Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo abbiamo parlato di un film live-action molto interessante e particolare, un film diretto da una delle registe più interessanti degli ultimi anni che ha già fatto delle opere magnifiche, Ana Lily Amirpour. Il film in questione è Mona Lisa and the Blood Moon. Mona Lisa è una ragazza che per 12 anni è rimasta rinchiusa in un manicomio in stato catatonico, come se fosse morta. Una notte di luna piena però lei riprende conoscenza e riesce a fuggire dal manicomio usando i suoi poteri telepatici per controllare con la mente di altri. Durante la sua fuga finisce nel quartiere francese di New Orleans, dove fa la conoscenza della spogliarellista Bonnie e di suo figlio Charlie. Mentre con quest’ultimo sviluppa una vera amicizia, Bonnie cercherà di sfruttare i poteri di Mona per guadagnare più soldi. E intanto un agente di polizia ferito da Mona le darà la caccia senza riposo. La regia di questo è molto curata e capace di piegarsi alla trama, usando inquadrature particolari per descrivere i sentimenti dei personaggi e donare all’ambiente un’atmosfera surreale e particolare. New Orleans è fotografata bene, con una fotografia pop anni ’80-’90 che ha dei colori accessi, soprattutto il viola, ma che riesce a diventare anche cupa. La storia è semplice e possiede dei personaggi meravigliosi anche se a splendere è proprio Mona, la cui vicenda si dimostra una metafora femminista intelligente e per niente retorica in cui la donna si ribella a cerca la proprio libertà contro una società che cerca di sottometterla. Lo consiglio assolutamente!
E torniamo ancora una volta a parlare di animazione e per l’ennesima volta prendiamo in esame un film della DreamWorks con protagonista uno dei suoi personaggi più amati.
Ecco a voi Il gatto con gli stivali (Puss in Boots), pellicola animata del 2011 scritta da Tom Wheeler e diretta da Chris Miller.

Trama:
Il Gatto con gli Stivali (Antonio Banderas) è un abile fuorilegge che combatte per riscattare il suo nome, così torna nel suo paese d’origine, San Ricardo, per ottenere delle informazioni. Ed è qui che scopre dell’esistenza dei Fagioli Magici, fagioli in grado di far crescere una pianta altissima che porta in un castello governato da un gigante che protegge l’Oca dalle uova d’oro. Inizialmente Gatto è scettico, dato che ha passato buona parte della sua vita a cercarli, ma alla fine si convince della veridicità della cosa e va a rubarli agli attuali proprietari ossia i criminali Jack (Billy Bob Thorton) e Jill (Amy Sedaris). Mentre sta per attuare il colpo, incontra un altro gatto che vuole i fagioli e i due arrivano al litigio, venendo scoperti dai criminali. Gatto la insegue e scopre l’identità di questo ladro, Kitty “Zampe di Velluto” (Salma Hayek) che lavora per Humpty Dumpty (Zach Galifanakis), un amico d’infanzia di Gatto. Quest’ultimo però non vuole lavorare con Humpty per via di quello che è successo tra loro in passato, ma Humpty lo convince a fare il colpo in modo da riscattare il suo onore davanti alla città di San Ricardo. Così i tre si preparano per quest’avventura.
Il Gatto con gli Stivali è sempre stato un personaggio molto amato dalla sua prima comparsa, talmente tanto che la DreamWorks pensò di farci subito un film appena dopo l’uscita di Shrek 2, solo che all’inizio i piani prevedevano di farlo uscire direttamente in home video e nel 2008. Alla fine però decisero che un personaggio simile meritava il grande schermo ed eccoci qui. Iniziamo quindi con la recensione.

Si comincia dal lato tecnico che ancora una volta si dimostra di grande qualità nel design. In questo caso il film riporta nuovamente lo stile di Shrek, con un design particolarmente realistico per quanto riguarda i personaggi, specialmente gli umani, e anche le ambientazioni risultano abbastanza realistiche oltre che dettagliate e ampie. Soprattutto l’uso dei colori e dell’illuminazione convincono in quanto tentano di imitare quello di film in live-action anche se in qualche momento tentano di fare qualche gioco interessante con la luce. I dettagli dei vestiti sono bellissimi, come si muovono insieme ai movimenti dei personaggi, l’aspetto usurato che hanno, la cura dei pelli di Gatto e Kitty. Tutto questo è reso benissimo. L’unica cosa che mi viene da criticare è che dopo tutti questi film, lo stile non offra nulla di nuovo, rimanendo certamente di alta qualità ma simile a tutti gli altri Shrek.
Nonostante tutto ha i suoi meriti e anche certe scelte registiche mi sono piaciute molto, come ad esempio certi montaggi che tributavano i film di Sergio Leone, in particolar modo Il Buono, il Brutto e il Cattivo, così come ho apprezzato come sono state dirette le scene d’azione, in primis lo scontro-ballo tra Gatto e Kitty, con gli altri gatti che suonano oggetti trovati in giro e creano una bella e divertente colonna sonora oppure la scena in cui appare la pianta che porta al castello. Ci sono dei bei momenti anche nel finale, ma penso che un difetto abbastanza pesante in questo film lo possiamo trovare nel ritmo che a volte non è molto costante e in certi punti si nota come la narrazione rallenta, specialmente quando Gatto si mette a narrare del suo passato e della sua amicizia con Humpty. Per quanto fosse interessante, il flashback dura veramente molto (almeno 12 minuti) e distrugge il ritmo che si era creato fino a quel momento. Questo è sicuramente l’esempio più evidente, ma in altre parti del film si ha questa percezione. A livello tecnico è buona anche se mostra dei difetti e lo stesso vale per la sceneggiatura.

La storia è molto semplice e lineare e nonostante apprezzi molto l’idea dell’avventura, del sogno d’infanzia e anche del riscatto personale, l’ho trovata abbastanza spoglia. Non è una storia brutta, perché nella sua semplicità l’avventura di Gatto, Kitty e Humpty è simpatica, ma ciò che li circonda il loro mondo sembra abbastanza vuoto, mancano quelle piccolezze e quei dettagli che rendono la storia, il tutto, completo. I tre protagonisti principali sono ottimi, Gatto riesce come sempre a dimostrarsi divertente e carismatico e non risulterà mai antipatico mentre Kitty sarà una stupenda controparte e un’ottima rivale con le sue abilità nel rubare e la storia che narra sul suo passato sarà davvero interessante. Humpty invece è uno dei più affascinanti proprio per la sua ambiguità. Si dimostra intelligente, un inventore dalle mille risorse capace di creare opere ispirate a quelle di Leonardo Da Vinci che però nella sua vita ha preso delle strade sbagliate che l’hanno portato ad allontanarsi molto da Gatto. E come personaggio funziona davvero bene. Questo trio è davvero ottimo, ma lo stesso non si può dire dei personaggi secondari che non aggiungono niente alla storia. La delusione maggiore riguarda sicuramente Jack e Jill che ho trovato sprecati e abbastanza dimenticabili, così come sono dimenticabili gli abitanti di San Ricardo. Queste mancanze rendono l’avventura meno interessante e completa, ma nonostante tutto c’è stato un momento nel finale, con Humpty Dumpty, che ho trovato veramente maturo e coraggioso per questo tipo di film, uno dei momenti più alti della pellicola voluto tra le altre cose da Guillermo del Toro che qui sarà produttore esecutivo e doppierà anche il personaggio del comandante.
Per concludere, Il Gatto con gli Stivali non è un brutto film, anzi è una pellicola molto piacevole da guardare, ma non riesce a essere impattante se non in certi punti specifici ed è un vero peccato perché aveva un grande potenziale che verrà sfruttato appieno nel secondo capitolo, che invece è un vero e proprio gioiello. In ogni caso lo consiglio.

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!
[The Butcher]
Chaplin: “Go, hero kitty!”
Come sai bene dai nostri confronti, l’universo di Shrek non mi piace. L’unica eccezione è stato per il Gatto con gli stivali. Come dici tu, questo film non sarà perfetto, visto che hanno cercato di farlo ruotare principalmente sul carisma del personaggio principale (un po’ come è accaduto in Aladdin, o in Beverly Hills cop), ma Banderas, per quanto bravo, non è riuscito a sostenere tutto sulle sue spalle. La storia e gli intrecci non l’hanno però aiutato. Resta comunque un buon film, con un ottimo protagonista.
Il film non è male, ma è abbastanza dimenticabile, gli mancava di base una sceneggiatura solida e una storia accattivante. Infatti con il seguito hanno beccato ogni cosa, creando a mia avviso uno dei migliori film animati di questi ultimi anni. E onestamente non vedo l’ora di poter parlare del seguito.
Per questo film hanno cercato si sfruttare il nome del franchise di Shrek, non impegnandosi poi troppo nel resto.
Anche questo è vero. Più che altro, visto che comunque Shrek era ancora un nome molto sentito e amato, hanno azzeccato i tempi, ma non si sono impegnati troppo. Sono rimasto invece sorpreso con il seguito in cui ormai Shrek era assente da anni e hanno fatto un seguito su Gatto. In quel caso però hanno azzeccato ogni cosa.
A me è piaciuto e il seguito è stato ancora meglio
Il film in sé è veramente carino, ma niente di eccezionale e con un personaggio come Gatto si poteva fare tanto di più, cosa che poi hanno fatto veramente con il seguito, che adoro tantissimo.
[…] basato su uno dei loro personaggi più amati e che aveva del potenziale per dare molto di più, Il Gatto con gli Stivali. Per redimere il proprio nome da un’ingiustizia, Il Gatto con gli Stivali decide di rubare i […]