Rapunzel – L’intreccio della torre

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo abbiamo cambiato nuovamente argomento, passando dal mondo del cinema a quello della letteratura e parlando di uno dei romanzi che in quest’ultimo periodo mi ha sorpreso di più in assoluto, un libro che ho trovato pieno di emozioni e umanità, Il sognatore di Laini Taylor. Lazlo è un giovane orfano che lavora in una biblioteca e fin da piccolo ha sempre amato le storie, in particolar modo quella inerente una certa città di cui non si hanno più notizie da 200 anni. La cosa strana è che un giorno tutti coloro che conoscevano la città dimenticarono il nome e ogni volta che pensano alla città gli viene in mente una sola parola: Pianto. Un giorno però persone provenienti da Pianto giungono nella città di Lazlo, chiedendo aiuto a chiunque abbia certe abilità e conoscenze per risolvere un loro problema e Lazlo, che si dimostra l’unico a conoscere pienamente la loro cultura, si unirà al gruppo, senza sapere la gravità dei problemi di Pianto e delle presenza dei figli degli dei come Sarai, costretti a nascondersi perché la gente della città li odia a causa degli orrori perpetrati dai loro genitori. Qui ci troviamo davanti a un libro con uno stile incredibile, capace di creare delle immagini bellissime e a farci provare le emozioni dei personaggi con grande forza e sincerità. La storia stessa è impostata in maniera davvero originale, una storia che riesce a sembrare una favola nonostante Pianto nasconda tanti orrori, tanti dolori e tanto odio, un odio che potrebbe essere superato e questo grazie a Lazlo e Sarai. Per me è stata una grande sorpresa e vi consiglio questo romanzo assolutamente!
E con questo articolo non solo torniamo a parlare di cinema ma anche di animazione, portando avanti la filmografia dei classici Disney, arrivando a uno dei suoi classici più interessati per via di alcuni cambiamenti che ha portato.
Ecco a voi Rapunzel – L’intreccio della torre (Tangled), pellicola animata del 2010 scritta da Dan Fogelman e diretta da Nathan Greno e Byron Howard.

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Trama:
Un giorno una goccia di Sole cadde sulla Terra e da quella goccia nacque un fiore dorato capace di curare ogni male. Il fiore venne trovato da un’anziana signora, Gothel (Donna Murphy) che usa il fiore per ringiovanire cantando una canzone e non rivelando a nessuno dell’esistenza di questo miracolo. Passano i secoli e in quelle zone nasce un regno governato da un re e una regina molto amati dal popolo. La regina rimane incinta ma una malattia rischia di toglierle la vita e così il re manda i suoi uomini alla ricerca di qualcosa che curi la moglie ed è qui che trovano il fiore magico. La regina beve un infuso fatto con quel fiore e guarisce, dando alla luce una bambina dai capelli dorati. Gothel non vuole tornare vecchia e si intrufola a palazzo per rubare una ciocca dei capelli della bambina che adesso hanno i poteri del fiore, ma scopre che se vengono tagliati i capelli si scuriscono e perdono i poteri, così rapisce la piccola e la rinchiude in una torre nascosta, non permettendole mai di uscire. Passano gli anni e Rapunzel (Mandy Moore) sta per compiere 18 anni e chiede a Gothel, che crede sua madre, di andare fuori a vedere le stelle che appaiono solo il giorno del suo compleanno, ma Gothel glielo nega per l’ennesima volta. Tutto cambia quando Flynn Rider (Zachari Levi), un ladro che ha appena trafugato un diadema dal palazzo regale, trova ed entra nella torre di Rapunzel per nascondersi dalla guardie. Rapunzel nasconde il suo diadema e fa un accordo con lui: Flynn la porterà a vedere le stelle, che in realtà sono luci che vengono innalzate in cielo per il compleanno di Rapunzel, e lei gli restituirà il diadema. Avrà così inizio la loro avventura.

E con questo arriviamo al 50° classico animato Disney, un film che è riuscito sempre a sorprendermi e che dal mio punto di vista ebbe una grande importanza, soprattutto nello stile e nel design dato che, dopo quest’opera, quasi tutti i film animati della Disney ne avranno le stese caratteristiche. Poi sul fatto che nelle pellicole successive il design si sia così ripetuto è un’altra questione, ma concentriamoci su quest’opera.

Partiamo come sempre dalla produzione e anche dall’idea che si ebbe di realizzare una storia su Raperonzolo, una storia scritta dai fratelli Grimm. Quest’idea venne proposta da Glen Keane nel 1996 e qui parliamo di uno storico animatore della Disney che lavorò per lo studio per tantissimi anni, dai tempi de Le avventure di Bianca e Bernie. Nonostante tutto solo nel 2001 Michael Eisner, l’allora amministratore delegato della Disney, accettò di mettere in produzione il progetto, ma solo se fosse stato realizzato in computer grafica, anche se Kleane avrebbe preferito l’animazione tradizionale. Così nel 2003 viene annunciata la lavorazione del film che doveva chiamarsi Rapunzel Unbraided, fatto in CGI e con una storia parecchio differente da quella che conosciamo noi. Infatti la storia iniziava a San Francisco con due adolescenti che vengono catapultati nel mondo delle fiabe, entrando rispettivamente nei corpi di Rapunzel e del suo principe Beau, mentre i veri Rapunzel e Beau si trasformavano in uno scoiattolo e un cane. Sì, in un certo qual modo la storia aveva molti punti in comune con Come D’Incanto. Kleane però voleva lavorare meglio alla storia, rendendola più vicino alla favola originale e il film venne rimandato diverse volte fino a quando la Diseny decise di chiudere il progetto. Poi la Disney acquistò la Pixar e John Lasseter ed Ed Catmull vennero messi a capo delle divisione d’animazione. Proposero loro a Kleane di continuare il progetto che alla fine però dovette abbandonare per altri impegni e alla fine la regia passò a Nathan Greno e Byron Howard.

E qui arriviamo a parlare dell’incredibile tecnica e dell’uso che hanno fatto del digitale. Come abbiamo detto in precedenza, Kleane voleva usare l’animazione tradizionale ma, visto che gli era stato imposto la CGI, decise di fare degli studi per fare in modo che comunque il digitale potesse mostrare quei tratti caratteristici della Disney, quasi come se certe scene fossero disegnate a mano (ricordiamoci che il lavoro di Kleane, anche se poi abbandonò il progetto, fu fondamentale). In alcuni punti l’influenza del 2D sul digitale si sente, specialmente nell’uso dei colori, molto vivi e accesi, che sanno convincere anche nei momenti più drammatici e carichi di tensione, e anche dalle ambientazioni stesse. Infatti una delle cose più belle della pellicola sono proprio i vari luoghi rappresentati e uno di quelli che sorprende maggiormente è proprio la foresta. A tal proposito è giusto sottolineare che per la foresta, e in generale per il film, hanno preso spunto dal dipinto rococò di Jean-Honoré Fragonard, L’altalena (o I fortunati casi dell’altalena). E, prendendo spunto da quel dipinto, hanno dato vita a una fitta foresta che però riesce a risplendere di una forte luce. L’ambientazione è impressionante proprio per la vesta vegetazione, l’enorme quantità di dettagli mostrati e i suoi calori accesi. Lo stesso dicasi per le altre ambientazioni, come la taverna o il regno, ma alla fine è la foresta a colpire realmente perché riesce a non essere ripetitiva e a risultare interessante. Inoltre hanno un aspetto volutamente non realistico come i personaggi.

Penso sia importante sottolineare quest’ultimo elemento in quando pellicole come Shrek aveva trovato la propria identità nelle ambientazioni e nei personaggi (almeno quelli umani) realistici. Qui la Disney invece prende la strada opposta, stilizzando sia ambientazioni che personaggi. Quest’ultimi infatti avranno tratti più morbidi e rotondeggianti, oltre che avere degli occhi molto grandi e rotondi, rendendo ad esempio Rapunzel molto dolce e carina, ma riuscendo comunque a creare anche personaggi minacciosi come appunto Gothel o i fratelli Stabbington (Ron Perlaman). Tra l’altro qui la Disney non solo è riuscita a trovare la sua strada nell’uso del digitale nell’animazione, ma ha dimostrato anche di gestire bene il potenziale di questa tecnologia, con le numerose comparse e soprattutto con l’impressionante scena delle lanterne nel cielo. E inoltre la Disney fece enormi passi in avanti per quanto riguarda l’animazione dei capelli. Perché questo punto è fondamentale? Perché animare i capelli in digitale è un vero incubo. Infatti se si guarda i primi film della Pixar possiamo notare che quasi nessuno ha i capelli lunghi, proprio per l’enorme complessità nell’animarli. Per questo motivo i capelli di Viola ne Gli Incredibili furono un vero passo avanti e qui la Disney fece anche una follia maggiore, creando un personaggio con capelli lunghi diversi metri. E ancora oggi riguardano qualcosa di incredibile. Il film sa anche convincere per l’ottimo ritmo, che non annoia mai, e delle canzoni ottime, che portano avanti la storia ma in special modo riescono ad approfondire i personaggi e le loro emozioni. Il lato tecnico è fatto veramente bene e anche la sceneggiatura è interessante.

In questa storia ci sono tutti i vari elementi dei vecchi classici Disney, come ad esempio il prologo con la storia del fiore, anche se in questo caso non ci troviamo davanti un libro delle favole che si apre, ma le vicende ci vengono mostrate. Lo stesso dicasi per l’uso delle canzoni, per il fatto che una principessa si ritrovi segretata e in stato di miseria (anche se in questo caso Rapunzel non sa di essere una principessa) e un villain che da inizio a tutto quanto. Ci sono tutti gli elementi classici, ma riesce comunque a sorprendere. La storia è molto semplice e lineare, ma riesce a tirare fuori delle belle idee, come il fatto che il viaggio che intraprenderà Rapunzel, senza esserne consapevole, sarà un viaggio alla ricerca di sé stessa, delle sue vere origini, e sarà anche un viaggio di crescita per poter maturare e sfuggire dalle manipolazioni di Gothel. Infatti Rapunzel è un’ottima protagonista, piena di energie, curiosa, spensierata ma che durante il viaggio mostrerà un enorme conflitto tra il desiderio di vedere il mondo esterno e le luci e la paura di deludere e far soffrire la persona che crede essere sua madre. E in tutto questo avremo dei personaggi veramente ben scritti che renderanno la storia molto piacevole, in primis Flynn.

Lui ha il suo fascino, è un personaggio lesto e dalla battuta pronta ma che si ritroverà spiazzato davanti alla situazione che vivrà e pian piano maturerà dei sentimenti d’amore verso Rapunzel. Perfino animali come Pascal e Maximus, che non parlano, dimostreranno una grande personalità, con il primo che sarà un ottimo amico per Rapunzel e il secondo che invece è un cavallo ligio al dovere e alla giustizia e inseguirà Flynn in ogni dove. E infine abbiano la villain, Madre Gothel che, insieme a Dr Facilier de La Principessa e il Ranocchio, si dimostra l’ultimo grande villain Disney (per il momento, voglio sperare). Lei vuole rimanere giovane per sempre ed è disposta a fare qualsiasi cosa per rimanere così, perfino rapire una neonata. Inoltre lei si dimostrerà una terrificante manipolatrice nei confronti di Rapunzel, convincendola che il mondo fuori dalla torre è pieno di persone cattive e spietate, ma soprattutto sminuendo costantemente Rapunzel in ogni cosa che fa, senza darlo troppo a vedere, dicendo che scherza, ma quelle parole vanno a minare l’autostima della protagonista, le fanno perdere sicurezza e le tolgono la volontà di fare qualcosa di testa sua. Gothel è una cattiva stupenda che tiene prigioniera Rapunzel non solo nella torre ma anche nella sua psiche ed è questo che renderà il viaggio di Rapunzel per raggiungere la sua libertà ancora migliore. Certo, ci sono parti del film che sono un po’ infantili, come quella nella taverna (anche se mi fa ridere), ma in altri punti mostra un certo coraggio e una certa maturità.

Per concludere, Rapunzel – L’intreccio della torre è un film d’animazione stupendo, senza alcun dubbio uno dei migliori in assoluto fatti in digitale dalla Disney, anche se non il migliore (quel primato spetta a un altro film), un’opera dove lo studio animato riesce a trovare la propria strada nello stile e nel character design e racconta una storia classica in maniera interessante attraverso delle belle idee e i suoi personaggi. Lo consiglio assolutamente!

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

31 pensieri riguardo “Rapunzel – L’intreccio della torre

    1. Sono contento che tu abbia trovato completa la mia recensione! Apprezzo tanto questo film e lo considero ancora oggi come uno dei migliori film Disney in animazione 3D. Vorrei tanto che la Disney ritrovasse se stessa e tornasse a fare film animati come questo.

  1. Concordo, davvero stupendo, lei poi l’hanno creata con dei colori e dei tratti così accattivanti che guardarla è un piacere. Secondo me è la principessa più bella 😍 da vedere e rivedere!

  2. I can’t thank you enough for reading my work. 💕 It is not my intent to be rude. Sadly, I only speak and write English. I know about 10 words in Spanish. 5 in German. And 2 in French.

  3. ” il film venne rimandato diverse volte fino a quando la Diseny decise di chiudere il progetto” correggi

    beh, questo è uno dei grandi classici disney impeccabili, poi la qualità ha iniziato a peggiorare; ancora adesso, quante lacrime!

    poi su internet c’era un platform veramente carino, in cui i suoi capelli lunghissimi venivano usati come rampino per muoversi come una liana, se necessario xD

    1. Questo era uno di quei classici in cui la Disney non solo aveva un’identità forte ma aveva anche una scrittura molto valida e intelligente. L’unica eccezione è stato Zootropolis, che considero il miglior film animato 3D della Disney e poi ci sono alcuni film che reputo divertenti e mi hanno convinto, ma per il resto la Disney a livello di storie è in caduta libera da troppo tempo.

  4. Purtroppo il reader mi non mi ha notificato questa recensione, mi dispiace arrivare così tardi. Tangled è uno dei miei film preferiti in assoluto, lo potrei accostare a Frozen. Soprattutto perché è davvero cinematografico in ogni aspetto, forse il film più “cinema” della storia della Disney. Per il loro cinquantesimo classico si sono davvero impegnati. La trama ha decisamente delle forzature, ma la il risultato finale non ne risente. Bellissimo in tutto, dalla regia (la cosa migliore), alla caratterizzazione e all’evoluzione dei personaggi. Entrambi, Rapunzel e Flynn, non sapevano chi fossero e cosa cercassero, alla fine i loro obiettivi sono coincisi con loro stessi. Gothel, insieme a Frollo e Hans, è la miglior villain della Disney (e quasi in assoluto), in quanto, persone come loro esistono realmente. Il gaslight fatto è da manuale. Per non parlare della CGI (con i divertentissimi bloopers dei capelli del making of), davvero entusiasmante, e sai quanto adori questa tecnica, che raggiunge nuove mete. Me ne sono accorta soprattutto nella scena del falò accanto al fiume, sono rimasta incantata dall’espressione di Rapunzel, che cambia quasi impercettibilmente, ma in maniera così profonda. Mi sono emozionata in quella scena. Poi, in diverse parti, mi sono identificata con lei (When will my life begin lo posso considerare il mio inno personale). Parlando di villain, io inserirei anche i genitori di Rapunzel. Cioè, davvero nel loro regno si condannano a morte i ladri? Ma che razza di dittatori autoritari sono? Sono molto peggio dei genitori di Elsa, che, per quanto abbiano sbagliato per ignoranza e pregiudizio, avevano comunque l’intenzione di proteggerla. Tornando a Tangled, è davvero un capolavoro. Potrei quasi scriverci tanto quanto Frozen. Il finale con Flynn che si sacrifica per toglierla dal giogo di sua “madre” è emozionante. Peccato per la serie derivata dal film, capisco che fosse indirizzata ad un pubblico giovane, ma polverizza tutto ciò di buono fatto nel lungometraggio. In pratica i personaggi erano la parodia di loro stessi. Davvero ridicola. Comunque grazie per aver raccontato questo bellissimo capolavoro.

    1. Nessun problema amica mia. Sono felice di sentirti e di poter parlare con te di quest’opera! Come hai giustamente detto, la regia è l’aspetto migliore di tutto il film e ci regala dei momenti magnifici e, come hai detto tu, cinematografici. I personaggi hanno una caratterizzazione stupenda, Rapunzel e Flynn sono una coppia magnifica e Gothel è una villain incredibile, capace di distruggere le sicurezze di Rapuznel attraverso piccoli gesti che maschera da affetto. Frollo rimane ancora il migliore per me, ma Gothel merita certamente il podio. La tecnica è eccellente ed è proprio qui che la Disney trova la sua identità con l’uso del 3D dopo i vari esperimenti fatti con Chicken Little, I Robinson e Bolt. Peccato che poi da questo tipo di stile non si siano più allontanati, ma questa è un’altra storia. Immagino che abbiano condannato Flynn non solo per essere un ladro ma anche per il furto della corona. Però sì, un pò infami lo sono. Eh, le leggi medievali sono una brutta cosa.
      Sai che non ho visto la serie televisiva? In realtà avevo visto solo qualche sporadico episodio in cui vedevo anche il personaggio di Cassandra che sembrava interessante. Ricordo bene però che Flynn (Eugene) era molto più goffo e comico rispetto al film. Ora però sono preoccupato per il film in live-action. Disney, per l’amor del cielo, basta con questa storia. Penso che capiranno bene la lezione solo se anche Stitch fallirà al botteghino. Biancaneve è un flop mostruoso ma penso che cambieranno direzione se anche Stitch fallirà.

      1. La serie tv è davvero il male assoluto, non mi capacito come abbia avuto recensioni così positive. Pure lo stile d’animazione era pessimo, simile al remake di Duck Tales. Il personaggio di Cassandra poteva essere interessante, poi l’hanno rovinato con una background forzato e ridicolo, degno di una telenovela del mattino. Non ero a conoscenza del remake in live action, sai già per quando è annunciato? Ormai la Disney sta davvero esagerando, puntando su quantità e operazioni nostalgia, che ormai hanno rotto le scatole. Idee nuove no? Comunque la storia non è ambientata nel medioevo ma nell’800, era solo Gothel ad avere un abito medievale (immagino per far comprenderne la longevità, perché mi sembra assurdo che non si cambiasse abito da secoli, ecco una delle forzature), quindi l’impiccagione per furto era già “fuori moda” in gran parte dell’Europa (anche se ammetto di non sapere la situazione nel sud dell’attuale Germania). Da notare che i genitori non parlano mai nel film, la cosa mi aveva sempre colpito. Comunque so che ritieni questo uno degli ultimi capolavori Disney, ma come sai non concordo. Il periodo 2009-2021 (sarebbe stato 2020, ma per colpa del virus si è posticipato), insieme a quello degli anni ’50, è il mio preferito. Trovo solo un anacronismo, ti lascio immaginare quale, ma per il resto, non c’è un film che non mi sia piaciuto. E la “mancanza del villain” io la trovo una scelta vincente, finalmente, che si allontana dai cliché strautilizzati nella storia del tutto buono e tutto cattivo. Io sono felice e spero continuino così. Non ne potevo più.

        1. Il revival di Duck Tales a me è piaciuto parecchio, era intelligente, ben fatto e con una trama lineare molto interessante. Quasi quasi provo a guardare anche la serie su Rapunzel, sono curioso di vedere cos’hanno combinato. In ogni caso la Disney è diventata quasi il male per me e ne parlo io che comunque sono molto legato ai suoi film animati. Cavolo, ci tengo così tanto che praticamente sto parlando di tutti i loro classici animati! Per questo sono furioso di vedere la piega che ha preso. Ovviamente la Disney ha sempre pensato al guadagno, ma sempre cercando di offrire prodotti di qualità (seguendo in un certo senso il pensiero di Walt Disney), ma adesso non si sforzano nemmeno. Prima o poi le cose cambieranno, immagino che a Hollywood si stiano rendendo conto che così non possono andare avanti. Rapunzel lo reputo tra i migliori della Disney in 3D, ma comunque anche dopo questo ci sono state opere che mi sono piaciute molte, fino ad arrivare a Zootropolis che per me è il miglior film animato 3D della Disney. Comunque amo profondamente anch’io il periodo degli anni ’50, così come amo profondamente il Periodo d’Oro, anche perché penso che nessuno oggigiorno (forse solo Miyazaki) sia riuscito a raggiungere quei livelli di animazione. Per quanto riguarda la questione villain ne possiamo discutere. Certamente una storia può funzionare senza un vero villain, ma diciamo che questa cosa non è andata bene in certi film della Disney. Tra l’altro penso che la Disney abbia perso la capacità di scrivere villain visto che cosa hanno fatto con Wish e perfino con Oceania 2.

          1. Di Duck Tales non ho visto che poche puntate. Capisco il cambio di generazione, ma dove sono finiti i colori e, soprattutto, l’avventura? Preferivo troppo di più l’originale. Parlando in generale della Disney, si sta facendo troppo prendere dalla concorrenza delle altre piattaforme in streaming, producendo a catena di montaggio. Da un lato è buono, perché ci sarebbero state alcune storie che non avremmo mai conosciuto, ma dall’altro la qualità spesso è scadente (e molto), e cercano di ovviare puntando su operazioni nostalgia e brand conosciuti (è un po’ il trend dell’ultimo decennio praticamente per tutte le case di produzione). Diciamo che è figlia di questi tempi, fatto di istantaneità in qualsiasi cosa, ma che alla fine non ti lascia dentro niente. Se il trend dell’istantaneità dovesse continuare, anche i cinema chiuderebbero e quei pochi rimasti sarebbero relegati allo status di club culturali. Wall e aveva predetto tutto.
            Wish e Moana 2 sono davvero imbarazzanti, ma considero Encanto come il primo classico dal quale è partito il tutto. Raya è stato l’ultimo vero classico con dignità, anche se a livello personale non mi ha presa poi molto. Riguardo i villain, credo di essere una delle poche persone ad apprezzare l’uscita di scena di questo stereotipo (anche se in Zootopia c’è una vera villain ed è anche piuttosto subdola). Finalmente si inizia ad indagare a fondo anche nella tridimensionalità dei personaggi, buoni e cattivi, e non posso che esserne felice.

            1. Ho visto tutte e tre le stagione di Duck Tales e non puoi immaginare quanto ci sono rimasto male quando hanno deciso di cancellare la serie. L’avventura alla fine c’era eccome e soprattutto vedevamo certi personaggi subire una crescita davvero interessante e c’è una parte, negli ultimi episodi della prima stagione, che mi ha commosso e che non mi sarei mai aspettato. Anch’io amo profondamente la serie originale, ancora oggi sa divertire parecchio e si concentra tutta sull’avventura. Diciamo che qui hanno deciso di parlare di avventura ma anche dei personaggi. Se mai un giorno volessi recuperarla, fammi sapere cosa ne pensi. La Disney è diventata una catena di montaggio, un po’ come tante altre case di produzione e a mio avviso è stata la scelta peggiore di tutte. Perché la qualità adesso si è abbassata parecchio ed è palese. Io spero veramente che prima o poi decidano di smetterla con questa catena di montaggio folle e tornino a fare più prodotti di qualità e magari abbassare il numero di film e serie. Anche perché non mi pare che economicamente questa cosa stia giovando poi chissà quanto.
              Wish è terrificante per quanto è scritto male e per quanto abbia un villain che non si capisce in che direzione voglia andare. È cattivo per via di un trauma? È solamente subdolo? È la magia del bastone che lo corrompe? Veramente, sembra che abbiano unito numerose bozze su di lui senza dare un senso logico. Inoltre all’inizio avevano delle idee davvero belle, specialmente per quanto riguarda Star, ma hanno deciso di scartarle. Troppa qualità? Non saprei.
              Moana 2 mi ha fatto soffrire. Io amo il primo Moana nonostante sia consapevole dei tanti difetti che ha e vedere quanto è diventato infantile quel film mi ha fatto molto male. Encanto aveva un potenziale immenso. E ti posso dire che in realtà la prima metà mi stava piacendo da morire, ma a mio avviso si sono fregati nella seconda perché le tematiche che stavano portando alla luce erano troppo complesse e dovevano occupare un sacco di tempo. E quindi hanno fatto finire tutto a tarallucci e vino senza che effettivamente ci sia stato un processo di cambiamento in quei personaggi. Non mi dispiace affatto, anzi provo un certo fascino per questo tipo di film e per il potenziale che potevano tiare fuori. Una strana passione, vero?
              Anche Raya aveva un potenziale enorme e l’idea di base mi piaceva da morire. A mio avviso il problema maggiore è stata proprio Sisu. Quel personaggio è completamente sbagliato nella scrittura (e se posso dirla tutta il design è molto brutto e in contrasto con l’aspetto del mondo e dei personaggi umani). Doveva essere il contrasto con Raya, colei che faceva tornare la speranza e la fiducia alla protagonista, ma fa talmente tante idiozie ed è talmente sciocca da dare involontariamente ragione al pessimismo di Raya. I villain mi piacciono, a volte un buon villain può veramente dare enfasi alla storia. E non sono affatto uno contrario alle storie senza villain, ma in quei casi mi devi saper scrivere dei bei personaggi tridimensionali e, ammettiamolo, la Disney non sa farlo molto bene. Forse la Pixar ancora ancora se la cava, ma anche lei è un po’ in crisi a livello artistico.

              1. In Duck Tales non apprezzavo nemmeno il nuovo design, il tipo di animazione e la mancanza di colore. Non credo che riuscirei a godermelo a pieno. Comunque resta ugualmente un’operazione nostalgia, perché quello originale lo si potrebbe benissimo riproporre oggi, magari restaurato, aggiungendo un lungometraggio nuovo al massimo.
                Per la Disney, con la sua piattaforma in streaming, non c’è più modo per tornare indietro. Per vedere prodotti animati di qualità dovremmo rovistare tra le produzioni europee, perché anche in Giappone, sebbene in misura estremamente minore, stanno iniziando a produrre in maniera analoga agli americani. Riguardo a Wish, l’ho visto una volta sola al cinema e non mi è più venuta voglia di rivederlo. All’inizio davo la colpa, per la mancanza di attenzione durante la proiezione, alla mia depressione, ma credo che abbia contribuito solo in parte. In Moana 2 ho apprezzato solo il Kakamora (e ancora non mi capacito come). Encanto è per me un emblema della digitalizzazione veloce di questi tempi, con canzoni orecchiabili e condivisibili, condite da colori e balli. C’erano delle cose belle, ma nel contesto è un film che non amo per niente. Però salvo la scena del sacrificio di abuelo, come il momento più straziante della cinematografia. In Raya, il film non mi ha preso molto, ma penso abbiano influito le atmosfere un po’ dark, ma lo ritengo un buon classico. In Sisu ho invece trovato il punto di forza, mi ha ricordato troppo Whoopi Goldberg in Ghost. In Raya erano tutti dei villain, che riescono a risolvere la situazione solo prendendone coscienza e iniziando ad abbandonare i loro pregiudizi. Questo è il vero villain anche nella vita reale. Parlando della Pixar, non sopporto l’ingerenza della Disney, ormai sono una cosa sola. Mi piacerebbe che tornasse ad essere più indipendente, con maggiore autonomia creativa.
                Ora tremo per i prossimi classici e sono sicura che rovineranno anche l’universo di Frozen.

                1. Dubito che Duck Tales fosse solo un’operazione nostalgia. In quel caso gli sarebbe bastato fare il solito compitino e invece si vede che dietro c’erano delle persone che sapevano scrivere e che volevano dare qualcosa di più di una semplice serie nostalgica.
                  Wish è tremendo. Io l’ho visto due volte e ogni volta peggiora sempre di più. E mi dispiace un mondo perché l’idea di base era davvero ottima. In Moana 2 anch’io ho adorato il Kakamoa (probabilmente perché non parla mai ed l’unico che effettivamente combina qualcosa) e anche Matangi, un personaggio con una personalità veramente forte e spiccata che andava a mettere in ombra quelle degli altri personaggi, perfino di Moana e Maui. Di Encanto continuo a dire che il problema sia la seconda parte. A quel punto dovevano fare un film molto più lungo e magari togliere qualche canzone (come quella iniziale, non c’era bisogno di spiegare i poteri di tutti i membri). Parlando di Raya, hai descritto quello che a mio avviso doveva essere Sisu, ossia un personaggio capace di ridare fiducia negli altri e consapevolezza. Invece è stata fastidiosa, sembrava un Mushu che non ce l’aveva fatta e purtroppo il suo modo di fare è molto ingenuo e pericoloso, non è qualcosa che da fiducia, è solo un’ingenuità che rasenta la follia. E purtroppo la Disney ha rovinato la PIxar per tanti punti di vista e adesso temo immensamente per i seguiti che saranno costretti a fare. Sto già tremando di paura per Toy Story 5.

                  1. Di Duck Tales ho visto solo pochi episodi. Avrei dovuto dargli una possibilità in più, ma non mi aveva presa per niente. Per Encanto, concordo a pieno con la semplificazione eccessiva della canzone iniziale, come a dire che non volevano impegnarsi per mostrare e approfondire le storie e le abilità dei personaggi, trovando questo escamotage, che trovo davvero povero e misero. Su Raya invece trovo l’estrema confortante l’estrema semplicità d’animo di Sisu, come se fosse una bimba che non si capacita di ciò che vede, rimanendo meravigliata, in negativo, dalla realtà, quando sarebbe più semplice non complicarsi la vita come facevano tutti. Comunque lo considero come l’ultimo classico buono della Disney, anche se personalmente non è che mi piaccia chissà quanto. Toy Story 4 è secondo me il film peggiore della Pixar e ancora non concepisco come abbia fatto a vincere l’oscar. E ciò che mi preoccupa è che, visto il successo del precedente, Toy Story 5 sarà addirittura peggiore. Mi chiedo quando finirà questa moda, ormai troppo lunga, di sfruttare la fama di titoli solidi, tornando ad investire in idee nuove.

                    1. Se mai ti capiterà la possibilità, riguardati Duck Tales e dimmi che cosa ne pensi! Io invece si Sisu sono sempre della stessa opinione. Sicuramente loro volevano scrivere Sisu in quel modo, ma dal mio punto d vista non gli è riuscito molto bene. Toy Story 4 è stata una pugnalata al petto. Da una parte riconosco l’incredibile aspetto tecnico e perfino una regia fatta bene (ma d’altronde parliamo della Pixar, loro sono dei maestri in questo), ma la storia è un tradimento immenso nei confronti dei primi tre film e degli insegnamenti di Toy Story. E temo che il quinto farà solo casini. Da come ho potuto capire, parlerà di come la tecnologia influenzi i bambini e se questa Pixar fosse stata quella degli inizi, poteva venire fuori qualcosa di davvero interessante (guarda che meraviglia che hanno fatto con Wall-E!), ma ora come ora temo davvero molto.

                    2. L’aspetto tecnico di Toy Story 4 è solo normale evoluzione, avrebbero potuto usarla per un qualsiasi prodotto decente, invece l’hanno scelto per il peggior film mai fatto dallo studio. Invece di fare un quinto capitolo, potrebbero usare risorse e idee per confezionare un prodotto completamente nuovo, innovativo e fantastico. Il potenziale ce l’hanno tutto, ma, per fare questo, mi rendo conto che dovrebbero prendere le distanze dalla Disney e, ora come ora, non penso sia una cosa fattibile.

                    3. Tra l’altro molte persone che hanno dato vita alla Pixar se ne sono andate via. L’unico a essere rimasto è Pete Docter e non mi sembra che lui, per quanto lo apprezzi, abbia abbastanza forza per respingere le richieste della Disney. Tra l’altro anche la Pixar è in una fase creativa debole, anche se non allo stesso livello della Disney.

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