Remina l’astro infernale

Vorrei proporre più articoli in riguardo a ciò che leggo e oggi ho deciso di farlo su un manga che ho finito recentemente e cioè “Remina l’astro infernale” di Junji Ito.
(Sì, la mia lettura delle opere di questo autore prosegue lenta ma inesorabile)
Ho in precedenza già parlato di lui in Yon & Mu.
Ora vi racconterò di una sua opera dell’orrore che però si discosta dal genere body horror che tanto lo caratterizza in maggior parte dei suoi lavori.

Remina l’astro infernale è un manga pubblicato dalla Star Comics nel tardo 2018, scritto e disegnato da Junji Ito.

Trama:
In un futuro prossimo uno scienziato scopre l’esistenza di un nuovo pianeta che battezza con il nome della figlia sedicenne, cioè Remina. Ciò procura ai due all’inizio molta fama, vantaggi e rispetto dalle persone. Ma il bello durerà poco perché presto scopriranno che il pianeta Remina è in realtà un enorme creatura aliena che, in rotta di collisione con la Terra, sta pian piano divorando ogni cosa che incontra nel Sistema Solare.
Lo scienziato e Remina passeranno così dalla fama a vivere un vero e proprio orrore perché la folla, impazzita dal terrore, cominceranno a considerare i due responsabili di tutto, dando vita a una vera e propria caccia all’uomo.

Questo racconto dalle tinte Lovecraftiane e sci-fi, è incentrato su come le persone possono trasformarsi facilmente da vittime a carnefici in situazioni estreme.
Nonostante non la consideri una delle opere più belle di Junji Ito, mi ha davvero rapita e impressionata perché il comportamento estremo dell’essere umano è una delle cose che più mi spaventa.
L’amore infinito che inizialmente rivolgono a Remina solo perché il suo nome è stato dato a un famoso pianeta appena scoperto è qualcosa di bello ma anche inquietante, già grottesco ed esagerato ma terribilmente reale, proprio come accade per le vere idol del sol levante e non solo.
Un amore ossessionante.
Ma quando il pianeta Remina rivelerà la sua vera natura, tutto ciò si tramuterà in profondo odio ed è qui che inizio davvero a sentirmi male.
In situazioni estreme l’essere umano può trasformarsi in un mostro e alla giovane Remina non risparmieranno niente, dalle morte orrenda dei propri cari davanti ai suoi giovani occhi, alle torture, i pestaggi e inseguimenti.
Intorno a lei poi ruoterà un sistema di personaggi più o meno tutti negativi ma umani, dal folle innamorato al persecutore di prima categoria. Nessuno lascerà respiro a Remina, che sarà semplice vittima degli eventi che avverranno. Lei quasi mai dirà una parola e non potremo fare altro che provare un enorme pena per lei, conoscendone dopotutto solo l’ascesa e poi la caduta nella disgrazia.

Una cosa di certo non la metto in dubbio: Junji Ito è sempre stato un maestro nel parlare di persone, delle emozioni pure che esse possono convogliare in azioni, che avranno sempre, prima o poi, una conseguenza.

 

[Shiki Ryougi 両儀 式]

5 pensieri riguardo “Remina l’astro infernale

  1. Sono felicissimo, carissima Shiki, che tu abbia deciso di parlare ad un pubblico decisamente geeneralista (per lo meno limitatamente ai manga ed agli anime), come quello di Word Press, di un’opera come Remina l’Astro Infernale, che per me invece è la mia preferita in assoluto del maestro giapponese: non solo Ito in quest’opera sembra abbandonare il suo solito gusto estetico di body horror estremo, per abbracciare una lirica sulla straziante follia umana, ma sul finale recupera tutti i suoi stilemi grafici allucinanti nella descrizione deforme della fame senza limite della minaccia apocalittica, in un climax grafico straordinario, con disegni ricercatissimi.

    Un’opera solo apparentemente squibrata, ma in realtà vero viaggio estremo al limite della psicanalisi selvaggia e talmente inzuppato di archetipi horror da risultare quasi un’enciclpedia del disturbo.

    Mi piacerebbe leggere di più sulla tua capacità di accogliere la descrizione di comportamenti umani estremi, che affascinano e disturbano assieme, inoltre, dentro la tua prosa dal tono innocente ogni tanto getti delle pietre incandescenti che andrebbero prese in mano, con il rischio di scottarsi e poi esaminate approfonditamente: quando scrivi «L’amore infinito che inizialmente rivolgono a Remina solo perché il suo nome è stato dato a un famoso pianeta appena scoperto è qualcosa di bello ma anche inquietante, già grottesco ed esagerato ma terribilmente reale, proprio come accade per le vere idol del sol levante e non solo», c’è davvero tanta conoscenza e cultura, mia cara CMC…

    Ti abbraccio, come fa Po con Master Tigress all fine di Kung Fu Panda 2, appena riemerso dall’acqua.

    1. Grazie come sempre del bellissimo commento! =)
      Sto cercando di tornare più attiva qui e lo faccio con ciò che mi sta davvero a cuore, quindi Remina mi ha comunque colpita nel profondo.
      Non la considero una delle opere migliori di Ito ma di certo è una di quelle che mi hanno preso di più. Forse è l’essere così cruda nell’esporre la crudeltà umana, le due facce della medaglia tra odio e amore, ad avermi davvero turbata.
      Cercherò di farmi viva il più possibile, sia in forma di articoli che altri scritti. Ne ho davvero bisogno!
      E no, non ho tutta questa grande cultura, ma solo qualche conoscenza che cerco di dare agli altri, quando posso. ^-^

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