amico Stan Winston. E in questo caso vorrei parlare della guerra del futuro e della sua messa in scena. Mi ha sempre sorpreso come siano riusciti a creare un ambiente post-apocalittico con un budget così misero. Per crearlo infatti vennero fatte diverse miniature. L’ambientazione infatti è tutta una miniatura e ciò che mi sorprende è come siano riusciti a creare profondità di campo utilizzando tecniche come la prospettiva forzata. Per spiegarvi meglio la prospettiva forzata descriverò un’inquadratura dove ci sono vari teschi e c’è in primo piano un teschio con altri distanti dietro di esso. Per creare questa prospettiva hanno messo davanti alla telecamera un teschio di dimensioni normali mentre gli altri sono in realtà teschi in miniatura e sono messi lì accanto. In questo caso per aiutare la prospettiva e per non far capire che erano modellini (sia i teschi sia il resto del luogo) utilizzarono una luce molto intensa.

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I mezzi di combattimento HK sono stati creati molto bene, adoro il design dei carri armati e ho adorato anche gli HK voltanti. quest’ultimi molto difficili da realizzare. Il problema infatti era di farlo volare senza che dondolasse, essendo attaccato a a dei cavi. Anche i laser sono fatti con una certa cura, infatti non sembrano per niente bidimensionali (come di solito succedeva in questi film) e, attraverso alcuni effetti ottici, sembrano avere una certa consistenza.
Per inserire invece gli attori nella miniatura post-apocalittica furono utilizzate proiezioni frontali e anche retroproiezioni.
Un’altro ottimo utilizzo delle miniature venne fatto con la scena della cisterna. Per molto tempo ho pensato che avessero fatto esplodere veramente un camion e invece sia il set sia il veicolo erano in miniatura (non potevano fare esplodere una cisterna vicino a una stazione di polizia e potevano crearsi problemi con il fuoco).

Inizialmente il Terminator doveva essere molto diverso da quello presente sullo schermo, infatti doveva essere un personaggio anonimo, quasi una persona comune che nessuno nota, capace di confondersi nella folla. Un’idea che mi piaceva molto ma che hannp dovuto cambiare quando Arnold Schwarzenegger accettò il ruolo del cyborg (diciamo che un cultista alto 1,90 cm non passa proprio inosservato). Quindi per il momento abbandonarono l’idea del Terminator anonimo (che però riutilizzeranno molto bene nel seguito) e crearono invece un Terminator che spaventasse appena lo vedevi. Il cyborg di Arnold fa veramente paura perché riesce a dare l’impressione di trovarsi di fronte a un essere potente e infermabile, capace di fare atti orrendi per arrivare al suo obiettivo . Adoro anche i movimenti che fa dato che non sono semplicementi robotici. Alcune sue mosse sono molto precise , non fanno movimenti inutili o accentuati come a volte può apitare con gli umani. E apprezzo molto il modo con cui il Terminator si guarda intorno, girando prima gli occhi e dopo la testa. Sono questi piccoli dettagli che ci fanno capire la stranezza di questo essere.

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Il cast è stato scelto con molta cura e i due attori che rimangono impressi a tutti sono sicuramente Michael Biehn e Linda Hamilton. Il primo nel ruolo di Kyle Reese è incredibilmente credibile nella parte. Un soldato del futuro che ha visto orrori indicibili, i quali continuano a perseguitarlo e a farlo soffrire. La sua è veramente un’interpretazione grandiosa e gli altriattori che interpreteranno Reese, nonostante se la cavino bene, non riusciranno a eguagliare questa performance.
Il personaggio interpretato da Linda Hamilton, Sarah Connor, è a mio avviso il più interessante. A inizio film lei è una ragazza come le altre, con la sua vita, il suo lavoro e i suoi interessi, non sembra qualcuno di speciale. Una ragazza normale che a un certo punto viene attaccata da un mostro robotico e si ritrova in un storia più grande di lei. E la cosa bella è che non si fa trascinare dagli eventi, col tempo matura e cresce, ha un cambiamento e alla fine la vediamo tirar fuori gli artigli e affrontare il Terminator come era accaduto ad esempio a Ellen Ripley in Alien.

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In questo film Cameron ha anche modo di dimostrare la sua bravura come regista. Ha dei tempi perfetti, il film dura un’ora e quaranta e non annoia mai, sa bene quando passare dalla tensione all’azione e sa anche quando bisogna dare spazio ai personaggi. Con la sua regia è riuscito a creare momenti stupendi. Qui vorrei citare la in cui il Terminator tenta di uccidere Sarah la prima volta in discoteca. Questa scena è girata al rallenty ma non ce se ne rende conto quasi per niente perché la sequenza ha un che di onirico dovuto anche alle luci e alla situazione carica di tensione.

In ogni inquadratura e in ogni scena si può chiaramente vedere la passione di Cameron per questa storia e la sua voglia di portare sullo schermo un bel film. A venire in suo aiuto arriva anche la leggendaria colonna sonora di Brad Fiedel. All’inizio il compositore non era molto contento di dover creare le musiche per un film a basso costo ma, dopo aver visto il film, si è impegnato parecchio, creando un ritmo caratterizzato da strumenti a percussione che rendono l’azione del film ancor più emozionante.

Alla fine Cameron ha portato al cinema una storia geniale nella sua semplicità ed è riuscito a narrare di argomenti molto interessante senza essere troppo didascalico e senza rallentare il film. Una storia molto intelligente con pochi personaggi ma caratterizzati benissimo e che non esagera con l’uso di colpi di scena.
Una pellicola che giustamente è diventata un cult e che ancora oggi riesce a essere meravigliosa.

Qui si conclude la recensione di Terminator. Ci rivediamo con Terminator 2 – Il girono del giudizio (ma non sono sicuro degli altri visto che Destino Oscuro è il seguito diretto di Terminator 2 e ignorare gli altri).
Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

 [The Butcher]

19 pensieri riguardo “Terminator

        1. Guarda, io avrò nel mio cuore sempre il primo ma al secondo capitolo riconosco certi meriti incontestabili come ad esempio l’utilizzo del digitale che ha aperto le porte a nuove frontiere (se non fosse stato per Terminator 2 forse non avremmo avuto Jurassic Park). Quindi per il momenti dirò solo questo ma spero che il mio prossimo articolo possa aprire un’iteressante discussione.

    1. Forse a Genisys ci arriverò ma per il momento sappi che invece non mi è piaciuto anche se lo reputo meglio del 3 e di Salvation (quest’ultimo la vera, grande delusione per me). E comunque sì, i primi due sono imbattibili.

  1. Come non essere d’accordo con te su tutto? Anche per me questo film è un gioiello, ogni scena messa in scena e girata con una maestria incredibile, ogni dialogo perfetto… Sicuramente è il film che preferisco della saga, saga che per me finisce con il suo splendido seguito Terminator 2, tra l’altro! Gli altri li ho visti una volta e li ho dimenticati in fretta, invece questi primi due me li sono guardati e riguardati cento volte.

    Ne ho scritto anche io sul blog qualche tempo fa, appena ci riesco metterà il link a questa tua ottima recensione!

    1. Grazie mille per il tuo commento! Anche per me la saga finisce con Terminator 2 ed è anche per questo che sono curioso di Dark Fate. Sarà un seguito di Terminator 2 e non prenderà in considerazione gli altri capitoli. Spero davvero che Miller abbia fatto un buon lavoro. Comunque dammi il link della tua recensione che appena posso te la leggo.

  2. Quando facevo l’università, il primo Terminator di Cameron era uno degli argomenti di punta di ogni conversazione di cinema: tutti noi studenti di comunicazioni di massa e cinematografia lo usavamo sempre come sempio di nuovo cinema americano e soprattutto come film quasi istintivo nella sua voglia di coniugare macchina e uomo (senza scomodare i molto più undergorund e seminali esperimenti di Cronemberg, ovviamene): c’è tanto del cinema fantasy ed horror alla Carpenter in questa meraviglioso lungometraggio e persino di quella voglia di cinema che era propria del primissimo Sam Raimi fino a Darkman

    Ciò che ancora colpisce di questo film (di cui Terminator 2 è di fatto un reboot ovvero quello che Cameron avrebbe voluto fare da subito se avesse avuto più soldi) non è tanto la storia in sè (comunque ottima) ma l’incredibile, graffiante ed efficacissima messa in scena di Cameron, allora davvero solo genio puro (senza i soldi che arrivarono con i suoi successi planetari) e che tu hai saputo descrivere benissimo nel tuo pezzo: incredibile come una persona con le tue qualità sia riuscito a dire ancora qualcosa di nuovo su un film su cui si è praticamente detto tutto… Complimentoni!

    Parlerei per ora di questo film, del robot che si aggiusta davanti allo specchio, dell’asciugamani che s’inzuppa di sangue nell’orbita vuota, del cutter che mostra il trucco e l’effetto speciale, delle scene in discoteca (copiate, copiate e copiate nei decenni successivi), del modellino giocattolo schiacciato dalla ruota della macchina del Terminator che arriva, delle uccisioni seriali, dei teschi frantumati dai cingoli in quel futuro cupo e rabbrividente, delle incursioni delle macchine nei cunicoli dove si rifugiavano gli umani, dell’ingresso con l’auto nella stazione di polizia, dei conflitti a fuoco con fucile a pompa, della pressa meccanica che rompe la macchina del futuro… un film epocale, un pezzo di storia del cinema, un film dal budget di serie B che svetta tra i capolavori ed i blockbuster…

    1. Hai espresso perfettamente i sentimenti che provo verso questo film. Sicuramente un film originale e importante per il cinema di fantascienza. Adesso sto scrivendo la recensione per il secondo capitolo. Anche il seguito è una vera e propria meraviglia, fatto con la stessa passione e volontà del primo (ma con un budget più elevato).

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