I sequel di Nightmare (dal secondo al sesto capitolo)

Come promesso ecco il secondo articolo dedicato alla saga di Nightmare. In questo caso affronteremo le pellicole successive a Nightmare on Elm Street di Wes Craven e cercherò di dedicare a ognuna di esse il giusto spazio. Wes Craven’s New Nightmare però avrà una recensione a parte visto che voglio fare un lavoro più approfondito.

Iniziamo con il secondo capitolo, A Nightmare on Elm Street Part 2: Freddy’s Revenge (Nightmare 2: La rivincita) diretto da Jack Sholder.

Possiamo dire che questo secondo capitolo fallisce su tutti i fronti. Il film è ambientato 5 anni dopo gli avvenimenti del primo e vede come protagonista Jesse Walsh, un ragazzo trasferitosi insieme alla famiglia nella casa dove prima abitava Nancy Thompson. Da subito inizia ad avere degli incubi con Freddy Krueger che questa volta però vuole il corpo di Jesse per poter tornare nel mondo dei vivi.

Il più grande difetto di questo secondo capitolo è senza dubbio la sceneggiatura. Qui si allontanano tantissimo dall’idea di Craven sul sonno e sull’incubo. Freddy sembra più un fantasma o un poltergeist e uccide tramite l’aiuto di Jesse. Oltre ciò ha anche la capacità di influenzare il clima della casa, cosa che trovo un po’ insensata.
Il mondo dei sogni sembra quasi essere assente distruggendo molte regole del primo, forse perché volevano provare a realizzare qualcosa di nuovo ma nel modo sbagliato.
Tra i lati positivi però ci sono alcune interpretazioni, come ad esempio quella di Mark Patton, l’interprete di Jesse, e ovviamente Freddy Krueger. Anche la regia è ben resa, ci sono momenti di grande tensione come l’apparizione di Freddy in camera di Ron o quando Jesse visita la sorellina mentre dorme e si rende conto di avere l’artiglio di Krueger.
Però purtroppo ci sono anche scene ridicole come l’attacco in piscina: diciamo che vedere degli adolescenti alti un metro e novanta fuggire da un Freddy che è tipo la metà di loro non è una gran cosa.
Un secondo capitolo abbastanza dimenticabile.

Il terzo film è A Nightmare on Elm Street 3: Dream Warriors (Nightmare 3: I guerrieri del sogno), diretto Chuck Russell.

Se non contiamo Wes Craven’s New Nightmare questo è sicuramente il sequel più riuscito. In questo capitolo torna Wes Craven ma solo come sceneggiatore (nel precedente non aveva partecipato per niente).
La storia è ambientata l’anno successivo agli avvenimenti del secondo e vede degli adolescenti avere degli incubi su un uomo che li vuole uccidere e iniziamo ad avere comportamenti talmente violenti da essere messi in una clinica psichiatrica. Ovviamente nessuno lì crede tranne un nuovo membro dello staff psichiatrico, Nancy Thompson. Lei, con l’aiuto di Neil Gordon, cercherà di aiutare i ragazzi ad affrontare la minaccia di Freddy.

Qui si ritorna alle origini, con Freddy che ha il controllo del mondo dei sogni e che continua a uccidere i figli dei suoi mietitori. Con questo film il personaggio di Krueger inizia ad avere una punta di ironia in più (cosa che aumenterà con gli altri tre film) e comincia a uccidere le sue vittime in modo “originale”. Tra i fan della saga una delle cose che sicuramente sono rimaste più imprese nei film successivi sono i modi particolari con cui Freddy fa fuori questi adolescenti. La fantasia al regista non manca, basti pensare alla scena della televisione o quella della marionetta. Ma non sono solo le uccisioni ad essere curate, anche le scenografie sono ben realizzate con l’ex casa di Nancy che diventa il teatro perfetto di Freddy.
Come se non bastasse tutto lo staff si è sbizzarrito per poter dar vita a delle sequenze molto grottesche utilizzando degli effetti speciali niente male. Il “Freddy-serprentino” ne è un esempio.
Con i personaggi hanno cercato di dargli un certo spessore, di farli un po’ affezionare al pubblico, cosa che è riuscita in parte. Con alcuni si riesce ad simpatizzare ma con altri non tanto, anche per il poco tempo in cui rimangono in scena.
Tra l’altro qui si scopre qualcosina riguardo al passato di Freddy Krueger, cosa che di sicuro ha incuriosito molti e che è stata sfruttata in modo interessante nella pellicola.
Questo fu uno dei film di più successo della saga e fu uno di quelli che guadagnò di più e rese Nightmare famoso.

E si continua con il quarto capitolo A Nightmare on Elm Street 4: The Dream Master (Nightmare 4: il non risveglio), diretto da Renny Harlin.

Qui i toni cambiano completamente. Dopo il successo di Dream Warriors la produzione mandò subito in cantiere questa pellicola che fu fatta in fretta e furia visto il poco tempo a disposizione. Inizialmente non si disponeva neanche di una sceneggiatura decente e ciò lo si può anche vedere in certi momenti poco convincenti (come il ritorno di Freddy o del perché Freddy riesca adesso a uccidere anche ragazzi che nulla avevano a che fare con lui).
Il film fa l’occhiolino soprattutto a un pubblico adolescenziale che viene in sala solo per un unica cosa: Freddy Krueger. Anche i precedenti Nightmare avevano come punti di riferimento gli adolescenti ma per esempio il Nightmare di Craven aveva anche momenti di grande maturità e momenti che solo una persona adulta avrebbe potuto capire.
Da qui in poi ci sarà un punto di rottura con la saga e Freddy sarà l’indiscusso protagonista, nonostante il tentativo di creare una protagonista ai livelli di Nancy, Alice Johnson interpretata da Lisa Wilcox. Krueger diventerà sempre più ironico e divertente e farà sempre battutine prima di uccidere le sue vittime (ma anche dopo). Inoltre i personaggi non verranno per niente caratterizzati e le uniche cose che sapremo di loro saranno solo cosa gli piacciono, cosa non gli piacciono o di cosa hanno paura. Questo perché Freddy utilizzerà queste conoscenze per ucciderli in modo originale.
Purtroppo la sceneggiatura tende ad essere abbastanza “arida” a livello narrativo ma il tutto viene compensato dal lato tecnico. Le morti sono ben curate e ognuna diversa dalle altre e il ritmo non annoia per niente. Questa cosa sarà presente anche nel quinto e nel sesto anche se quest’ultimi potevano aver del potenziale che non è stato sfruttato per niente.

A Nightmare on Elm Street: The Dream Child (Nightmare 5: il mito), diretto da Stephen Hopkins, è il quinto capitolo della saga e anche quello che a mio parere poteva portare qualche tematica interessante.

Ritornerà come protagonista Alice Johnson e anche questa volta vedremo Freddy tornare nuovamente (com’era successo per il quarto) ma stavolta in un modo abbastanza originale.
Anche qui si cercherà di rivolgersi a un pubblico di adolescenti ma questa volta sarà una scelta sbagliata. Il motivo è semplice: alcuni elementi o argomenti della pellicola non interessavano a quei determinati spettatori e potevano anche infastidirli.
Si parlerà di tematiche riguardanti la nascita dei bambini, feti, uteri e del subconscio di un bambino. Tutti questi fattori sono molto forti e pesanti per un pubblico il cui unico scopo è quello di vedere l’antagonista/protagonista fare a pezzi delle persone e si accozzano malamente con l’atmosfera da Teen Horror Movie.
La cosa che di cui pecca maggiormente la pellicola è che non hanno sfruttato al massimo questi elementi. Potevano cercare di approfondire di più la questione del subconscio ad esempio ma l’hanno utilizzato esclusivamente come “tramite” per il ritorno di Freddy.
Aveva del potenziale e mi dispiace che non abbiano deciso di sfruttarlo a fondo. Penso che avrebbe potuto divenire uno dei sequel migliore della saga.
Fu anche uno di quelli che subì maggiormente la censura per via dei contenuti troppo violenti.

Si arriva al gran finale con Freddy’s Dead: The Final Nightmare (Nightmare 6: la fine) il sesto capitolo diretto da Rachel Talalay.

Da come potete capire dal titolo, in questo film hanno deciso di mettere la parola fine all’incubo di Freddy. Il quinto capitolo guadagnò poco e i produttori capirono che era ora di fermarsi (almeno per il momento) con Nightmare.
In questa pellicola vedremo John Doe fuggire da Springwood e all’area di influenza di Freddy. Finisce a un riformatorio dove dice di non ricordarsi più chi è. La psicologa Maggie decide di aiutarlo e scopre che non dorme da molti giorni. Il ragazzo le racconta di un sogno che fa spesso in cui vede una bambina con dei fiocchi rossi insieme a un uomo di cui non si vede mai la faccia. Questo è lo stesso sogno che fa anche Maggie così quest’ultima decide di portarlo con se a Springwood. Ma insieme a loro verranno per sbaglio anche tre ragazzi del riformatorio che cercavano di fuggire con il furgone della psicologa. Arrivati nella cittadina, Freddy si rimetterà all’opera.

Nonostante consideri gli ultimi 10 minuti della pellicola abbastanza mediocri, il film diverte. Krueger ormai è più ironico che mai e in certi casi fa anche ridere vederlo così contento nel far fuori le sue vittime. Come al solito c’è sempre una certa cura nel modo in cui vengono uccise le vittime, un po’ meno per la sceneggiatura.
Una delle cose che colpiscono di più è l’influenza che Twin Peaks ha avuto su questo film. Questa pellicola è del 1991 e Twin Peaks (che fu trasmesso nel 1990) fece enorme scalpore e il regista ha voluto fare un piccolo tributo alla serie: la cittadina di Springwood sembra quasi tagliata fuori dal mondo e i suoi abitanti si comportano in modo bizzarro e folle. Il tributo è ben inteso e uno dei protagonisti dirà per giunta: “Ma dove siamo? A Twin Peaks?”.
Ci saranno anche vari cameo tra cui quello di Johnny Depp, Alice Cooper, Tom Arnold, Roseanne Barr e Robert Shaye, il produttore della New Line Cinema.
Ma come ho detto prima, il film perde parecchi colpi alla fine soprattutto per colpa del 3D. Infatti le sequenze finale della pellicola vennero fatte in 3D e insieme ai biglietti venivano anche distribuiti gli occhialini per vederlo. Il segnale per capire quando indossarli era nel momento in cui gli stessi protagonisti l’indossavano. Cosa ancor più triste è che questi occhialini nella trama del film hanno una certa importanza. Gli ultimi minuti si concentreranno nel divertire il pubblico con immagini che escono dallo schermo che ai tempi avrà pure divertito, ma visto adesso è fatto abbastanza male. In questo caso si sono soffermati troppo sul tridimensionale e per farlo funzionare hanno dovuto mettere da parte certi trucchetti che si utilizzano negli horror.
Per finire hanno anche cercato di approfondire ancor di più il passato di Freddy cosa che può sicuramente incuriosire il pubblico ma che dimostra anche una certa mancanze di idee, almeno a livello di sceneggiatura. E per quanto riguarda la sceneggiatura inizialmente era stato scelto Peter Jackson che però scrisse solamente una bozza che non venne mai usata. Il suo posto venne preso da Michael De Luca.

Questo era tutto quello che potevo dire sulle pellicole. Ma volevo far una piccola riflessione e spezzare una lancia in favore di questi film. Purtroppo per quanto riguarda la sceneggiatura si sono dimostrati abbastanza fallimentari (tranne il terzo) ma almeno a livello di regia e di effetti hanno avuto dei momenti di originalità che dimostrano come le persone che ci lavoravano tenessero a questi progetti. Hanno cercato sempre qualcosa di originale da dare alla serie e alla fine hanno creato dei prodotti che hanno saputo intrattenere. Sicuramente hanno sfornato film migliori rispetto ai seguiti di altre saghe horror come ad esempio Halloween oppure Hellraiser.

Queste sono caratteristiche che mi sono molto piaciute in tutte le pellicole e che non ho trovato per niente nel remake del 2009 diretto da Samuel Bayer. Non parlerò tanto del film ma fu una grande delusione vedere una specie di copia/incolla dell’opera di Craven dove si abusava parecchio dei jumpscares e dove sono riusciti a rendere in parte Freddy un personaggio piatto (nonostante fosse interpretato da Jackie Earle Haley).

Meglio finirla qui altrimenti continuo in eterno. Vi faccio i miei complimenti se siete riusciti ad arrivare alla fine di questo articolo. Il prossimo parlerà ovviamente di Wes Craven’s New Nightmare.

P.S. Ma non dirai niente su Freddy vs. Jason? Cavolo, certo che sì! Ma non adesso, sarà una cosa che farò più avanti.

[The Butcher]

4 pensieri riguardo “I sequel di Nightmare (dal secondo al sesto capitolo)

  1. Come ho già scritto la volta scorsa, nel mio commento alla prima parte del tuo excursus critico sul franchise di Nightmare (che a questo punto, dopo le tue riflessioni, sarebbe più congruo chiamare direttamente il franchise di Freddy Kruger…), l’ottimo lavoro che hai fatto parte proprio da questa divisione in parti, che è già una sintesi dell’analisi critica da te svolta nella prima e seconda parte: è questo un modo di procedere che non s’incontra spesso sui blog perché ricorda molto di più fuori dal web ed ovvero nella saggistica, sia di studio che di divulgazione.

    Sul contenuto di questa seconda puntata, non riuscirei a trovare nulla da aggiungere a quanto hai già scritto su queste 5 pellicole, esteticamente dimenticabili e arraffazzonate ed infine rappresentanti tutte assieme un’unica grossa occasione sprecata, come hai detto anche tu: in cinque scialbe puntate è stato di fatto preso un character geniale come Kruger e lo si è trattato come un mostro di terracotta qualsiasi, quando avrebbe meritato molto di più (ad esempio nei comics è stato certo trattato meglio).
    Ti dirò di più, mentre il primo film era un capolavoro tutto fatto di idee e non necessitante di chissà quale budget altissimo per le scenografie e gli effetti speciali, nei sequel, in assenza di idee forti, non hanno nemmeno avuto la dignità produttiva (che invece è stata donata ad altri franchise, come Alien o Predator) di concedersi il lusso di creare dei baracconi multicolori affascinanti, relegando queste cinque pellicole di fatto a filmini di serie B.

    La cosa stupenda della tua recensione, di cui spero i lettori si accorgano, è che tu da bravo osservatore hai saputo enucleare subito il peccato originale di cui hanno sofferto i sequel, ancor prima di essere girati ed ovvero che gli autori hanno reso protagonista assoluto un personaggio che nel primo film di Craven era la rappresentazione del male assoluto (quasi metaforica), un archetipo dell’Uomo Nero con cui la vera protagonista lottava: dal punto di vista semnatico, è come girare un bellissimo film sulla peste nera, pieno di trovate sceniche, recitazioni sofferte e spaccati socio-economici e poi, dopo l’eventuale successo di botteghino, girare dei sequel in cui i protagonisti non siano più gli uomini che lottano contro di esso, ma sia lo stesso virus della peste, umanizzandolo (tradendolo) e seguendolo in giro per il mondo, creando così tanti film tutti uguali con soggetto un virus letale intelligente…. Ridicolo…

    Hai tenuto fuori dal gruppo, giustamente, il reboot del primo film (orrido, davvero orrido e come hai detto tu “piatto”) ed il settimo film, con il ritorno di Craven e tutti i tuoi lettori ne capiranno meglio il perché la prossima puntata, che non vedo l’ora esca.

    P.S. Freddy vs. Jason come lo situi?
    Come parte di entrambi i franchise (di Nightmare e Venerdì 13) e quindi in qualche modo prosecuzione ed ampliamento della saga oppure come un capitolo a sé stante, quasi un what if o un elseworld, dove narrare una storia una tantum?
    Ed ancora, è per te un divertissement assoluto e goliardico di soli bassi istinti o un tentativo di scrivere un nuovo filone di storie in cui si mescolino i character di vari franchise (si vociferava persino un sequl con Ash di Evil Dead o i Cenobiti di Hellraiser)?
    Se pensi che rispondendo a queste domade tu possa in qualche modo vanificare una struttura narrariva di un tuo quarto capitolo bonus, sei libero di mandarmi elegantemente a cagare con un semplice “no comment” ed io non insisterò…

    1. Ti ringrazio ancora una volta per il commento. Mi interessa sempre sapere la tua opinione e sono felice di sapere che la pensiamo allo stesso modo.
      Rispondo alle tue domande iniziando col dire che Freddy vs Jason a mio parere potrebbe essere benissimo sia un What If che un elseworld. Essendo un mondo totalmente sconnesso dai due franchise potrebbero creare nuove storie, cercando però di non trasgredire le regole dei due personaggi (mi ricordo che in quel film Jason aveva paura dell’acqua cosa che nei suoi film non era mai successo).

      Per quanto riguarda la tua ultima domanda penso che volessero creare veramente un nuovo filone di storie in cui i personaggi di vari horror famosi si scontravano. Anche per questo motivo penso che ci sia in giro questa notizia di un Ash insieme a Freddy e Jason. A quanto pare non sono riusciti a portare avanti il progetto.
      Per Hellraiser invece ricordo che un finale alternativo di Freddy vs Jason consisteva nell’arrivo di Pinhead che fermava i due combattenti.
      Sarebbe stato interessante vedere come si sarebbe evoluta la cosa. Come film di serie B sarebbero stati di grande intrattenimento.

      1. Grazie per aver deciso di rispondere anche alle mie domande del post scriptum, atto molto generoso da parte tua considerando che hai probabilmente anticipato alcune delle cose che probabilmente dirai nel tuo futuro post sul film crossover.
        Per tutto il resto, hai perfettamente ragione! La pensiamo esattamente allo stesso modo!

        1. Non c’è nessun problema! :) Diciamo che ancora non avevo ben chiaro se fare o no l’articolo sul crossover ma alla fine penso che ne parlerò.

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