Winnie the Pooh – Nuove avventure nel Bosco dei 100 Acri

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo abbiamo deciso di parlare di un film davvero molto interessante, il secondo lungometraggio di un regista che ha stupito fin da subito e che spero di rivedere più spesso in futuro, Cell Block 99 – Nessuno può fermarmi. Dopo aver perso il lavoro e scoperto il tradimento della moglie, Bradley capisce che la sua vita sta andando a rotoli e decide di prendere in mano la situazione, perdonando la moglie e promettendole di dare a entrambi una vita migliore e per questo torna a essere corriere della droga. Dopo 18 mesi la loro situazione è ottima e aspettano una bambina, ma l’ultima consegna che doveva fare con dei messicani va male e lui viene arrestato e condannato a 7 anni. Il capo dei messicani però non ha apprezzato il fallimento e così rapiscono la moglie di Bradley e se lui non farà qualcosa per loro in prigione, lei e la bambina ne pagheranno le conseguenze. Un film con una regia quadrata, precisa e curata, con scene costruite con grande attenzione, con una fotografia davvero interessante, un ritmo lento che serve con naturalezza e di combattimenti ben fatti con inquadrature fisse e attori che rendono il tutto molto reale. La storia è semplice e lineare ma molto interessante, con delle belle idee e un protagonista ricco di sfumature che sa convincere appieno. Un film che consiglio assolutamente!
Ci tengo inoltre a raccomandarvi l’articolo di Fran su un film italiano uscito recentemente e che parla di autismo in maniera interessante e basandosi su una storia vera, La vita da grandi.
Torniamo a parlare di animazione e ancora una volta torniamo dalla Disney per discutere del loro 51° classico animato, un film che in pochi conoscono nonostante abbia come protagonista un personaggio che ha fatto l’infanzia di molti.
Ecco a voi Winnie the Pooh – Nuove avventure nel Bosco dei 100 Acri (Winnie the Pooh), pellicola animata del 2011 scritta da Burny Mattinson, Stephen J. Anderson, Clio Chang, Don Dougherty, Don Hall, Kendelle Hoyer, Brian Kesinger, Nicole Mitchell e Jeremy Spears e diretta da Stephen J. Anderson e Don Hall.

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Trama:
Winnie the Pooh (Jim Cummings) si sveglia affamato e si prepara a mangiare del miele, ma scopre con dispiacere che l’ha finito tutto. Così esce per cercarlo ma incontra l’asino Ih-Oh (Bud Luckey) che ha perso la sua coda e non riesce a trovarla. Pooh lo dice al suo amico Christopher Robin (Jack Boulter). Quest’ultimo allora decide di indire una specie di gara per trovare una nuova cosa a Ih-Oh e il premio finale sarà un barattolo di miele. Purtroppo nessuno riesce a trovare una coda sostitutiva che vada bene e, come se non bastasse, a un certo punto Christopher Robin scompare, lasciando solo un messaggio. Pooh però non capisce cosa ci sia scritto e chiede a Uffa (Craig Ferguson) di decifrarlo. Il gufo fraintende il messaggio del bambino e pensa che quest’ultimo sia stato rapito da “Appresto“, un mostro che ama rompere le cose. E così i nostri protagonisti inizieranno a ideare un piano per catturare il mostro e salvare Christopher Robin, vivendo diverse disavventure.

Ed eccoci di nuovo a parlare di Winnie the Pooh dopo il primo capitolo di diverso tempo fa. In realtà penso che questo sia uno dei classici Disney che ho visto di meno in assoluto e a volte molti dimenticano che fa parte dei classici. Un po’ posso capirlo visto che è uscito in sordina e soprattutto, rispetto ai progetti della Disney degli ultimi tempi, era un’opera molto piccola. Parliamo quindi questo film.

Partendo dal lato tecnico, il film ebbe un budget nettamente modesto rispetto agli ultimi classici, in questo caso 30 milioni di dollari e quindi diciamo che non potevano permettersi certe follie, ma nonostante tutto le animazioni tradizionali sono fatte molto bene, riescono a essere molto fluide e curate e in certe scene convincono parecchio, come ad esempio la sequenza in cui Pooh immagina enormi quantità di miele, in cui quest’ultimo elemento è animato in maniera stupenda. Anche i colori sono molto belli, accesi e vivi sui personaggi mentre invece sono più delicati per quanto riguarda le ambientazioni, con alcuni punti in cui saranno meno presenti ai lati per permettere allo spettatore di concentrarsi sul centro della scena (tecnica che usano dai tempi di Bambi). Tra l’altro si notano alcune differenze fondamentali rispetto al film degli anni ’70, come il fatto che non ci siano animazioni riciclate o ripetute e qui Christopher Robin ha degli occhi più elaborati (nel vecchio film aveva due semplici cerchi neri proprio per risparmiare nelle animazioni).

A livello di regia non ha la stessa complessità di altri classici e in generale tende a rimanere sul sicuro, con scene concentrate sui personaggi e le loro interazioni. Non stiamo parlando di una brutta regia, è comunque buona e di tanto in tanto ha qualche momento interessante, come la canzone dedicata al mostro Appresto, in cui l’intera sequenza è animata come se fosse disegnata con gessetti colorati. A mio avviso però si poteva fare di più, potevano fare decisamente di più invece che rimanere sul sicuro anche perché il vecchio film, anche se aveva i suoi limiti, a volte riusciva a sorprendere (basti pensare al sogno/incubo di Pooh). Anche qui poi avremo le interazioni con il narratore, scene in cui i personaggi passano da una pagina all’altra del libro di cui fanno parte e soprattutto le interazioni con le parole scritte in esso, tutte cose che avevamo già visto in precedenza ma che funzionano bene e in certe situazioni divertono molto. Il lato tecnico è buono, ma ora passiamo alla sceneggiatura.

Rispetto al vecchio film, qui hanno cercato di creare una storia unica piuttosto che fare una pellicola a episodi, anche se devo ammettere che comunque l’intera vicenda sembra qualcosa di episodico. Perché la storia della coda di Ih-Oh e quella dell’Appresto sono due storie differenti che si incrociano, ma purtroppo mi è sempre sembrato forzato il modo in cui ciò avviene, dovevano fare qualcosa di meglio oppure fare il tutto a episodi. In ogni caso il film è rivolto principalmente a un pubblico di bambini e alla fine veicola un messaggio semplice ma che arriva molto bene allo spettatore. Il film poi presenta momenti che ho trovato ottimi, specialmente in certe battute e nei giochi di parole. C’è una scena nello specifico che purtroppo in italiano perde la sua comicità e soprattutto il suo ritmo, quindi vi consiglio di recuperarla in lingua originale, ma penso sia stato uno dei momenti più simpatici del film (la scena della fossa e della corda). In generale il film è molto semplice, si basa sulla commedia, sui giochi di parole e sulle incomprensioni e valorizza l’amicizia attraverso quest’avventura. Personalmente preferisco il vecchio film, nonostante le sue limitazioni, per via di quel finale malinconico e dolce che aveva, un finale incredibilmente maturo e profondo.

Per concludere, Winnie the Pooh – Nuove avventure nel Bosco dei 100 Acri è un film animato dedicato ai più piccoli davvero simpatico, che ha un buon lato tecnico e un umorismo semplice ma che funziona bene. Poteva certamente fare di più, ma rimane comunque un buon film. Lo consiglio!

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

26 pensieri riguardo “Winnie the Pooh – Nuove avventure nel Bosco dei 100 Acri

  1. Come dici tu, la scena della fossa e della corda è davvero divertente, anche per gli adulti! E anche l’idea del mostro Appresto è davvero simpatica, e perfino la canzoncina è venuta bene. Non è certo un capolavoro, ma è molto simpatico e si vede sempre volentieri.

    1. Sì, è una visione piacevole che sicuramente colpirà molto i più piccoli. In ogni caso ha quelle piccole idee che lo rendono davvero simpatico e la scena della fossa rimane sempre un momento davvero divertente per me.

    1. Grazie per l’avvertimento! In ogni caso il film è davvero piacevole, indirizzato ai più piccoli ma può essere visto anche dai più grandi. Non è un film incredibile, ma è piacevole.

        1. Per caso è Alla ricerca di Christopher Robin? Lo guardavo spesso anche io e diciamo che hanno preso lì l’idea di Appresto ossia storpiare per sbaglio un nome che per Pooh e gli altri sembra qualcosa di terrificante.

  2. Non è un film brurro, ma sicuramente è anacronistico, specialmente per un’uscita al cinema. Forzatamente inserito tra i classici, sarebbe stato più idoneo come un direct-to-video. Non aggiunge niente di nuovo al vecchio film, o agli innumerevoli episodi televisivi. Immagino servisse da tappabuchi tra il precedente e il successivo classico. Questo è l’unico film che stona con l’ottimo resto del decennio.

    1. Sì, effettivamente è qualcosa che è uscito un po’ a sorpresa. Non so il motivo ma alla fine non mi è dispiaciuto affatto. Non sarà memorabile, ma ha dei bei momenti che apprezzo.

        1. Per me no. Ha avuto dei film davvero validi, in particolar modo Rapunzel e Zootropolis, ma penso che il periodo anni ’50 sia stato più creativo. A mio avviso la Disney è ferma da troppi anni con un unico stile e questa cosa la sta penalizzando. Anche la Pixar comunque tenta di cambiare stile, rimanendo fedeli a loro stessi.

            1. Penso che debbano subire un brutto colpo come The Black Cauldron. Perché alla fine lo streaming per Disney si è rivelato abbastanza fallimentare e ora puntano molto sui film. Per dire, il flop del live-action di Biancaneve ha messo in pausa il live-action su Rapunzel, ma se quello di Lilo & Stitch dovesse avere successo sono sicuro che i lavori ripartirebbero. Purtroppo mi viene da dire che la Disney guarda solo i numeri non cosa pensa la gente e neanche a un nuovo tipo di film che potrebbe interessare.

                1. Neanche a me, ma d’altronde se i film della Illumination come Super Mario hanno successo (e te ne parla uno che adora tantissimo i videogiochi di Super Mario) non possiamo aspettarci grande qualità da parte di altri. Perché se prodotti simili, scritti male o quasi per niente scritti, hanno successo, allora perché impegnarsi per scrivere qualcosa? Basta trovare qualcosa che attiri le persone e basta. Il massimo guadagno con il minimo sforzo. Il che è veramente una brutta cosa. Per questo noto che l’animazione indipendente è la strada migliore per l’america.

                    1. Purtroppo non posso far altro che darti ragione. Anche per questo motivo non parlo dei film Illumination. In parte perché non mi piacciono e in parte perché alla fine direi sempre le stesse cose. Tutti i loro film hanno i soliti difetti e le solite regole e a volte sembra di vedere una versione copia incollata solo con personaggi leggermente diversi. I Minions sono vuoti.

    1. Winnie Pooh was part of my childhood and I have so many good memories of it. And in any case the various movies they made were really cute and funny and this one did a nice work.

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