La casa sul mare celeste – T J Klune

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo abbiamo parlato di un horror thriller danese che avevo sentito parlare spesso su internet tra gli amanti dell’horror ed era riuscito a incuriosirmi parecchio e ammetto che alla fine le mie aspettative sono state più che soddisfatte. Il film in questione è Speak No Evil. Bjørn e la sua famiglia sono in vacanza in Toscana e qui loro incontrano una famiglia olandese con cui passano dei bei momenti insieme. Tornano in Danimarca e dopo un mese ricevono un invito dalla famiglia olandese, pronti a ospitarli nella loro casa e a conoscerli meglio. Nonostante qualche dubbio Bjørn e la sua famiglia vanno a trovarli e vengono accolti molto bene. Però le stranezze inizieranno subito, comportamenti piccoli che man mano diventeranno evidenti e che non presagiranno niente di buono. Un film incredibile che mostra un lato tecnico molto curato, con una regia quadrata e precisa capace di costruire una grande tensione attraverso piccoli dettagli e attraverso scene che sembrano innocue, una fotografia stupenda e un ritmo azzeccato. La storia si rivelerà molto più interessante e intelligente del previsto, con ottime interazioni e un finale veramente cattivo e spietato. Lo consiglio assolutamente!
Questa volta non solo cambiamo argomento, passando dal mondo del cinema a quello della letteratura, ma parliamo anche di un’opera ricca di speranza e con un bel messaggio.
Ecco a voi La casa sul mare celeste (The House in the Cerulean Sea), romanzo fantasy del 2020 scritto da T J Klune.

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Trama:
La storia è ambientata in un mondo in cui esistono le creature magiche, esseri discriminati dalla società e che vengono schedati e catalogati. Linus Baker è un assistente sociale che lavorare al DIMAM, il Dipartimento della Magia Minorile, il cui compito è quello di assicurarsi che i bambini con i poteri magici, che vivono in delle strutture chiamati orfanotrofi per separarli dai bambini normali, siano trattati ed educati bene. Un giorno però viene convocato dalla Suprema Dirigenza per un caso molto delicato e della massima segretezza. Infatti su un’isola si trova un orfanotrofio particolare, gestito dal misterioso Arthur Parnassus, che sembra aver al suo interno bambini molto problematici e quindi la Suprema Dirigenza vorrebbe che Linus indagasse sui bambini e soprattutto su Parnassus. Linus quindi partirà per rimanere un mese sull’isola e qui il suo mondo verrà sconvolto per sempre.

Avevo letto alcune recensioni in giro riguardo questo libro e da diverso tempo ormai aveva catturato il mio interesse. Alla fine l’ho comprato e sono riuscito a leggerlo, trovandomi davanti a una storia che aveva molto da dire e che riesce a far riflettere. Quindi, senza indugio, cominciamo con la recensione.

Si parte parlando dello stile, uno stile che ho apprezzato fin dai primi momenti e che è riuscito anche a divertirmi. Infatti lo scrittore riesce a mostrare nelle sue descrizione un grande senso dell’ironia, a partire dal lavoro d’ufficio di Linus, con postazioni strette, supervisori arcigni e regole tremendamente ferree. Fin da subito riesce a portare il lettore in questo mondo e a spiegarci attraverso i dialoghi e i personaggi il suo funzionamento, il lavoro di Linus e le creature magiche. Ci ritroviamo davanti a uno stile certamente semplice, ma non banale, uno stile che vuole essere aperto a tutti in quanto il messaggio che vuole lanciare è destinato a tutti, sia ai più grandi sia ai più piccoli. Inoltre questo stile riesce a dare un buon ritmo a tutta la storia, senza mai trovare dei momenti inutilmente pesanti o a velocizzare troppo gli eventi. C’è un ottimo equilibrio che non si rompe mai. Certamente la stile ironico riesce a strappare molto volte un sorriso, ma quando ci saranno dei momenti drammatici l’autore li saprà gestire benissimo e a farci percepire il tormento e le preoccupazione dei nostri personaggi. Quello che però mi interessa maggiormente in questo caso è la storia.

In questo caso ci troviamo di fronte a una storia le cui tematiche principali sono evidenti fin da subito. Si parla di razzismo, di discriminazione, del denaro, tematiche ancora oggi molto attuali, problemi che purtroppo dialogano ancora e che l’autore riesce ad affrontare benissimo. Un difetto che noto molto spesso in libri recenti che vogliono trattare di questi argomenti, è che tendono a cadere spesso nella retorica, urlando il messaggio al lettore senza che questo effettivamente lo colpisca o lo faccia riflettere. Ci sono sicuramente delle buona intenzione, ma il risultato finale è comunque pessimo. In questo libro fortunatamente ciò non avviene e queste tematiche vengono narrate attraverso la storia e i suoi personaggi. Linus è un protagonista veramente interessante, un uomo qualunque che vive da solo e conduce una vita monotona, nonostante faccia il suo lavoro con molta serietà e ci tiene molto ai bambini e al loro benessere, ma purtroppo lui è troppo focalizzato sulle regole, regole imposte dagli umani sui bambini magici. Linus molto spesso citerà e farà affidamento su questo manuale, mostrando una certa rigidità. Come poi scoprirà in questo orfanotrofio, queste regole lì non valgono, non sono adatte per quei bambini, anzi servono a tenerli buoni e non a farli risplendere. La sua esperienza lì capovolgerà tutte le sue convinzioni, gli farà aprire gli occhi su un mondo molto più complesso e lo farà riflettere su tutto quello che ha fatto in passato.

Linus è un personaggio stupendo e che ha una crescita veramente ben fatta, ma ciò che ho adorato di più sono proprio i bambini e la loro spiccata personalità. Tutti loro sono unici e hanno la loro caratterizzazione e anche se la Suprema Dirigenza ha interesse per uno di loro, Lucy, che è letteralmente l’Anticristo, ognuno di loro avrà il proprio spazio, nessuno viene messo in secondo piano e ci affezioniamo a tutti loro. Rimaniamo affascinati dal potere di Phee, ci affezioniamo parecchio a Chauncey e Theodore, ridiamo per l’ironia di Talia e Lucy. Personalmente il mio preferito è Sal proprio per la sua difficile storia, fatta di maltrattamenti e con cui ho empatizzato molto, ma in generale li ho adorati tutti e non voglio descriverli troppo per non rovinarvi la sorpresa di scoprire questi personaggi. La stesso dicasi per Arthurs Parnassus, uno dei personaggi più belli del libro, capace di affascinare con il suo carisma ma anche di dimostrare una forte umanità e di possedere anche de difetti. Se dovessi fare una critica al romanzo, allora sarebbe che a un certo punto anche Klune cade a volte vittima della retorica, specialmente nel finale, ma ciò non rovina la storia che riesce comunque a trasmettere il messaggio con forza grazie a dei bellissimi personaggi.

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Per concludere, La casa sul mare celeste è un libro molto bello, scritto in maniera molto divertente e leggero che tratta attraverso la semplicità di argomenti molto importanti come il razzismo e la discriminazione e di come anche le persone comuni abbiano il potere di cambiare le cose, di migliorarle, e tutto ciò lo fa attraverso Linus e dei personaggi magnifici. Lo consiglio assolutamente!

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

15 pensieri riguardo “La casa sul mare celeste – T J Klune

    1. Secondo me potrebbe davvero affascinarti e colpirti. Questa è una storia davvero molto empatica che parla bene di discriminazione e razzismo, ma anche di amore e comprensione e lo fa con la giusta dolcezza senza scendere in un’inutile retorica.

    1. Sì, il romanzo è molto leggero. Parla di tematiche molto importanti e pesanti, ma non lo fa mai in maniera spietata. Lo fa con intelligenza e inoltre è un romanzo che colpisce per la sua dolcezza e che sa divertire molto.

  1. In effetti l’unico difetto di questo libro è che quel matto di Klune l’ha scritto di getto ed è abbastanza evidente di come l’abbia curato poco da tutte quelle parti inutilmente retoriche che sono rimaste. Il seguito, infatti, secondo me è più curato e carino. Lui poi è bravissimo a scrivere queste storie-coccola.

    1. Se l’ha scritto di getto ha comunque fatto un lavoro eccellente a mio avviso. Lo trovo un romanzo davvero piacevole, giusto, ricco di umanità ma mai melenso ed è una cosa bellissima a mio avviso. Il seguito l’ho comprato da poco e spero di leggerlo il prima possibile.

      1. Sì, l’avevo letto da qualche parte, forse in un’intervista. Secondo me, con il secondo noterai la differenza (il che non vuol dire che il primo sia brutto: gli è solo mancato un po’ di editing e attenzione in più).

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