A Nightmare on Elm Street

E’ da molto tempo ormai che ho in mente di scrivere qualcosa su A Nightmare on Elm Street di Wes Craven, ma avevo dei dubbi. Non volevo parlare solo del primo ma anche di tutti i seguiti che sono usciti fino ad arrivare al settimo capitolo: Wes Craven’s New Nightmare. Ma se dovessi farlo in un unico articolo dovrei per forza parlare di tutti i film in modo sbrigativo e questo è qualcosa di per me imperdonabile, se pensiamo al primo e al settimo.
Quindi ho deciso di dividere il tutto in tre parti: nella prima parlerò di A Nightmare on Elm Street, nella seconda farò un discorso sui sequel fino al sesto, descrivendo sia i problemi che hanno avuto ma anche i lati positivi e nella terza mi dedicherò ovviamente a Wes Craven’s New Nightmare.

Dopo questa piccola premessa partiamo subito con la recensione di A Nightmare on Elm Street, film horror del 1984 diretto da Wes Craven.

Trama:
Tina Grey ha un incubo in cui viene inseguita da un uomo misterioso in una caldaia. Quando questo la raggiunge cerca di ucciderla con il suo guanto artigliato. La ragazza però si sveglia in tempo e subito nota che la sua camicia da notte è stata squartata come se quegli artigli fossero reali. Spaventata, chiama il suo fidanzato Rod e i suoi migliori amici: Glen e Nancy. Rassicurata dalla loro presenza, si addormenta ma nel sogno viene uccisa dall’uomo mentre nella realtà Rod osserva senza poter fare nulla all’orrenda morte dell’amata.
I poliziotti indicano come colpevole Rod, ma Nancy non è affatto convinta e cercherà di indagare più a fondo sull’omicidio dell’amica e scoprendo eventi passati che nessuno vuol più ricordare.

Come in molti sapranno questo film è conosciuto per aver dato vita a uno dei mostri del cinema più famosi di sempre: Freddy Krueger.
Tra i personaggi horror che popolano il cinema forse lui è uno di quelli che rimane più impresso e non solo per il suo design (maglione a strisce, cappello in testa, corpo completamente ustionato e la mano destra artigliata), ma anche grazie al contributo dell’attore che lo interpreta, Robert Englund.
Englund si è dimostrato all’altezza del ruolo riuscendo a caratterizzare un personaggio che inquieta per la violenza con cui si diletta a uccidere le sue vittime e il modo ironico con cui sembra interagire con quest’ultime. Da precisare che qui l’ironia di Freddy è molto leggera e usata al momento giusto, cosa che invece nei sequel verrà accentuata sempre di più.

Ma ciò che riesce ad affascinare di più è dove lui compie i suoi omicidi: il mondo dei sogni.
Il concetto di sogno/incubo è un argomento molto interessante che se usato bene può dar vita a storie interessanti cosa che Craven fa con grande maestria.
Nei sogni quando stai per morire ti svegli, spaventato e con il cuore in palpitazione, ma qui invece se muori lì muori anche nella realtà.
Per questo motivo i protagonisti di questo film sono costretti a rimanere svegli, affrontando così la stanchezza e lo stress che la mancanza di sonno può provocare. Ma non possono restar svegli per sempre e prima o poi saranno costretti a piombare nel mondo di Krueger.

Il sogno poi è reso in maniera geniale da Wes Craven. Prima di tutto le atmosfere sono cupe e soffocanti ma non sono presenti primi piani ma inquadrature con campi lunghi che riescono a colpire visivamente. Ma non è solo questo che riesce a colpire le persone.
Gli omicidi che compie Freddy sono crudeli e feroci, basti pensare alla morte di Tina: trascinata per le pareti della stanza e fatta a pezzi mentre il suo ragazzo rimane impotente in un angolo della stanza a guardarla morire. Una scena che fa venire i brividi e che continua a terrorizzare ancora oggi. Questa non sarà l’unica scena impattante, ce ne sono molte altre che lasceranno il segno (mi vengono in mente quando Nancy si addormenta a scuola e vede il cadavere di Tina dentro un sacco).

Per ora però ho parlato di Nightmare on Elm Street come se Freddy fosse il protagonista assoluto. Questo, per fortuna, non è vero. E ci tengo a specificare questo dettaglio perché nei sequel diverrà lui il fulcro centrale di tutte le storie rendendo gli altri personaggi solo carne da macello.
Qui invece i malcapitati non sono solo persone che devono morire in modo atroci, ma dei ragazzi che si ritrovano ad affrontare qualcosa che non capiscono e ne sono spaventati. Tra di loro prenderà il ruolo di protagonista assoluta Nancy interpretata da Heather Langenkamp che cercherà di sopravvivere a questa misteriosa entità e di capire perché ce l’abbia con loro. Il suo personaggio per quanto semplice possa sembrare risulta vincente in quanto è effettivamente una normale ragazza che deve tirar fuori tutto il suo coraggio e tutta la sua forza per poter fronteggiare la minaccia che incombe su di lei e i suoi amici. In questo modo il pubblico spera che lei riesca a sconfiggere l’essere e non il contrario.

Ovviamente i ragazzi cercheranno aiuto esterno, come i genitori oppure la polizia, e ovviamente nessuno gli crede. Però in questo momento visto e rivisto mille volte mette lo zampino il genio di Craven. I genitori non credono ai loro figli non perché pensino che sia qualcosa di assurdo, ma perché hanno paura che sia tutto vero. Infatti loro nascondono un “piccolo” segreto… ma è meglio non rovinare niente a chi ancora non ha visto questa pellicola.

Il finale invece è qualcosa che io vedo in parte come difetto. E’ girata magistralmente da Craven e su quello non ho nulla da ridire ma non ho apprezzato che la storia avesse un finale aperto, ovvero che l’incubo di Freddy Krueger non fosse ancora finito. Non so se sia stata una scelta di Craven o della produzione (molto più probabile quest’ultima), ma avrei preferito una conclusione effettiva. Quest’ultimo però è un parere totalmente soggettivo quindi cercate di prenderlo con le pinze.

In conclusione Nightmare on Elm Street è un must per gli amanti degli horror e una grande film diretto da un altrettanto grande regista. Vi consiglio caldamente di recuperarlo.

Il prossimo articolo invece si incentrerà sui sequel di Nightmare ma Wes Craven’s New Nightmare avrà uno spazio tutto suo. Spero che questa prima parte vi sia piaciuta!

Ah, già. In questo film c’è il debutto di Johnny Depp come attore. Giusto per farvelo sapere.

[The Butcher]

13 pensieri riguardo “A Nightmare on Elm Street

  1. Perla del film è il twist sperimentale di presentare una protagonista, farti immedesimare (ma dando già dei segnali di morte) – e poi ammazzartela al minuto 20. Poi inizia il film vero e proprio, con la durata necessariamente ridotta, e quindi molto serrato e veloce.
    Bel filmettino, gran bel filmettino

    Magari

      1. sì, anche se qui ha più il sapore di depistaggio nudo e crudo (in Psycho il tema si sposta all’investigazione per la sparizione della ‘protagonista’, in Nightmare invece il tema resta lo stesso, cambia solo la protagonista morta con quella che invece riuscirà a sconfiggere Freddy)

  2. Anzitutto, Butcher, approvo moltissimo la tua scelta di avvicinarsi alla saga di Nightmare con l’approccio critico che hai enunciato!

    Infatti, dividendo in tre parti l’analisi, hai anche già in qualche modo espresso un giudizio di merito, perché è evidente come la carica eversiva (dal punto di vista del plot) e rivoluzionaria (per la creazione del villain) della messa in scena (lo slasher, la cattiveria, il gore) del primo film non è presente in alcun modo nei sequel scritti e diretti dagli altri autori (Jack Sholder & David Chaskin, Chuck Russell & Darabont, Renny Harlin & Kotzwinkle & Helgeland, Hopkins & Bohem, Talalay & De Luca), così come l’autoralità (non penso esista come parola, ma credo tu abbia capito cosa intendessi) che invece si ritrova anche nel 7° capitolo, dove non a caso ritorna la tripletta soggetto-sceneggiatura-regia del nostro amato Wes Craven ( cosa che sembra un modo degno per celebrare il decimo anniversario!).

    Sui capitoli 8 e 9 del franchise (“Freddy vs. Jason” di Yu e “A Nightmare on Elm Street Reboot” di Bayer), conoscendoti, deduco che butterai spazzatura e ti capirò se e quando lo farai (sono film indefinibili, ma il reboot più del cross-over…).
    Quindi direi che l’approccio è perfetto.

    Mi sono avvicinato con paura alla tua recensione (parlando di un caposaldo dei film horror, la cosa potrebbe sembrare coerente, ma non è così), perché in genere non viene quasi mai colta la vera importanza di questo film, assolutamente di rottura, spesso descritto semplicemente come un buon horror e una bella prova registica e nulla più ed invece non è così: il primo A Nightmare on Elm Street è un gioiello cinematografico che ha almeno 3 ragioni di enorme importanza e sono ultra-lieto (rincuorato, anche) che tu sia riuscito a farle emergere tutte nel tuo articolo:

    1. Il mostro immaginato da Craven è originale, terrificante ed immortale e soprattutto arriva a colpire nel momento di massima debolezza delle sue vittime

    2. L’eroe del film è una ragazza e non un uomo, ma soprattutto è un’adolescente (da qui in poi il cinema sarà letteralmente travolto da personaggi simili) ed inoltre è vera, concreta, con problemi tangibili, che vive in una fottuta piccola città e non in una metropoli immensa dove in qualche modo l’impossibile viene assorbito dal turbinio di accadimenti pazzeschi.

    3. L’eroina non subisce passivamente, ma si ribella, con grinta incredibile e questo la rende protagonista assoluta.

    Il lettore trova tutto questo (finalmente!) nel tuo post e lo trova dettagliato nel tuo abituale stile limpido e friendly, senza saccenze e senza ermetismi ovvero, in una parola, divulgativo.

    Mi permetto solo di aggiungere alla tua analisi un ulteriore elemento di riflessione che mi sta particolarmente a cuore (io adoro il genere horror e ne ho seguito anche l’evoluzione negli anni), che rende il capolavoro di Wes Craven davvero impagabile: in questo film muoiono atrocemente dei personaggi che lo spettatore non identificò allora con le vittime tipiche del genere horror, infatti alcune delle persone uccise da Kruger non sono drogati, non fanno sesso e di fatto non commettono peccati ovvero non sono il genere di vittima designata che dagli anni ’80 nel cinema americano contraddistingue l’equazione etica e metafisica per la quale il mostro è di fatto un artefice impazzito di un destino vendicatore, per il quale muore sempre chi esce dalla strada maestra, chi fa l’autostop, chi scappa di casa, chi delinque, chi fa sesso promiscuo, chi ascolta musica rock a palla, chi fa rapine o atti di teppismo per puro divertimento!!

    Wes Craven, maestro dell’exploitation prima ancora che dell’horror, ha mantenuto quella sincerità narrativa maturata nei primi esperimenti degli anni ’70, ci ha aggiunto una bella dose di cattiveria catartica ed ha filtrato il tutto attraverso una visione lisergica del mondo dei sogni che permette allo spettatore, senza particolari trucchi barocchi (le tue sottolineature dei campi lunghi sono superbe, amico mio!), di cogliere quei passaggi apparentemente illogici che davvero si sperimentano nei nostri sogni e che nel film rendono perfettamente il senso del momento.

    Ode a te Butcher, per aver discorso di una perla di cinema, il cui valore temo non verrà compreso pienamente da tutti i tuoi follower, malgrado tu abbia fatto di tutto per farti capire, così come non verrebbe colto nemmeno da molti dei miei, ma almeno io e te ci siamo guardati negli occhi, senza incontrarci di persona ed abbiamo compreso questa grandezza!

    1. Ti ringrazio mille per il tuo commento. La tua riflessione finale mi è piaciuta parecchio. È molto in linea con il pensiero di Craven e rende ancor più unico A Nightmare on Elm Street. Peccato che le seguenti pellicole di siano allontanate da quello che era il pensiero di Wes.
      Devo ammettere però che il mio primo approccio con Nightmare fu abbastanza burrascoso e questo perché il primo film che vidi fu proprio il remake. Non mi piacque per niente e mi allontanò dal film di Craven per un po’ finché non decisi di guardarlo. Il film di Bayer non può essere minimamente comparabile all’opera di Craven.
      Sono felice di aver recuperato questa pellicola tempo fa.
      Grazie ancora per il tuo commento. Ti auguro una buona serata!

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