Invaders (film)

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo abbiamo deciso di rimanere concentrati sui film in live-action e in particolar modo sulla fantascienza, ma spostandoci negli anni ’50, un periodo prolifico per il genere, e parlando de Gli Invasori spaziali. David è un ragazzino che una notte assiste all’atterraggio di un UFO nel campo vicino alla propria casa. Il ragazzo lo dice immediatamente al padre che va a controllare, ma viene preso da qualcosa sotto il terreno e sparisce. Dopo un po’ ritorna a casa, ma è completamente differente, con un volto freddo e vuoto e un comportamento quasi aggressivo nei confronti della moglie e del figlio. David capisce subito che gli alieni stanno cercando di controllare mentalmente gli umani e dovrà fare di tutto per rivelare la verità prima che sia troppo tardi. Il film mostra di avere un budget molto limitato e lo si può constatare da diversi elementi come scene di guerra rubate dai documentari, costumi non del tutto convincenti e riprese limitate, eppure la regia sa anche portare idee visive stupende che danno all’insieme qualcosa di surreale e dare alla storia un buon ritmo. La storia è molto semplice ma per i tempi in cui uscì si dimostrò certamente originale per alcune idee e ammetto di aver preferito di più la prima parte con David che cerca di rivelare la verità, ma si ritrova circondato da persone controllate. Lo consiglio!
Rimaniamo sempre concentrati sui film live-action e soprattutto sulla fantascienza. E rimaniamo anche ancora a Gli Invasori spaziali, visto che l’opera che stiamo per recensire è il suo remake, realizzato tra l’altro da un regista che apprezzo molto.
Ecco a voi Invaders (Invaders from Mars), pellicola fantascientifica del 1986 scritta da Dan O’Bannon e Dan Jakoby e diretta da Tobe Hooper.

Trama:
David (Hunter Carson) è un ragazzino di 12 anni che sogna di diventare un’astronauta da grande ma un giorno, durante un temporale, vede un enorme UFO atterrare in un campo vicino casa sua e corre subito a svegliare i suoi genitori e il padre, George (Timothy Bottoms), gli promette che il giorno dopo avrebbe controllato. Il mattino seguente David vede suo padre tornare a casa, ma c’è qualcosa che non va in lui, si comporta e si muove in un modo molto strano e la cosa lo inquieta. Pian piano altre persone intorno a David inizieranno ad avere lo stesso comportamento e lui capirà che ciò accade ogniqualvolta qualcuno si avvicina a quel campo. David va in esplorazione e scopre la presenza della nave spaziale e degli alieni che tentano di prenderlo. Il ragazzo riesce a fuggire, ma dovrà far trapelare la verità anche se sembra una missione difficile visto che le persone intorno a lui sono state prese e l’unica alleata rimastagli è l’infermiera della sua scuola, Linda (Karen Black).

Sono sempre contento di tornare a parlare di un regista come Tobe Hooper, un regista che ha sicuramente segnato la storia del cinema, ma che a mio avviso fu anche molto sfortunato. Lo abbiamo visto ad esempio con opere stupende come Space Vampires, forse una delle produzioni più particolari e uniche di sempre, e diciamo che anche questo remake subì la stessa sorte, floppando al botteghino e ricevendo critiche che onestamente considero un po’ troppo pesanti e delle volte esagerate. Quindi alle fine com’è questo film? Scopriamolo subito.

Partendo dal lato tecnico, possiamo vedere fin da subito come il film si differenzi tanto dall’estetica dell’opera originale e inoltre riesce ad avere un tipo di estetica molto vicina al cinema di Hooper. Sicuramente uno degli elementi che colpe di più è la fotografia, un tipo di fotografia ricca di colori che vanno dal blu al rosso a seconda del momento, dove ad esempio il rosso è molto presente nell’astronave aliena mentre nelle scene più tranquille è il blu a farla da padrone. Anche in questo remake il ritmo è ottimo, riesce a essere costante e a non avere mai dei momenti morti, riuscendo a tenere in tensione grazie agli umani controllati che più volte cercheranno di catturare David, inizialmente senza dare troppo nell’occhio e in seguito senza neanche più nascondersi. Qui ci sono due elementi che Hooper inserisce molto bene, ossia l’ironia e il senso di marciume. Per quanto riguarda l’ironia, ci sono alcune scene che risultano volontariamente comiche, ad esempio il fatto che uno degli inseguitori di David sia la sua insegnante di scienza, la signora McKeltch (Louise Fletcher), una donna sulla sessantina che si dimostrerà molto goffo nel tentare di catturarlo e sembrerà nell’aspetto quasi una rappresentazione infantile di un bambino che si immagina l’insegnante che gli sta antipatica. E riguardo al marciume e alla sporcizia, ovviamente non siamo ai livelli di Non aprite quella porta o anche solo di Poltergeist, qui si contiene parecchio, ma ci sono dei punti in cui si nota quest’impronta non solo negli alieni ma anche negli umani controllati, come ad esempio la signora McKeltch quando divora per intero una rana viva.

Sempre a livello registico ho apprezzato come il tutto sia stato diretto ad altezza bambino, facendoci sentire piccoli come David e dandoci una visione del mondo ancor più grande e di conseguenza pericoloso. Il film ebbe un budget decisamente molto più alto rispetto all’originale, ma non così grande come ci si potrebbe aspettare, eppure gli effetti speciali, soprattutto quelli artigianali, sono molto buoni e in particolar modo quelli dell’alieno e dei suoi sottoposti. A livello di design poi hanno deciso di allontanarsi dall’opera originale, senza antropomorfizzare le creature, ma dandogli un aspetto mostruoso e senza il minimo elemento umano.

Per quanto riguarda la storia, quest’ultima viene rappresentata in maniera abbastanza fedelmente alla base, ma cambia comunque alcune cose, come ad esempio gli umani controllati. Nel film degli anni ’50 quest’ultimi sono freddi, quasi dei robot, mentre qui invece sembrano quasi delle parodie dell’umano. Tentano di comportarsi come delle persone normali, senza mai riuscirci e comportandosi quindi in maniera molto grottesca e per questo motivo risultano altrettanto inquietante. Oltre ciò cambiano altre cose, come il fatto che l’alieno e i mostri vengano mostrati a metà film e anche il fatto che David riesce ad avvertire l’esercito più tardi, ma per il resto è abbastanza identica, anche se sono presenti piccole idee visivi interessanti come le armi aliene e come funzionano. Purtroppo però, soprattutto nella seconda parte, ci sono delle forzature di trama, soprattutto riguardo al modo in cui si svolgono certi eventi.

Per concludere, Invaders non è uno dei film migliori di Hooper, ma rimane comunque un buon film e soprattutto un remake fatto molto bene, con un’estetica interessante e differente dall’originale, un ritmo che funziona e un’ottima regia. La storia è molto fedele alla base e molti cambiamenti presenti sono stati fatti bene e aiutano la trama in certi punti, anche se nella seconda parte si notano delle forzature. Lo consiglio!

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

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