Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo abbiamo portato avanti l’animazione e ancora una volta abbiamo continuato con la DreamWorks, prendendo in esame un film basato su uno dei loro personaggi più amati e che aveva del potenziale per dare molto di più, Il Gatto con gli Stivali. Per redimere il proprio nome da un’ingiustizia, Il Gatto con gli Stivali decide di rubare i Fagioli Magici, oggetti dal grande potere che cerca da una vita, ai criminali Jack e Jill, ma il suo piano fallisce quando un altro gatto ladro cerca di prenderli. Gatto scopre che il ladro in questione è Kitty “Zampe di Velluto” che lavora per Humpty Dumpty, un amico d’infanzia di Gatto. Quest’ultimo non vuole lavorare con Humpty per quello che è successo tra di loro in passato, ma Humpty riesce a convincerlo con la promessa che dopo quella missione il suo nome verrà redento. E così i tre partono per quest’avventura. A livello tecnico il film convince per l’enorme qualità, per i dettagli dei peli, dei vestiti e degli ambienti e con una regia molto buona, anche se lo stile non porta a nulla di nuovo rispetto agli altri capitoli di Shrek. Il ritmo è un grande problema vito che in certi punti si spezza e rallenta molto. I tre protagonisti convincono appieno e sono molto caratterizzati e simpatici, mentre i personaggi secondari non hanno tanto da dire e lo stesso dicasi per il mondo circonstante. Alla fine è un buon film, ma poteva essere molto di più.
Questa volta torniamo a parlare di film in live-action e facciamo un passo indietro nel tempo con un’opera molto leggera e tranquilla che nel suo piccolo ha lasciato il segno nella storia.
Ecco a voi Frankenstein contro l’uomo lupo (Frankenstein Meets the Wolfman), pellicola horror fantasy del 1943 scritta da Curt Siodmark e diretta da Roy William Neill.

Trama:
Due ladri di tombe entrano nel sepolcro di Larry Talbot (Lon Chaney Jr.) per rubare i suoi averi, ma quando scoperchiano la sua tomba i raggi della luna piena colpiscono il corpo, che torna in vita e si trasforma nell’uomo-lupo. In seguito Talbot viene ricoverato in ospedale dal Dottor Frank Mannering (Patrick Knowles) e cerca di spiegare a quest’ultimo di essere un uomo-lupo e che è pericoloso, soprattutto dopo aver ucciso un poliziotto durante l’ennesima trasformazione. Mannering inizia a indagare sulla cosa, visto che un certo Larry Talbot di Lanwelly era morto anni prima, e scopre che la sua tomba è vuota. Durante la sua assenza, Talbot scappa e viaggia per incontrare la zingara Maleva (Maria Ouspenskaya), che l’aveva aiutato tempo addietro. La zingare non sa come rimuovere la sua maledizione ed è per questo motivo che viaggeranno insieme per incontrare il Dottor Frankenstein, capace di fare cose incredibili. Quando arrivano a destinazione però scoprono che il Dottore è morto, ma la sua Creatura (Bela Lugosi) è ancora in vita.
Qui non stiamo parlando certamente di un capolavoro, come potevano esserlo i due film di James Whale su Frankenstein (Frankenstein e La moglie di Frankenstein), ma parliamo comunque di una pellicola divertente che ha un certo primato, visto che è il primo esempio di crossover nella storia del cinema, con due icone della Universal nello stesso film. In seguito fecero le cose in grande con Al di là del mistero, dove aggiunsero perfino il Conte Dracula, ma concentriamoci su quest’opera.

Il film in questione è sia un sequel di The Wolf Man sia de Il terrore di Frankenstein, il quarto capitolo della saga dedicata a Frankenstein, dove entrambe le creature erano interpretate da Lon Chaney Jr e inizialmente si era pensato di far interpretare entrambi a lui, ma per vari motivi si decise di non farlo e il ruolo della Creatura andò a Bela Lugosi, che anni addietro lo aveva rifiutato. Ora, ammetto che Lugosi nei panni del mostro a volte fa ridere, ma diciamo che non è colpa sua. In generale tutti gli altri attori che hanno interpretato la Creatura (che fosse Lon Chaney Jr o in seguito Glenn Strange) non hanno mai avuto un aspetto convincente per il semplice fatto che quel design così iconico era stato creato per i tratti particolari di Boris Karloff e non funzionava bene sugli altri. Tra le altre cose è in questo film che vediamo una camminata del mostro che in seguito venne spesso parodiata, ossia quella in cui il mostro si muove goffamente con le braccia in avanti. Questo successe non perché Lugosi non sapesse muoversi ma perché il mostro in questo capitolo era cieco, una conseguenza degli eventi de Il terrore di Frankenstein. E doveva essere sempre il mostro a spiegarlo perché inizialmente doveva parlare, ma tutte le scene in cui proferiva parola vennero tagliate per via del pesante accento ungherese di Lugosi che con l’aspetto della Creatura fece ridere in molti. Queste erano piccolezze che volevo dire un po’ per spiegare certe particolarità della pellicola e anche perché le trovavo divertenti.
A livello tecnico il film non è niente male, di certo il regista in questione non era un artista come James Whale, ma è stato senza dubbio un ottimo mestierante e in generale l’impostazione del film mi ha molto ricordato quella di The Wolf Man, con inquadrature studiate, una bella costruzione della scena e alcune immagini che vanno a concentrarsi su certi elementi per aumentare la tensione. Mi piace molto anche l’atmosfera che si respira, con una fotografia molto espressionista, con dei bei giochi di luce e delle ombre che nei momenti horror diventano sempre più pesanti e in tal caso ci sono state ottime scene con lo sfondo quasi completamente nero e la luce solo sul volto degli attori, a sottolineare le loro emozioni (in questo caso paura). Gli effetti speciali funzionano bene, con la trasformazione di Talbot che usa lo stesso metodo del primo capitolo, attraverso le dissolvenze e con il trucco che viene applicato passo dopo passo sul volto di Chaney, e in certi punti vengono usate anche dei modellini fatti con una certa cura, come ad esempio le rovine del castello di Frankenstein. E il ritmo scorre lento ma con costanza si arriva in fretta alla fine (anche perché il film dura 70 minuti).

La sceneggiatura invece è molto semplice ed evita di fare troppe spiegazioni inutili e onestamente riesce a funzionare bene proprio per la sua semplicità. La maledizione di Talbot è talmente forte da non poter morire e cerca quindi Frankenstein affinché possa dargli pace. Molto semplice, ma ciò permette a questi due mondi di incrociarsi benissimo. Tra l’altro questi due personaggi hanno un vantaggio enorme: non devi vedere i film precedenti per capire e apprezzare questa storia, talmente queste due icone sono entrate nell’immaginario collettivo, e alcune cose dei film precedenti vengono spiegate bene e senza perdere troppo tempo. In questo film apprezzo molto come viene rappresentata la paura e l’ansia di Talbot verso la sua maledizione e anche in questo capitolo non si può fare a meno di provare pietà per lui, una persona normale e dal buon cuore costretto a fare del male per colpa della maledizione. E il fatto che abbiano deciso di farlo incontrare con la Creatura per me è un’ottima idea, visto che ci ritroviamo di fronte a due vittime divenuti mostri e infatti ero più interessato a vederli insieme piuttosto che vederli combattere. E il fatto che abbiano tagliato i dialoghi di Lugosi in parte ha danneggiato questo aspetto.
Per concludere, Frankenstein contro l’uomo lupo è un film molto simpatico che sa divertire, con una buona regia e in general con un comparto tecnico fatto bene e la sceneggiatura, per quanto semplice, funziona a dovere e da il giusto spazio a queste due icone, anche se alla fine è Talbot a splendere. Lo consiglio!

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!
[The Butcher]
Queste due creature fanno più che altro tenerezza. :-)
In un certo senso sì. Al contrario di Dracula che è il male puro e un essere spregevole, la Creatura e l’Uomo Lupo sono due vittime, la prima un essere creato e abbandonato dal proprio creatore mentre il secondo una persona vittima di una maledizione che non può contrastare.
Certo sono due tirati in mezzo da gente malvagia.
La Creatura è diventata malvagia perché abbandonato a sé stesso e odiato dagli esseri umani, L’uomo lupo invece è una bestia che prende il controllo della persona e che gli fa fare cose orrende. Sono effettivamente due figure interessanti e il loro coinvolgimento è certamente interessante, anche se fatto più per divertire e intrattenere (ma ci sono delle parti in cui si parla del loro destino nefasto e della loro condizione e la cosa mi ha fatto piacere).
Il film resta piacevole, vedere Lugosi e Chaney nella stessa pellicola lo apprezzo sempre.
Lo stesso vale per me. Erano dei grandissimi attori e le loro interpretazioni rimaranno per sempre nella storia.
Sono totalmente d’accordo.
[…] capolavoro o un cult, fece un po’ la storia essendo il primo esempio di crossover nel cinema, Frankenstein contro l’uomo lupo. Due ladri di tombe entrano nel sepolcro di Larry Talbot per rubare i suoi averi, ma quando […]
non so
il trucco non mi convince, mi sa di low budget
Sai perché non convince? Perché hanno praticamente usato lo stesso design del Frankenstein con Boris Karkoff sul volto di Lugosi. Infatti uno dei motivi per cui James Whale scelse Karloff come interprete del mostro era dovuto ai tratti particolari del suo volto. Quel trucco era stato creato sulla sua immagine, ma ovviamente non andava affatto bene su altri volti, specialmente Lugosi che ha tratti completamente diversi. Dal mio punto di vista dovevano modificare il design.
concordo
è come parlare dei membri di un gruppo femminile o maschile, non hanno mai tutti gli stessi vestiti ma sono abbinati in modo coerente
Che tra l’altro questo è un problema presente ancora oggi. Il trucco non si basa molto sui tratti dei personaggi e il risultato finale non è dei migliori.
Mi ero perso questo articolo. Così come La moglie di Frankenstein, mi manca questo film. Vidi solo il Frankenstein originale.
Potrebbe essere un’occasione perfetta per recuperare almeno La moglie di Frankenstein. Perché l’originale e La moglie sono dei capolavori che riescono a colpirmi profondamente. Gli altri seguiti sono validi, ma non raggiungono la meraviglia delle opere di James Whale.