Cars 3

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo, dopo tanto tempo, siamo tornati a parlare di cinema italiano e ci siamo spostati negli anni ’80 per discutere di una commedia meravigliosa divenuta un cult e diretta, scritta e interpretata da un artista come Massimo Troisi, Ricomincio da tre. Gaetano è un ragazzo che vive insieme alla sua famiglia, lavora come venditore di aranciate e ha un amico di nome Lello a cui vuole molto bene, nonostante si trovi spesso in conflitto con lui. Gaetano però è stanco di questa vita e decide d andare a Firenze dalla sua zia per fare esperienze nuove e non per trasferirsi. Arrivato in città, vediamo Gaetano fare diverse conoscenza come il predicatore americano Frankie o l’infermiera Marta, di cui si innamora, cercando sé stesso e la sua strada. Questo fu il film d’esordio di Troisi che dirige il tutto attraverso un’impostazione teatrale, data dalla telecamera fissa, che funziona molto bene grazie a una messa in scena molto curata. Quello che più affascina però è la storia e i suoi personaggi. Troisi riesce a far sorridere sempre grazie alle sue battute, ai suoi tempi comici, alla sua mimica facciale e i movimenti del corpo che mostrano un antieroe che fa fatica a prendere le decisioni ed è carico di ansia e soggezione. Oltre ciò il regista ci regala anche dei personaggi secondari molto particolare ma umani che si faranno apprezzare. Lo consiglio assolutamente!
Si torna a parlare di animazione e ancora una volta torniamo dalla Pixar per discutere nuovamente di un loro seguito.
Ecco a voi Cars 3, pellicola animata del 2017 scritta da Kiel Murray, Bob Peterson e Mike Rich e diretta da Brian Fee.

Trama:
Sono passati alcuni anni e Saetta McQueen (Owen Wilson) continua a gareggiare, vivendo un periodo molto felice. Tutto però cambia con l’arrivo dell’esordiente Jackson Storm (Armie Hammer), un pilota di nuova generazione più giovane e tecnologico che vince la sua prima gare senza difficoltà. Da quel momento in poi molti nuovi esordienti prendono il posto dei vecchi piloti. Nonostante Saetta non riesca più a vincere non si arrende ma all’ultima gara ha un grave incidente. Passano 4 mesi in cui si riprende del tutto e vuole ancora gareggiare, così va dal magnate Sterling (Nathan Fillion) che ha la tecnologia necessaria per farlo allenare e così incontra la team coach Cruz Ramirez (Cristela Alonzo). Quest’ultima inizia ad allenarlo attraverso un metodo calmo e lento che però innervosisce Saetta e, dopo aver causato danni con la tecnologia d’allenamento, le cose non migliorano quando Sterling gli consiglia di ritirarsi. Allora Saetta fa un patto con lui: se perde la prossima gara promuoverà la campagna pubblicitaria per gli accessori di Sterling, ma se vince sarà lui a decidere quando ritirarsi. Quindi Saetta, insieme a Cruz, inizierà ad allenarsi.

Ammetto che inizialmente questo terzo capitolo mi aveva attirato molto, soprattutto dopo aver visto il teaser trailer con McQueen che ha l’incidente. Riusciva a colpire molto e onestamente sembrava anche promettere una maggiore maturità nei toni e nelle tematiche. Alla fine queste impressioni sono state rispettate? Scopriamolo subito.

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Cominciamo come sempre dal lato tecnico e ancora una volta la Pixar si dimostra uno studio di alta qualità, regalandoci delle animazioni fluide e ben curate così come delle ambientazioni di grande impatto. Parlando di quest’ultimo elemento, a un certo punto il film si trasformerà in un viaggio nel passato per usare le vecchie piste dove si allenavano le leggende degli anni passati e quindi passiamo da ambienti molto moderni, come la pista da corsa a cui partecipa Saetta o l’edificio di Sterling, ad ambientazioni naturali e rurali come era successo nel primo capitolo.

Il character design ancora una volta convince soprattutto per quanto riguarda le nuove auto, passando da veicoli molto tecnologici come appunto Jackson Storm e i nuovi esordienti fino ad arrivare alle vecchie generazioni e tutti loro riescono a essere riconoscibili subito proprio attraverso il loro design, i loro colori e anche altri piccoli dettagli (come ruggine, ammaccature o colori un po’ sbiaditi). Per il resto però la semplicità rimarrà un fattore vincente e quello che ci farà ricordare meglio i personaggi. Per quanto riguarda la regia, quest’ultima si dimostra buona ma non eccezionale. La regia di Lasseter nel primo capitolo era di certo migliore mentre qui ci ritroviamo davanti a un lavoro eseguito certamente bene, ma a cui manca il giusto guizzo, senza mai veramente costruire scene che rimangono impressi e che abbiano dalla loro una grande forza visiva. Il lato tecnico è comunque molto valido, ma quello che mi interessa maggiormente è la sceneggiatura.

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Il teaser trailer mi aveva affascinato e per i primi 15 minuti della pellicola ho veramente pensato che avrebbero preso una strada più matura che mancava nei film precedenti. Infatti apprezzo molto l’inizio in cui vediamo McQueen continuare la sua leggendaria carriera, fino a quando non arriva Jackson e i nuovi esordienti e il suo mondo inizia a crollare fino a culminare con l’incidente. Tutto viene messo in scena in poco tempo e con grande forza, senza mai perdersi. Avevano la possibilità di prendere una direzione più matura, possibilità che hanno sprecato, con l’incidente che alla fine non è nulla di veramente grave e che non ha alcun impatto sulla storia e concentrandosi parecchio sull’allenamento di McQueen, che deciderà di ripercorrere le strade dei vecchi maestri. La cosa peggiore è che avevano tutti gli elementi necessari per trasformare questo terzo capitolo un film ottimo: un atleta leggendario che non vuole mollare, l’arrivo di una nuova epoca, il passaggio del testimone, l’eredità di un pilota, ma tutto ciò viene affrontato con enorme superficialità, andando a mostrare poco tali tematiche e in diverse occasioni ritroviamo i personaggi che ne parlano apertamente, dal mio punto di vista un errore visto che nei film certi messaggi dovrebbero essere trasmessi attraverso la storia e non attraverso lunghi dialoghi. E ripeto, è un peccato perché ad esempio il personaggio di Ramirez non era affatto male e la scelta che compie McQueen alla fine mi era piaciuta. Diciamo che però dopo il primo quarto d’ora il film perde notevolmente la sua forza.

Per concludere, Cars 3 è un film tecnicamente fatto bene nel character design, nelle ambientazioni e nelle animazione, anche se la regia poteva essere migliore. Il vero problema sta nella storia che ha la possibilità di essere matura ma non sfrutta mai questo potenziale, limitandosi a una storia semplice ma poco profonda.

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

15 pensieri riguardo “Cars 3

    1. Sì, neanche io sono stato un fan di questa trilogia. Perfino il primo, che è il migliore ed è uscito nel periodo d’oro della Pixar, era sottotono e abbastanza semplice nella scrittura. Con questo terzo capitolo però ci speravo un pochino. Peccato.

    1. Il primo è il migliore della trilogia anche se, per un film del periodo d’oro della Pixar, era molto sottotono. Con questo terzo film speravo avrebbero osato di più in certi elementi ma purtroppo così non è stato.

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