Ripeto le parole scritte nel precedente articolo perché vanno intesi come un tutt’uno.
Però, parlando ovviamente di argomenti totalmente diversi, ho considerato opportuno separarli!
Buona lettura!
Siamo giunti al centesimo articolo.
Forse per qualcuno sarà un dato davvero insignificante, di poco conto ma per noi è ben diverso. In due anni e mezzo che esiste questo blog, abbiamo dato noi stessi per scrivere di ciò che ci appassiona in modo leggero, soggettivo ma completo. Le nostre sono per lo più “recensioni” ma lo metto tra virgolette, questo perché ciò che scriviamo non può essere paragonato ai veri articoli di recensione e critica che si trovano in giro per il web. Non è nemmeno il nostro obbiettivo uguagliare quegli scritti pieni di dettagli e tecnicismi. Questo angolo nella ragnatela infinita che è internet è solo una specie di diario/archivio di ciò che pensiamo, facciamo e amiamo. Lo abbiamo ripetuto un sacco di volte ma non ci stancheremo mai di farlo; noi cerchiamo di essere il più possibile seri, meticolosi e completi ma rimaniamo comunque dei semplici appassionati che amano scrivere. Immaginate questo posto più come un raccoglitore pieno zeppo di fogli, immagini, bozze, pensieri, ecc; il tutto però più preciso, ordinato e rigoroso.
My Mad Dreams deriva proprio da questo: siamo come una mente collettiva, piena di sfaccettature, che ha il bisogno di dire e creare. Qui i nostri sogni più oscuri e segreti possono prendere forma. E, in fondo, tutti i creativi sono un po’ pazzi.
Oggi parlerò di Life Is Strange, avventura grafica sviluppata da Dontnod Entertainment e pubblicata da Square Enix. Suddiviso in cinque episodi, il primo è stato pubblicato nel gennaio del 2015 e l’ultimo nell’ottobre dello stesso anno. Visto il successo ottenuto il gioco si è guadagnato una versione fisica resa disponibile questo gennaio 2016 (con presenti per la prima volta i sottotitoli in italiano).
Personalmente l’ho conosciuto per caso, notando qualche immagine su tumblr e alcuni video su youtube. Alla fine mi sono incuriosita e ho aspettato che uscissero tutti gli episodi. Se lo compravo lo avrei fatto solo a gioco completo.
All’inizio non mi sono subito interessata; mi è parsa un’avventura grafica sulle problematiche adolescenziali ma ben presto ho scoperto che sotto c’era molto di più. Per fortuna non mi sono fermata ai pregiudizi…
Questo titolo si è guadagnato il podio nella mia personale classifica di videogiochi.
Come sempre, prima di tutto facciamo un breve accenno alla trama.
Trama:
Di cosa parla “Life Is Strange”? La Vita è Strana, affermazione in questo caso davvero significativa (anche se inizialmente si chiamava in modo diverso, cioè: What If).
Maxine Caulfield, che preferisce farsi chiamare Max, è la protagonista del gioco; noi guideremo i suoi movimenti e le sue scelte. Lei è una ragazza di appena diciotto anni che è tornata ad Arcadia Bay, dopo essersi trasferita a Seattle con la famiglia cinque anni prima. Iscritta alla Blackwell Academy, una prestigiosa scuola, studia fotografia sotto l’ala protettrice del affascinante e talentuoso professor Mark Jefferson. Affrontando la vita da studentessa, sembra che l’unica sua preoccupazione sia il riuscire a farsi conoscere dagli altri, professori e alunni. Ma le cose subiranno presto una piega inaspettata.
Durante una normale lezione del professor Jefferson, Max si addormenta e fa un terribile incubo in cui vede Arcadia Bay distrutta da un tornado. Finita la lezione decide di andare in bagno per svegliarsi e darsi una rinfrescata ma niente può prepararla a ciò che sta per assistere: il prestigioso studente Nathan Prescott entra improvvisamente e Max, nascosta, lo osserva: lui agita, nervoso, una pistola. Poco dopo entra una ragazza dai capelli blu. I due hanno una discussione che si conclude nel peggiore dei modi: Nathan, fuori di sé, spara per errore alla ragazza, uccidendola. In quel preciso momento Max, sconvolta, riavvolge il tempo ritrovandosi nuovamente in classe.
Tutti gli stessi eventi si ripetono e Max comprende di avere nelle mani il potere di salvare quella ragazza.
L’inizio è questo ma è solo la punta dell’iceberg.
Ben presto Max scoprirà che la tranquilla cittadina di Arcadia Bay nasconde fin troppi segreti oscuri, mentre ovunque echeggia il nome di una ragazza scomparsa da mesi, Rachel Amber, stranamente legata al suo destino.
Premetto subito che questo gioco non piacerà a chi si aspetta un ricco gameplay. A me sembra quasi scontato dirlo però troppo spesso mi rendo conto che diverse persone non sanno cosa aspettarsi da un’avventura grafica o comunque hanno idee spesso sbagliate. C’è anche il dibattito se definirle o no videogiochi; senza scendere in troppi dettagli, le avventure grafiche le definisco spesso come dei film interattivi. L’obbiettivo principale del genere è di raccontare e far vivere una storia, dando peso alle nostre scelte e azioni. Secondo me sono sotto ogni punto di vista dei videogiochi; hanno bisogno dell’interazione del giocatore per funzionare, contrariamente al ruolo passivo che assume un telespettatore davanti a un film. Concordo sul fatto che possano piacere o meno ma mi raccomando, siate consapevoli dei vostri acquisti.
Chiusa questa piccola finestra, cosa ha di così speciale Life Is Strange?
Molte cose… prima tra tutte una meccanica di gioco davvero innovativa per il genere: la possibilità di conoscere le conseguenze di ogni nostra scelta. Infatti potremmo sfruttare il potere di Max per riavvolgere il tempo. Oltre ad avere più consapevolezza sul cosa dire ai vari personaggi, permetteremo a Max di modificare le frasi in base alle circostanze.
La possibilità di riavvolgere il tempo starà al centro del gameplay; ogni scelta potrà essere fatta con calma e tentando varie strade. Fino a quando non abbandoneremo una determinata area, avremo potere su ogni nostra decisione.
Ad esempio, in The Walking Dead, nelle scelte sul cosa dire c’era un tempo limite, a volte molto breve; questo lo ritengo un po’ un difetto. Il tentativo di simulare troppo la realtà nei videogiochi non sempre è un bene.
Un altro grosso errore è credere che le avventure grafiche hanno tantissimi finali diversi. In generale ci sono un totale di finali che spesso dipendono solo dalle scelte finali, allora molti si possono sentire presi in giro e dicono: “Ma come? Il gioco diceva che l’avventura si sarebbe plasmata in base alle mie scelte…”.
Io rispondo: “Nì”. Questo perché, il vero scopo di questi giochi, è il farci entrare nella storia, vivendola attraverso gli occhi della protagonista. La trama e la sceneggiatura rimangono pur sempre le stesse. Ciò che cambiano sono i dettagli: il rapporto con le altre persone e il come arrivi alla fine sono ciò che contano.
Quindi non è un difetto se il finale non dipenderà molto dalle nostre scelte; lo spirito del gioco è il come arrivi alla fatidica scelta decisiva.
Del gioco ho anche apprezzato molto lo stile fumetto che caratterizza la grafica e i menù. Trovo bellissimo il poter leggere il diario di Max che si aggiorna man mano che vai avanti nella trama; lo considero molto utile per ricordare cosa si è fatto fino a quel momento e quindi per tener traccia delle scelte.
Facoltative saranno molte interazioni con i personaggi secondari e lo scattare foto in giro a determinati oggetti, animali o persone; tutti dettagli che arricchiscono l’esperienza di gioco.
Adesso voglio soffermarmi un secondo sugli animali che troveremo in giro per Arcadia Bay: tutti loro avranno un significato ben preciso. L’esempio lampante, privo di spoiler, è il legame presente tra Max e una cerva.
Niente è lasciato al caso, ogni cosa ha il suo perché.
Andando al succo del discorso, perché considero Life Is Strange un capolavoro?
Se dovessi fare un riassunto completo della trama otterrei una serie di idee poco originali e già sentite. Ma non è l’originalità della trama la chiave del successo e questo vale anche per film o libri. In questo caso, il punto di forza dell’opera è la sceneggiatura.
I personaggi sono tangibili, reali e vivi. La storia ci viene raccontata in maniera toccante e coinvolgente: il climax crescerà in modo esponenziale, episodio dopo episodio, fino alla sconvolgente parte finale, che considero opera d’arte pura.
Concludendo: cosa dovete aspettarvi da Life Is Strange e perché lo consiglio vivamente?
Anche per chi non gioca mai ai videogiochi, se avete la possibilità, provatelo. Non è impegnativo a livello di gameplay; il suo spirito è racchiuso nelle interazioni con il mondo che ci circonda.
Personaggi fantastici vi cattureranno il cuore e difficilmente l’intera esperienza vi lascerà indifferenti.
E’ un’opera con una profonda anima e passione al suo interno.
Piccola chicca: nel gioco sono presenti moltissime citazioni, tra cui una a Twin Peaks: Fire Walk with Me (film che ho adorato).